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IL RINASCIMENTO
Il rinascimento è il periodo storico che si estende dagli inizi del’ 400 fino alla fine del ‘600, ed è il periodo che ha
plasmato il mondo in cui viviamo oggi. È il periodo di Petrarca, il periodo di chi studia ciò che resta del mondo
antico, che anima gli artisti e i letterati. La parola rinascimento viene coniata nell’’800, nonostante si parlasse già
nel ‘400-‘500 di “età di renovatio”, di rinnovamento. Lo stesso Giorgio Vasari, che a metà del ‘500 scrisse della
vita degli artisti, da Cimabue a quelli della sua epoca, usa questa parola, una parola concetto già fortemente
presente nella mente degli artisti e degli umanisti dell’epoca.
umanesimo,
L’altra grande parola di questo periodo è proprio parola che deriva dall’espressione studio
umanitatis. La parola entra in uso perché l’interesse per il passato e per la cultura del mondo antico nasce in
ambito letterario e filosofico. Lo studio del passato è inteso come passaggio necessario per fare della nuova
cultura, perché la concezione è quella per cui il mondo antico funge da fondamenta per la nuova conoscenza.
A questo si associa anche uno sguardo negativo nei confronti del periodo che segue all’età classica, ovvero del
medioevo, che è considerata un’età barbara, in cui la conoscenza del mondo culturale antico era stata persa o
distrutta.
Petrarca riscopre i testi antichi e comincia a studiarli, e in un testo di Cicerone proprio l’espressione “studia
umanitatis”. Verrà quindi creata una nuova disciplina, la disciplina filologica, che ha il compito di studiare i testi
provenienti dal mondo antico conservati nei monasteri, per cercare di ricostruire i testi originali. Sulla base di
queste conoscenze uno dei filologi si inizierà a scoprire che alcuni testi erano falsi. Per esempio, si scopre che
la Donazione di Costantino sia in realtà un falso. Questo atteggiamento sarà perseguito anche nel mondo
dell’architettura, dove in primis viene ristudiato con occhi diversi il De Architectura di Vitruvio, dove le forme
architettoniche descritte da Vitruvio vengono considerate non solo sul manuale, ma anche vedendo quello che
resta delle architetture del mondo antico. Importantissimo diventa, per questo motivo, il tema del disegno, inteso
come strumento di conoscenza attraverso cui poter prendere appunti e poter analizzare in un secondo momento
l’architettura. Il passaggio che determina il mondo moderno quindi è da un lato il riconoscimento della tradizione
antica, ma anche una coscienza del presente. Si viene a creare una sorta di coscienza storica che riconosce la
discontinuità con il passato.
Nel corso del rinascimento avremo la nascita dell’architetto e dell’ingegnere, termini che indicano ancora la
stessa figura.
La conoscenza del mondo antico permette la formulazione di un nuovo modo di fare architettura. È da questo
periodo che nasce la divisione in 5 ordini architettonici fondamentali. Ma oltre allo studio del mondo antico,
vengono anche gettate le basi e vengono messe a punto le rappresentazioni in prospettiva lineare, ovvero uno
strumento la rappresentazione della profondità sul supporto bidimensionale.
FILIPPO BRUNELLESCHI
Firenze, 1377-1446
La figura di Brunelleschi incarna una svolta in ambito artistico, non solo architettonico. Ha avuto a che fare con
l’edilizia fin da giovane, grazie al padre che era un notaio, molto probabilmente inserito all’interno dell’elite
fiorentina. Ciò gli aveva permesso quasi sicuramente un’elevata formazione, e quindi di conoscere il latino e di
costruire solide conoscenze matematiche, anche se della sua vita abbiamo ben pochi dettagli. Una delle poche
cose che sappiamo per certa è la sua iscrizione alla Matricola dell’Arte degli Orafi. Gli orafi in origine non erano
coloro i quali studiavano la lavorazione dell’oro o dei metalli preziosi per la realizzazione di gioielli, bensì coloro
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i quali si occupavano della lavorazione di qualsiasi metallo. Uno dei suoi primi lavori ha riguardato proprio la
realizzazione, in metallo, delle metope decorative da affiggere all’interno della porta del monastero di Firenze.
Tipico degli artisti del rinascimento è lo studio delle rovine antiche per comprendere le tecniche costruttive degli
antichi. Per fare ciò Brunelleschi usava il disegno: rilevava le rovine antiche, le misurava e cercava di creare dei
modelli formali per sviluppare un suo linguaggio.
Fino ad ora, nella nostra analisi della storia dell’architettura abbiamo parlato di artefici e progettisti, e non di
architetti, che sono apparsi soprattutto parlando di periodo romanico e gotico, perché nella trattazione
precedente è difficile anche imbattersi in un nome. Da adesso in poi studieremo gli autori e le loro opere. Questo
perché le figure degli artisti assumono una rilevanza molto forte, e diventano centrali per lo sviluppo artistico.
In questo periodo si conosce la messa a punto di un sistema prospettico perfettamente costruito, permettendo
di rappresentare sulle 2 dimensioni le alterazioni di altezze e dimensioni che si osservano nella realtà man mano
che aumenta la profondità. L’uso della prospettiva entra in modo molto forte nella pratica degli architetti. In
questo contesto infatti il disegno, non solo quello prospettico, diventa importante per la formazione dell’artista e
dell’architetto, che deve conoscere il mondo antico. Il disegno diventa indispensabile per acquisire conoscenza
del mondo antico, creando dei repertori formali e spaziali, utili nel momento della progettazione dei nuovi edifici.
Firenze, Cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, 1418-1436 Le opere più importanti su cui Brunelleschi
è chiamato a misurarsi sono opere che riguardano i cantieri pubblici e i cantieri finanziati dall’elite della repubblica
Fiorentina. Nel 1417-18 si trova a Firenze, e coincide con il periodo in cui viene bandito un bando per
l’assegnazione del cantiere della cupola del duomo. La cupola era rimasta in sospeso perché il cantiere metteva
a dura prova le capacità tecniche del tempo, principalmente perché si trattava di un’apertura di 45 metri di
diametro, con un punto di imposta alzato con un tamburo alto 13 metri, che aveva portato il punto di imposta a
50 metri. Il problema consisteva nella realizzazione delle centine. A questo bando parteciparono diversi artefici
fiorentini, come Ghiberti e tra gli altri Brunelleschi, che presentò una propria relazione scritta, in cui proponeva
un sistema costruttivo che richiedeva degli accorgimenti di cantiere, ma che avrebbe permesso alla cupola di
autoreggersi durante la costruzione, grazie a sistemi strutturali e costruttivi che permettevano alle calotte murarie
di rimanere in piedi senza il bisogno di centine. La soluzione adottata da Brunelleschi è una cupola a spicchi a
sproni,
sesto acuto rialzato. Da questa struttura Brunelleschi individua gli contrafforti che occupano l’intero
spessore interno della cupola, alternati a strutture murarie secondarie, raccordate attraverso gli archi murari, che
contraffortino la struttura fino al serraglio in cima, che chiude il sistema strutturale. La cupola è a doppia calotta,
in quanto gli spicchi, tra uno sprone e l’altro, sono costituiti da elementi murari più spessi all’interno, mentre
all’esterno dei laterizi proteggono la struttura dalle intemperie. Questo permette a Brunelleschi di ricavare dei
camminamenti interni che permettono di raggiungere la zona della lanterna. Il piano d’imposta viene realizzato
in pietra, mentre per la cupola vengono utilizzati mattoni disposti a spina di pesce, per fare in modo che questi
non scivolassero nel momento della posa. Gli sproni angolari sono visibili all’esterno, e sono caratterizzati da
una finitura in pietra. Le vele della cupola sono coperte da tegole.
Rispetto alla cupola del Pantheon, che sicuramente è stata usata come riferimento sia dall’elitè committente che
da Brunelleschi, la tecnica costruttiva è completamente diversa. Basti pensare che all’interno della cupola del
cerchiature,
Brunelleschi sono presenti delle ovvero delle catene che corrono attorno alla struttura della cupola
a diverse altezze per contenere le spinte laterali. Forse più che il Pantheon, a costituire un riferimento e
un’ispirazione per l’opera del Brunelleschi sono state le cupole nervate delle rovine romane, come quelle del
tempio di Minerva Medica.
È un cantiere di grande sperimentazione, eseguito in tempi rapidi, perchè intorno al ‘36 la struttura era
completata a meno della lanterna superiore. Un progetto in cui si sono sperimentate anche nuove tecniche e
macchine di cantire, realizzate dallo stesso brunelleschi appositamente per questo progetto. Non abbiamo
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ancora chiarito il sistema di tracciamento geometrico utilizzato per fare in modo costruire nel modo corretto,
specialmente per quanto riguarda la curvatura degli sproni e delle vele.
Lanterna della cupola: Al termine del 1436 mancava la lanterna. Con la fine della realizzazione della lanterna,
ultimata nel 1472, la cupola raggiunge i 115 metri.
Firenze, Spedale degli Innocenti, iniziato nel 1419, inaugurato nel 1445 Completata la cupola di Santa Maria del
Fiore, viene coinvolto in altri cantieri, in cui inizia a sviluppare le forme del proprio stile basate sulle architetture
antiche. La prima opera in cui Brunelleschi è chiamato a realizzare un edificio completo è lo Spedale degli
Innocenti (orfanotrofio). Gli ospedali non erano luoghi di cura, ma erano luoghi di ospitalità per persone
bisognose, e questa struttura si inseriva in una tradizione di edifici nata nel medioevo. Sostanzialmente
consistevano in un edificio realizzato attorno ad un grande chiostro all’interno, attorno al quale si disponevano
tutti gli spazi. Come in altri casi di interventi caritatevoli, la committenza poteva essere di carattere privato,
della seta,
provenienti da fondi lasciati prima di morire, ma in questo caso partiva dall’arte una delle corporazioni
delle arti in questo momento storico. Brunelleschi è incaricato di redigere il progetto e seguire il cantiere,
nonostante progressivamente se ne allontani perché si troverà a seguirne altri contemporaneamente. L’edificio
si collocava in una piazza su cui insisteva la chiesa della Santissima annunziata. La realizzazione dell’ospedale
porterà alla fine del ‘600 alla completa urbanizzazione della piazza, con portici su tutti i lati della piazza, con un
portico simmetrico a quello di Brunelleschi al lato opposto.
Il grande portico in facciata è realizzato su un podio rialzato, nonostante la gradinata che lo percorre lungo tutta
la sua lunghezza sia realizzata in un secondo momento. Gli archi a tutto sesto riprendono una tradizione già