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Regolamentazione e vigilanza del sistema finanziario

I fondamenti del controllo sul sistema finanziario sono riconducibili alla necessità di limitare le esternalità negative e le asimmetrie informative che possono determinare il fallimento del mercato: il controllo, dunque, avviene per garantire un certo grado di stabilità e di efficienza sul mercato.

La regolamentazione a riguardo agisce mediante l'elaborazione di norme primarie e secondarie sulla disciplina degli intermediari e dei mercati; a seguito della regolamentazione, si verifica il rispetto delle norme imposte (vigilanza). Possiamo evidenziare tre categorie di vigilanza: la prima è la vigilanza macroprudenziale, la quale è volta ad evitare crisi sistemiche ed agisce per mezzo di interventi posti in essere dalle autorità al fine di rafforzare la stabilità del sistema finanziario; la seconda è la vigilanza microprudenziale, la quale promuove la sana e prudente gestione.

degli intermediari finanziari;3. Principio di proporzionalità che prevede che le regole di regolamentazione sianoadeguate alle dimensioni, alla natura e alla complessità degli intermediari finanziari, alfine di evitare oneri eccessivi per le piccole e medie imprese;4. Principio di vigilanza prudenziale che impone agli intermediari finanziari di adottaremisure adeguate per valutare e gestire i rischi a cui sono esposti, al fine di garantire lasolidità e la stabilità del sistema finanziario;5. Principio di trasparenza che prevede che gli intermediari finanziari forniscanoinformazioni chiare, complete e comprensibili ai clienti, in modo da consentire loro di prendere decisioni informate;6. Principio di tutela dei consumatori che impone agli intermediari finanziari di agire nell'interesse dei clienti, evitando conflitti di interesse e fornendo un servizio di qualità;7. Principio di responsabilità che prevede che gli intermediari finanziari siano responsabili delle proprie azioni e che siano soggetti a sanzioni in caso di violazione delle norme di regolamentazione. Questi principi sono fondamentali per garantire un mercato finanziario efficiente, trasparente e sicuro, in cui gli intermediari finanziari operano in modo responsabile e a beneficio dei clienti.tutte le amministrazioni pubbliche e le aziende del settore privato. Costituisce uno strumento essenziale affinché si possa definire un quadro normativo contabile che concorra alla sostenibilità del sistema; 3. L'home country control, principio del diritto dell'UE, riferito ad un mercato comune di un bene o di un servizio, che indica quale legislazione di uno Stato membro dell'UE si debba applicare. Tale principio trova applicazione nei settori bancario e assicurativo e presuppone il reciproco riconoscimento delle authority degli Stati membri ed un minimo di armonizzazione delle loro leggi. Gli strumenti di vigilanza possono essere classificati sulla base della natura degli interventi e tenendo conto delle finalità a cui ognuno di essi si rivolge. La prima categoria degli strumenti di vigilanza è riconducibile alla vigilanza strutturale, in cui l'approccio alla regolamentazione ha come campo di intervento la struttura del mercato ela governance degli intermediari finanziari. In altre parole, si propone di determinare la configurazione di mercato (numero di imprese, quote di mercato, campo di attività di ogni impresa, assetto di controllo del capitale proprio, ecc.) più idonea a perseguire gli obiettivi propri della vigilanza, e ha come campo di intervento la struttura del mercato. Regolando la struttura del mercato si può, in linea teorica, influenzare il livello di stabilità ed efficienza (che sono gli obiettivi finali della vigilanza in generale). Gli interventi sulla struttura del mercato possono essere funzionali a generare la migliore combinazione possibile tra: (1) dimensione e mix produttivo dei singoli intermediari, condizioni da cui deriva la possibilità di ottimizzazione rispetto alla funzione di costo (posizionamento sul livello minimo dei costi medi); (2) il grado di soddisfazione più elevato per gli utilizzatori dei servizi finanziari. Tra gli strumenti di intervento che

Rientrano nella vigilanza strutturale, i più importanti sono quelli che toccano le seguenti aree:

  • L'entrata nel mercato (intermediari di nuova costituzione, o che aprono una nuova sede, o che offrono servizi senza sede fisica);
  • L'assetto organizzativo degli intermediari operanti (operazioni di fusione, incorporazione, passaggio di controllo, ecc.);
  • La gamma delle attività che ogni categoria di intermediari (ogni singolo intermediario) può svolgere;
  • I requisiti degli azionisti degli intermediari e l'assetto di controllo societario;
  • Gli interventi sulle quantità e sui prezzi degli intermediari.

La seconda categoria è quella della vigilanza operativa con la quale gli strumenti di vigilanza assumono la forma di criteri di gestione finalizzati al controllo e alla delimitazione dei rischi: l'obiettivo è quello di limitare il grado di rischio dell'intermediario e quindi di salvaguardarne la solvibilità e la liquidità.

Gli interventi di natura operativa, al contrario di quelli di natura strutturale che entrano con alta discrezionalità nelle condizioni di mercato arrivando a gestirlo in qualche modo, evitano di condizionare direttamente il mercato, esprimendo solo delle regole che riguardano il "come" si opera sul mercato stesso. I principali strumenti comprendono coefficienti di bilancio e requisiti patrimoniali applicati agli intermediari. La terza categoria è quella della vigilanza informativa che comprende tutti gli strumenti di comunicazione ed informazione che possono contribuire a ridurre le asimmetrie informative tipiche dell'attività finanziaria. Questa tipologia di vigilanza è molto importante poiché la presenza di asimmetrie di tipo informativo possono portare a comportamenti che impoveriscono gli scambi inducendo al fallimento del mercato. Trasparenza e correttezza sono condizioni base per lo sviluppo di un sistema di rapporti contrattuali ilcui pricing si avvicina ai requisiti di efficienza del mercato per i quali la quotazione degli strumenti finanziari rifletta in modo completo tutta l'informazione disponibile. Gli ambiti di applicazione ed i diversi contenuti informativi sono i seguenti: - Le operazioni finanziarie, nel senso delle caratteristiche tecniche su cui può essere basato un primo livello di valutazione economica e di rischio; - Gli emittenti i titoli che formano oggetto dell'operazione; - Gli intermediari che, eventualmente, intervengono nei confronti di emittenti e investitori (se si tratta di un'operazione di mercato mobiliare). Per gli investitori finali la valutazione dell'intermediario proponente può essere di grande importanza ai fini dell'valutazione del rischio, e gli intermediari d'altra parte sono tenuti a informare gli investitori dell'esistenza di particolari condizioni che possono far nascere un conflitto di interesse potenzialmente dannoso per.l'investitore stesso; Gli intermediari (questa volta) nei confronti delle autorità di vigilanza, interessate a controllare il buon andamento della gestione; Gli organismi responsabili del funzionamento e della gestione dei mercati mobiliari, chiamati a informare da un lato il "mercato" (emittenti, investitori, intermediari, analisti, ecc.) circa l'andamento tecnico (prezzi e quantità negoziati), e dall'altro lato le autorità di vigilanza sul mercato stesso. La quarta categoria è quella della vigilanza protettiva che fa riferimento a strumenti di vigilanza applicati con finalità di gestione delle situazioni di crisi degli intermediari; il termine evoca l'esigenza di far fronte al principio della tutela del risparmiatore. L'importanza della gestione accurata delle situazioni di crisi (e possibilmente della loro prevenzione) si ricollega al problema delle "esternalità": una situazione di crisi.del singolo intermediario, attraverso fenomeni di contagio, può estendersi a una vasta area del sistema finanziario trasformando un problema circoscritto in una condizione di instabilità sistemica. La vigilanza protettiva si riferisce a due ambiti di applicazione: 1. Quello destinato alla prevenzione, cioè a evitare che situazioni aziendali di temporanea difficoltà possano degenerare in uno stato di crisi grave, non recuperabile. Gli strumenti principali relativi a quest'ambito sono: - i flussi di documentazione statistica tra intermediari ed organo di vigilanza, i quali costituiscono la base di valutazione dello stato di salute degli intermediari e su cui si possono innestare tecniche di allarme preventivo (segnalazioni di vigilanza); - situazioni di illiquidità delle banche affrontate attraverso interventi di rifinanziamento della BC; - situazioni di difficoltà più seria che danno luogo a provvedimenti quali l'amministrazione.straordinaria che comporta la sostituzione degli organi amministrativi e di controllo in carica.

2. Quello attivato quando la crisi si rivela irreversibile, e dunque l'unica soluzione è quella della messa in liquidazione dell'intermediario. Le crisi irreversibili che conducono alla liquidazione prevedono l'intervento dei "fondi di garanzia" (come il Fondo interbancario di tutela dei depositi, attualmente operante per le banche italiane), strumenti che si propongono di tutelare i creditori degli intermediari messi in liquidazione, facendo così fronte a 2 esigenze: (1) la tutela del risparmiatore, generalmente più forte se classificabile nella categoria del "risparmiatore non consapevole"; (2) la limitazione del rischio sistemico: si può assumere cioè che i risparmiatori non perdano la sfiducia nel sistema proprio perché possono contare sulla garanzia del recupero del loro credito; ciò è

ilpresupposto per evitare fenomeni di contagio (il pericolo cioè di estensione incontrollatadella crisi, alimentata da un'onda di ritiro dei depositi). La vigilanza ispettiva viene effettuata dalla Banca d'Italia nei confronti di banche, gruppi bancarie non. Segue un meccanismo preciso suddiviso in fasi: si ha in primis una fase pre-ispettiva incui si reperiscono le informazioni tramite una serie di documenti; successivamente si ha la fase diaccertativa in loco, e cioè viene effettuata una attività di verifica circa la veridicità delleinformazioni raccolte e si esprime un giudizio a riguardo; la terza fase è quella dellaformalizzazione esterna, che prevede la redazione di un rapporto che consta di una parte apertae di una chiusa circa l'aspetto organizzativo, di mercato e la situazione tecnica ad uno esclusivodella stessa vigilanza; l'ultima fase è quella della revisione della coerenza del rapporto dal puntodi vista.i tecnica e giuridica. In relazione agli obiettivi dell'attività di vigilanza, si sottolinea l'esistenza di diversi approcci alla regolamentazione.
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Publisher
A.A. 2022-2023
77 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aleevaccaroo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia degli intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof La torre Mario.