DIMENSIONE O CAPACITÀ PRODUTTIVA DEI FATTORI PLURIENNALI
Volume potenziale di produzione ottenibile, con riferimento a un dato periodo di tempo
e in condizioni di uso normale (aspetto quantitativo del fabbisogno di fattori
pluriennali) con riferimento al “sottosistema degli impianti”, si tratta della capacità
produttiva complessiva, cioè quella attribuibile alla combinazione e coordinazione di
tutti i fattori pluriennali.
Ci quantifica il volume di prodotto finito che l’azienda riesce a produrre, senza
stressare i fattori produttivi.
Questo aspetto definisce la quantità di fattori pluriennali mi servono. Definita
dall’entità degli impianti che si dispone.
+ alta + rischio.
Dipende da:
ampiezza e andamento del mercato di vendita: se in forte espansione la
tentazione e che l’impresa ha di investire in fattori pluriennali dell’impresa
aumenta: rischia di + se il mercato tira
capacità finanziaria dell’azienda; se ha un’alta capacità finanziaria rischia di più,
oppure chiede alla banca dei prestiti
dalla volontà dei soci di apportare capitale nell’azienda stessa
dalle tecniche di produzione: alcune ci sono grazie al lavoro di alcuni fattori
economie di scala o scopo o ampiezza: che influiscono sull’impatto d’impresa-
In cosa consistono le economie di scala e di scopo.
le economie di scala: sono collegate all’aumento della quantità prodotto di uno
specifico prodotto
di scopo: collegate all’aumento della quantità prodotta di + prodotti, a una
gamma di prodotti.
Aumento dimensioni produttive
Crescita meno che proporzionale dei costi
Minori costi unitari
All’aumento delle dimensioni produttive si assiste ad una crescita dei costi che è meno
proporzionale della crescita delle dimensioni: al crescere delle dimensioni produttive il
costo unitario di produzione tende a diminuire, a scendere. Accade ciò perché la
tipologia di costi che l’impresa sostiene è rispettabile ai costi fissi e costi variabili. Dato
che il CT di un’impresa CF+CV, e il Cv si individua con Cvu*q. prodotta e venduta:
quindi al crescere delle quantità prodotte e vendute cresce l’entità del costo variabile,
ma l’entità del costo fisso rimane tale. Il costo unitario che si ottiene con CT/ q.
prodotta e venduta.
L’entità del costo è influenzata anche al CF.
Questo risultato si ottiene con
Economie di scala: si amplificano con un solo prodotto
Economie di ampiezza: si amplificano con gamme i prodotti differenziati o stessi.
Sforzo dell’impresa di aumentare la quantità prodotto o venduta per avere CT + bassi.
Esempio: impianto A: si produce 100
tonnellate all’anno, e questo
impianto genera un costo per anno
di 100 milione
impianto B
costo unitario di produzione:
CT/capacità produttiva
Elasticità produttiva dei fattori pluriennali
Attitudine degli impianti a ricombinarsi in vario modo con i fattori della produzione.
Attiene all’economicità dei fattori pluriennali a differenti volumi di utilizzo (aspetto
qualitativo del fabbisogno di fattori pluriennali). Risente della combinazione del costo
di produzione in termini di Costi fissi e costi variabili.
Sono più elastici i processi produttivi che comportano bassi volumi di costi fissi da
ripartire sulle unità di prodotto.
Tanto + l’impianto è elastico, + l’impianto può partecipare in maniera efficace a
generare reddito.
Economicità: la possibilità di ricomporre la funzione di costo. Data la sommatoria di
due costi
Cv+cf, dove i primi
All’aumentare della quantità prodotta il CF si divide in un’entità superiore.
Grafico: ci sono 2 alternative produttive: 100
tonnellate e 200 tonnellate con 2 impianti
diversi.
Azienda rossa, e azienda blu. 2 rette per ogni
impianto: impianto 1 e impianto 2. K retta dei
costi fissi,
impianto 1 ha costi fissi K1 che non
varia al variare della quantità.
Ha anche una retta dei costi variabili che nasce al valore 0 e quindi C1 è il costo
totale. Quindi impresa 1 si caratterizza per bassi costi fissi e maggiori costi
variabili, perché l’inclinazione della retta rossa è maggior della retta blu.
Impianto 2: minore inclinazione dell’impianto 1
Se si produce una
quantità x0 si ha
più produzione ine
entrambi i casi
perché si
incontrano.
Se la quantità
prodotta è < di X0
+ conveniente 1, se
è > è più convenite impinto 2.
Cv+Cf/Q. quindi Cf/Q = costo unitario.
Il componente del costo fisso non cresce al crescere di q quindi il costo unitario +
basso. Alta elasticità: per avere un risultato positivo, impianto dal 45% al 100% delle
sue potenzialità. Per generare risultati postivi può lavorare anche 45 %.
Bassa elasticità: per avere un risultato positivo, impianto dall’85% al 100% delle
sue potenzialità. Devo produrre tanto per avere un risultato positivo
Strutture produttive molto elastiche, cioè con una incidenza relativa elevata di costi
variabili, risultano, a pieno regime, meno economiche di altre caratterizzate da un
livello più elevato di costi fissi!
Strutte incidenza costi variabili inferiori dei costi variabili: meno performanti perché se
il Cv è prevalente esso cresce al variare della quantità.
Guadagno di meno però – rischi
Voglio guadagnare di + però + rischi.
SPECIALIZZAZIONE E FLESSIBILITÀ PRODUTTIVA DEI FATTORI
PLURIENNALI
Specializzazione produttiva: Caratteristica dei fattori pluriennali progettati e
dedicati a lavorazioni specifiche, che non possono essere mutate in modo economico
(aspetto qualitativo del fabbisogno di fattori pluriennali). In linea generale, la
specializzazione produttiva agevola il perseguimento dell’efficienza nello svolgimento
delle specifiche lavorazioni e l’accumulazione di competenze specifiche!
Flessibilità produttiva: Attiene all’economicità dei fattori pluriennali nel caso di loro
impiego in lavorazioni qualitativamente differenti da quelle originarie (aspetto
qualitativo del fabbisogno di fattori pluriennali)
In linea generale, attiene alla possibilità di utilizzare i fattori pluriennali per la
produzione di beni o servizi diversi, senza dover sostenere costi che compromettano
l’economicità dell’azienda.
Bassa flessibilità: impianto adatto solo per una specifica lavorazione.
Alta flessibilità: impianto adatto per diverse lavorazioni.
Modalità di acquisizione dei fattori pluriennali
possibilità offerte dal mercato:
Acquisto presso terzi: no ha modalità particolari: l’investimento è rilevante e
per realizzarsi si richiede specifiche forme di finanziamento. Legati ai costi
accessori.
Non presenta modalità particolari rispetto all’acquisizione dei fattori produttivi
correnti. Forse, l’investimento richiesto può essere particolarmente rilevante e
richiede operazioni appropriate di finanziamento. L’acquisto può avvenire: - Da
fornitori di FP (o FFR*) - Apporto soci (non è interna) [NON TRATTATO]. Trattato
nell’insegnamento di Contabilità e Bilancio.
Realizzazione interna: le immobilizzazioni tecniche che trovo nel sistema
aziendale si realizzano con il processo. IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE
ENDOGENE: output di un processo produttivo interno parallelo a quello della
produzione dei prodotti.
Acquisizione in affitto o leasing: Non essendo di proprietà dell’azienda non
vi è profilo giuridico.
Non avviene il trasferimento della proprietà del bene (come nell’acquisto presso
terzi) ma unicamente il DIRITTO DI UTILIZZO del bene.
Acquisto presso terzi Debito di funzionamento se non pago
subito, e con un’uscita finanziaria c’è
un’entrata fisico tecnica che generano
costi di acquisizione. + imposta sul
valore aggiunto con iva a credito.
Es. Esempio: In data
01/07, si acquistano
attrezzature
industriali per €
50.000 + IVA 22%. Lo
stesso giorno, si
ricevono la fattura di
acquisto delle attrezzature e la fattura del vettore che ha curato il trasporto (€ 1.000 +
IVA 22%). Il regolamento di entrambe le fatture è convenuto a 60 gg. data fattura.
Attenzione alla denominazione del conto utilizzato per i fattori strumentali: non
aggiungere «c/acquisti», altrimenti cambia la natura dei fattori produttivi acquistati
(diventano «beni merce»)! I cosiddetti «oneri accessori»
vanno capitalizzati al costo
delle rispettive
immobilizzazioni. Sono
esempi di oneri accessori:
spese di trasporto, spese di
montaggio, spese di collaudo,
ecc
I fattori pluriennali non portano il
costo acquisti.
Scrittura attrezzi e spesi d trasporto
oppure metti nelle attrezzature. 2
fatture differenti.
Slide realizzazione interna
Output el fattore produttivo. Costo della manodopera non è correlabile al valore dei
prodotti finiti realizzabili.
Non esiste sul mercato un’attrezzatura che fa per me: me la deve produrre da solo.
Oppure realizzando interiormente avrò un costo + basso.
Occorre valutare se intermittente ci siano competenze, e se ci sono convenienze.
Convenienze economica: - costi per realizzarlo.
Realizzazione interna.
I fattori pluriennali diventano il risultato di uno specifico processo
produttivo, parallelo a quello finalizzato alla produzione dei beni
destinati alla vendita (realizzazione interna o in economia).
Ragioni di convenienza e di opportunità (tecnica, reputazionale,
ecc.).
Presuppone disponibilità di tecnologie (conoscenze, competenze, impianti, ecc.) e di
risorse (materie, servizi, tempi, ecc.) utili all’attivazione del «processo produttivo
parallelo». Quando si ha una costruzione interna, una
appare degli affari produttivi correnti.
I costi del personale che fa per lavorazioni, o
i materiali acquistati come fattori pluriennali,
non avendo correlazione con i prodotti finiti
non possono essere conteggiati nel reddito,
quindi questi costi non vengono conteggiati.
Ma concorrono a creare il valore del fattore
produttivo realizzato.
Il valore dell’impianto è dato dalla
sommatoria dei costi della manodopera + ciò che ho dovuto montare.
La sommatoria di questi costi viene stornata dai costi d’esercizio, e da una parte viene
capitalizzato come costo pluriennale.
Es. Esempio: Si completa la realizzazione
interna di un impianto, ini
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