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GIUSNATURALISMO ANTICO-CRISTIANO-MEDIEVALE
Fase segnata dalla caduta dell'impero romano d'occidente, dalla frammentazione europea in territori feudali e ad una profonda cambiamento del diritto naturale.
Vi era una visione orizzontale del diritto naturale, alla quale il cristianesimo sostituisce una visione verticale. Il diritto naturale per il cristianesimo sarà invece riconducibile alla divinità e sarà considerato superiore al diritto umano. Significa che il diritto umano (diritto positivo?) perde la propria veridicità, smette di essere diritto, se non rispetta la fonte superiore, se viola il diritto naturale: il diritto naturale, che è il diritto della divinità.
Il diritto naturale può essere dedotto dalle Sacre Scritture, dai testi sacri. Il diritto positivo quindi può essere dedotto logicamente dal diritto naturale. Prima avevamo un diritto naturale generico da cui l'uomo ricavava un diritto più specifico.
Specificazioni del diritto naturale. Il giusnaturalismo cristiano tende invece ad iniziare a distinguere tra fonti diverse del diritto: Agostino aveva detto che la legge ingiusta non è legge, perché in contrasto con la volontà di Dio, che è nei testi sacri. Ho un diritto che è diritto solo se è giusto, tipica teoria di Sant'Agostino. Tommaso d'Acquino, capostipite della scolastica, distingue invece come avevano fatto i romani, ma dandone una gerarchia, 4 fonti del diritto: un tipo di diritto eterno, uno divino, uno naturale e uno umano.
- Il diritto eterno è quello della divina provvidenza, che regola tutto il creato, non è conoscibile alla ragione umana.
- Il diritto divino è la volontà di Dio rivelata nella Bibbia e nei Vangeli. Esso è conoscibile dalla ragione umana attraverso il diritto naturale.
- Il diritto naturale sono i precetti della ragione divina conosciuti dalla ragione umana, cioè
Il diritto umano invece sono i precetti del legislatore per gli uomini.
Si può dedurre logicamente il diritto inferiore da quello superiore.
Il diritto naturale serve a dare precetti agli uomini, mentre quello positivo rende più elastico quellonaturale, nel senso che sono le reali leggi che il sovrano impone per la convivenza.
Rapporto di gerarchia tra questi diritti, per cui quello più in basso non può violare quello più in alto, sennòsi perde il carattere di giuridicità.
Infine l'esistenza del diritto divino fa si che morale e religione diventino un' unica cosa.
Diritto morale e diritto sono l'uno la deduzione dell'altro.
Tutti possiamo conoscere il diritto naturale, perché siamo parte della ragione divina.
È vero che è il
giusnaturalismo cristiano il primo a riconoscere la necessità della ragione umana per dedurre i precetti, cioè l'essere esseri razionali permette la conoscenza del diritto naturale, cosa che precedentemente non era tenuta in conto, perché era il nostro essere parte della natura delle cose che ci faceva conoscere il diritto naturale. E' ovvio che il cristianesimo pensa che il diritto naturale sia un insieme di precetti derivante dal principio generale cristiano "esegui il bene e non il male" e dalla natura delle cose. In questo modo il legislatore fa i precetti per la nostra convivenza, ma non può violare il diritto divino. Sembrerebbe che non ci sia diritto positivo senza Dio. La grande svolta del giusnaturalismo moderno sarà dire che il diritto naturale ci sarebbe anche se Dio non ci fosse. La consuetudine era volontaria prima del cristianesimo, mentre ora col cristianesimo c'è una cesura netta: ora si esegue lavolontà di Dio, che si ritrova nei Testi Sacri. Noi uomini siamo coloro che deducono e applicano, grazie alla loro ragione, parte della ragione divina. Esempio: "è vietato uccidere" -> il legislatore umano deve far discendere la pena per l'omicida. Perde la sua giuridicità.
GIUSNATURALISMO MODERNO
Nell'età moderna avvengono degli eventi significativi ed epocali che segnano tutta la modernità, ma anche la nascita di una nuova dottrina del diritto naturale, tanto che non parliamo più di giusnaturalismo, ma di GIURAZIONALISMO. È una vera e propria rottura con l'idea di diritto naturale antico, una rottura dovuta al mutamento dell'immagine del mondo, verificatasi tra '400, '500 e '600.
Grandi eventi che segnano il passaggio alla modernità:
- Prima grande trasformazione, dovuta alle scoperte geografiche, e dunque all'incontro-scontro con i nativi americani. Si tratta di uno
shock naturale, che genera scetticismo e relativismo, cioè l'idea della relatività delle mie idee: devo relativizzare quello che penso, perché scopro che non è immortale e assoluto. Infatti è arrivato qualcuno da fuori che ti mette in discussione l'universalità dei tuoi precetti. Da questo incontro-scontro emerge che è vero che le leggi del diritto naturale sono di origine naturale, ma si scopre che nascono dal costume, cioè che la natura forse è solo un'abitudine e non c'è niente di naturale se sorprendo l'altro e scopro che le abitudini sono diverse. È uno scontro di civiltà, ma che viene pacificato tramite l'inclusione nel diritto delle genti. La scoperta delle Americhe crea invece uno shock culturale, scopro popolazioni con abitudini completamente diverse, e senza un dio.
09/03/232. Le tesi di Lutero contro la chiesa di Roma che segnano la fine dell'unità
religiosa dell'occidente. La conseguenza di questo scisma tra protestanti e cattolici dà infatti vita alle guerre civili di religione durante le quali gli Stati non saranno neutrali alla religione. Sarà proprio la conseguenza delle guerre civili di religione che gli stati saranno costretti a diventare neutrali alle varie religioni. Principale conseguenza politica: principio di uguaglianza religiosa, di laicità degli stati: stati non più confessionali. Ma la modernità coincide anche col problema dell'emergere di una nuova religione all'interno di uno stesso spazio politico: non avviene il giorno dopo la neutralità degli stati, è una delle conseguenze delle guerre di religione. Sul piano giuridico queste guerre hanno un effetto anche sul giusnaturalismo, e non poteva essere diversamente visto che era diventato nel medioevo giusnaturalismo cristiano, con una unica interpretazione. È dunque chiaro che di fronte alla rottura religiosa dell'occidente, si aprono nuovi scenari politici e giuridici che richiedono una nuova interpretazione e una nuova organizzazione degli stati.dell'unità religiosa, viene di nuovo la versione tomista di San Tommaso sul diritto naturale. Di fronte alle novità, allo sviluppo dell'umanità, agli eventi storici, il giusnaturalismo si ristruttura e nasce una nuova corrente, ma rimane valida l'idea di un diritto naturale. Qui stiamo solo cambiando idea su cosa è il diritto naturale. Il giusnaturalismo morirà solo quando nasce il giuspositivismo, che nega il diritto naturale. Il diritto naturale a questo punto non può più essere diritto divino dopo le guerre civili di religione e non può tornare come il giusnaturalismo antico, perché si sapeva che il diritto positivo era diverso da quello naturale: tornare così indietro alla connessione definitoria non era possibile. La grande novità del giusnaturalismo moderno è di fondare il diritto naturale sulla sola autorità della ragione umana e assumerà forma e nome di DIRITTO.
RAZIONALE. È Ugo Grozio a dire che il diritto razionale in quanto naturale esisterebbe anche se Dio non ci fosse: non vuol dire che il giusnaturalismo moderno non abbia radici religiose: anzi, ce le ha sia cattoliche che protestanti. Ma deve prendere atto che i legami socio-politici si devono fondare su atti della ragione umana. È come se si imponesse anche a Dio, ed è conoscibile da tutti perché tutti esseri razionali. Non si poteva più parlare di diritto naturale in termini di diritto divino e neppure come consuetudini e abitudini uguali in tutto il mondo. Devo allora trovare un nuovo modo di definire il diritto naturale. Lo posso ricavare solo da principi di ragione auto evidenti: la ragione umana è in grado di fissare principi primi, razionali, sui quali poi si devono basare i legami socio-politici. Solo dopo positivizzo i principi, che deduco dal diritto razionale. Principi auto evidenti (tutto da qui deve essere dedotto in maniera logico-deduttiva).
che sono le situazioni giuridiche individuali che derivano dal diritto oggettivo. Questi diritti sono riconosciuti e garantiti dalla legge e permettono agli individui di agire in determinati modi o di godere di determinate libertà. I diritti soggettivi possono essere di diversi tipi, come ad esempio il diritto di proprietà, il diritto alla libertà di pensiero e di espressione, il diritto alla privacy, il diritto alla dignità e all'integrità personale, solo per citarne alcuni. È importante sottolineare che i diritti soggettivi devono essere esercitati nel rispetto dei principi fondamentali della convivenza sociale e devono essere bilanciati con gli interessi della collettività. In altre parole, i diritti soggettivi non sono assoluti, ma possono essere limitati per garantire il benessere e la sicurezza di tutti. È compito dello Stato e delle istituzioni garantire il rispetto e la tutela dei diritti soggettivi, attraverso l'emanazione di leggi e l'applicazione della giustizia. Solo così si può garantire una società giusta, equa e rispettosa dei diritti di ogni individuo.del soggetto, favorevole perché tutti gli uomini, dotati di ragione, sono titolari di diritti. Durante l'indipendenza americana però vengono considerati uomini di ragione, e dunque liberi, solo i maschi bianchi. La grande rivoluzione moderna e liberale sta nel fatto che è l'individuo il perno intorno al quale si costruisce la statalità, non è la politica che detta la mia posizione nella società. La forma dell'universale, "tutti gli X hanno diritto all'Y" permette la lotta a tutti per entrare negli X e anche negli Y. Ad esempio le donne non avevano tutti i diritti, tutti gli Y. Si inizia a chiedere allora il suffragio universale. Noi al diritto naturale siamo individui tutti uguali: grande conquista della modernità. I diritti naturali sono quelli che si ritrovano nelle dichiarazioni francese e americana. I diritti che verranno riconosciuti nelle prime carte dei diritti saranno il diritto alla libertà religiosa.Il diritto alla proprietà ed il diritto di resistenza all'oppressione. In questo principio razionale autoevidente esistono due versioni: 1. una radicale;