3.5 – SCENARI CLIMATICI FUTURI E RELATIVI IMPATTI SUI SISTEMI AGROALIMENTARI
Le ripercussioni in agricoltura degli scenari climatici futuri vengono studiati in relazione alla stagione di
coltivazione, all’agrofenologia, alla scarsità idrica e al fabbisogno idrico. Per quanto riguarda la stagione di
coltivazione delle colture agricole, va detto che in Europa essa si è allungata di 10 giorni dal 1992, e il ritardo
nella fine del ciclo vegetativo è stato più pronunciato rispetto all’inizio della stagione; inoltre, la durata della
stagione di crescita è aumentata più nell’Europa settentrionale e orientale piuttosto che nell’Europa
occidentale e meridionale, ma comunque essa è destinata ad aumentare ulteriormente in tutta Europa;
infine, l’allungamento della stagione vegetativa permetterà in futuro un’espansione verso Nord delle colture
termofile non adatte precedentemente, mentre in alcune parti dell’Europa meridionali (come la Spagna) le
condizioni più calde consentiranno la coltivazione e il raccolto anche verso l’autunno e l’inverno.
Per quanto riguarda l’agrofenologia, invece, la fioritura di diverse tipologie di piante ha subito un anticipo di
circa due giorni per decennio negli ultimi 50 anni, e questo sviluppo anticipato è legato principalmente alle
temperature più miti durante i mesi invernali e di inizio primavera (quindi si ha un anticipo della stagione
primaverile); va anche detto che i cambiamenti nella fenologia stanno già influenzando la produzione delle
colture e le relative proprietà nutritive dei cibi, poiché ad esempio l’accorciamento della maturazione di semi
e di colture oleose può essere particolarmente dannoso per la produzione; infine, la riduzione dei tempi di
11
Agronomia ©Cristina Genuin
crescita e maturazione di molte colture è in aumento, effetto che però potrà essere mitigato selezionando
altre varietà e modificando le date di semina.
Proseguendo con la scarsità idrica, va detto che la quantità dei raccolti che dipende dalle sole precipitazioni
per le esigenze idriche si sta bloccando (come il grano in alcune aree mediterranee) o riducendo (come l’uva
in Spagna), mentre le rese di altre colture stanno aumentando; in ogni caso, eventi climatici estremi, inclusi
siccità e ondate di calore, hanno influenzato negativamente la produttività dei raccolti in Europa durante il
primo decennio del XXI secolo; inoltre, i cambiamenti climatici futuri potrebbero portare a variazioni della
resa medi, delle condizioni climatiche e della gestione della regione interessata (con aumenti nel Nord e
diminuzioni nel Sud dell’Europa); infine, gli aumenti previsti nella frequenza di eventi climatici estremi
dovrebbero incrementare l’irregolarità dei rendimenti dei raccolti in tutta Europa.
Infine, per quanto riguarda il fabbisogno idrico, i cambiamenti climatici hanno portato a un aumento della
domanda di acqua per l’agricoltura e a una carenza idrica per l’allevamento dal 1995 al 2015 in gran parte
dell’Europa meridionale e orientale (ma è prevista una diminuzione anche per alcune aree dell’Europa nord-
occidentale); inoltre, gli aumenti di temperatura previsti porteranno ad un aumento della domanda per
l’approvvigionamento idrico in tutt’Europa; infine, l’impatto delle crescenti esigenze idriche dovrebbe essere
più acuto nell’Europa meridionale e centrale, fatto che richiederà un’espansione delle reti di irrigazione (il che
però potrebbe causare conflitti tra il settore agricolo e altri ambiti).
L’ mostra le anomalie termiche e pluviometriche del clima.
immagine della slide 27 del pdf 12
Agronomia ©Cristina Genuin
4 – IL TERRENO AGRARIO
4.1 – DEFINIZIONE, FUNZIONI, COSTITUZIONE
In generale è giusto iniziare con il dire che il terreno su sui coltivare le colture deve avere particolari
caratteristiche, le quali possono essere create grazie all’intervento da parte dell’uomo su un terreno
“naturale”; capita tuttavia che i terreni abbiamo caratteristiche troppo lontane da quelle necessarie per la
coltivazione, e dunque in questi casi non si può intervenire in alcun modo; un particolare esempio in cui
l’intervento umano non dà risultati accettabili è l’eccessiva presenza di metalli pesanti (termine che non è
completamente corretto, sarebbe meglio usare “elementi in traccia”) come cadmio e piombo. Detto ciò, il
suolo è la superficie del terreno (e in particolare lo strato più superficiale di esso) formatosi in seguito
all’alterazione del substrato roccioso per successive azioni fisiche, chimiche e biologiche da parte di agenti
esogeni e degli organismi che vi si impiantano. In particolare, l’ mostra la
immagine della slide 2 del pdf
formazione del suolo con il passare del tempo: innanzitutto si crea la roccia madre, sulla quale poi si formano
in ordine le rocce sgretolate, il sottosuolo, il suolo in superficie e la lettiera (o humus), dunque un terreno
vedrà l’humus in superficie e la roccia madre come strato più profondo. Ovviamente va detto che il processo
di “creazione del suolo” è possibile solo grazie alla temperatura e all’acqua, ma come abbiamo visto ancor
prima di questi due fattori sono importanti le rocce; un altro importante fattore è il pH, poiché se esso è molto
acido gli elementi si trovano in forma ionica.
Una prima differenziazione si ha in:
❖ Suoli autoctoni, i quali si formano direttamente sul posto dalla pedogenesi (termine che indica
l’evoluzione del suolo) della roccia madre (di cui ereditano pregi e difetti) e solitamente sono poco
profondi;
❖ Suoli alloctoni, i quali si formano anche per l’azione di trasporto di agenti naturali che spostano le
particelle dai luoghi di formazione, e solitamente sono più profondi e fertili; essi possono essere
alluvionali (acqua di fiume e simili), litorali (maree e moto ondoso), glaciali, eolici o colluviali (gravità)
e in genere sono i suoli tipici delle pianure, poiché appunto i materiali sono trasportati dai corsi
d’acqua.
Inoltre, il mostra qual è la composizione del suolo alla fine della loro evoluzione, cioè
grafico della slide 6 del pdf
quando sono tutti molto simili fra loro: il 45% è costituito da minerali, il 25% da acqua, un altro 25% da aria e
solo il 5% da sostanza organica; la sostanza organica è composta a sua volta per l’80% da humus (che è la
sostanza organica evoluta e stabile), per il 10% da radici e per il restante 10% da organismi.
Per quanto riguarda il terreno agrario, esso differisce da quello naturale per l’intervento umano; l’uomo infatti
asporta i prodotti (ciò che noi mangiamo) riducendo la sostanza organica del terreno, effettua numerose
lavorazioni modificando la stratigrafia del terreno e introduce degli input supplementari (come le
concimazioni e le irrigazioni). Inoltre, la mostra la diversa stratigrafia (o profilo) del terreno
slide 9 del pdf
naturale e di quello agrario; in particolare:
❖ Il terreno naturale si compone (dalla superficie verso la profondità) di:
✓ Orizzonte A, che è l’orizzonte eluviale (l’eluviazione è l’asportazione operata dall’acqua di
elementi chimici solubili e argilla da uno strato superficiale del suolo verso quelli inferiori);
✓ Orizzonte B, che è l’orizzonte illuviale (l’illuviazione è l’accumulo degli elementi chimici
solubili e dell’argilla che provengono dallo strato superiore);
✓ Orizzonte C, che è il substrato pedogenetico e lo strato di roccia in fase di alterazione;
✓ Orizzonte D, che è la roccia madre;
❖ Il terreno agrario si compone (dalla superficie verso la profondità) di:
✓ Strato attivo, che corrisponde agli orizzonti A e B, è occupato dalle radici, è oggetto di
lavorazioni e concimazioni, è ricco di nutrienti, è arieggiato, in esso vi è una grande attività
biologica e insieme allo strato sub-attivo costituisce il suolo;
✓ Strato sub-attivo, che deriva dagli orizzonti B e C e ospita le radici più profonde;
✓ Sottosuolo, che non è interessato dalle radici. 13
Agronomia ©Cristina Genuin
Il termine giacitura indica l’inclinazione della superficie del terreno rispetto ad un piano orizzontale; essa
influenza fortemente la regimazione delle acque, i fenomeni erosivi e di dilavamento, ma anche la scelta delle
sistemazioni, la meccanizzazione e l’esecuzione delle operazioni colturali. Infine, l’esposizione nei terreni in
pendio è l’orientamento della superficie rispetto ai punti cardinali, importante perché la differente
angolazione fra raggi solari incidenti e superficie del terreno nelle diverse ore del giorno (sia al mattino, cioè
all’alba, che alla sera, cioè al tramonto) determina un differente andamento della temperatura e una diversa
escursione termica.
4.2 – PROPRIETÀ FISICHE DEL SUOLO
In questa sezione vedremo le cinque principali proprietà fisiche del suolo, ovvero la tessitura (o
granulometria), la struttura, la porosità, la densità e la conducibilità idraulica. Innanzitutto, la tessitura o
granulometria è la ripartizione dei costituenti minerali del suolo, dati che vengono espressi in percentuale di
peso. Come si nota nello , una prima distinzione nel suolo si ha suddividendo lo
schema della slide 12 del pdf
scheletro (particelle di dimensioni superiori ai 2 mm) dalla terra fine (particelle di dimensioni inferiori o uguali
a 2 mm); lo scheletro si suddivide a sua volta in pietre e ghiaia, mentre la terra fine si suddivide a sua volta in
sabbia (a sua volta divisa in sabbia grossa e sabbia fine), limo e argilla. Inoltre, la mostra il
slide 13 del pdf
triangolo per la definizione delle classi tessiturali secondo il metodo ISSS (International Society for the
Systems Sciences) e il triangolo per la definizione delle classi tessiturali secondo il metodo USDA (acronimo
del dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti); quest’ultimo è riportato anche nella , dove si
slide 14 del pdf
=
vede ingrandito; è anche utile riportare il significato delle varie sigle che si vedono, ovvero A argilloso, LA
= = = = =
limoso-argilloso, AS argilloso-sabbioso, FA franco-argilloso, FLA franco-limoso-argilloso, FSA
= = = = =
franco-sabbioso-argilloso, F franco, FL franco-limoso, L limoso, FS franco-sabbioso, SF sabbioso-
=
franco e S sabbioso. Inoltre, è facile immaginare che le condizioni migliori per un terreno sono quelle che
si trovano nella parte centrale del triangolo, ovvero terreni che hanno un medio impasto (definiti così se sono
composti per il 35-55% di sabbia, per il 25-45% di l
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