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VIENNA ROSSA. LA POLITICA RESIDENZIALE NELLA VIENNA SOCIALISTA- MANFREDO TAFURI
THE ARCHITECTURE OF RED VIENNA 1919-1934, THE MIT PRESS, CAMBRIDGE(MASS.) – EVE BLAU
Avendo ora compreso le esperienze dell’esposizione di Stoccarda (è un problema precedente. Mies conosce Hoffman, secessione viennese, conosce bene la situazione viennese, tutti hanno consapevolezza di quello che succede in Europa). Vienna è stata un laboratorio di sperimentazione. L’esposizione di Stoccarda è il culmine. La croce, rossa, posta sopra un’immagine di arredi barocchi, vuole annullare quell’insieme che l’esposizione vuole annullare perché appartenente ad un mondo antico, non più al passo con i tempi.
Il Werkbund è diviso in tanti ceti di produzioni industriali. Da Forme nasce l’idea di fare una grande esposizione. Nel 1925 Mies viene chiamato come consulente. Il 23 luglio 1927 si inaugura l’esposizione. La mostra del 1930 non
Siterrà. L'esposizione del Werkbund non è un villaggio, ma è l'occasione per presentare tutti i prodotti dell'industria tedesca. Si tiene in un padiglione datato, di fine Ottocento in architettura in ferro su muratura che ricorda una stazione ferroviaria. Vengono messi tutti i materiali e i prodotti dell'industria tedesca. Viene esposto il primo frigorifero, ventilatori. Nell'AEG abbiamo visto lo scalda vivande elettrico, le lampade, così come nel Bauhaus. Abbiamo la prima esposizione di piccoli e medi elettrodomestici. Mies progetta e realizza il padiglione degli specchi, dedicato all'industria del vetro. Gli arredi sono disegnati da Mies: è l'esperienza che precede di poco quella che sarà la sua esperienza a Barcellona. Nel 1929 con l'esposizione di Barcellona la Germania gli chiede di progettare il padiglione tedesco.
In alto a sinistra: prima idea
In basso a sinistra: progetto, collage.
Questo fa discutere molto.
I modelli insediativi proposti dall'amministrazione sono due: delle casette in contrasto con l'idea di Mies (alto a sinistra). Le strade accompagnano le pendenze, lungo le quali ci sono una serie di percorsi pedonali interni che non devono incidere sull'abitazione. Strobel e Bonatz cercano di mediare fra le due proposte. I tecnici che devono rispondere all'amministrazione non sono favorevoli a Mies, studiano anche i modelli abitativi interni. Propongono però un sistema di tipo tradizionale, con setti in muratura portante, un'articolazione complessa, tutto il contrario del Werkbund. Alla fine, per circa tutto un anno si ruota intorno alla progettazione. Mies non si accontenta di mostrare i diversi tipi di aggregazione degli edifici che vuole sviluppare, ma organizza il modello in scala. L'attenzione per il paesaggio è già anticipata in questa organizzazione. È un quartiere modello. Viene illuminato, in cui tutte le case sono illuminate a gas.Con tubature portate appositamente per servire l'esposizione di questo tipo di villaggio. Dalle case indipendenti, passiamo alle case a schiera di Mies, con il tetto piano con una parte coperta e con piccoli balconi, quasi a raso, che sono fatti con gli stessi tubolari con cui realizzava le sedie.
L'ingresso, il corpo scala: abbiamo una scatola col corpo scala e due per la zona cucina. Questo perché propone una sorta di open space totale. I muri vengono scavanti al loro interno per contenere la parte tecnica della cucina. Gli unici elementi rigidi sono il muro che contiene le scale, dove troviamo le tubature per i bagni, il muro con le tubature delle cucine e che prosegue in quello divisorio. Tutto il resto è opzionale. Anche Mies, come fa Le Corbusier nel vagon lie, elimina il più possibile i muri e pone nei pannelli prefabbricati delle librerie e degli armadi come divisori. Abbiamo la cucina che resta chiusa. La stessa cosa si può riprodurre con delle varianti.
In questa situazione di case a schiera da solo l'indicazione di struttura portante la separazione fra gli appartamenti: all'interno, attraverso pannelli (lame in muratura che vengono evidenziate dal neoplasticismo olandese), armadi per separare le aree, NON DIVIDERE. Non è possibile imporre un numero di superficie e metri quadri, dove posizionare ogni singola cosa: rifugge l'omologazione. La modernità può tener conto della tradizione abitativa di ogni area geografica, non deve essere tutta uguale. Piet Aud. Tradizione olandese. Gropius propone un edificio prefabbricato. Propone una maglia regolare con pannelli montati a secco: non bisogna attendere che l'edificio si asciughi, sveltezza e risparmio. Behrens progetta un grande condominio: un complesso, non hoefe, ma casa a schiera fatta in modo tale da comporre una serie di blocchi, quasi tutti uguali, adattabili per famiglie con un numero diverso di componenti. Tutti hanno uno spazio proprio aperto. Tutti.Vivono nello stesso edificio, una composizione familiare diversa, è demografica. Risponde alle diverse esigenze. Questo lo porta ad avere delle rigidità e delle parti risolte poco. È una composizione un po' artigianale.
Sui grandi giornali, in particolare su quelli di architettura, iniziano le grandi critiche e degli architetti perché non viene affidata all'amministrazione ma a Mies, poi perché aveva destato polemiche fra le due parti, poi perché si sta avvicinando quelli che sono i movimento del nazionalsocialismo che a Monaco si stanno affermando. Nel 1927 gli squadristi iniziano a circolare e Hitler ottiene molti seguaci, all'insegna del ritorno all'antica Germania, di quando era al centro della cultura delle origini arcaica, prima della conquista dei romani, il mito ariano. Una è la tradizione vernacolare (NON POPOLARE), della casa tedesca con le finestre piccole e i tetti aguzzi, perché bisogna proteggere la patria.
poi nazione, da quello che è la modernità ritenuta filocomunista. Alcuni di loro condividono con l'unione sovietica condividono delle esperienze, tanto che Taut va a lavorare là. L'Heimatschutz, movimento che difende la patria, che vede un paesaggio romantico con castelli e casa di tipo vernacolare, il paesaggio della natura che non si vuole assolutamente modificare. Quando l'esposizione sarà completata inizieranno ad uscire sui giornali locali delle immagini, dei collage, dove vediamo sullo sfondo gli edifici in linea, di Sciarun (scrivere bene), abitato però da beduini, con cammelli. Molte scelte moderniste hanno a che vedere con lo studio dell'architettura mediterranea. Alcuni riflettono sul fatto che sia l'architettura più funzionale quella costruita da chi vive il territorio. È molto ammirata dagli studiosi di architettura moderna: se seguo la funzionalità non devo guardare regole precostituite, ma devoguardare chi ha saputo costruire una casa basandosi sui propri bisogni. Non è l'architetto del principe, del potere della chiesa, anche se Mies li guarda: i tempi sono diversi, l'architetto deve essere al servizio del popolo, della comunità. Sono tutti sono anti-archistar, già detto da Loos. Bisogna nascondere la sua firma: se è apprezzato è perché è funzionale. Nel 1932 viene completamente abbandonato perché sta salendo al potere Hitler. Alcuni edifici vengono completamente distrutti. Viene dimenticata fino al crollo del muro di Berlino, quando verranno stanziati dall'UE una serie di fondi per il restauro. Alla fine di questa grande esposizione progetta i magazzini Adams a Berlino, con la compagnia di Poelzig (espressionismo tedesco, catena del vetro). È molto apprezzato dagli industriali Mies. Nonostante questo contrasto che va a montare del nazional socialismo, l'economia determinata dagli industria l'ha.Vinta su chi mandare a Barcellona. Nel 1929 realizza questo padiglione. La pianta ha una serie di elementi difficili:
Il padiglione è dedicato all'industria dell'acciaio e del vetro. Deve valorizzare con un linguaggio di modernità dove, i due poli centrali (acciaio e vetro) non siano solo legata al settore industriale ma abbia una ricaduta in architettura. Non solo per l'edilizia, ma per l'architettura. Doveva proporre qualcosa di moderno ed elegante. Parte dalla sua idea di pelle e ossa: le ossa sono l'acciaio e la pelle è il vetro. Per comprendere ciò è importante capire che l'organizzazione dell'esposizione riserva al governo tedesco un lotto, non sappiamo quale, ma c'è subito una protesta di Mies. È un lotto marginale, vuole un lotto diverso. Vuole collocarla vicino all'ingresso (evidenziato dalle due linee parallele laterali). È uno tra i primi padiglione che il visitatore deve vedere.
Il governo tedesco acconsente ma esprime preoccupazioni perché è un lotto stretto e lungo, appoggiato su una collina. Entro ed esco salendo per la collina, un padiglione immerso nella natura. - Non mette niente di visibile da strada. Lungo la linea del percorso crea un basamento molto alto che impedisce di vedere dentro. Per vedere l'interno bisogna fare il giro, salire la sala. Arrivato qua il visitatore può andare e visitare tutta la struttura. Mies non voleva un percorso unico, infatti permette due ingressi. Vuole creare sorpresa: non puoi vedere dall'esterno, ci devi entrare apposta. Bisogna volerci entrare, non è un percorso diretto, devi salire le scale e, a questo punto, sei catturato dal progetto e prosegui. Sei catturato dalla messa in mostra di ferro, acciaio e vetro, trattati in modo da poter essere specchianti. Alla fine dell'esposizione il padiglione viene smontato: è solo nel 1993-94 un grande storico e critica, Ignasi delo che si possa camminare liberamente all'interno del padiglione, ma è possibile ammirare l'architettura da diverse prospettive. Le pareti sono in vetro trasparente, permettendo così di vedere l'esterno e creando un senso di continuità tra l'interno e l'esterno. Il pavimento è in marmo nero, creando un contrasto elegante con le pareti chiare. Il soffitto è realizzato con travi di acciaio, dando un tocco moderno all'intero padiglione. Nel complesso, il padiglione ricostruito di De Sola Morales è un omaggio all'architettura di Mies van der Rohe, mantenendo la sua essenza e creando un ambiente unico e suggestivo.