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Principi generali del diritto e la concezione delle norme come comandi
La norma giuridica è spesso descritta dai giuristi come un principio generale del diritto, che tiene conto della cultura giuridica e influenza il nostro modo di concepire l'ordinamento. L'idea della norma come comando è stata proposta prima da Kelsen e successivamente ritrattata.
Secondo un filosofo, le norme sono comandi del sovrano e questa concezione è stata chiamata imperativismo. I comandi possono essere verbali o scritti. Ad esempio, nello sport ci sono delle regole, ma queste non possono essere considerate come comandi.
Le norme non solo limitano le possibilità, ma ci sono anche norme che concedono delle possibilità. Un modo utile per comprendere la differenza tra le norme che determinano le nostre azioni è fare un paragone tra una diga e gli argini di un fiume. Una diga blocca il libero scorrere dell'acqua,
costretto a seguirli). Le prime sono regole che impongono dei limiti, delle restrizioni, delle norme da seguire, mentre le seconde sono regole che creano opportunità, possibilità di fare qualcosa. Le regole del linguaggio, ad esempio, sono regole che prescrivono come utilizzare le parole, la grammatica, la sintassi. Seguendo queste regole, siamo in grado di comunicare efficacemente con gli altri. Non è necessario rispettare queste regole perché qualcuno ci punisca, ma perché sono regole condivise che rendono possibile la comunicazione. Anche il diritto, con le sue regole, offre possibilità di azione che non sarebbero possibili nella natura. Le leggi stabiliscono i limiti e le norme da seguire, ma allo stesso tempo creano opportunità per agire in determinati modi. In conclusione, le regole possono essere sia ostacoli che limiti, ma possono anche rendere possibile l'azione. Dipende dal tipo di regole e dal contesto in cui vengono applicate.obbligato a fare qualcosa); ma se si vuole parlare adesempio lo si deve fare seguendo determinate regole.Però questo riguarda la tipologia delle norme che esistono.Che tipo di entità sono le norme?Se vogliamo sapere quali sono le conseguenze di un determinato reato guardiamo il codice penale; se vogliamo sapere invece quali sono le regole che disciplinano il contratto di compravendita le cerchiamo nel codice civile. I codici sono un insieme di norme.Se associamo quindi le norme ai codici abbiamo a che fare con qualcosa di scritto.Esistono però anche norme consuetudinarie. Ad esempio il fatto di allacciarsi le scarpe tutte le mattine è una consuetudine ma non esiste una norma che mi dice di farlo. Non è quindi vincolante.Le istruzioni ad esempio non sono delle norme ma spesso è necessario seguirle per raggiungere uno scopo. Questa necessità dipende dalle cose stesse, non è imposta da delle norme. al contrario, se noi ad esempio
Vogliamo vendere un castello, vogliamo raggiungere un determinato scopo. Per raggiungere questo scopo dobbiamo fare l'atto di compravendita in forma pubblica, altrimenti la proprietà non si trasferisce. Il fatto che sia necessario farlo per atto pubblico è imposto da una norma.
Tornando a codice e norme consuetudinarie: nel codice abbiamo dei testi, nelle norme consuetudinarie no. Il problema della norma è un problema che si pone per molte teorie che si chiedono "che cos'è una norma?". La norma spesso viene vista come un vincolo, ma in realtà in molti casi la norma non solo impone obblighi o divieti, ma rende possibile qualcosa ponendo dei limiti a delle forme di azioni nuove - senza regole degli scacchi non si può giocare a scacchi. Questo si vede soprattutto nelle categorie di norme: molti autori si sono concentrati sul capire le classificazioni di norme. Noi per ora restiamo su che tipo di entità siano le norme.
differenza principale tra un comando e un testo normativo è che il comando è un atto linguistico che produce un testo orale, mentre il testo normativo è un atto linguistico che produce un testo scritto. Tuttavia, entrambi hanno lo stesso scopo di regolare le nostre vite e stabilire delle norme da seguire.La differenza sta nel fatto che l'imperativismo cerca di equiparare all'atto di una persona, mentre i testi normativi sono prodotti da un gruppo di persone e si riferiscono a una platea più ampia di persone. Questa concezione di norme come testi, si fa fatica a rendere conto del fatto che in molti contesti sociali (e giuridici) del passato le norme sono emerse per consuetudine e non in forma scritta. Già nella Grecia antica si distinguevano i comandi di un re o un comandante dalle norme generali che regolavano la vita della società; una delle idee che caratterizzano la cultura antica greca, e la contrappongono a quella dei persiani, è quella che riguarda il re: per i persiani il re era una divinità, un sovrano assoluto con un potere assoluto, e anche se in Grecia le città erano rette da dei re, questi non erano tiranni assoluti, e vedevano come problema il momento in cui si instaurava un tiranno. Il vero re, il basileus, era il nomos (la legge), un
insieme di norme della società che stavano sopra il re ma non erano scritte → nessun essere umano aveva un potere assoluto LE NORME COME ENTITÀ LINGUISTICAPer prima cosa bisogna distinguere due aspetti rilevanti di un testo: "Giovanni ama Maria" e "Maria è amata da Giovanni" → in queste frasi abbiamo un unico significato espresso in due forme diverse, una è attiva e una passiva, ma se abbiamo davanti un testo a noi interesserà il significato e non la forma in cui è scritto. Questi aspetti hanno nomi diversi: enunciato (il testo) e proposizione (significato); in questo caso abbiamo due enunciati che esprimono un unico significato, ma se si fa riferimento a enunciati in lingue diverse questa spiegazione è evidente:
- Piove
- Il pleut
- It's raining
- Es regnet
Quindi un enunciato è un insieme di parole costruito grammaticalmente in modo corretto e in grado di esprimere un significato, mentre la
proposizione è il significato espresso da uno o più enunciati. ad esempio, "amata maria giovanni da è", non è un enunciato dato che non è in grado di esprimere un significato. ma se più enunciati possono avere lo stesso significato, allora più proposizioni possono essere espresse da più enunciati? qui nascono i problemi di interpretazione delle norme. Il legislatore crea le norme e i giudici si occupano di applicarle, ma se i giudici non sono d'accordo sul significato, si ha un problema di interpretazione. Se si ritiene che i testi scritti dal legislatore hanno un unico significato corretto, i giudici devono applicare le norme secondo quel significato, ma se si ritiene che il significato giusto dipenda da quello che decide l'interprete vuol dire che sono i giudici a creare il significato. ad esempio "I cittadini devono essere protetti dallo stato": immaginiamo di trovarci in uno stato totalitario dove
Lo stato compie abusi nei confronti dei cittadini. Siamo di fronte ad un enunciato che produce due significati → quando un enunciato può esprimere due o più proposizioni si parla di ambiguità semantica. Anche le parole possono essere ambigue a seconda del contesto in cui le utilizziamo, e il contesto ci permette di capire quale significato tende ad utilizzare chi ha parlato. Gli enunciati si basano sulla sintassi, quindi la combinazione di un insieme di segni che costituiscono un enunciato. Le proposizioni prescrittive, quindi i significati espressi dalle frasi, si distinguono da altri significati perché invece di avere altre funzioni come descrivere (proposizioni descrittive) come "Giovanni ama Maria" qua abbiamo un deve che esprime una forma imperativa (proposizione prescrittiva) come i cittadini devono essere protetti dallo stato. Alla domanda "che cos'è una norma?" Bobbio dice che dal punto di vista formale è
Unaproposizione prescrittiva formata da un insieme di parole aventi un significato nel loro complesso LA PROPOSIZIONEnorma come entità linguistica, l'enunciato è un insieme di segni combinati secondo la grammatica che esprime un significato, la proposizione è il contenuto di significato associato a un insieme di segni. In alcuni casi è rilevante l'aspetto dell'atto di enunciazione, cioè uno stesso enunciato può essere prodotto (enunciato) in atti di enunciazione e contesti diversi → differenza importante sul piano della funzione dell'enunciato. Un singolo enunciato può esprimere più proposizioni (enunciato ambiguo) e una proposizione esprime più enunciati (sinonimia), quando lo stesso significato viene espresso ad esempio in lingue diverse in diversi enunciati, e gli enunciati che in contesti diversi hanno funzione diversa → funzione prescrittiva o descrittiva. Ad esempio “
"vietatofumare" può essere usato per descrivere che sussiste il divieto di fumare, in altri per prescrivere il divieto di fumare. Quando studiamo il diritto su un manuale, gli enunciati hanno funzione descrittiva del diritto che esiste (e non prescrittiva), ma in altri testi hanno lo stesso significato e funzione prescrittiva. L'analisi degli enunciati si svolge a livello di sintattica, la proporzione analizzata dallo studio della semantica è lo studio del significato, mentre l'enunciazione è analizzata dalla pragmatica, quindi lo studio del linguaggio come forma di prassi. Con queste categorie capiamo che Bobbio ci afferma la tesa secondo cui la norma giuridica è una proposizione prescrittiva. Anche se distingue enunciato e proposizione, non è sempre coerente nella definizione di esse. Definisce la proposizione come un insieme di parole che danno un significato nel loro complesso, però l'insieme di parole"
È l'enunciato e il significato la proposizione. Bobbio distingue i tipi di proposizione da un lato in funzione della forma e dall'altro in funzione della funzione - tipi diversi di proposizioni nel.