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C
esareBeccaria(1738-1794)
Le teorie dell’Illuminismo si applicano principalmente alle questioni penali, in questo ambito il
massimo esponente della corrente è Cesare Beccaria, il quale pubblica l’opera “
D
ei delitti e delle
pene
”chediventaillibrogiuridicopiùlettodelmondo.Ilsuccessodell’operasihaperdiversimotivi,
tra cui il fatto di aver utilizzato un linguaggio semplice e non tecnico, oltre ad essere diretto ed
esplicito nell’accusare i problemideldirittopenale.LeideeprevalentinelpensierodiBeccariasono
rappresentateda:
➢
ideologia utilitaristica → Il diritto penale è l’arma più forte e pericolosa che lo Stato ha a
disposizione in quanto agisce sulla vita dell’imputato, per questo deve essere adoperato
cautamente:ildirittopenalenonèlasempliceirrogazionediunasanzionepunitivamaèuno
strumentochedeveessereutilealloStato.
➢
ideologia umanitaria → Il dirittopenaledeveessereconformealsensodiumanitàequesto
comporta l’abolizione della tortura e della pena di morte. Per quanto riguarda la tortura,ci
sonoduetipidigiudizio:inparticolare,ilmodellodiffusoprimadelSettecentoeraquellodel
sistema delle prove legali, il quale si contrappone al sistema del libero convincimento del
giudice. Il sistema delliberoconvincimentoprevedecheilgiudicesialiberodiesaminarein
manieraautonomaleproveedeciderequalisianolemaggiorielepiùutiliallarisoluzionedel
caso; invece il sistema delle prove legali consiste nel basare il giudizio su prove acquisite
mediante diversi mezzi e disposte in un ordine gerarchico che prevede chegliindizisiano
meno importanti delle testimonianze, le quali a loro volta sono meno importanti delle
confessioni.Senoncisonoleprovepercondannarel’imputatoilgiudicepuòcomminareuna
sanzione extra ordinem, ovvero inferiore rispetto alla pena prevista, oppurre ottenere una
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c
onfessione tramite tortura. C’è la convinzione che la verità storica sia radicata nel corpo
fisicodell’imputatoequindiprovocandodolorealcorposiestorcelaverità,mal’animarimane
pura(baseteologicainerenteallacrocifissionediCristo),perquestomotivolatorturanonpuò
portareallamorte.Latorturaèregolatadavarienormecheprevedonodellefasibenprecise:
la prima fase è dedicata alla visione da parte dell’imputato del mezzi di tortura, se non
confessainquestasituazionesipassaallasecondafaselaqualeprevedel’iniziodellatortura
a fini confessori. I giuristi tuttavia sanno che la tortura potrebbe portare l’imputato ad
ammetterecosenonverealfinedifarcessaregliattiviolenti,quindistabilisconochequando
l’imputato confessa devono passare ventiquattro ore e poi la confessione deve essere
ratificata, senonvieneratificatadeveessereripetutalatortura,finoadaltraconfessione,la
tortura può essere svolta massimo per tre volte, poi il giudice può comminare la sanzione
minoreoassolverel’imputato.
➢
ideologia proporzionalistica → lesanzionidevonoessereproporzionaliallagravitàdelreato
commesso, questo concetto era stato perso nel periodo precedente, infatti molti reati
venivanopuniticonlapenadimorteequindiperdimostrarecheunreatoerapiùgravedialtri
si ricorreva a metodi diversi di esecuzione della pena capitale, per esempio per mezzo di
cavalli che trainano il corpo. Secondo Beccaria se una pena è sproporzionataedisumana
non si sviluppa un senso di rispetto delle norme da parte dei cittadini, ma la volontà di
ribellione nei suoi confronti in quanto lo Stato viene visto come un tiranno e questo porta
all’inutilità del diritto penale per il potere. Al contrario, pene proporzionalieumaneportano
un’utilitàalloStatoinquantosisviluppaunsensodirispettodelleistituzioniedellenorme.
Letreideologiedevonofunzionareinsieme:unapenautilealloStatoècontemporaneamenteumana
etrovaunaproporzionetrareatoesanzione.
Nel prologo dell’opera, Beccaria sostienelastessatesidiMuratoriedinparticolarecheleleggidel
diritto comune siano una cloaca dei secoli peggiori. Nel paragrafo 27 “
D
olcezza delle pene
” si
sostienechelacertezzadellapena,seppurmite,haunamaggioreefficaciadellaprevisionedipene
crudeli ma che portano la speranza dell’impunità perché poco applicate. Sapere che la sanzione
arrivasempreedintempibrevi,farisultaresconvenientedelinquere,ancheselapenanonprevede
fatti atroci. Inoltre,seloStatocontinuaadapplicarepenedisumanesemprepiùterribili,icittadinisi
abituanoatalicrudeltàenonserviràpiùtrovarepenepiùsevere.
Il primo Stato ad applicare le teorie di Beccarie e ad abolire la pena di morte è il Gran Ducatodi
ToscanagivernatodaLeopoldo,conlaleggeLeopoldina.
Cesare Beccaria vuole persuadere i sovrani del fatto che la pena di morte sia sproporzionata,
disumana ma soprattutto inutile; infatti, l’unico modo per abolire questa pena è quello di renderla
inutile agli occhi di chi la applica. Per convincere il sovrano il giurista utilizza argomentazioni
filosoficheegiuridiche.Eglipartedaunadomandafilosoficasulfondamentodelpoterepunitivodello
Stato: se la società ed il potere sono fondate su uncontrattosociale(teoriedelgiusnaturalismo)e
questo contratto non può prevedereiltrasferimentodidirittichelepartinonhanno,l’individuoinsé
non ha il diritto di togliere la vita, quindi non potrebbe nemmenotrasferirequestodirittoalloStato.
Secondo Beccaria, quindi la pena di morte non è un diritto,maèunaguerradellanazioneconun
cittadino, perchégiudicanecessariaoutileladistruzionedelsuoessere.Beccariagiustificalapena
capitalesoloinduecasi,cheimplicanolarotturadelcontrattosocialeedilritornoallostatodinatura:
quandolavitadiuncittadino,ancheprivodilibertà,