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PIRATI, SCHIAVI, CIRENAICA

L’insediarsi di Roma in Anatolia (attuale Turchia), aveva comportato lo stare a stretto contato con i

pirati e la pirateria, problema di questa zona. Nell’Asia Minore si succedevano la Cilicia Tracheia e

la Cilicia Pediàs. Nella prima oltre al brigantaggio interno si presentava anche l’attività piratica

sulla costa perché erano presenti baie profonde dove nascondersi. Essa minacciava l’Egeo sino a

Cipro e alla Siria fenicia. I seulicidi e gli attalidi controllavano le zone interne e i romani. Rodii e

l’Egitto si avvalse dei pirati per difendersi da essi. Roma decise di intervenire (durante la

conclusione delle guerre contro i Cimbri) perché i mercanti italiani nei mari greci e nell’Egeo erano

in pericolo e si pose l’obbiettivo di distruggere le principali basi anatoliche dei pirati e

PROVINCIA COSTIERA DI

impadronirsene inviando il pretore Marco Antonio. Nacque la

CILICIA nel 102-101 a.C., venne promossa la lex piratica. La situazione rimase irrisolta. Mario

decise che per contrastare la difficoltà era necessario avere più soldati e decise di chiederne agli

alleati italici e d’oltremare. Non tutti accettarono come Nicomede III di Bitinia che si inventò scuse

esagerate come: uomini presi dai pirati o sequestrati per debiti. Successivamente molti schiavi

tornarono allo stato libero e diversi detentori di schiavi lo impedirono. Nacquero diverse rivolte

servili tra il 104 e il 100 a.C. e vennero represse solo da Manio Aquilio luogotenente di Mario nella

guerra contro i Teutoni. Nel 96 a.C. venne lasciata a Roma una parte cospicua del territorio

CIRENAICA

tolemaico, la , tranne le città contese internamente. El 75-74 a.C. per varie esigenze

PROVINCIA

venne trasformata in una .

APERTURA DEL SECOLO DAL 99 A.C., GUERRA SOCIALE

Il decennio successivo al 100 a.C. si aprì tra forti tensioni politiche e sociali, processi e rese dei

conti tra le parti opposte durante le guerre dei consolati di Mario. Per porre ordine venne

approvata nel 98 a.C. un intervallo obbligatorio di 3 nuninae ovvero giorni di mercato ogni

settimana tra l’affissione di una proposta di legge e la sua votazione. Con la lex satura si impedì di

includere più argomenti non legati tra loro. Continuava nel frattempo la lotta tra senatori e

cavalier per il controllo dei tribunali permanenti. Disfunzioni, pericoli e limiti del sistema. Nel 95

a.C. una legge aveva istituito una commissione per verificare tutte le richieste di cittadinanza

romana e per espellere tutti gli italici e latini che la ottenevano illegalmente. Nel 91 a.C. fu eletto

tra i tribuni della plebe il figlio di colui che si oppose a Caio Gracco: Marco Livio Druso. Esso decise

di promulgare leggi popolari come una agricola per distribuire terre, pensare a nuove colonie e

legge frumentaria per abbassamento del prezzo del grano. Restituì ai senatori i tribunali per le

cause di concussione e ammesse i cavalieri al senato aumentato da 300 a 600 membri. Infine

voleva porre fine al problema della cittadinanza romana agli alleati italici: opposizione vastissima,

tutte le sue leggo vennero annullate e lui vene misteriosamente assassinato. Aumentavano le

ribellioni degli italici ormai non più controllabili. Gli italici si erano stufati del trattamento che

Roma donava loro in quanto non cittadini ufficiali romani, differenziandoli dai cittadini di

cittadinanza romana che avevano molti più privilegi. Nonostante gli italici partecipassero alle

guerre con un ruolo determinante soprattutto nelle ultime, non potevano usufruire dei bottini

completamente e delle distribuzioni agrarie e frumentarie anche di terre da loro coltivate,

sfruttavano delle province ma sempre controllati e subordinati ai romani, ricevevano punizioni più

gravi. Iniziò la rivolta e fu chiamata “Guerra sociale” perché portata avanti dai socii, ovvero gli

alleati italici. Roma non comprese la gravità della situazione e approvò un provvedimento per

condannare per alto tradimento i capi della cospirazione italica e i cittadini romani loro complici.

Gli italici già dall’assassinio di Druso capirono che non avevano speranza se non di fare una rivolta

armata. Le ostilità partirono dal versante adriatico come Piceni, poi dall’Appennino centrale come

di Sanniti e Lucani, poi Appennino meridionale più a contatto con Roma per partecipazione

comune di conquiste e commerci. Apuli e campani si unirono solo dopo, Etruschi e Umbri, città

latine e Magna Grecia non si uniranno. La guerra fu lunga e sanguinosa. I romani si ritrovarono a

combattere contro uomini con le stesse loro tecniche di difesa, essi si diedero una monetizzazione,

la capitale Italica nel Sannio e istituzioni federali, certi volevano avere una rivalsa contro Roma,

certi solo la cittadinanza romana. nel 90 a.C. a Roma si sentì l’esigenza di limitare il conflitto e

decisero di prendere provvedimenti e di dare la cittadinanza a chi avrebbe eseguito gli ordini

militari, con la lex Iulia de civitate del console Lucio Giulio Cesare invece venne data agli alleati

rimasti fedeli e a chi deponeva le armi rapidamente + la lex Plautia Papiria che dava la

cittadinanza agli alleati italici che si sarebbero registrati presso il pretore entro 60 giorni. Nello

stesso anno con la lex Pompeia venne dato il diritto di cittadinanza ai centri urbani a nord del Po.

Roma riuscì ad espugnare Ascoli, maggior parte del Sannio e della Campania, così come l’ultima

roccaforte Nola. Venne concessa la cittadinanza a tutta l’Italia fino alla Transpadana: processo

unificazione Italia e nuova fase della storia delle istituzioni di Roma con ripercussioni importanti

nel corpo civico. Per esercitare i loro diritti dovevano recarsi a Roma e partecipare alle assemblee.

Diventa sempre più una grande metropoli cosmopolita.

I PRIMI GRANDI SCONTRI IN ARMI

MITRIDATE VI EUPATORE

Mentre i romani e gli italici si affrontavano, dall’Oriente e più precisamente dalle coste sud del

Mar Nero arrivava una minaccia molto più grande. Roma era installata nella penisola anatolica con

la sua provincia d’Asia e aveva favorito l’esistenza di tanti piccoli stati dinastici gelosi gli uni degli

altri. Ma nel 112 a.C. Mitridate VI Eupatore divenne re del regno del Ponto e aveva fatto accordi

con la Bitinia: si erano spartiti la Paflagonia e la Galazia, mentre prese tutta la Colchide

estendendo il suo regno a sud, est e nord del Mar Nero. Nel 104 a.C. si era impossessato anche

della Cappadocia e Roma iniziò a preoccuparsi inviando missioni diplomatiche per esaminare la

situazione e porre un re più gradito ai romani in questa colonia. Approfittando della situazione

aveva fatto invadere di nuovo la Cappadocia da suo genero il re d’Armenia. Spodestò il re della

Bitinia Nicomede IV. ROMA DECISE ALLORA DI INVIARE IN ORIENTE UNA LEGAZIONE per

rimettere sul trono i legittimi sovrani di Bitinia e Cappadocia. Nicomede IV fece disordini nel Ponto

e Mitridate decise di INIZIARE LA GUERRA CONTRO I ROMANI. Mitridate cercò di presentarsi alla

Grecia come il loro “liberatore” screditando Roma. Sconfisse le forze armate in Cappadocia e fu

presto PADRONE DI TUTTA L’ASIA. Fece uccidere più di 80.000 romani uomini, donne e bambini.

TUTTO IL MONDO GRECO SI SOLLEVÓ CONTRO ROMA, tranne Rodi che rimase fedele. Alla fine

dell’88 a.C. un esercito pontico invase la Grecia centrale ottenendo l’adesione di Sparta e

Peloponneso. ROMA REAGISCE AFFIDADO IL COMANDO DELLA GUERRA A Lucio Cornelio Silla

console impegnato a Nola. Nel contempo a Roma il tribuno della plebe Publio Sulplicio Rufo voleva

privarlo del comando della guerra e si stava occupando della cittadinanza per gli Italici. Essi erano

moltissimi e inserirli in ognuna delle 35 tribù avrebbe comportato il fatto che avrebbero avuto la

maggioranza al loro interno anche dal punto di vista del voto. Si decise dunque di inserirli solo in

poche tribù in modo da contare solo un voto per ognuna di esse, mentre i vecchi cittadini

avrebbero tenuto la maggioranza in esse. La guerra sociale e i colpi di Mitridate avevano portato a

causa di razzie e massacri ad un impoverimento dello Stato e dei singoli. Si persero capitali investiti

e in molti si indebitarono. Per far fronte a questi problemi Publio decise di integrare gli italici in

tutte e 35 le tribù, di porre un limite massimo di 2000 denari per senatore che sennò sarebbe stato

espulso, trasferimento comando guerra da Silla a Mario che tornava dopo tanto tempo di eclissi

politica. Silla decise di marciare su Roma con il sostegno dell’esercito molto più legato a lui che a

Roma, fece eliminare Sulpicio e la sua legge, Mario per poco riuscì a scappare in Africa dove aveva

protezioni. Prima di ripartire in Oriente impose una legge che prevedeva che ogni proposta di

legge dovesse essere prima approvata dal senato e poi posta sotto voto popolare e i comizi

centuriati sarebbero divenuti la sola assemblea legislativa legittima. Nonostante ciò vennero

eletti consoli non di suo gradimento.

LA 1° GUERRA MITRIADICA

Silla sbarca nell’Epiro nell’87 a.C. e prese e saccheggiò Atene; si diresse al centro della Grecia e

sconfisse definitivamente le truppe di Mitridate nell’86 a.C. Nel contempo nell’87 a.C. Lucio

Cornelio Cinna ripropose di inserire gli italici in tutte e 35 le tribù e venne cacciato da Roma, andò

in Campania dove incontrò Mario tornato dall’Africa e marciarono su Roma. La città fu presa con la

forza, Silla venne dichiarato nemico pubblico e Mario rinominato console per le 7° volta nell’ 86

a.C. ma morì poco dopo. Una nuova spedizione fu inviata in Oriente contro Mitridate e Cinna fu

rieletto console fino all’84 a.C. ogni anno. Fece ampia opera di legge: gli italici definitivamente

inseriti nelle 35 tribù, risoluzione debiti e equilibrio con nuovo rapporto tra moneta bronzo e

argento. Alla fine nell’84 a.C. Silla stava tornando e Cinna decise di anticiparlo con difese ad

Ancona ma venne tradito e ucciso dai suoi stessi soldati rivoltosi. In Grecia l’esercito di Silla e di

Cinna agirono senza scontrarsi cacciando Mitridate dall’Asia e nell’85 a.C. si fece una PACE DI

DARDANO e fu costretto ad evacuare il resto dell’Asia tenendo il suo regno e pagare un

indennizzo. Nicomede IV recuperava il suo regno di Bitinia. Silla sbarco nell’ 83 a.C. a Brindisi in

Italia con il bottino. Fimbria con l’esercito che Silla aveva lasciato stuzzicò Mitridate nel suo regno

del Ponto ed esso ritornò in Cappadocia. Silla intervenne per fermarli. (2° GUERRA MITRIADICA

così definita). Silla fu raggiunto da Cneo Pompeo con tre legioni e impiegò 2 anni per trionfare sui

suoi avversari: nel primo anno prese Apulia, Piceno e Campania, l’anno dopo sconfisse il figlio di

Mario Caio Mario il Giovane e lo rinchiuse a Prenest

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
75 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Melissa0909 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Corda Antonio Maria.