Il declino inglese
A metà 800 finisce il dominio inglese e nasce un nuovo sistema: il capitalismo manageriale americano, che determina l’ascesa e il primato degli USA. L’Inghilterra ha continuato a crescere per tutto il 1800 (l’agricoltura ha lasciato il posto all’industria, che poi lo ha lasciato ai servizi), ma i tassi di reddito sono stati inferiori rispetto a quelli di altri paesi.
Ragioni del declino
- Inizio precoce dell’industrializzazione ha dato vantaggi ma anche svantaggi. Le macchine risentono dell’obsolescenza economica (non erano più efficienti e competitive), ma erano ancora funzionanti e bisognava prima usarle fino alla fine, per non andare in perdita.
- Le istituzioni non si rinnovarono: non si investe nell’istruzione (si rimane legati alle materie umanistiche piuttosto che quelle scientifiche); non si è adottato il sistema manageriale della grande impresa americana; lo stato non diventa uno stato a economia mista ma rimane uno stato minimale.
- La borsa non si rinnovo e gli investitori preferirono investire altrove; le banche furono troppo legate al finanziamento di attività internazionali piuttosto che quelle interne.
- La leadership e la politica coloniale inglese richiedevano costi, che diventarono poi ingestibili. Il ruolo di “poliziotto del mondo” obbligava l’Inghilterra a partecipare a numerosi scontri armati.
L'ascesa degli Stati Uniti
Il modello americano di industrializzazione discende direttamente da quello europeo e non presenta alcuna differenza per quanto riguarda ispirazione, ideali e valori di fondo. Presenta, invece, notevoli differenze nel contesto in cui si inserisce e nelle sue modalità di realizzazione.
Nella prima metà del 1800 c’è un’importante immigrazione verso il continente, che fa crescere la popolazione e quindi i capitali da investire.
Fattori istituzionali
- L’assenza di un passato di antico regime permette agli USA di saltare il passaggio da società feudale e monarchia assoluta a stato liberale.
- Nascono come stato liberale e adottano una costituzione liberale.
- Vengono tutelate la proprietà privata e l’impresa individuale.
La grande impresa americana
L’espansione del mercato americano è collegata all’espansione verso ovest e alla diffusione delle ferrovie. Proprio le ferrovie saranno la prima forma di grande impresa americana: l’estensione delle ferrovie richiedeva una divisione dei compiti, per garantire l’efficienza dell’attività.
La grande impresa, nata con le ferrovie, introduce l’impresa manageriale: al vertice c’è l’organo decisionale che decide le strategie, poi il resto è diviso per funzioni (l’imprenditore della prima rivoluzione inglese era un uomo che aveva il compito del bilancio, della gestione del personale, del marketing, etc.; la grande impresa prevede una divisione dei compiti).
La divisionalizzazione porta alla creazione di due modelli di organizzazione aziendale: il modello U-form e il modello M-form.
Il modello U-form
Il modello U-form si fonda sulla distinzione tra responsabilità operativa (chi esegue il lavoro: line) e quella strategica (chi organizza i lavori: staff). Nasce così una cultura gerarchica verticale, dove a capo c’è il centro operativo che dirige l’impresa. Tale struttura presenta l'inconveniente di essere poco flessibile in quanto tutte le decisioni sono assunte da un unico centro direzionale.
Il modello M-form
Con lo sviluppo della grande impresa c’è il passaggio da U-form a M-form. Tale modello prevede un decentramento della struttura dell'impresa attraverso la costituzione di divisioni o gruppi interni all'azienda ognuno dei quali è responsabile di un particolare settore. Si ha, così, una struttura multi-divisionale dove esiste un centro operativo, che ha il controllo e la visione strategica, e delle divisioni che si occupano di alcune funzioni dell’attività (c’è la divisione della contabilità, della commercializzazione, della gestione del personale…).
La supremazia americana
La supremazia americana era incontestabile già a partire dal 1913. Il suo apparato industriale produceva molto di più rispetto agli altri stati. Alla base di questa crescita c’è la trasformazione delle strutture tecniche e organizzative delle aziende che genera un processo di forte innovazione.
Gli USA, per via della loro politica isolazionista, non volevano il primato mondiale, tuttavia, sul piano politico c’era bisogno di espandere i mercati. Il sistema di produzione americano genera grandi agglomerati industriali, accompagnati a processi di internalizzazione della produzione dei prodotti; nascono così le integrazioni verticali (sviluppo di tutta la filiera produttiva) e orizzontali (integrazione con aziende simili).
Il nuovo sistema industriale americano permette la nascita delle corporation (la corporation, determinata dal sistema manageriale, genera la società dei consumi). L’impresa manageriale (la grande impresa) diventa una corporation quando si diversifica attraverso integrazione verticale o orizzontale.
Grazie alla spinta della concorrenza esercitata dalle corporation, i grossisti estendono la loro presenza su tutti i mercati possibili. L’istruzione delle persone diventa un fattore importante per l’affermazione del nuovo modello americano; si investe nella scienza applicata alla produzione, crescono le figure del manager e dell’ingegnere.
La nascita delle multinazionali
La grande impresa ha potuto affermarsi grazie a un processo di concentrazione economica, che ha portato alla fusione tra aziende. Il risultato delle fusioni fu che nei primi anni del 1900 erano sparite più di mille imprese ed erano nati i trust (sono accordi tra corporation, simili ai cartelli).
Si realizzano tanti trust per ragioni di ordine economico e tecnologico e per la caduta dei prezzi conseguente alla crisi di fine 800. I trust generano l’oligopolizzazione dei prezzi, mezzo attraverso il quale le imprese sono riuscite a frenare la caduta dei prezzi.
Le aziende tendono a fondersi per controllare il mercato, spartirsi le quote di mercato e fissare i prezzi, per garantire il ritorno degli investimenti. Le istituzioni, però, sono contro l’oligopolio: ad esempio attraverso lo Sherman Act, lo stato sanciva illegali gli accordi che limitavano la concorrenza.
Le grandi imprese, risultato dei processi di fusione, guardano all’estero per allargare il loro mercato e danno vita alle multinazionali; esse sono il modello M-form applicato al mondo e al mercato internazionale. La ragione che ha portato alla nascita delle multinazionali è che la domanda interna non riusciva più ad assorbire gli enormi volumi di prodotti ottenuti dall’apparato industriale.
Le modalità di internazionalizzazione dei trust furono: l’acquisto e la costituzione di aziende nel settore distributivo, le alleanze con concorrenti esterni e la creazione di filiali.
Gold standard
Alla fine del 1800 e i primi anni del 1900 ci sono stati altri mutamenti nelle relazioni economiche internazionali: l’enorme aumento della mobilità dei beni, del lavoro e dei capitali; l’evoluzione della finanza e il primo tentativo di creare un sistema monetario internazionale. L’industrializzazione ha prodotto un importante aumento del commercio internazionale, che precedentemente era tenuto a freno dagli alti costi di trasporto e dal basso potere d’acquisto delle persone; limiti che sparirono con le evoluzioni delle economie.
Con la diffusione dell’economia di mercato e la nascita dell’economia internazionale c’è bisogno di un nuovo sistema monetario, che regoli i rapporti finanziari tra gli stati. Il gold standard prevede un sistema a cambi fissi, cioè un rapporto prefissato tra oro e sterlina e sterlina e le altre monete (oggi non esiste più un sistema a cambi fissi ma è a cambi variabili). Per regolare il commercio internazionale si aveva come valuta di riferimento la sterlina, che veniva convertita in base alle riserve auree, e le altre monete facevano riferimento alla sterlina (non all’oro).
Il discorso sul gold standard si fonda sull’idea di:
- Moneta: è unita di valore (attribuisce valore a qualcosa). La moneta può svalutarsi o rivalutarsi e di conseguenza anche un bene si svaluta o rivaluta. Prima del gold standard, e quindi della fissazione dei prezzi, un bene poteva essere comprato a 10 o a 15, a seconda del venditore o del tipo di moneta che si usava. La seconda funzione della moneta è quindi regolare lo scambio. La moneta diventa così unità di valore e di scambio.
- Cambio: dal 1850 al 1919 è in vigore il gold standard; dal 1919 al 1931 si ha il gold exchange standard. La differenza tra i due è che alla sterlina si affianca il dollaro. Dal 1931 al 1943 non esiste più un sistema monetario internazionale; dal 1943 nasce il gold dollar standard, dove il riferimento è solo il dollaro e si ha un sistema di cambi fissi. Dal 1971 a oggi si ha un sistema di cambi variabili con al centro il dollaro.
Bilancia commerciale e bilancia dei pagamenti
Il sistema monetario ha bisogno di regole per controllare il mercato internazionale. Il gold standard ha a che fare con la bilancia commerciale e la bilancia dei pagamenti. La bilancia commerciale è il rapporto tra importazioni ed esportazioni; la bilancia dei pagamenti è il rapporto tra entrate e uscite.
Se le importazioni sono maggiori delle esportazioni si ha un deficit, che causa la svalutazione della moneta nazionale. Quando si creava questo deficit, gli stati iniziavano a pagare le importazioni direttamente con l’oro e, siccome le importazioni erano maggiori delle esportazioni, le riserve auree diminuivano fino a esaurirsi.
Per riavere l’oro era necessario comprare le sterline utilizzando la moneta nazionale, però stampando moneta nuova c’è più circolazione di soldi e per il teorema degli scambi fissi, se aumenta la circolazione di denaro aumentano i prezzi e si svaluta la moneta rispetto alla sterlina. Nel gold standard vale la teoria quantitativa della moneta, cioè che i prezzi sono direttamente proporzionali alla quantità di moneta in circolazione.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
-
Appunti di Storia Economica
-
Appunti di Storia economica
-
Storia economica - Appunti
-
Appunti Storia economica