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La battaglia del grano e la stabilizzazione della lira

L'Italia era costretta a importare le materie prime di cui era in difetto. Nel 1925 fu avviata la battaglia del grano per tentare di ridurre la dipendenza dalle importazioni. Questa puntò ad incrementare la produzione di frumento attraverso la bonifica integrale di molti terreni che consisteva nella normale bonifica idraulica più la creazione delle infrastrutture necessarie alle terre recuperate. Inoltre, impose alti dazi d'importazione. Anche se le importazioni continuarono ad aumentare e la domanda di valute estere per poterle pagare determinò un peggioramento del cambio della lira rispetto alle altre monete (la sterlina giunse a 133 lire). Nel 1927, il governo, ottenuto un prestito dal mercato americano, decise la stabilizzazione della lira, fissando il suo valore in oro in maniera tale che il cambio della sterlina raggiungesse la quota novanta. Le esportazioni furono scoraggiate mentre le importazioni erano sempre a prezzi più convenienti.

vantaggio per l'acquisto di materie prime e lo sviluppo industriale. Nel 1926 la Banca d'Italia divenne l'unica a poter emettere biglietti. Anche l'Italia ebbe così un unico istituto di emissione incaricato di assicurare la stabilità monetaria e di compiti di vigilanza sull'intero sistema bancario nazionale.

La crisi del '29

L'economia mondiale presentava alcuni squilibri fondamentali, utili a spiegare la crisi successiva. L'opportunità offerta dalla guerra e lo sviluppo della tecnologia fecero aumentare la produzione industriale. La mancanza di sbocchi alla fine del conflitto generò una sovrapproduzione cronica, che portò alla disoccupazione a livelli molto elevati. Inoltre, gli USA erano chiusi in un forte isolazionismo e rifiutavano di assumere il ruolo di leader dell'economia mondiale, svantaggiando così il commercio internazionale. Nel 1929 proprio in America si manifestò una grave

Crisi borsistica a cui fece seguito una depressione durata alcuni anni. Sull'onda dell'euforia anni 20, le banche cominciarono a concedere prestiti facili e le holding spinsero verso l'alto il valore delle azioni anche grazie a pratiche scorrette, come l'aggiotaggio. Ciò incoraggiò molti risparmiatori a investire il loro denaro, da cui prese corpo un'enorme speculazione.

Quando il prezzo delle azioni, ormai giunto a livelli elevatissimi, cominciò a scendere, si scatenò il panico: tutti si precipitarono a vendere i titoli azionari causando l'esplosione della borsa speculativa creatasi precedentemente, che portò alla crisi della borsa di New York nel 1929 giovedì 24/10 e martedì 29/10.

La depressione negli Stati Uniti e in Europa

In un'economia affetta da numerosi squilibri, la speculazione borsistica portò all'aumento della domanda con un conseguente aumento della produzione, e, successivamente,

per via della crisi, al suo crollo e quindi alla mancanza di sbocchi per le merci prodotte, che determinò una crisi di sovrapproduzione. Molte fabbriche chiusero e la disoccupazione fu dilagante. Le banche non riuscirono a recuperare i loro prestiti, perciò fallirono a migliaia e il governo dovette intervenire per salvare le banche più solide, sottoponendo la borsa al controllo di un apposito ente, la SEC (Security Exchange Commision). La depressione si diffuse dappertutto a causa degli scambi internazionali e del ruolo predominante che quel paese aveva nell'economia mondiale. Inoltre, molti capitali americani erano stati investiti in Europa, soprattutto in Germania. Anche l'agricoltura fu colpita, con conseguente crollo dei prezzi. Negli anni 1929-32 la produzione industriale calò del 38%; Pil pro-capite -29%. Il Paese europeo più colpito fu la Germania, dove la crisi assunse un carattere bancario. La Repubblica di Weimar si dimostrò fragile e

instabile dal punto di vista politico e soprattutto economico per lo stretto legame che si era venuto a creare tra banche e imprese. Inoltre, dopo il crollo di Wall Street il richiamo dei capitali che erano stati prestati alla Germania aumentò notevolemente per timore che la crisi si potesse estendere. I tedeschi ebbero difficoltà a pagare, e gli stati vincitori non volevano rinunciare alle riparazioni per pagare i debiti interalleati; tuttavia, i Tedeschi furono salvati dalla "moratoria Hoover".

22 LE POLITICHE CONTRO LA DEPRESSIONE

22.1 Il deficit spending

I Paesi più colpiti dalla depressione adottarono quasi tutti politiche ispirate ai principi keynesiani che prevedevano un maggiore intervento dello Stato in economia. Tuttavia, ciò avvenne con ritardo perché essi erano fortemente legati alle concezioni economiche liberali. Per contrastare la diminuzione dei prezzi, ricorsero tutti a un inasprimento della politica protezionistica, soprattutto

gliStati Uniti, che aumentarono i dazi d'importazione in media al 60%, provocando reazioni di rappresaglia da parte degli altri paesi. Gran Bretagna, Francia e Giappone incrementarono gli scambi con i loro possedimenti e cercarono di far fronte alla crisi stringendo rapporti commerciali più intensi all'interno delle aree che controllavano. I governi si convinsero con ritardo che era necessario sostenere la domanda globale dei prodotti, sia interna che internazionale. La domanda interna aumentò con la politica del deficit spending, che si rifaceva alle teorie di Keynes, ricorrendo all'indebitamento per sostituire la domanda privata con quella pubblica. Vennero fatti grandi lavori pubblici, che assicuravano un salario ai lavoratori e dati assegni famigliari, sussidi di disoccupazione e altre provvidenze. 22.2 Le svalutazioni competitive Il sostegno alla domanda interna non bastava, perciò fu necessario stimolare anche la domanda estera. Questo fu possibile con

le svalutazioni competitive, vale a dire un ribasso dei prezzi espressi in valuta estera attraverso la svalutazione della propria moneta. Tutti i paesi svalutarono le proprie monete e uscirono progressivamente dal gold exchange standard:

  • 1931 Inghilterra, che era stata sottoposta a pressioni dagli altri paesi che avevano deciso di cambiare in oro le riserve che detenevano in sterline. La domanda di sterline diminuì e la moneta inglese perse il 30% del suo valore.
  • 1934 USA, il dollaro fu svalutato del 41% e la moneta statunitense fu dichiarata inconvertibile.
  • 1935-36: Francia, Italia, Belgio

Alla fine, tutte le monete erano state svalutate e nessuno godeva dei relativi vantaggi. Alla vigilia della WWII non esistevano più monete convertibili in oro. Si tornò sostanzialmente al punto di partenza. Le svalutazioni non furono in grado di dare un consistente impulso agli scambi internazionali. Decretarono però la fine del gold exchange standard, e ormai i biglietti di

bancaavevano definitivamente sostituito la moneta metallica.

L'intervento statale negli Stati Uniti: il New Deal

Si presentò una forte ripresa dell'intervento dello Stato nell'economia. Negli Stati Uniti si seguì il New Deal del nuovo presidente Roosevelt, che prevedeva una serie di misure in diversi campi:

  • Nel settore industriale, fu approvata una legge, il Nira (National Industrial Recovery Act). Si favorì la concentrazione di imprese per diminuire i costi, e si fissarono per ogni ramo industriale dei codici, che fissavano i prezzi, i salari e l'orario di lavoro. Lo scopo era quello di rilanciare l'attività produttiva ed evitare la sovrapproduzione.
  • Nel settore agricolo, il governo ritirò le eccedenze dal mercato e concesse sussidi a chi riduceva le terre coltivate, nonché un'indennità a chi lasciava i propri campi a maggese o vicoltivava leguminose.
  • In campo bancario, una legge pose fine alle banche miste,

E stabilirò una netta distinzione fra banche commerciali e banche d'investimento. Venne creato un piano di sviluppo della valle del Tennessee, mediante la creazione di un ente federale, la Tennessee Valley Authority (TVA), e fu avviato un vasto piano di lavori pubblici.

L'intervento statale nei paesi europei:

  • La Gran Bretagna incoraggiò fusioni di imprese e razionalizzazione dei settori in crisi, come le fabbriche nelle zone depresse. Per combattere la disoccupazione, il governo incentivò con sussidi la creazione di fabbriche nelle zone depresse.
  • La Francia puntò su un incremento dei salari, in seguito agli accordi fra imprenditori e lavoratori promossi dal governo del Fronte Popolare. La riduzione della settimana lavorativa e la politica di grandi opere pubbliche avevano lo scopo di ridurre la disoccupazione e fornire potere d'acquisto ai lavoratori.
  • La Germania ebbe un nuovo governo nazista di Adolf Hitler, il quale introdusse i piani quadriennali:

Il primo piano prevedeva la riduzione della disoccupazione mediante l'avvio di lavori pubblici e favorendo la concentrazione industriale; il secondo piano, invece, puntò sulla realizzazione dell'autarchia, ovvero dell'autosufficienza economica, ma con il reale obiettivo del riarmo della Germania.

In Italia, l'intervento dello Stato era particolarmente deciso e si orientò verso l'autarchia. L'industria vide una concentrazione e varie forme di consorzi e di intese per ridurre concorrenza e costi di produzione. Vennero realizzate numerose opere pubbliche, concessi assegni familiari ai lavoratori e ampliate le assicurazioni sociali. Le banche miste sostennero il processo di concentrazione.

Le principali banche si trovarono sull'orlo del fallimento, perciò vennero salvate dallo Stato. Nel 1933, venne costituito l'Iri (Istituto per la ricostruzione industriale) che assunse le partecipazioni industriali possedute dalle banche salvate.

L'obiettivo dello Stato era risanare e rivendere a privati, ma non vi riuscì perciò dovette conservare i pacchetti azionari e costituire diverse holding per gestirli. Nel 1936 venne fatta una legge bancaria, che pose fine alla banca mista, e riorganizzò la Banca d'Italia.

I germi della Seconda guerra mondiale erano contenuti nei trattati di pace della Prima guerra mondiale. Molto più della prima, questa fu una guerra "mondiale". Questa provocò danni enormi, specialmente a causa dei bombardamenti che distrussero città, porti e impianti industriali.

Questa volta la guerra fu preparata e scoppiò nel 1939, dopo l'invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche. Visto l'accaduto, Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania. Tra il 1940 e il 1941 Russia e Stati Uniti si schierarono contro la Germania mentre Italia e Giappone invece si allearono con essa. Nel 1945 la guerra si concluse.

Determinante fu

la capacità produttiva dei belligeranti e la produzione industriale crebbeen
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
125 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher TamaraSolinas di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Gregorini Giovanni.