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Y
r̄ = (14% x 10%) + (12% x 80%) + (10% x 10%) = 12%
Z
I tre titoli hanno lo stesso rendimento atteso: occorre chiedersi se si tratta di
tre titoli equivalenti. Oltre la variabile del rendimento atteso occorre
considerare anche il rischio atteso; se diversi, allora non sono equivalenti.
σ =
X 2 2 2
[(14% − 12%) x 30%] + [(12% − 12%) x 40%] + [(10% − 12%) x 30%]
= 1,55% Scostamento del
rendimento registrato
rispetto alla media 17
σ =
Y 2 2 2
[(20% − 12%) x 30%] + [(12% − 12%) x 40%] + [(4% − 12%) x 30%]
= 6,20%
σ =
Z 2 2 2
[(14% − 12%) x 10%] + [(12% − 12%) x 80%] + [(10% − 12%) x 10%]
= 0,89%
Secondo una logica di portafoglio e considerando un paniere di titoli, Il
rendimento atteso del portafoglio è dato dalla media ponderata dei
rendimenti dei singoli titoli, dove i coe cienti di ponderazione sono
rappresentati dai pesi dei titoli in portafoglio.
n
∑
r̄ (r x w )
= dove j= titoli in portafoglio
p j j
j=i
Esempio: Titolo X Titolo Y
r̄ 10% 2%
j
w 65% 35%
j
r̄ = (10% x 65%) + (2% x 35%) = 7,20%
p
Calcolo del rischio di portafoglio noti il rendimento atteso e la deviazione
standard dei seguenti titoli: 2
(r − r̄ )
n X
i
∑
σ = =
X n
i=1 2
(r + 1,091%)
12 i
∑ = 2,65%
12
i=1
Questo è lo scostamento medio dei rendimenti di X
dalle attese. 18
ffi
2 2
(r − r̄ ) (r + 2,182%%)
n 12
Y
i i
∑ ∑
σ = = = 5,30%
Y n 12
i=1 i=1
Una volta che si conosce, oltre al rendimento atteso, il rendimento dei singoli
titoli e il rischio atteso sui singoli titoli, si può calcolare la rischiosità di
portafoglio, tenendo conto del peso che i due titoli hanno nel portafoglio.
standard
Ipotizzando che i due titoli siano equipesati, la deviazione calcolata
come media ponderata dei rischi dei singoli titoli sarebbe:
σ = (50% x 2,65%) + (50% x 5,3%) = 3,98%
p
In realtà, si sta commettendo un errore, perché non si è considerato un
legame eventuale che potrebbe esistere tra i rendimenti del titolo X e i
rendimenti del titolo Y.
Osservando la tabella si vede che quando il titolo X perde, il titolo Y
guadagna, e viceversa. Se le società emittenti del titolo X e le società
emittenti del titolo Y sono esposte a dei fattori di rischio diversi, allora questo
performance.
giusti ca l’andamento di erente delle Chi ha in portafoglio i
due titoli può ridurre il rischio del portafoglio complessivo, perché le perdite
performance
subite su un titolo possono essere compensate dalle positive
dell’altro.
Gra camente:
performance
Le del titolo A mostrano un andamento opposto a quelle del
titolo B: bene cio della diversi cazione.
Per quanti care l’intensità della relazione tra i rendimenti dei titoli, si utilizza
ρ
Il coe ciente di correlazione (R, oppure ) che varia tra -1 e + 1:
R = -1 perfetta correlazione negativa
- R = 0 correlazione nulla
- R = +1 perfetta correlazione positiva
- 19
fi fi
ffi fi fi ff fi σ
In generale, note le deviazioni standard dei rendimenti dei titoli X e Y ( e
X
σ ), i pesi dei titoli (w e w ) e la correlazione tra i rendimenti (R ), il rischio
Y X Y X,Y
di portafoglio è pari a:
2X 2X 2Y 2Y
(w σ ) + (w σ ) + ( 2 w σ w σ R )
σ =
p X X Y Y X,Y
Gli e etti:
Se la correlazione è perfettamente positiva (R = +1) non si ha alcun
- e etto di diversi cazione e il rischio di portafoglio è pari alla media
σ σ σ
ponderata dei rischi dei singoli tioli: = w + w
p X Y
X Y .
Se la correlazione non è perfetta (R < 1), è nulla (R=0), o è negativa
- (R < 0), il rischio di portafoglio è inferiore alla media ponderata dei
rischi dei singoli titoli che lo compongono (bene cio di diversi cazione)
Se la correlazione è perfettamente negativa (R = -1) si produce il
- σ σ σ
maggior e etto di diversi cazione = w - w
p X Y
X Y .
Il rischio di portafoglio lo si può ridurre con il frazionamento dello stesso,
aumentando il numero di titoli. I bene ci della diversi cazione tendono ad
ampli carsi all’aumentare del numero dei titoli componenti il portafoglio: al
crescere dei titoli contenuti in un portafoglio, l’in uenza delle deviazioni
standard dei singoli titoli tende a diminuire.
Il rischio non si annulla completamente, permane una componente di rischio
sistematico non diversi cabile e una contraria.
Principi di ottimizzazione delle scelte di investimento
Alla base c’è la teoria di Markowitz la quale ipotizza che:
1. Gli investitori selezionano gli investimenti sulla base di due parametri:
r̄ σ
il rendimento atteso ( ) e il rischio atteso ( ).
2. L’orizzonte temporale è sso, uni-periodale: il modello ha una natura
statica,
3. Gli investitori sono razionali, hanno le informazioni necessarie, sono
avversi al rischio e massimizzano l’utilità attesa, intesa come rapporto
fra rendimento e rischio.
4. Si considera un portafoglio alla volta.
principio media-varianza.
Se si considerano la (1) e la (3) si ricava il Questo
principio stabilisce che tra due strategie di investimento è preferibile quella
che presenta un rendimento atteso maggiore e/o una deviazione standard
minore. 20
ff ff fi ff fi fi fi fi fi fi fl fi fi
r̄ r̄ σ σ r̄ r̄ σ σ
Se > e = , oppure = e < , l’investimento A
A B A B
A B A B
domina l’investimento B.
Esempio: si considerino due titoli.
r̄ σ
Titolo A: = 10%; = 12% R a,b= +1
A A
r̄ σ
Titolo B: = 15%; = 14%
B B rischio
Se si aumenta il peso del titolo B nel
portafoglio si osserva che sia il rendimento che
il rischio di portafoglio aumentano.
In questo caso, tra i portafogli fattibili, non è
possibile individuare un portafoglio dominante (o e ciente).
Se cambia correlazione: R a,b= +0,9
21 ffi
Anche in questo caso, tra i portafogli fattibili, non possibile individuare un
portafoglio dominante (o e ciente).
Se, come correlazione, si scende al di sotto della soglia determinata dal
rapporto di rischiosità dei due titoli, c’è un bene cio di diversi cazione che fa
sì che sia possibile individuare portafogli migliori di altri.
R a,b= +0,7
Il tratto di curva AB è l’insieme dei portafogli fattibili. Di tutti questi portafogli
fattibili, però, il primo e il secondo, il tratto AH, escludendo H, sono
portafogli dominati (o ine cienti), perché sono battuti dal terzo, che
manifesta una rischiosità più basso e addirittura un rendimento atteso
maggiore. Da H, compreso, in poi, no a B, si hanno i cosiddetti portafogli
dominanti (o e cienti). Questo tratto di curva, nel modello di Markowitz, si
chiama frontiera e ciente dei portafogli, da cui si può identi care quello
ottimale.
UD 6 TITOLI DI DEBITO
Strumenti nanziari rappresentativi di un debito che l’emittente ha nei
confronti dei sottoscrittori. Hanno diverse caratteristiche distintive:
I. Sono titoli a reddito sso, promettono quindi elementi di reddito che non
dipendono dagli utili dell’azienda.
II. La durata è ssata al momento dell’emissione; anche la scadenza è
indicata alla nascita.
III. Danno diritto ad ottenere il rimborso del capitale investito, del valore
nominale, o integralmente o un po’ per volta con piano di ammortamento
IV. Danno diritto al pagamento degli interessi, ove previsti.
Queste sono le caratteristiche dei titoli classici, ci sono poi dei titoli speciali
che vengono de niti irredimibili, non sono rimborsabili prima di 10 anni e la
22
fi fi ffi fi ffi fi ffi ffi fi fi è fi fi
loro scadenza è lunga e inde nita, per questo sono assimilabili ad azioni in
quanto anch’esse non hanno scadenze.
I titoli obbligazionari sono classi cati a seconda di chi li emette e a seconda
del mercato. Il mercato può essere di tipo domestico, se i titoli sono emessi
da soggetti in buona salute nanziaria, residenti in quel paese, e nella propria
valuta (titoli di stato, obbligazioni societarie, obbligazioni di enti pubblici
territoriali), durano a medio lungo termine (minimo 5 anni), il rimborso deve
provenire da proventi e imposte, la nalità deve essere quella di nanziare
opere pubbliche. Un altro mercato è quello internazionale che include titoli di
debito internazionali come obbligazioni estere, titoli emessi da una società di
un paese in uno diverso dal suo e denominati nella valuta del paese
ricevente; espongono rischi per possibili oscillazioni e l’obiettivo è quello
dell’internazionalizzazione, diversi care la platea di investitori, e
eurobbligazioni, titoli emessi da una società di un paese in uno diverso dal
suo denominato in valuta diversa da quella del paese destinatario. Sono
inclusi inoltre bond emessi da enti sovranazionali, titoli con nalità sociali a
livello macroeconomico che non concorrono alla formazione della base
imponibile e dell’imposta sulle successioni e non sono soggetti a bail in, cioè
alla normativa di gestione delle crisi bancarie.
Titoli di stato o del debito pubblico
Sono emessi da soggetti sovrani con l’obiettivo di nanziare le attività
istituzionali dello stato. Sono titoli al portatore, cioè si trasferiscono mediante
la consegna del titolo e sono tutti dematerializzati, virtuali, iscritti presso un
conto elettronico di una società chiamata monte titoli. Sono soggetti ad una
aliquota scale del 12,5%, denominati in euro e con taglio minimo pari a
1000 e negoziati in due mercati regolamentati: Mot, per investitori al
dettaglio, Mts, per investitori all’ingrosso.
Ci sono caratteristiche che distinguono però i diversi titoli di stato: la durata
e la struttura dei ussi di cassa intermedi a cui l’investitore ha diritto, e quindi
anche i rischi a cui l’investitore è esposto.
zero coupon bond
Per i titoli (BOT) non è prevista alcuna cedola: sono titoli
che sono normalmente emessi sotto la pari. Quello che l’investitore ottiene
su questo tipo di titolo, quindi come remunerazione, è lo scarto di emissione:
la di erenza tra il valore nominale rimborsato tutto a scadenza e il prezzo che
l’investitore ha pagato al momento dell’emissione (VN - PA). Sono rimborsati
a scadenza in un’unica soluzione e sono quotati tel quel. Una caratteristica
distinta dei Bot è la scadenza a breve termine. Rischio di reinves