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Cap. II IMMAGINI CONTRASTANTI DELLA TARDA REPUBBLICA

La competizione sociale e politica diede un impulso decisivo al nuovo linguaggio figurativo, in quanto tutti volevano mettere in mostra il loro avanzamento di status. La tarda repubblica fu il periodo più creativo dell'arte romana.

Dalla metà del II secolo a.C. l'aspetto urbanistico si trasformò con la costruzione nel foro romano di nuovi templi dedicati ai loro fondatori, come anche santuari dei trionfatori nel Campo Marzio. Il cambiamento fu evidente nei santuari orientati verso il paesaggio e verso le strade. Ciò che più interessava in questo periodo era la visibilità da lontano. La smania di farsi notare colpì anche gli strati medi della popolazione. Iniziarono a sorgere monumenti funerari anche nelle province occidentali e settentrionali dell'impero, ad esempio il Monumento dei Giulii a st. Remy. Esso è caratterizzato da un tempietto rotondo sostenuto da due

Elementi sovrapposti: un arco onorario a quattro fronti e uno zoccolo decorato con scene di battaglia e di caccia. Dentro di esso ci sono le statue dei defunti. I monumenti di questo periodo erano caratterizzati da suggestioni provenienti da culture diverse (es. Piramide Cestia).

La concorrenza tra i grandi generali e la loro lotta per il predominio si ripercuotono sulle forme dell'autocelebrazione (teatro di Pompeo, Forum Iulium, Mausoleo di Augusto). Iniziarono ad esserci conseguenze visibili anche nelle statue-ritratto. Già nel II secolo a.C. l'esposizione di statue in luoghi centrali della città diventa inflazionata e quindi nel 158 a.C. si procede allo sgombramento del foro da tutte le statue non espressamente erette con il consenso del senato e del popolo.

È importante ricordare l'adozione della rappresentazione statuaria in forme eroiche secondo schemi usati dai monarchi ellenistici. Nelle statue romane nel nuovo tipo ci fu la dissoluzione.

dell'antico ordinamento fondato sul cursus honorum. Si fecero erigere statue equestri ricche di pathos e statue onorarie in nudità eroica (es. statua dell'epoca di Silla rappresentante un generale romano nudo con un piede alzato e il capo rivolto di lato). Le nuove statue esprimono l'ammirazione per gli schemi ritrattistici ellenistici e le loro forme di pathos. Oltre agli edifici e alle statue onorarie c'era un ampio repertorio di possibili forme di autorappresentazione. La carica di triumviro monetale, per esempio, dava la possibilità di dimensionare la propria famiglia nelle monete, in cui, dato il poco spazio, si ricorreva ad abbreviazioni per alludere alle gesta degli antenati e alla presunta origine eroica della famiglia, ricorrendo così a tendenze contraddittorie rappresentate da una parte da meriti concreti e dall'altra dall'aura mitica. Il ritratto realistico viene considerato come l'unico genere caratteristico.

Dell'arte romana, anche se rappresenta il coesistere di diverse concezioni realistiche provenienti dall'arte ellenistica, in quanto la maggior parte degli artisti erano greci. Le differenze più marcate sono presenti tra i ritratti espressivi e ricchi di pathos e quelli descritti con realismo (es. ritratti di Pompeo di cui il più antico è più patetico mentre il più recente è più disteso). Si cerca quindi di coniugare la tradizione formale ellenistica ricca di pathos con il realismo civico romano. Il ritratto realistico si sviluppò negli ultimi decenni della tarda repubblica e poi divenne la forma preferita. Nelle città greche prevale la tendenza a ringiovanire e idealizzare i tratti del volto, mentre a Roma premeva di più presentarsi come individui facilmente riconoscibili. I numerosi ritratti sui monumenti funerari dell'epoca possono essere interpretati come l'esibizione dei successi individuali.

Ciò è dato anche dal gran numero di arrampicatori sociali. I bassorilievi erano i preferiti dei liberti in quanto permettevano di ritrarre anche la moglie e i figli, elemento che rendeva più visibile il nuovo rango sociale. Nello stile realistico e descrittivo del ritratto individuale di età tardo repubblicana si può ravvisare anche un'espressione della situazione generale di trasformazione e di mobilità sociale.

Cap. III DOMINIO E ORDINE NELL'IMPERO

Solo con la fondazione del principato si sviluppò un sistema figurativo coerente nei monumenti pubblici. Dopo la Battaglia di Azio iniziarono ad essere eretti numerosi altari, archi di trionfo e statue che esaltavano i vincitori. Erano utilizzati vari prototipi di statue (loricate, a cavallo, in nudità eroica), ma le più diffuse erano le statue togate. Le rappresentazioni di augusto comunicavano l'idea che egli aveva di sé stesso: quella di Princeps inter pares.

Per i diversi tipi di statue le botteghe disponevano di modelli da cui elaboravano corpi standard che esprimevano in forma astratta i meriti e le qualità dei personaggi ma non miravano a riprodurre il loro reale aspetto fisico (statue togate: esemplarità come cittadini e magistrati, statue loricate: virtù militari, abito da viaggio: instancabile presenza nell'impero, statua equestre: auctoritas). Come modelli si usavano i tipi di corpi nudi o seminudi di dei ed eroi tratti dall'arte greca. Questi tipi fondamentali rimasero in uso fino alla fine della tarda antichità. Mentre i corpi erano intercambiabili, solo le teste mostravano i tratti individuali e puntavano ad esprimere messaggi di tipo personale (es. Augusto di via Labicana in cui la testa è eseguita in un marmo più pregiato). Questi schemi e tipi statuari non erano riservati solo agli imperatori. Principalmente nell'Oriente greco si scolpivano gruppi statuari di intere famiglie.

In particolare della dinastia giulio-claudia, per suggerire l'idea di una tradizione dinastica del potere. In un rilievo di Ravenna è rappresentato un gruppo statuario dell'età di Claudio in cui al centro è presente Augusto divinizzato nello schema di Giove, a torso nudo, con lo scettro in mano ed il piede poggiato su un globo. Accanto a lui è presente la moglie Livia presentata come Venere genitrice. Oltre a loro sono presenti le statue di un principe defunto e di un generale. A destra, nella parte andata perduta, si possono ipotizzare 3 statue ritratto. La casa imperiale viene rappresentata come un catalogo di virtù. Le forme tipiche di ritratti dei sovrani si sono sviluppate a partire da Costantino per via di motivazioni intrinseche nell'ideologia di principato. Augusto, nella sua monarchia, aveva conservato le istituzioni, le cariche e le cerimonie repubblicane. Egli disponeva di potere illimitato ma si concepiva come un primo magistrato;

ciò suggeriva all'imperatore di evitare ogni comportamento che potesse per pensare alla monarchia e al potere assoluto. Anche le statue testimoniavano tale potere assoluto: i monumenti imperiali dominavano lo spazio pubblico e quelle degli altri magistrati erano relegate a spazi di esposizione secondari. Erano presenti anche dei busti destinati a spazi privati. Tali ritratti probabilmente derivano da un unico modello, forse elaborato con l'aiuto dell'imperatore (per trasmettere un determinato messaggio ai sudditi), che corrisponde anche a quelli impressi nelle monete. Questo prototipo veniva poi diffuso in tutto l'impero tramite calchi in gesso. Nella riproduzione dei modelli i singoli scultori adottavano soluzioni individuali a seconda dell'immagine che si erano fatti degli imperatori. La disposizione della capigliatura, ad esempio, è utile per ricostruire i prototipi, serve per farci un'idea dell'immagine che il sovrano voleva.

Trasmettere e permette di identificare le interpretazioni personali. Le diverse immagini dei sovrani riflettono la concezione personale che avevano di sé stessi (es. i successori di Augusto volevano trasmettere la sicurezza della continuità dell'appartenenza familiare, Nerone e Caracalla volevano distinguersi).

La legittimazione del potere imperiale si fonda nella vittoria contro i barbari, motivo per cui la statua roricata è la forma principale di rappresentazione degli imperatori. I barbari rappresentano gli avversari dell'imperatore, l'elemento non civilizzato che deve essere radicalmente estirpato (la statua di Adriano a Ierapitna mostra la sottomissione dei barbari attraverso l'imperatore che calpesta il nemico umiliato rappresentato come una creatura indifesa).

A differenza dell'arte greca classica, nell'arte imperiale non vengono rappresentate vere scene di battaglia ma i barbari solitamente sono già sconfitti (es.

nell'arco di Costantino i daci di età traianea rappresentano i testimoni dell'invincibilità dell'imperatore). Questa visione non risponde al reale rapporto che i romani avevano con i popoli barbari; infatti, i mercanti romani uscivano dai confini dell'impero per commerciare e gli ex barbari potevano stanziarsi entro i confini dell'impero. Inoltre, i popoli stranieri militavano nell'esercito come ausiliari, come sottolineato nella colonna Traiana, dove vediamo ex barbari combattere in prima fila. Questa visione dei barbari serviva alla società imperiale come stereotipo del nemico, come testimoniato dalle fortificazioni di confine senza scopo difensivo ma con funzioni prettamente simboliche. Un altri esempio di canalizzazione della violenza in maniera controllata avveniva negli anfiteatri, in cui i combattimenti tra gladiatori e altri tipi di spettacoli rappresentavano una violenza istituzionalizzata che serviva a scaricare le tendenze.aggressive e letensioni sociali. In questo caso si tratta anche di una forma di riaffermazione dell'ordine (come suggerito dalle esecuzioni capitali che erano inserite nel programma dei giochi). Il carattere sistematico dell'arte imperiale è mostrato perfettamente dal gran cammeo di Francia, esempio dell'arte dell'intaglio risalente al tardo governo di Tiberio (14-37 d.C.). Questo oggetto, passato nei tesori di chiese e in quelli dei principi, è scandito da una composizione ordinata su 3 livelli. Al centro è rappresentato Tiberio con accanto la madre Livia. L'imperatore è presentato nello schema iconografico di Zeus/Giove per formare un paragone celebrativo (l'imperatore regna su incarico degli dei). Ai piedi della coppia sono presenti i barbari con le mogli e i figli mentre sono rannicchiati sottoterra (come i Giganti). Accanto alla coppia sono rappresentati due principi in armi (forse i due figli di Germanico) e il futuro.imperatore Caligola. Sulla parte superiore vediamo Augustodivinizzato che viene portato al cielo dal genius Aion in vesti orientali; al suo fianco vediamo forse Druso e Germanico (già defunti). Con l'apoteosi dell'imperatore veniva istituzionalizzato il culto dell'
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Publisher
A.A. 2022-2023
15 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lucapolito di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Sperti Luigi.