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Marrucinorum, databile tra il 20 e il 40 d.C., il liberto esprime con orgoglio l’appartenenza

seviri Augustales

al collegio dei , incaricati di provvedere localmente al culto imperiale. Sul timpano si

giustappongono episodi salienti dell’assunzione della carica. Il committente appare in posizione mediana

tribunal

sul nell’atto di dare il via al ludo gladiatorio che trova svolgimento sul fregio sottostante; lo

bisellia

affiancano i sommi magistrati del municipio, i quattuorviri seduti in primo piano su e gli Augustali

posti alle spalle contro il colonnato del Foro cittadino, mentre i suonatori sono raffigurati ai lati del palco

secondo una visione prospettica distorta. Completano il rilievo scene minori probabilmente non coeve allo

summa honoraria

svolgimento dei giochi: del versamento nelle casse collegiali della , a cui alludono i due

seviri in alto a sinistra intenti a contare il denaro di uno scrigno, al compimento del sacrificio inaugurale

camilli posti sul sedile alla destra dei tibicini.

rappresentato dai tre

Disegno di una sezione del Colosseo, Roma. Il Colosseo, primo anfiteatro stabile di Roma, rientra nel

progetto flavio di destrutturazione della residenza neroniana e di ridestinazione collettiva del suolo.

Iniziata nel 71-72 d.C., la costruzione fu portata a compimento sotto Domiziano. L’edificio è costituito da

una gigantesca cava ellittica le cui sostruzioni, in blocchi squadrati di travertino e opera laterizia, erano

esternamente ripartite in quattro piani. Coronava la triplice serie di ottanta arcate inquadrate da

semicolonne un attico in muratura piena diviso in fornici da lesene corinzie, inquadranti ogni due

scomparti una finestra quadrata. I fori praticati nel cornicione dovevano sostenere le travi di legno utili

all’ancoraggio dell’immenso velario che era fissato a terra a una serie di cippi posti sul limite dell’area

lastricata in travertino che circondava l’edificio. All’interno, la cavea era suddivisa per mezzo di corridoi

unei

anulari in settori sovrapposti, dotati di gradini distinti verticalmente in c dalle scalette e dagli ingressi.

Pianta delle terme di Tito, Roma. Le terme di Tito sulle pendici dell’Oppio, inaugurate nell’80 d.C. e

completate da Domiziano, fanno parte della “restituzione” pubblica della valle del Colosseo promossa dalla

dinastia flavia. Il monumento offre una chiara testimonianza della compiuta canonizzazione dell’impianto

termale di tipo cosiddetto imperiale che è incentrato sui principi di assialità e simmetria. I servizi per il

bagno sono giustapposti alla doppia terrazza-palestra anteriore, cui si accedeva mediante una

monumentale scala a duplice rampa. La successione prevedeva un doppio calidario absidato, un piccolo

tepidario intermedio e un’ampia aula basilicale adibita a frigidario, ambienti che segnavano il perno

mediano di divisione del complesso in due parti speculari, provviste di due cortili-palestre, di due

spogliatoi e di sale di intrattenimento.

Arco di Tito, Roma. Eretto nei primi anni nel regno di Domiziano. Sorge alle pendici settentrionali del

bellum iudaicum

Palatino. Il programma figurativo del monumento è incentrato sul : il piccolo fregio della

trabeazione, ad altissimo rilievo, commemora il trionfo di Vespasiano e Tito per la conquista di

Gerusalemme del 71 d.C., mentre i due grandi pannelli entro il fornice rappresentano le scene salienti

pompa triumphalis

della . Il rilievo nord è dedicato all’episodio centrale del trionfo; sul lato sud compare

l’inizio della cerimonia, con gli arredi del tempio di Gerusalemme, e delle tabelle ansate con i nomi delle

città sconfitte. Al centro della volta una formella raffigura l’apoteosi di Tito, su un’aquila. Notevole risulta

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l’effetto di spazialità che si realizza nei due rilievi grazie a diversi piani di risalto dati alle figure e agli

oggetti sullo sfondo e grazie a un’efficace e illusionistica ricerca prospettica.

Statua togata di Tito, Città del Vaticano, Musei Vaticani. La statua-ritratto di Tito, proveniente da un

edificio presso il Laterano, sembrerebbe copia di un originale bronzeo, forse realizzato agli inizi del regno

dell’imperatore. Il ritratto risente del gusto neo-classico tipico dell’avanzata età flavia, come dimostra una

certa idealizzazione dei tratti fisionomici che vengono attenuati dal trattamento delicato, ma mosso, della

superficie e dalla ricerca di espressione del carattere forte e deciso del principe.

Ritratto di Giulia di Tito, Roma, Museo Nazionale Romano. I canoni del linguaggio classicistico divengono

ancora più evidenti nella ritrattistica femminile della dinastia. Ne costituisce un esempio la colossale testa

Ludovisi, ascrivibile a Giulia, la figlia di Tito. La pettinatura è quella delle effigi giovanili, come

confermano i tratti adolescenziali del volto; sapiente appare il contrasto tra il forte chiaroscuro delle

chiome, dovuto a un ampio uso del trapano, e il modellato classicistico del viso, dai piani levigati, sfumati

e morbidi.

Testa colossale di Domiziano da Efeso, Smirne, Museo Archeologico. Dal tempio di Efeso dedicato a

Domiziano proviene una colossale statua dell’imperatore che doveva costituire l’immagine del culto

dominus et deus damnatio memoriae

. A causa della

tributato al principe che si era esplicitamente definito

a cui Domiziano fu condannato dal Senato dopo la morte violenta accaduta nel 96 d.C., l’edificio efesino

venne riconsacrato al Divo Vespasiano e la testa dell’acrolito venne probabilmente rilavorata nei tratti del

fratello Tito. Il ritratto si inserisce nella nuova corrente barocca ed ellenizzante che ben si addice

all’asserzione del dominato, caratteristica dell’ultimo dei Flavi: evidente è la torsione del collo di tre quarti

che rievoca i modi del ritratto dinastico ellenistico, così come la ricerca di effetti chiaroscurali è rilevabile

nel trattamento della capigliatura a ciocche voluminose e nell’infossamento degli occhi.

domus augustana , Roma. L’edificio, progettato dall’architetto Rabirio e inaugurato da

Pianta della

Domiziano nel 92 d.C., associa in un insieme organico il nucleo pubblico di rappresentanza a quello privato

domus

residenziale, superando tanto il modello di patrizia proprio quella della reggia augustea, quanto il

Domus Aurea

. Posto nell’angolo sud-est del colle, il complesso si articola in tre

modello articolato della

peristili e nel cosiddetto Stadio, probabilmente un giardino-ippodromo, posto sul fianco orientale. La

Domus Flavia

cosiddetta , il quartiere affacciato sul Foro, era riservato all’attività ufficiale; per quanto

Domus Augustana

attiene alla cosiddetta , la parte meridionale, collegata al circo Massimo da un loggiato a

esedra, svolgeva una funzione abitativa, mentre il settore settentrionale aveva forse destinazione religiosa,

visto il tempietto che sorgeva sul bacino ornamentale al centro del peristilio.

Rilievi del Palazzo della Cancelleria, Città del Vaticano, Musei Vaticani. I due rilievi di epoca domizianea

celebrano episodi connessi con l’attività politica degli imperatori flavi. Sul fregio in alto è rappresentata la

profectio di Domiziano, il cui ritratto è rilavorato nei tratti di Nerva, in occasione della rivolta gallo-

germanica del 70 d.C. guidata da Giulio Civile: il principe in abito da viaggio riceve il saluto del Genio del

Senato e del popolo Romano, dietro i quali è rappresentata la guardia pretoriana; all’estremità sinistra si

conservano parzialmente una Vittoria e un littore, così come altri littori sono rappresentati a rilievo più

reditus a Roma di Vespasiano, accolto dal figlio, in

basso sullo sfondo. Il fregio a lato è forse inerente al

praetor urbanus servator Urbis

veste di e di , e delle Vestali: sul lato sinistro, accanto alla statua della dea

Roma, compaiono cinque Vestali, scortate da un littore, verso le quali si dirigono alcune figure incomplete;

Genius Senatus Genius

e dal

occupa il centro della scena Domiziano giovane, affiancato da un littore, dal

Populi Romani

, mentre la parte destra della lastra è riservata alla figura di Vespasiano, incoronato da una

apparitor

Vittoria volante e seguito da littore e da un con rotolo. Ricordiamo l’ipotesi che vi ravvisa

16 adventus

avvenimenti legati alle guerre sarmatiche del 93 d.C., riconoscendo nel fregio A l’ vittorioso di

consecratio Fortuna Redux

del tempio della in Campo Marzio.

Domiziano, nel fregio B la conseguente

7) L’età di Traiano e degli Antonini.

Busto di Traiano, Città del Vaticano, Musei Vaticani. Ritratto ufficiale eseguito per il decennale dell’ascesa

paludamentum

al trono di Traiano (108-111 d.C.), il busto ci mostra l’imperatore che indossa un con fibula

sulla spalla sinistra e balteo, secondo un modello iconografico che trova chiara derivazione nel prototipo

della statua “achillea”. La resa del volto ben delinea le caratteristiche di un ritratto che sembra fondere in

sé gli elementi distintivi del cosiddetto “realismo repubblicano” con i modelli della corrente classicistica

ufficiale.

Colonna Traiana, Roma. Collocata di fronte alla basilica Ulpia tra la biblioteca greca e quella latina, la

centenaria

grande colonna coclide è , ossia presenta un’altezza complessiva di cento piedi (29,77m). Di

kyma

ordine dorico, ma con capitello a e ovuli, la colonna è realizzata in blocchi di marmo pario, per un

totale di 18 rocchi. La base poggia su un alto basamento decorato con cataste di armi, mentre sul lato verso

la basilica, al di sotto di un’iscrizione sorretta da Vittorie a commemorazione dell’offerta della colonna da

parte del Senato e del popolo romano, vi è l’ingresso che conduce alla cella interna dove erano collocate le

ceneri dello stesso Traiano; una stretta scala a chiocciola illuminata da feritoie porta alla sommità del

monumento, dove si trovava il grande simulacro bronzeo dell’imperatore, in luogo del quale, dal XVI

secolo, è posta una statua effigiante San Pietro. La decorazione è costituita da un rilievo continuo

spiraliforme che l’avvolge per intero, con uno sviluppo complessivo di quasi 200 metri. Esso appare

suddiviso in 155 quadri pertinenti alle vicende delle vittoriose campagne condotte da Traiano in Dacia nel

101-102 d.C. e nel 105-106 d.C., distinti momenti cronologici che sono visivamente separati da una figura

res gestae

. Il rilievo appare strutturato secondo puntuali

allegorica di Vittoria fra trofei intenta a scrivere le

modalità di natura topografica e cronologica. Così le scene di battaglia e assedio appaiono didascalicamente

castra, stationes

intervallate da quadri pertinenti a marce di trasferimento, costruzione di ponti e , immagini

di mietitura; a queste si affiancano scene di valenza politica e quadri di nat

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
24 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/07 Archeologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mortimero50 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte greca e romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Romeo Ilaria.