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(DRY GRANULATION)
GRANULAZIONE A SECCO detta anche compattazione o
precompressione:
Nella granulazione a secco le particelle di polvere sono aggregate in seguito
all’applicazione di ELEVATA PRESSIONE (circa 30-70 bar) attraverso dei compattatori
a cilindri.
In seguito a tale pressione le singole particelle sono deformate e forzate a premere
una sull’altra, generando sulla loro superficie i legami che le manterranno poi insieme
(in genere forze di Van der Waals e ponti solidi per fusione).
In pratica, con questa tecnica le polveri sono compattate fino ad ottenere:
-formelle larghe sottili (SLUG);
-lunghe e sottili (RIBBON);
Tali strutture possono essere ottenute tramite DUE PROCESSI DIFFERENTI e verranno
successivamente SGRETOLATE da apposite apparecchiature.
Il modello oggi utilizzato è la ROLLER COMPACTION (=compattazione tramite rulli):
La miscela delle polveri viene compressa in compatti tramite apparecchiature dette
compattatori a rulli, costituite da due cilindri ruotanti (con superfici lisce o
scanalate).
La miscela di polveri da compattare viene caricata tramite una tramoggia, spinta da
un sistema a coclea e fatta passare tra i due cilindri che si trovano a distanza
regolabile.
Il materiale compresso si presenta sotto forma di scaglie (RIBBONS) ed è poi
sottoposto a frantumazione (SGRANATURA) e setacciato per ottenere granuli delle
ad es. gli attivi sono
dimensioni desiderate. Ancora oggi si utilizza questo metodo se
termolabili, quindi sensibili alla T.
SLUGGING: Utilizza delle PRESSE VERTICALI o anche delle normali macchine
COMPRIMITRICI montanti matrici e punzoni larghi e piatti. La FORMELLA è di
forma circolare, larga e piatta. Lo slugging era una tecnica molto diffusa
fino al 1970/80.
Attualmente è stata quasi totalmente sostituita dalla tecnica ROLLER
COMPACTION.
MECCANISMI DI LEGAME fra particelle di polvere:
Per la formazione dei granuli si devono INSTAURARE, fra le particelle, dei LEGAMI
resistere agli urti ed agli scuotimenti
abbastanza solidi da cui verrà sottoposto il
granulato.
I tipi di legame sono diversi a seconda del tipo di metodo di granulazione impiegato.
Con la granulazione a SECCO:
Forze di INTERCONNESSIONE: Entrano in gioco impiegando sostanze
a struttura microfibrosa le quali sotto pressione “reticolano” la
massa.
Forze di ATTRAZIONE fra particelle solide:
Forze elettrostatiche formazione iniziale dell’agglomerato
Forze di Van der Walls contribuiscono alla solidità finale
PONTI SOLIDI per FUSIONE PARZIALE: Con pressioni elevate, si ha
un aumento della temperatura dovuto ai fenomeni della frizione.
Questa determina rammollimento nei punti di contatto tra le particelle
di materiale a basso punto di fusione. Al cessare della pressione al
rammollimento fanno seguito fenomeni di cristallizzazione che legano
le particelle fra di loro.
ECCIPIENTI impiegati per la granulazione a secco: dry granulation
Gli eccipienti sono selezionati in maniera da rendere il processo di il
più performante possibile ed i prodotti ottenuti con le migliori qualità. Essendo la
granulazione a secco un processo basato su AGGLOMERAZIONE INDOTTA DA UNA
,
PRESSIONE ESTERNA gli eccipienti verranno selezionati in funzione del loro
COMPORTAMENTO IN RISPOSTA ALLA PRESSIONE.
Da questo punto di vista saranno quindi
classificati come:
a) Plastici;
(indesiderata);
b) Elastici
c) Fragili (brittle)
Il giusto bilanciamento di queste proprietà garantirà la migliore qualità dei ribbons e
dei granuli.
Filler (DILUENTI): gli eccipienti utilizzati per migliorare la comprimibilità
della miscela di polveri nel processo di roller compaction e lavorare con
opportuni volumi (specie se il farmaco ha un basso dosaggio) sono definiti
filler. I filler possono essere presenti anche in quantità molto elevate.
Binder (LEGANTI): hanno lo scopo di legare (favorire la formazione di
legami tra le singole
particelle) le particelle primarie favorendo il processo di agglomerazione in
seguito all’applicazione di pressione.
Nella miscela da granulare possono anche essere presenti dei LUBRIFICANTI (per
ridurre l’attrito con i rulli), agenti GLIDANTI (migliorano la scorrevolezza nella
tramoggia) e DISINTEGRANTI (favorire la rottura del granulo ed eventuali compresse
da esso derivate quando entra in contatto con i liquidi biologici). Questi eccipienti
sono gli stessi utilizzati nella compressione diretta.
Metto dei disgreganti perché sto pensando già al dopo. Quindi in una prima fase ho
bisogno di tenerli uniti i granuli e in una seconda parte d tenerli separati. Posso
aggiungere entrambe le sostanze e queste svolgono la loro azione perché agiscono in
tempi diversi.
Tra le varie tecniche di granulazione, quella a SECCO è probabilmente la
metodica che genera il granulato di peggior qualità.
Il granulato che si ottiene è MOLTO DURO (a volte troppo) e conseguentemente
(aspetto fondamentale se il granulato è
caratterizzato da minore comprimibilità
destinato alla produzione di compresse).
I granuli ottenuti sono di FORMA IRREGOLARE e molto lontana dalla sfericità.
scorrevolezza potrebbe non essere ottimale.
Conseguentemente la
L’UNIFORMITÀ DI CONTENUTO di principio attivo e quindi delle susseguenti
forme farmaceutiche che ne deriveranno sarà essenzialmente simile a quello
Non si ha nessun miglioramento come nel caso
della polvere di partenza.
delle altre tecniche di granulazione.
Le compresse che si ottengono sono spesso INESTETICHE a causa della
superficie irregolare e granulare.
LEZIONE 15/10
Nonostante la qualità dei prodotti ottenuti sia in genere più bassa rispetto alle altre
tecniche di granulazione, la granulazione a secco offre però alcuni VANTAGGI:
Apparecchiature MENO COSTOSE;
meno variabili
Processo PIÙ SEMPLICE: Nella roller compaction ci sono che
influenzano l’esito del processo finale, che in pratica dipende solamente dalle
proprietà meccaniche delle polveri di partenza e dalla pressione
(distanza tra i rulli) e velocità di compattazione
Processo PIÙ FACILMENTE SCALABILE (passaggio dalla scala di laboratorio a
quella industriale).
Tuttavia, il VANTAGGIO PRINCIPALE nell’uso della granulazione a secco è l’assenza
di fasi di processo che richiedono l’impasto con SOLVENTI o l’ESSICCAMENTO.
Tra tutti i tipi di granulazione, quella a secco è l’unica tecnica che permette di
processare PRINCIPI ATTIVI SENSIBILI a:
Umidità
Calore
(WET GRANULATION)
GRANULAZIONE AD UMIDO serie di metodiche per
Il termine granulazione ad umido indica tutta una
l’agglomerazione delle polveri in granuli caratterizzate da una fase intermedia
di BAGNATURA ed IMPASTO delle polveri
fino a formare una MASSA UMIDA con proprietà idonee alla generazione dei granuli.
A seconda della tecnica utilizzata le varie fasi possono essere ben separate o
avvenire contemporaneamente (alcune o tutte).
ASPETTI TEORICI della granulazione ad umido:
Il processo di granulazione ad umido può essere considerato come il risultato della
somma di 4 meccanismi:
1. BAGNATURA (wetting)
2. COALESCENZA (growth)
3. CONSOLIDAMENTO
4. ROTTURA (breakage)
1) Bagnatura (wetting):
È la prima fase della granulazione, dove il liquido ed eventuali materiali in
esso disciolti si distribuiscono nei materiali in polvere. I materiali SOLUBILI
vengono disciolti, mentre le particelle INSOLUBILI sono ricoperte dal liquido.
2) Coalescenza (growth):
Le particelle di polveri umide aderiscono le une alle altre a formare i granuli.
3) Consolidamento:
In seguito all’azione degli elementi agitanti i granuli sono soggetti a forze di
riduzione degli spazi interni
compattazione che ne determinano la e
conseguentemente il consolidamento.
4) Rottura (breakage):
Man mano che il granulo si asciuga è sempre più soggetto all’azione delle
forze di attrito che ne possono determinare la rottura.
Questi meccanismi COESISTONO in tutti i processi di granulazione ad umido,
anche se la loro influenza è relativamente differente. Ad esempio, nella granulazione
a LETTO FLUIDO prevale la fase di wetting, mentre nella granulazione ad ALTA
VELOCITÀ la fase predominante è quella del consolidamento.
Se non trovo un equilibrio giusto tra
solido e liquido non otterrò una massa
che posso far granulare.
La BUONA RIUSCITA di un processo di granulazione, tramite i meccanismi appena
visti, dipende essenzialmente da:
MATERIALI DI PARTENZA
LIQUIDO DI GRANULAZIONE
RAPPORTO LIQUIDO/POLVERE: Rapporto di bagnatura. Non superare lo stadio
capillare 10-20% di liquido
PARAMETRI OPERATIVI.
A) MATERIALI DI PARTENZA:
Affinché le polveri possano essere bagnate ed innescare il processo di COALESCENZA,
i materiali che li compongono devono possedere AFFINITÀ (ma non sciogliersi) per il
liquido di granulazione, che deve poter spandersi sulle particelle primarie ed anche
essere assorbito al loro interno. In questa situazione le particelle possono AGGREGARE
tra loro a formare granuli o persino impasti (per un eccesso di liquido di granulazione).
Materiali con queste caratteristiche (per liquidi di granulazione di natura acquosa o
idroalcolica) sono l’amido o la cellulosa microcristallina (CMC).
In genere vengono aggiunti anche dei materiali SOLUBILI quali zuccheri (lattosio,
sucrosio) o polioli (mannitolo, sorbitolo).
Questi materiali si SCIOLGONO in parte nel liquido di granulazione e
RICRISTALLIZZANO durante l’essiccamento, aumentando la durezza (ma anche la
fragilità) dei granuli.
Il rapporto tra gli eccipienti “INSOLUBILI” e quelli “SOLUBILI” e il loro
quantitativo dipende dalla quantità e dalle caratteristiche dell’attivo da
granulare.
Nei materiali di partenza possono essere contenuti anche tutti gli eccipienti
necessari alla forma farmaceutica
funzionalità dei granuli sia quando usati come che come
intermedi nella preparazione di compresse:
Disgreganti
Coloranti
Edulcoranti
Tensioattivi
Questi ultimo possono ad esempio migliorare la bagnabilità della miscela di polveri da
granulare.
È possibile aggiungere dei disgreganti quando io voglio compattare la polvere perché
opera ad un determinato tempo.
B) LIQUIDO DI GRANULAZIONE:
Si tratta di una soluzione acquosa o idroalcolica contenente dal 5 al 15% di
che possono essere di origine
polimeri aventi capacità addensanti (idrocolloidi)
naturale (gelatina 5-10%, amido 5-20%, gomme arabica 4-10%), di semisintesi,
(idrossipropil m