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POTATURA DI PRODUZIONE

inizia quando la struttura è già formata; lo scheletro ha già completato il suo sviluppo.

Essa serve a mantenere la forma prescelta e l’equilibrio vegeto-produttivo allo scopo di avere una

produzione abbondante e costante nel tempo.

Mantenendo l’equilibrio si favorisce, oltre alla quantità, anche la qualità dell’uva.

Sviluppo germogli e lignificazione dei tralci per consentire un corretto sviluppo delle gemme e assicurarsi la

produzione anche per l’anno successivo.

Potatura di produzione può essere lunga o corta. Corta/a sperone o lunga/mista. Potatura lunga è anche

detta mista perché si lascia un capo a frutto lungo e uno sperone vicino al tronco.

IMPIANTO DEL VIGNETO

Prima di immettere le barbatelle in vigneto si effettua il taglio delle radici e immersione in parafine (cere)

che riducono la traspirazione.

Questo serve per ridurre le dimensioni del materiale da conservare e trasportare.

Le barbatelle sono innestate. Vengono messe a dimora con

trapiantatrici apposta per impianto vigneto. Trapiantatrici fanno solco

che si richiude dopo l’appoggio della pianta. 

L’impianto viene fatto da gennaio ad aprile il terreno dovrebbe

essere in tempera per richiudere bene il solco. In inverno questo è

difficile.

Per questo a volte si ricorre ad ago e forchetta: si fa micro- foro nel

suolo e si inserisce barbatella. Però questo richiede un taglio delle

radici molto forte poca emissione gemme e germogli primo anno.

POTATURA DI ALLEVAMENTO

Aspetti fisiologici

Formazione degli assimilati

Una buona attività fotosintetica è necessaria per una rapida crescita delle giovani viti: le viti devono poter

accumulare fotosintetati e utilizzarli per la crescita. Perciò la crescita della chioma deve essere assecondata

il più possibile e la funzionalità delle foglie formate deve essere garantita sia difendendole da patogeni,

parassiti e stress abiotici.

Ripartizione degli assimilati

Le giovani viti devono formare la struttura scheletrica permanente, sviluppare un apparato radicale.

La competizione tra organi deve essere gestita e regolata limitando il carico produttivo.

La crescita della chioma deve puntare al mantenimento della funzionalità ottimale della pianta.

Bisogna assicurarsi che si producano carboidrati e assimilati, che si accumulino e che siano diretti verso

l’apparato radicale e il tronco soprattutto.

Non bisogna scegliere la produzione dei germogli grandissimi e con alta produzione, perché va a scapito

degli anni successivi, il vigneto dura poco.

Occorre valutare attentamente gli interventi e la crescita da aspettarsi a seconda delle capacità

produttive della fertilità dell’ambiente.

Nella potatura di allevamento dunque ci sono obbiettivi contrastanti: veloce entrata in produzione ma

buon apparato radicale; buon sistema di conduzione, buon tronco, buona ripartizione degli assimilati e

carboidrati, lunga vita del vigneto.

 ALLEVAMENTO IN AMBENTI DI BASSA-MEDIA FERTILITA’

ANNO 1

Negli ambienti di media o bassa fertilità, il primo anno è destinato solo a far crescere 1 o 2 germogli,

(normalmente sterili), la cui attività fotosintetica è cruciale per ottenere un buon sviluppo dell’apparato

radicale. i carboidrati prodotti il primo anno vanno tutti per lo sviluppo radicale perché le infiorescenze

non ci sono!

Al termine della stagione si sceglie il tralcio meglio lignificato e posizionato (posto sulla verticale) che viene

raccorciato a 2-3 nodi (taglio di ritorno), mentre gli altri, se presenti, vengono asportati.

I tralci che troviamo a fine stagione non sono particolarmente lunghi in ambienti di media fertilità. La

crescita dipende anche dal portinnesto (420A è quello che ha insediamento più lento).

Non avendo infiorescenze, che sono poli di attrazione per i nutrienti, la crescita del germoglio continua più

a lungo, fino a settembre/ottobre (non solo fino a invaiatura).

Per garantire l’assetto verticale si lascia il tralcio meglio posizionato, lasciandone una piccola porzione!!! E

viene legato al palo sulla verticale…Questo formerà il tronco.

Nel primo anno dunque, viene fatto l’impianto, a gennaio.

L’impianto può essere fatto anche precocemente, da novembre in poi, ma a quel punto diventa difficile

eliminare le infestanti che durante l’inverno crescono.

Impiantando a gennaio si perde il vantaggio della maggior adesione del terreno alle radici ma si guadagna in

modo tecnico sulla lotta alle infestanti. 

La vite inoltre è molto sensibile ai diserbanti si preferisce ritardo nell’impianto (febbraio)! non l’anticipo!

Però occorre comunque fare un’accurata difesa fitosanitaria anche se i grappoli non ci sono, occorre

difendere le foglie!

Nel primo anno non eccedere con la somministrazione di N e con l’irrigazione (se presente) per ottenere un

soddisfacente sviluppo delle radici e una buona lignificazione dei tralci. L’azoto stimola la crescita ma limita

la ripartizione dei carboidrati nell’apparato radicale e non garantisce la lignificazione (di solito 60-70% di un

germoglio è lignificato; in casi di eccesso 25-30%).

Entro la fine del primo anno vanno messi in opera i tutori delle singole viti.

Quello che cambia in modo

enorme il primo anno è

l’apparato radicale.

*In media fertilità non scelgo

distanze troppo larghe se no

entro troppo tardi in produzione.

1. scegliere distanze di impianto, sulla base anche di scelta della forma di

allevamento

2. acquisto materiale e scelta di altezze a cui porli (filo portante almeno a 0.8 m

da terra)

La s.s. formata dall’apparato aereo è strettamente collegata con lo sviluppo in s.s. dell’apparato radicale.

 La valutazione dello sviluppo aereo dà un’idea dello sviluppo radicale.

I tutori possono essere messi in opera fino alla fine del primo anno!

RIASSUMENDO:

Occorre pertanto:

 Curare la difesa fitosanitaria;

 Eliminare le erbe infestanti,

 Soddisfare le necessità idriche, irrigando se necessario;

 Contenere le dotazioni di N;

 Diradare i germogli se il loro numero è eccessivo (> 4-5 per barbatella) con interventi precoci anche

per eliminare eventuali infiorescenze (evento raro).

 Lasciare il germoglio meglio lignificato, posizionarlo sulla verticale e raccorciarlo a due nodi

Nel primo anno dunque non ci sono interventi sulle singole viti, ma in modo standardizzato su tutte

insieme.

ANNO 2:

nel secondo anno la situazione di partenza è molto

diversa dal primo: ora abbiamo sostanze di riserva.

Negli ambienti di medio-bassa fertilità, il secondo anno

è focalizzato sulla crescita di un germoglio per formare

il tronco e sullo sviluppo dell’apparato radicale, che

deve proseguire nella colonizzazione del volume di

suolo a sua disposizione.

I germogli che si originano dallo sperone devono essere

selezionati precocemente, lasciandone 1 o 2 per vite,

da assicurare ai tutori per garantirne l’integrità e un

lineare assetto verticale per non creare strozzature e

rendere vite longeva!

Saranno necessari almeno due, tre passaggi per

selezionare i germogli ed eseguire le legature (dipende

da disformità di crescita dei germogli e dalla fertilità

dell’appezzamento).

I germogli vengono selezionati quando ancora essi sono verdi e poco consolidati al sistema conduttore, in

modo da lasciare ferite minori possibili.

Le strutture portanti e i tutori delle viti devono essere già in opera prima della ripresa vegetativa del

secondo anno in modo da poter intervenire agevolmente con le legature.

Durante il secondo anno il sistema radicale è in grado di sostenere il rapido allungamento dei germogli,

che possono incrementare la loro lunghezza di 3 o più cm/giorno (valori tipici di viti in produzione).

 I germogli che si sviluppano dagli speroni, saranno tanto più vigorosi e buoni, quanto più sviluppato è

l’apparato radicale (dal primo anno).

COSA IMPORTANTISSIMA è di NON piegare ancora il tralcio sul filo di banchina!!! Questo perché alla

minima strozzatura, e gemme pronte e le femminelle partono e così facendo limitano lo sviluppo del

germoglio, rallentando il processo di allevamento e la produzione. bisogna lasciare il germoglio libero di

crescere

*Tenere conto che dovremmo fare una curvatura dolce il germoglio che dovrà dare origine al cordone

permanente dovrà essere ben posizionato (verticale) e bisogna effettuare un taglio 20 cm sotto il filo di

banchina!

PROBLEMI POSSIBILI:

- Viti potate a due nodi il 1 anno, potrebbero generare germogli troppo vigorosi vasi xilematici id

maggiore sezione maggiori eventi di embolia

- Crescita stentata: perché non si sono controllate bene le competizioni ad esempio con infestanti.

Al termine della seconda stagione in ambienti di fertilità medio-bassa un tralcio ben sviluppato e

lignificato, in buon assetto verticale, viene spuntato 20-25 cm sotto il filo portante.

Nel terzo anno si lasceranno 3-4 germogli e si ottiene la prima produzione.

TAGLIO 20 cm sotto il filo di

banchina il tralcio verticale!!

20 cm tra l’ultimo nodo vitale

e il filo di banchina!

La legatura deve essere fatta tra

l’ultimo e penultimo nodo! Si fa

con materiali elastici, con

diametro non troppo fine e

capace di allentarsi con

l’aumentare del diametro del

tronco.

Alla 3° primavera, le gemme schiuderanno, anche quelle alla base del tronco, che devono essere eliminate.

Dal tronco, più in alto, lasciamo 3-4 germogli, a seconda della vigoria delle viti che varia in base a come è

stato fatto l’allevamento negli anni precedenti.

Anche l’allevamento del 3 anno deve favorire l’equilibrio tra le varie viti: quelle più vigorose verranno

lasciati più germogli e più infiorescenze; alle viti più deboli vengono lasciati meno tralci e vengono lasciate

poche/nessuna infiorescenza.

ANNO 3: Negli ambienti di medio-bassa fertilità il terzo anno è ancora

incentrato sulla necessità di sostenere lo sviluppo

dell’apparato radicale, ma è possibile ottenere una prima

produzione sui germogli che si originano dalle ultime 3-5

gemme del tralcio scelto per formare il

tronco.

Ancora una volta, i germogli formatisi nella parte basale e

mediana del tronco devono essere eliminati precocemente in

primavera.

In inverno, alla fine del terzo anno, si seleziona un tralcio

adatto a formare il cordone permanente, che viene piegato

ed assicurato al filo portante orizzontale.

La curvatura del tronco per formare il cordone permanente

dovrà essere dolce e se

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vuvi123 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Viticoltura ed enologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Silvestroni Oriana.
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