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COMMERCIO E NON PIÙ RELIGIONE COME MOTORE DELLE GUERRE
Verso la fine del seicento, buona parte delle guerre europee iniziò a essere combattuta sul mare, l'ascesa di nuove potenze coloniali (Francia, Olanda e Inghilterra) trasferì lontano dai campi di battaglia del continente uno scontro che ebbe tra i suoi obiettivi il controllo delle tratte commerciali oceaniche. Porre il commercio come primo obiettivo di conquista implicava una diversa percezione delle proprie imprese coloniali. In tutte le nuove potenze marittime, l'emergere di un ceto mercantile celebrava il potere civilizzatore e umanitario del commercio. Si formava un impero di mare, scaturito dall'intraprendenza commerciale e dalla libertà politica e religiosa di una monarchia parlamentare, invece che della forza degli eserciti. I tirannici imperi iberici, con la loro propensione alla guerra erano ormai il passato.
2. Imperi di mare
Una visione così benevola dei colonialismi
settentrionali oscurava il fatto che essi non nascevano da unintreccio spontaneo di interessi individuali.L’impero marittimo inglese aveva cominciato a prender forma nel 1651 con la promulgazione degli Atti dinavigazione, una serie li leggi che proibivano l’arrivo nell’isola di merci coloniali imbarcate su navistraniere. Nonostante la 67lOMoARcPSD|22798620Compagnia delle Indie Orientali operasse da mezzo secolo, non poteva competere con la maggioreefficienza della rete commerciale olandese.Anche la Francia, la più agguerrita potenza di terra in Europa, era un concorrente coloniale aggressivo.Sotto Luigi XIII, fin dai primi anni del seicento, essa aveva percorso la strada dell’espansione navale ecoloniale. Londra aveva un disperato bisogno di recuperare il ritardo sui suoi concorrenti, anche a dispettodell’amicizia diplomatica che li aveva stretti in un comune fronte antispagnolo. Gli Atti di navigazionefurono il primo segnale delle ambizioni
inglesi e olandesi poteva coesistere pacificamente. La guerra tra i due paesi era inevitabile. Per molti versi, le affinità dei modelli di sviluppo furono la causa principale delle tensioni tra Inghilterra e Olanda. Entrambi i paesi erano potenze coloniali e avevano utilizzato le compagnie commerciali per espandere i loro interessi in un mercato in continua crescita. I confini tra il potere pubblico e quello delle compagnie erano molto sfumati: gli azionisti delle compagnie avevano un ruolo politico e agivano come estensione dello Stato. Quando gli inglesi decisero di sfidare il monopolio olandese nelle Indie orientali, crearono una società che potesse raccogliere grandi investimenti e che fosse allineata alle decisioni del Parlamento e della Corona. Questo cambiamento di rotta creò tensioni con l'Olanda, che vedeva minacciato il proprio dominio sul commercio delle spezie e delle merci provenienti dall'Oriente. Negli ultimi decenni del XVII secolo, mentre la competizione tra olandesi e francesi si intensificava, divenne evidente che nessun impero coloniale poteva sopravvivere senza scontrarsi con gli altri. La guerra tra Inghilterra e Olanda fu solo una delle tante conseguenze di questa competizione per il controllo delle rotte commerciali e delle colonie.mare potesse sopravvivere senza un robusto profilo burocratico-militare. In un mondo di ricchezze limitate, dove la competizione per accedere alle merci scivolava verso la guerra, gli inglesi erano destinati per forza di cose a vincere. La combinazione d’interessi commerciali e fondiari, espressa nell’assistenza reciproca tra Banca d’Inghilterra e Parlamento, mise in campo una quantità di risorse inarrivabili per chiunque. L’Inghilterra si trasformò in uno stato fiscale-militare, focalizzato sulla guerra e sulla protezione delle tratte marittime. Nel settecento, tra il 75 e l’85% delle entrate statali andavano in spese militari o servivano a pagare gli interessi sui debiti contratti per allestire flotta e esercito. In Asia non era possibile trasferire coloni bianchi e tanto meno imporre terribili piantagioni di zucchero o tabacco lavorate dagli schiavi africani; ma le navi da guerra ormeggiate al largo delle coste erano un’arma sufficiente aImporre un monopolio sulle merci in uscita da quelle aree.
3. Imperi di terra
Mentre l'Inghilterra edificava grazie all'egemonia sulle rotte oceaniche il primo impero globale della storia, l'Europa centro-settentrionale entrava in uno stato di fibrillazione permanente. Le guerre di successione spagnola e polacca avevano scompaginato gli assetti politici ereditati dalla pace di Vestfalia consolidando la posizione di vecchi protagonisti e lasciandone emergere altri. Tra i primi emerge sicuramente la famiglia degli Asburgo d'Austria che grazie a importanti campagne militari era riuscita a sconfiggere i turchi conquistando i territori dell'Ungheria, Transilvania e Serbia. L'allargamento a Oriente della compagine asburgica provocò la reazione delle due grandi novità: Russia e Prussia. Il casato degli Hohenzollern era riuscito a estendere il proprio governo su un'aggregazione di province che gli consentì di essere la seconda forza dell'impero.
Dentro i confini imperiali, la partita ebbe un volto politico e religioso, con i principati protestanti del Nord, gravitanti verso la corte di Berlino e quelli prevalentemente cattolici a Sud ed Est, raccolti attorno alla casa d'Austria. Ma il dualismo austro-prussiano divenne qualcosa di più di un contrasto tra principi quando le mire territoriali degli Hohenzollern si spostarono verso il regno di Polonia e Lituania e la Svezia, più o meno negli stessi anni in cui questi due regni cadevano nell'occhio della Russia. Il tentativo di aprire uno sbocco sull'Europa aveva spinto Pietro il Grande a dichiarare guerra alla Svezia. Liquidati gli svedesi e gli ex alleati polacchi e danesi, lo zar si appropriò delle regioni baltiche, uno sbocco vitale per i commerci con l'Occidente e un caposaldo difensivo necessario dopo il trasferimento della capitale a San Pietroburgo avvenuto nel 1716. La pace di Nystadt segnò l'ingresso ufficiale dellaRussia nella cerchia delle potenze europee assieme a Austria, Inghilterra, Francia e Prussia. Questa pentarchia era formata agli estremi da due imperi, uno di mare e uno di terra che crescevano esponenzialmente, al centro Austria, Prussia e in parte la Francia riconducevano i loro contrasti a una partita tutta giocata nel Vecchio Continente.
4. La guerra di successione austriaca (1740-1748)
Uscita esausta dalla Guerra di Successione polacca, l'Austria subì le forti pressioni della Prussia. Da Berlino, il nuovo re Federico II mise in dubbio la Pragmatica sanctio (1713), un documento con cui l'imperatore Carlo VI aveva deciso l'unione indivisibile di tutti i territori asburgici e la possibilità di far ereditare la Corona anche alle figlie femmine. Dietro i dubbi sulla validità giuridica di questo testo, vi era il tentativo di Federico II di sfruttare la debolezza asburgica. L'unica erede di Carlo era la figlia Maria Teresa d'Austria.
alla quale le leggi germaniche vietavano la successione; era sposata con Stefano di Lorena che era però malvisto in quanto straniero. Federico intuiva che alla morte di Carlo VI si sarebbe aperto un conflitto per la successione al trono imperiale tra i vari principi elettori: il pericolo principale proveniva dall'elettore di Sassonia, in quel momento anche re di Polonia. Si configurava un minaccioso accerchiamento della Prussia verso Oriente, un'eventualità che Federico II doveva scongiurare ad ogni costo. Pochi mesi dopo la morte dell'imperatore Carlo, l'esercito prussiano invase la Slesia si trattò dell'inizio della Guerra di Successione austriaca (1740-1748).- Francia e Spagna rispolverarono le loro inimicizie con l'Austria, alleandosi con la Prussia. Prussia e Francia manovrarono, e pagarono, i principi tedeschi che elessero con il nome di Carlo VII il principe elettore bavarese, appoggiato dai prussiani. In Germania, Federico II
1. Maria Teresa adottò una strategia di patteggiamenti separati con l'Austria allo scopo di mantenere la Slesia.
2. Accettato di aver perso la Slesia, gli Asburgo spostarono il conflitto verso le Fiandre occupate dai francesi e nell'Italia centro-settentrionale, dove si allearono con i Savoia. L'invasione francese dei Paesi Bassi permise all'Inghilterra di unirsi all'Olanda in un fronte di resistenza che si impegnò sui campi di battaglia e nei prestiti di guerra concessi a Maria Teresa d'Austria, che era risalita al trono imperiale dopo la morte del principe elettore bavarese.
3. Assicuratasi la neutralità della Prussia concedendo loro l'intera Slesia, in cambio dell'accettazione della Pragmatica sanctio, Maria Teresa strinse un'alleanza nel 1746 con la zarina di Russia Elisabetta che portò al re francese Luigi XV a uscire dal conflitto. La Guerra di Successione austriaca si concluse con la
Pace di Aquisgrana del 1748 che ristabilì in gran parte l'assetto precedente. Questi accordi lasciavano però irrisolti alcuni nodi conflittuali: il dualismo austro-prussiano nell'impero, la storica rivalità anglo-francese, l'ostilità strisciante di russi e prussiani. Esisteva poi oltre alla pentarchia una serie di paesi che stavano perdendo di significato: Svezia, Paesi Bassi, Olanda, Portogallo e Spagna.
La Guerra dei Sette Anni (1756-1763) L'eredità principale di Aquisgrana fu un diffuso stato d'insicurezza. Gran Bretagna e Russia, relativamente invulnerabili grazie alla loro geografia, furono in grado di rafforzare le proprie posizioni, ma per le altre nazioni, gli spazi erano stretti e la percezione di una guerra imminente era forte. Gli epicentri possibili erano sparsi in varie zone del mondo. Il primo si trovava ancora una volta nell'Impero germanico, il secondo era la regione del Carnatico, nell'India Sud-Orientale.
Il terzo era la regione dei grandi laghi nell'America del Nord, lungo il confine tra Canada francese, insediamenti di popolazioni native e colonie britanniche.
1. Fu quest'ultimo scenario a innescare la Guerra dei Sette Anni (1756-1763), con una serie di piccoli scontri che impegnarono francesi e inglesi. Decisi a sconfiggere i Borbone, il Parlamento inglese inviò una spedizione navale in soccorso dei coloni presenti sul suolo americano. L'arrivo delle truppe liquidò francesi e indiani, occupando il Québec, l'Havana, Gibilterra e i Caraibi spagnoli.
2. Quando il vice re del Bengala assaltò Calcutta nel 1756 la reazione dei mercenari ingaggiati dagli inglesi, fu spietata. In pochi mesi, le truppe inglesi ripresero Calcutta, sconfissero il vice-re e ilagarono nella regione. L'alleanza stretta con alcuni principi ostili all'impero mughal rese facile l'arrivo nel Carnatico con la missione di attaccare i.
porti francesi. La battaglia fu vinta facilmente dagli inglesi che con un attacco sia di terra sia di mare sconfissero i francesi nel 1761 conquistando il porto di Pondichérry. La dimensione col