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SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE
Il diritto ha il compito di prevenire e, quando necessario, risolvere i conflitti che
possono sorgere nella società. A tale scopo, l'ordinamento giuridico conferisce ai
soggetti del diritto specifiche situazioni giuridiche. Questi soggetti non si limitano alle
persone fisiche, ma possono includere anche entità organizzative come società,
fondazioni e partiti politici. In questo modo, il diritto fornisce strumenti sia per evitare
che per gestire i conflitti, garantendo un equilibrio e un ordine nella convivenza
sociale.
Un diritto soggettivo rappresenta la facoltà legale di perseguire un interesse proprio
o richiedere un comportamento specifico da parte di altri, a vantaggio del titolare del
diritto stesso. Ad esempio, il diritto di proprietà su un immobile concede al
proprietario il potere di utilizzarlo come desidera, o il diritto di un lavoratore di
ricevere un salario conforme al contratto stipulato.
Il diritto di proprietà è un esempio di diritto soggettivo. Chi detiene tale diritto ha il
potere di utilizzare, prestare, o addirittura distruggere il bene di sua proprietà, entro
certi limiti legali. Allo stesso modo, il diritto di credito è un'altra forma di diritto
soggettivo. Ad esempio, se vendo una penna a un amico per 10 euro, questi diventa
titolare di un diritto di credito nei confronti miei, relativo alla somma pattuita. Egli ha
quindi il diritto di pretendere il pagamento dei 10 euro che gli sono dovuti in base al
contratto di compravendita.
Ilconcetto di diritto soggettivo va oltre il semplice potere di perseguire un proprio
interesse. Include anche il diritto di richiedere un comportamento specifico da parte
di altri, nell'interesse del titolare del diritto stesso. Ad esempio, nel caso del diritto di
credito, il creditore ha il diritto di pretendere il pagamento dovuto dall'altra parte in
base a un contratto. Questa dimensione del diritto soggettivo è cruciale
nell'assicurare che gli interessi delle parti coinvolte siano rispettati. Inoltre, il diritto di
proprietà offre al proprietario una serie di facoltà legali, come il diritto di utilizzare il
bene, prestarlo, non usarlo o persino distruggerlo, tutte rientranti nel concetto di
diritto soggettivo. Queste varie manifestazioni del diritto soggettivo sono
comunemente definite come facoltà giuridiche, contribuendo a delineare i confini e i
poteri legittimi del titolare del diritto.
Nell'ambito dei diritti soggettivi, è importante distinguere le facoltà, che
rappresentano le varie manifestazioni di un diritto soggettivo ma non hanno una
validità autonoma. Questo significa che le facoltà non possono essere esercitate
indipendentemente dal diritto soggettivo sottostante. Tuttavia, è fondamentale
sottolineare che i diritti soggettivi possono essere soggetti a prescrizione, ovvero
possono perdere la loro validità dopo un determinato periodo di tempo. Ad esempio,
nel caso del diritto di credito, se il mio amico non richiede il pagamento dei 10 euro
che gli devo per oltre 10 anni, il suo diritto di credito può prescrivere. In contrasto, il
diritto di proprietà è generalmente considerato imprescrittibile, il che significa che
non perde la sua validità nel tempo. Lo stesso vale per i diritti della personalità, che
19
sono anch'essi imprescrittibili. Questa distinzione tra facoltà e diritti imprescrittibili
contribuisce a chiarire la natura e la durata dei diritti soggettivi.
Esatto, le singole facoltà che derivano dal diritto soggettivo non hanno una validità
autonoma e quindi non possono essere soggette a prescrizione individualmente. È il
diritto soggettivo nel suo complesso che può essere soggetto a prescrizione, come
nel caso del diritto di credito.
Nel contesto dei diritti soggettivi, è cruciale distinguere tra diritti assoluti e diritti
relativi. I diritti assoluti conferiscono al titolare un potere che può essere esercitato
verso tutti i membri della società, erga omnes. Un esempio lampante è il diritto di
proprietà, che consente al proprietario di far valere la sua proprietà su un bene
contro chiunque.
D'altra parte, i diritti relativi, pur essendo comunque diritti soggettivi, conferiscono al
titolare un potere che può essere esercitato solo nei confronti di uno o più soggetti
specifici, e non verso tutta la società. È per questo che vengono definiti diritti relativi.
Ad esempio, se quattro fratelli acquistano una casa da un venditore, il diritto di
credito relativo alla somma concordata per l'acquisto può essere fatto valere dal
venditore contro tutti e quattro i fratelli, poiché hanno acquistato insieme. Anche se ci
sono più soggetti coinvolti, il diritto rimane comunque relativo, non assoluto, poiché
può essere esercitato solo nei confronti di un gruppo limitato di persone anziché
verso tutta la società.
Dentro la sfera dei diritti assoluti, vi è una distinzione tra i diritti reali e i diritti della
personalità. I diritti reali conferiscono al titolare un dominio, cioè un controllo totale o
limitato su una cosa. Essi sono chiamati "reali" poiché sono legati a una cosa, come
indica il termine latino "res". Tra i diritti reali troviamo il diritto di proprietà, che è il
diritto assoluto per eccellenza, conferendo al titolare il massimo potere su una cosa.
Inoltre, esistono altri diritti reali minori che conferiscono al titolare un potere più
limitato rispetto al proprietario, ma comunque conferiscono un potere legittimo.
D'altra parte, i diritti della personalità riguardano la persona stessa e sono
considerati anch'essi diritti assoluti, simili ai diritti reali. Questi diritti sono universali,
in quanto possono essere fatti valere contro tutti, e vengono acquisiti al momento
della nascita con l'acquisizione della capacità giuridica. Ogni individuo, al momento
della nascita, è titolare di diritti della personalità fondamentali, come il diritto al nome,
alla vita, alla salute, alla privacy e all'integrità fisica.
Una situazione giuridica si riferisce alla relazione tra soggetti di diritto, tra individui.
Ogni situazione giuridica attiva, come il diritto soggettivo, ha un corrispettivo passivo.
Nella situazione attiva, il diritto soggettivo rappresenta il potere del titolare di agire
per il soddisfacimento di un proprio interesse. Dall'altra parte, nella situazione
passiva, troviamo il dovere o l'obbligo, a seconda se si tratti di diritti assoluti o
relativi.
Quando si tratta di diritti assoluti, come il diritto di proprietà, la situazione attiva è
rappresentata dal titolare del diritto, che ha il diritto di disporre pienamente del
proprio bene. Questo pone gli altri individui in una situazione passiva di dovere, il
dovere di non ostacolare l'esercizio del diritto assoluto da parte del proprietario.
Nel caso dei diritti relativi, come il diritto di credito, il termine più appropriato per la 20
situazione passiva non è il dovere ma l'obbligo. Il titolare del diritto soggettivo relativo
è nella situazione attiva, mentre il corrispondente soggetto passivo è il debitore, che
ha l'obbligo di eseguire la prestazione richiesta dall'obbligazione. Questa distinzione
tra dovere e obbligo riflette la natura dei diritti assoluti e relativi e le responsabilità
che implicano per le parti coinvolte.
La seconda situazione giuridica attiva è definita come diritto potestativo. Questo
diritto conferisce al suo titolare il potere di modificare la situazione giuridica di un
altro soggetto senza che quest'ultimo possa opporsi. Un esempio chiaro è quello del
lavoratore che ha il diritto di dimettersi in qualsiasi momento. La decisione del
lavoratore di lasciare il lavoro è una sua scelta libera, e nessuno può impedirgliela.
Quando il lavoratore esercita questo diritto, modifica la situazione giuridica del
datore di lavoro, il quale improvvisamente si trova senza la sua forza lavoro, ma non
può fare nulla per evitarlo perché il lavoratore è titolare di un diritto potestativo.
Il datore di lavoro, dunque, non ha il potere di opporsi alla decisione del lavoratore;
può solamente subire le conseguenze della sua azione in quanto il lavoratore
detiene un diritto potestativo. Questa dinamica sottolinea il potere e la libertà
conferiti al titolare del diritto potestativo e le limitazioni imposte al soggetto passivo di
fronte a tale diritto.
La situazione passiva in cui il datore di lavoro, o chiunque subisca una modifica della
situazione giuridica dovuta all'esercizio di un diritto potestativo, è definita come
soggezione. Mentre il diritto potestativo rappresenta la situazione attiva, la
corrispondente situazione passiva è appunto la soggezione.
L'articolo 1111 del codice civile, intitolato "scioglimento della comunione", è
composto da tre commi ed affronta la questione della comunione di beni, che si
verifica quando un bene non è di proprietà di un unico soggetto, ma di almeno due.
Ad esempio, quando un genitore muore e lascia la propria casa ai due figli, i quali
diventano proprietari in comunione dell'immobile ereditato.
Questo articolo stabilisce che ciascun comproprietario ha il diritto di richiedere lo
scioglimento della comunione. Ciò significa che possono chiedere che la situazione
di comproprietà venga risolta, e ciò può avvenire in due modi principali: vendendo la
casa e dividendo il ricavato tra i due fratelli, oppure uno dei due fratelli può
acquistare la quota dell'altro, risolvendo così la comunione. Questo meccanismo
offre una soluzione legale per gestire la comunione di beni e garantire un'equa
divisione dei patrimoni coinvolti.
L’articolo 1111 del codice civile rappresenta un chiaro esempio di diritto potestativo.
Questa norma stabilisce che uno dei due comproprietari ha il diritto di chiedere lo
scioglimento della comunione, e l'altro non può opporsi. Ciò significa che ciascun
proprietario ha il potere di modificare la situazione giuridica dell'altro senza che
quest'ultimo possa impedirlo.
Questo diritto potestativo conferisce a ciascun comproprietario un'autonomia
decisionale significativa sulla gestione del bene condiviso. Se entrambi i fratelli sono
d'accordo nel mantenere la casa condivisa, possono farlo senza alcun problema.
Tuttavia, se uno dei due desidera vendere la casa o acquistare la quota dell'altro, ha
il diritto di farlo e l'altro non può opporsi. Questa disposizione legale offre una 21
soluzione chiara e definita per la gestione dei beni comuni e il rispetto delle decisioni
dei proprietari coinvolti.