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PALMANOVA:

è una città progettata in pianta radiale, la cui fortezza viene utilizzata come caposaldo militare per

difendersi dall'invasione dei Turchi. Diverse maestranze artistiche vengono coinvolte nella sua

costruzione. La città è descritta come un sogno, raccontato al committente: è una città di forma

circolare, a pianta stellare, orientata secondo la Rosa dei Venti, con al centro una piazza rettangolare e il

Palazzo Pubblico. VIGEVANO

La città viene fondata dagli Sforza e diventa parte del ducato di Milano. È Ludovico il Moro a

trasformarla in un centro urbano, nonostante non sia sede vescovile.

Verso la fine del 1400, egli promuove un importante intervento urbanistico: il Castello e la chiesa sono

già presenti, ma si propone di sistemare la piazza medievale, che fino ad allora era priva di un assetto

coerente.

La nuova piazza assume una forma rettangolare con proporzioni 1:3, circondata da portici continui.

Al 2° piano si aprono finestre, mentre sopra si trova il sottotetto. I portici si estendono anche lungo le

strade che conducono alla piazza, chiudendo visivamente gli accessi, anche nei punti in cui le vie si

immettono nella piazza. La chiesa è collocata su uno dei lati corti.

Ludovico desidera creare uno spazio ispirato all’antichità, arricchito da decorazioni ad affresco sotto i

portici. Il progetto, affidato a Bramante, si ispira ai principi del trattato dell’Alberti: secondo questi, nei

punti d’ingresso alla città si dovrebbero costruire archi trionfali.

In questo caso, però, l’arco resta solo su carta, senza essere realizzato.

ROMA

Sotto il pontificato di Papa Giulio II (1503-1513) avvengono importanti trasformazioni urbane:

completa l’asse viario, che collega il Vaticano a Trastevere;

 porta a termine via Giulia, che si collega al Campo Marzio, lungo la quale viene costruito il Palazzo

 dei Tribunali, progettato da Bramante.

Dopo la morte di Giulio II, il successore Leone X (1513-1521) prosegue con nuove opere:

riorganizza la Basilica di S. Pietro, basandosi sul progetto di Raffaello, che però non verrà mai

 realizzato;

fa costruire la Chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini;

 progetta il palazzo privato di famiglia, situato tra Piazza Navona e il Pantheon, dove sorge ancora

 oggi il Palazzo Madama (di Sangallo);

realizza 2 strade su Piazza del Popolo, che formano un cannocchiale prospettico, e una 3° strada per

 completare un tridente con le altre 2.

ARCHITETTURA RINASCIMENTALE IN EUROPA

FRANCIA

La Francia assimila sia le innovazioni artistiche provenienti dall’Italia del 1400, che il linguaggio

architettonico classico, rielaborandoli per innovarli.

Il 1° contatto diretto con l’Italia si verifica con l’occupazione francese di Milano, che dà inizio ad uno

scambio di maestranze e competenze.

Fra Giocondo soggiorna per un periodo a Parigi, dove costruisce un ponte che sarà demolito.

Durante il regno di Francesco I (1515-1557) la presenza di importanti artisti, come Leonardo Da Vinci e

Serlio, contribuisce fortemente allo sviluppo culturale francese.

La 1° fase di questo processo è contraddistinta da una fusione del linguaggio tardo-gotico con quello

antico, visibile soprattutto nell’architettura dei palazzi reali ispirati ai Châteaux.

Nel Rinascimento la corte francese è ancora itinerante; tuttavia, con la Ristrutturazione, i nobili iniziano

a destinare una parte dei loro palazzi alla permanenza del sovrano: si tratta di strutture inizialmente

fortificate con bastioni e un solido mastio centrale, che vedranno successivamente la progressiva

eliminazione di questi elementi difensivi.

CASTELLO DI BLOIS (ala di Francesco I, 1515-1524):

CASTELLO DI CHAMBORD (di Domenico di Cortona (1519-1526), 1537-1550):

è un allievo di Giuliano da Sangallo.

L’impianto del castello è quello tradizionale a croce greca, caratterizzata da un mastio centrale e da una

scala tortile (elemento che compare nel trattato palladiano).

La struttura esterna dell’edificio unisce sia elementi della tradizione architettonica francese, come i tetti

spioventi, con quelli della cultura italiana, come le paraste decorative. Le 2 tradizioni costruttive si

distinguono nei materiali e nelle tecniche: in Francia si adotta la stereotomia (ovvero il taglio delle

pietre, in particolare nel salone centrale), mentre in Italia prevale l’uso del laterizio intonacato.

Progetto per l’HOTEL “LE GRAND FERRARE” (di Serlio, Fontainebleau, per Ippolito d’Este, 1541-

1548, oggi non più esistente):

CASTELLO DI ANCY-LE-FRANC (Borgogna, 1541-1550):

la sua costruzione è connessa alla presenza di Serlio in Francia, il cui trattato comincia a essere

pubblicato nel 1540. Destinata ad un funzionario del re di Francia, la residenza ospita gli alloggi privati

del proprietario e l’appartamento reale.

In questa architettura si supera lo schema tradizionale francese: il cortile è circondato da edifici bassi,

con torri posizionate nei 4 angoli e un mastio centrale. La pianta è quadrata, con un’organizzazione

innovativa e regolare; ai lati si trovano corpi di fabbrica quadrangolari (richiamano soluzioni italiane,

simili a quelle della Villa di Poggioreale a Napoli, illustrata da Serlio).

Il prospetto si articola su 2 livelli, dove si alternano ordini architettonici classici.

Un Arco di Trionfo incornicia l’arcata, mentre l’intera facciata segue la campata ritmica (come nel cortile

del Belvedere di Bramante).

Le paraste poggiano su piedistalli e si impiegano 2 ordini: corinzio e composito.

Il tetto a spioventi si sviluppa verticalmente, accentuando l’altezza dell’edificio.

L’introduzione del linguaggio classico degli ordini da parte della monarchia francese assume una

valenza simbolica: diventa uno strumento per rafforzare l’identità e l’unità nazionale.

COUR CARRÈE, CASTELLO DEL LOUVRE (di Pierre Lescot (1510-1578), 1546-1558):

la struttura assume una forma quadrangolare con una corte interna e una torre circolare, segnando la

trasformazione dell’antico impianto medievale. Inizialmente viene progettata solo un’ala del Louvre, ma

su richiesta di Francesco I si procede con un ampliamento.

Questo intervento funge da punto di riferimento per le architetture successive.

Nel 1528 si assiste alla demolizione del mastio noto come “Don John”.

Per la nuova residenza reale viene coinvolto Serlio, che propone un progetto impostato su una

sequenza di grandi cortili quadrati alternati a corpi edilizi, con facciate articolate su 3 livelli:

1° livello: arcate inquadrate da paraste e semicolonne;

• 2° livello: finestre a edicola, con elementi di simmetria e autonomia compositiva;

• 3° livello: piano attico, elaborato dal punto di vista plastico, con decorazioni in bassorilievo.

Particolarmente significativa risulta la forza plastica delle decorazioni architettoniche in pietra.

A partire dal 1547 comincia a circolare in Francia la traduzione del trattato di Vitruvio, pubblicata per la

1° volta in quell’anno.

Philibert de l’Orme (1514-1570), grazie al soggiorno a Roma nel 1530, entra in contatto con gli artisti

italiani e le loro opere. Il suo stile si distingue per la fantasia e la sperimentazione: utilizza gli elementi

dell’architettura classica reinterpretandoli liberamente per sviluppare soluzioni nuove e personali.

CASTELLO DI ANET (1547-1552):

commissionato dalla corte, è destinato all’amante del re e il suo apparato decorativo è ricco di

riferimenti simbolici a Diana.

L’edificio viene costruito su una struttura preesistente, con una pianta ad ali, che si apre su una 1° corte,

in fondo alla quale si trova la residenza, accessibile tramite un portale articolato.

Ai lati si collocano la cappella e un ampio giardino sul retro.

Il complesso è fortificato da bastioni ottagonali e circondato da fossati.

Nel 1548 Philibert è nominato sovrintendente dei cantieri reali: progetta il corpo centrale del castello

su 3 livelli sovrapponendo archi trionfali, ma variando le caratteristiche degli ordini ad ogni piano.

Nei corpi laterali compaiono sarcofagi che nascondono i camini. La composizione con 3 archi è ispirata

alla demolita Accademia di Belle Arti e prevede l’uso dei 3 ordini classici: dorico, ionico e corinzio.

La cappella fonde una pianta a croce greca ad una struttura interna circolare. Le cappelle terminano con

absidi ad arco di cerchio. Sopra la base quadrata, che comprende scale e ambienti di servizio, si eleva

una cupola emisferica cassettonata, sostenuta da un tamburo cilindrico, senza l’uso di pennacchi.

I cassettoni sono ripresi anche nella decorazione del pavimento.

Nel 1567 Philibert pubblica “Le premier tome de l’Architecture”, in cui espone la sua visione teorica:

secondo lui, lo spirito con cui gli antichi avevano creato gli ordini classici implicava anche la possibilità

di idearne di nuovi. Partendo da questa idea elabora un ordine originale, ispirato al dorico, ma con

modifiche personali: il capitello mantiene l’echino, mentre la trabeazione è semplificata e decorata con

triglifi che richiamano la forma delle foglie.

Questo nuovo ordine è stato impiegato nel progetto dell’edificio delle Tuileries, poi demolito.

SPAGNA

Si sviluppa un forte legame tra l’Impero spagnolo e l’Italia, dovuto ai possedimenti spagnoli in territorio

italiano. Questa connessione favorisce lo scambio culturale e la diffusione delle innovazioni

architettoniche italiane in ambito iberico, generando influenze e contaminazioni artistiche reciproche.

PALAZZO DI CARLO V (di Pedro Machuca (1490-1550), Alhambra, Granada, 1527):

l’edificio viene costruito per un re durante il dominio musulmano in Spagna, in un contesto che

conserva ancora forti caratteristiche islamiche.

Pedro Machuca, pittore spagnolo, si trasferisce a Roma nel 1550, dove ha la possibilità di frequentare

le botteghe di pittura di artisti come Peruzzi e Raffaello.

Il palazzo presenta un corpo di fabbrica quadrato, con un cortile centrale circolare (un’impostazione che

richiama quella di Villa Madama di Raffaello, rimasta incompiuta). Uno spazio di forma ottagonale funge

da collegamento tra il nuovo edificio e le strutture già esistenti dell'Alhambra.

Questo tipo di impianto verrà ripreso da Martini nel suo trattato.

L’area che circonda il cortile è progettata secondo i principi dell’architettura antica, senza archi, e si

sviluppa su 2 livelli:

1° piano: colonne doriche libere sostengono una trabeazione rettilinea con metope e triglifi;

• 2° piano: colonne ioniche sorreggono una trabeazione.

Anche il prospetto esterno è distribuito su 2 livelli: il 1° è caratterizzato da colonne doriche e bugnato

scandito da paraste (con riferimenti stilistici all&rsq

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Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

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