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Estratto del documento

Il principe > suggerisce al Principe di essere astuto e potente

- la moralità delle azioni non dipende dalle intenzioni, ma dal risultato

- un’azione non è buona o cattiva, dipende dal risultato

- per il sovrano è meglio essere temuti che non amati

- Principe > figura non ordinaria, mandata dal cielo

- condottiero dotato di grandi capacità che riesce a prendere il potere,

soprattutto nei momenti di difficoltà

- come forma politica non piace a Machiavelli > è come un dittatore, ma serve

in alcune circostanze

- il Principe deve conquistare il potere

1. quali fondamenta per il potere del Principe?

- buone armi > deve avere degli strumenti (armi), ma deve anche ottenere

legittimità > le persone gli obbediscono perché è giusto farlo

- mercenarie > forze pagate per combattere

- disprezzati da Machiavelli:

- non sono affidabili > possono essere comprati

- sono tendenzialmente codardi > chi garantisce che

combattano?

- stupidi

- effetto negativo sul Principe > lui deve essere a capo,

non deve delegare

- ausiliarie > dipendono da un altro sovrano, ma vengono date in

prestito (alleanza)

- addestrati quindi capaci

- ma non dipendono dal Principe > se l’altro sovrano cambia

alleanza o ne ha bisogno?

- proprie > esercito di cittadini

- affidabili > difendono la propria sovranità

- può essere uno strumento di potere, ma non di legittimità

- buone leggi > strumento che il Principe usa per essere definito legittimo

- dare le armi ai cittadini > tutti hanno diritto di imbracciare un’arma (per

difendersi), ma il Principe stabilisce l’obiettivo

- le armi sono uno strumento di libertà > le persone sono libere

di esercitare il proprio diritto politico

- le buone armi si basano su una buona legge

- Platone > le persone devono essere felici di rispettare le leggi

2. quale politica? e qual è il rapporto della politica con la guerra?

- polemofila > la politica non disprezza la guerra

- la guerra e la violenza sono qualcosa di virtuoso, glorioso > c’è

interesse nel farla

- il Principe fa la guerra ed esalta la gloria del suo popolo

- polemogena > rapporto simbiotico

- politica che genera guerra

- politica e guerra sono la stessa cosa > fare politica = fare guerra

- la guerra serve all’atto di genesi di una comunità politica > momento

fondativo di una comunità, ma anche conservazione > evitare di

essere eliminato da un’altra comunità politica

- modello dello stato moderno > lo stato moderno è il leviatano

- serve a portare la pace in una comunità, porta ordine laddove ci

sarebbe violenza

- chi ha il potere, a prescindere da come lo abbia, lo deve esercitare

nella sfera pubblica > responsabilità

- principio della rappresentanza > principio sul quale si basa lo stato

- i nostri comportamenti nel pubblico sono regolati dallo stato

- Machiavelli > non c’è rappresentanza

- non devo combattere per avere i miei interessi tutelati

- non c’è rappresentanza, ma partecipazione

- la libertà non si esercita nel privato > libertà di, non da

LEZIONE 13, 06/11/23

I discorsi > diversità rispetto al Principe

1. concezione della politica

- nasce da una data concezione della storia > l’antichità ha un valore

paradigmatico

- Roma repubblicana > forma più riuscita di comunità politica

- non una visione scientifica della storia > la storia è un modello

- non c’è progresso, ma decadenza (dei costumi e dei comportamenti umani) >

la storia non è improntata sul progresso, tutto quello che è buono tende a

corrompersi

- Roma è il modello di ciò che è buono, però poi è decaduta > si è

corrotta, è crollata dall’interno

- secondo Machiavelli, Giulio Cesare ha segnato la fine di Roma

- due forze naturali

1. decadenza > ci si rilassa e impigrisce, si diventa avari

2. virtù > la storia vive di momenti di decadenza e virtù

- Roma era potente perché i cittadini romani esercitavano la virtù

- richiede un aiuto esterno > qualcuno o qualcosa deve incentivare le

persone a essere virtuose > Principe

- quando c’è decadenza, il Principe emerge e costringe le

persone ad essere virtuose

- Roma aveva instaurato un sistema che permetteva ai cittadini romani

di essere virtuosi > Giulio Cesare ha rotto questo sistema

- gli stessi comportamenti possono essere degenerati, ma diventano

virtù se sono orientati a un fine altruistico, che fa bene alla comunità

- es. uccidere e uccidere in guerra

- politica virtuosa > una politica che rende i cittadini migliori

2. qual è la forma di governo migliore?

- teoria dell’anaciclosi di Polibio

- pensiero classico > determinazione di una politica in tre modi

- a chi viene dato il potere? chi governa?

- (1) governo nelle mani di uno, (2) di pochi o (3) di molti

- possono essere sia buone sia cattive > da buone a cattive si arriva

con la corruzione

1. governo di uno > monarchia

a. governo virtuoso > Romolo > ha fondato e costruito Roma

b. tirannia > chi comanda diventa egoista > si corrompe

- Tarquinio il Superbo

- la comunità può tollerarlo fino a un po’, ma solo fino a

un certo punto

- i pochi si ribelleranno

2. governo dei pochi > aristocrazia

a. ritorna la virtù >

b. oligarchia > anche qui dopo un po’ diventano corrotti

- bisogna fare qualcosa > uno solo non può avere la

meglio, quindi emerge la massa

3. governo di molti > democrazia

a. virtuosa > la decadenza dei pochi innesca la virtù dei tanti

b. anarchia > caos

- il governo dei tutti che rubano

- anche Roma seguiva questo ciclo, ma riesce a interromperlo

- soluzione di Roma repubblicana > stato misto

- convivenza dei tre principi

- figure e organi rappresentanti del governo di uno (consoli), dei pochi

(senato) e dei tanti (tribuni della plebe)

- sorta di equilibrio dei poteri

- all’interno di questo sistema misto, tutti avevano la possibilità di

esprimere al loro libertà > non votando, ma partecipando

- violenza politica > spropositata

- lo stato non era pacificatore

- ognuno esprimeva la propria libertà (con le armi) >

accettazione del fatto che ci potesse essere tensione tra i

gruppi

- non una forma migliore, ma una condizione che incentiva la virtù

- Giulio Cesare > fonda l’impero

- da le terre alle persone che hanno lottato con lui > da eroi a contadini

3. la gloria di Roma dipende dalla costituzione

- i combattenti sono i cittadini

- perché i romani vincono le guerre > non perché migliori strateghi, ma perché

virtuosi

- combattendo le guerre di Roma esercitavano la loro virtù

4. …non da bravura tecnica o per fortuna

- i romani vincevano con la logistica > anche quando gli altri erano in vantaggio

- secondo Machiavelli quello però non c’entra > alla base di tutto c’è la virtù e

la virtù dipende dalla forma di stato mista

5. temi comuni al Principe

1. cittadino in armi > il cittadino deve essere soldato

- l’esercito si basa su questo, sui cittadini virtuosi > cittadino che è felice

di combattere

- il soldato non deve essere pagato, lo fa per piacere proprio

- chi combatte a pagamento (mercenario) non può essere virtuoso o

eroico

2. finanze irrilevanti

L’arte della guerra > dialogo tra due personaggi fiorentini

1. contesto sociale > cambiamento della guerra ai tempi di Machiavelli

- economia monetaria > passaggio dal baratto alla moneta

- la moneta permette di accumulare valore > capitale

- con la moneta si può pagare > anche i mercenari

- con la moneta ci si possono procurare degli eserciti

- scioglimento dei vincoli feudali > rapporto basato su uno scambio

- dei sovrani avevano delle terre date a cavalieri o conti

- il cavaliere o il conte gestiva la proprietà come se fosse stata sua

- esercito medievale aveva i cavalieri come baricentro > cavaliere è

anche nobile di qualche tipo

- aveva un codice etico cavalleresco > regole

- quanti cavalieri poteva permettersi un sovrano? > non molti quindi gli

eserciti erano più piccoli

- senza il vincolo feudale, il cavaliere perde di importanza

- polvere da sparo > dalla catapulta al cannone

- nascita dell’artiglieria > ingaggio con l’avversario può avvenire a

distanze maggiori

- quesito > capire la continuità nel cambiamento?

- ci sono dei principi che rimangono universali?

2. attualità del modello romano

- domanda del libro > il modo di combattere dei romani è ancora attuale? > per

Machiavelli si

- analisi organizzazione romana:

1. centralità della fanteria > plotone ordinato di individui (cittadini) a piedi

con scudo e lancia

- il ruolo degli altri corpi (es. cavalleria) è marginale

2. milizie di contadini > i soldati non devono essere professionisti

- non devono avere addestramento, devono avere ferocia e virtù

3. esercito di dimensioni ridotte > non serve necessariamente avere più

forze degli avversari

- l’importante è che i pochi uomini siano ben organizzati e

virtuosi

- artiglieria > avrebbe reso il modello obsoleto? No

1. il fuoco di artiglierie è impreciso > i romani erano precisi

- cosa ce ne facciamo di un’arma non precisa?

- serve per le mura > obiettivo grande e fermo

- può essere usato in caso di assedio

2. la logistica è complessa > il cannone deve essere trasportato nel

punto in cui serve su un carro robusto

- fino al 1800, se la polvere da sparo si bagnava non sparava

più

3. favorisce l’offesa > è un’arma offensiva

- serve per l’attacco con un avversario (fermo)

- i romani non stavano mai sulla difensiva > attaccavano loro,

decidevano il luogo e il tempo

3. centralità della battaglia decisiva

- bisogna cercare la battaglia decisiva > una sola battaglia che decide le sorti

della guerra

- bisogna radunare tutte le forze disponibili e scagliarle contro

l’avversario nel punto in cui è più forte > strategia diretta

- battaglia alla fine della quale uno si deve arrendere

1. servono coraggio (quasi follia), ferocia (non è una virtù per noi, ma per

Machiavelli si) e disciplina (bisogna comunque obbedire agli ordini)

- bisogna tirare fuori la bestia dal soldato, ma convincerlo a obbedire &

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
61 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mici21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Studi strategici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Locatelli Andrea.