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L'ESPOSIZIONE DI PARIGI DEL 1925

"Quello che vedrete è la ricerca di un linguaggio moderno, anche se è difficile per voi accettarlo"

È proprio nella cornice della Parigi degli artisti decoratori che nel 1925 si tiene l'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne.

L'idea dell'Esposizione viene dopo il Salon d'Automn del 1910 in risposta all'Esposizione in Germania, per riguadagnare posizione sul mercato e promuovere le produzioni francesi. Ancora però in Francia non c'erano le condizioni per mettere in piedi un'Esposizione Internazionale, e così viene rimandata di qualche anno, attesa che poi aumenta ulteriormente con l'arrivo della I Guerra Mondiale.

La proposta fatta nel 1911, che viene poi ribadita nel 1925, era che ci fossero oggetti moderni, non copie di oggetti antichi. Inoltre, sempre seguendo l'esempio tedesco, si stabilisce la denuncia del nome del progettista.

fatto però questo non viene poi mantenuto perché, a differenza della Germania in cui c'è un'industria produttrice, in Francia abbiamo solo attività laboratoriali di cui si sa il proprietario che è anche il progettista. A questa Esposizione non partecipano alcuni Paesi: Germania perché non voluta dai Francesi (la Francia teme l'industria tedesca e cerca in tutti i modi di affossarla), Stati Uniti perché ritengono di non avere un'arte decorativa rappresentativa (visto che quello era il tema dell'esposizione). I padiglioni francesi all'esposizione: - PADIGLIONE DI SÈVRES Manifattura reale. Due padiglioni collegati da un giardino. Gli interni sono semplici, con una grande semplificazione e geometria. Alcune stanze presentano pareti in marmo o grès sulle superficie delle quali appaiono solchi riempiti d'argento. Ci sono poi elementi realizzati ad hoc, ad esempio lampadari, che vanno a caratterizzare ogni
  1. stanza.o PADIGLIONE LALIQUE
  2. Gioielliere che poi si sposta sulla produzione di oggetti in vetro. Realizza per l'esposizione una fontana in vetro. Dal 1928 Lalique produce anche ornamenti per i cofani delle auto in vetro/cristallo. Realizza anche una scultura di vetro per lo stand dei profumieri.

  3. o PADIGLIONE DEI COMMERCIANTI DI DIAMANTI
  4. Riprende il Glaspavillon progettato da Bruno Taut per l'Esposizione di Colonia del 1914 scaricandolo però deisignificati che la proposta di Taut aveva riprendendo invece il taglio tipico dei diamanti.

  5. o HOTEL DU COLLECTIONNEUR dell'Atelier Ruhlmann, Pierre Patout
  6. Gli ambienti interni erano realizzati come se fosse una casa, in modo tale da dare l'idea dei prodotti di Ruhlmann, sia come mobile singolo sia come proposta di architettura d'interni. Grande ricchezza e semplificazione con utilizzo però di materiali molto pregiati.

  7. o PAVILLON POMONE, Au Bon Marché
  8. Anche in questo caso, come del resto in tutti i padiglioni

degli atelier dei grandi magazzini, ci si rivolge ad un pubblico elitario. Ritroviamo la semplificazione e la qualità, seppur con materiali un po' meno pregiati rispetto a quelli che utilizzava Ruhlmann. La Francia voleva affermarsi sul mercato anche per quanto riguarda l'alta moda. I grandi sarti si presentano infatti insieme all'esposizione e mettono in mostra le loro produzioni nel PADIGLIONE DELL'ELEGANZA. Vengono ricostruiti ambienti in cui sono posti manichini che indossano i capi d'alta moda. Non solo abbigliamento, è presente anche il settore dell'accessorio. Nel catalogo che viene realizzato, tra gli stilisti si presenta anche Cartier, il quale sottolinea la preziosità di questi abiti dei grandi sarti con i suoi gioielli, gioiello che è un complemento essenziale dell'abito. Parallelamente è presente anche la Boutique Simultanée di Sonia Delaunay, boutique di moda d'avanguardia. Sonia Delaunay era una.

Pittrice ucraina, moglie del pittore francese Robert Delaunay, che si era trasferita a Parigi prima della Prima Guerra Mondiale, e proponeva tessuti con decorazioni astratte, cromie molto vivaci, con proposte di abiti molto semplificati (a differenza dell'alta sartoria) e materiali diversi (tulle, seta...).

GALLERIA DELLE BOUTIQUES

Dedicata al rinnovamento della vetrina. Questa galleria era stata fortemente voluta da René Herbst, il quale aveva proposto questo tema di progetto nell'immediato primo dopo guerra. Segno che la Francia aveva guardato quello che il Werkbund stava facendo in Germania, che teneva molto alle vetrine dei negozi perché costituiscono un biglietto da visita.

All'esposizione troviamo anche proposte di cucine moderne. Sono proposte che presentano elettrodomestici che la Francia proponeva ma sembrano essere completamente estranee al dibattito più avanzato sull'ambiente cucina, che partito dal mondo americano all'inizio degli

Il periodo degli anni venti viene recepito in modo particolare dal mondo austriaco. Le cucine francesi rappresentano invece una disposizione spaziale tradizionale, senza attenzione al risparmio di fatica all'organizzazione generale dell'ambiente. C'è più un intento di piacevolezza di ambiente che di organizzazione funzionale.

AMBASCIATA FRANCESE

Gli artisti decoratori presentano un progetto di un'ambasciata come se fosse un appartamento. Ogni ambiente viene affidato ad un artista decoratore, e lascia quindi vedere la pluralità di voci e stili che si trovavano a Parigi in quel momento.

Ingresso, Robert Mallet Stevens- Propone un ambiente semplificato affidato al colore e che doveva essere decorato da due quadri, uno di Robert Delaunay e l'altro di Léger. Le proposte dei due artisti vengono rifiutate perché troppo vicine all'astrattismo e quindi considerato troppo avanzate. Vengono quindi sostituite.

Sala per le collezioni delle produzioni contemporanee,

Michel Roux-Spitz- Per questa stanza vengono usati materiali pregiati che danno prestigio alla stanza (marmi).

Grand salon, Henri Rapin- È un ambiente che rivisita, alla lontana, lo stile Luigi XVI con grande prestigio.

Sala da pranzo, Henri Rapin- Evidente richiamo al classicismo per dare prestigio all'ambiente. È un classicismo che viene semplificato maripreso nel colore e nel materiale.

Rapin nasce come pittore, illustratore e decoratore e dal 1905 è direttore artistico del marchio Moynat che è un marchio equivalente a Louis Vuitton, si occupava quindi di bauli, valigeria... Rapin si occupa della comunicazione del marchio e di alcuni oggetti che vengono esposti all'expo del '25.

Fumoir, Jean Dunand- Il fumoir è un ambiente in cui il padrone di casa ospitava altri uomini per fumare, era presente nelle case deinobili e della ricca borghesia. Questo ambiente è giocato tutto sulla laccatura. Il soffitto è laccato di color argento.

Leon Jallot e George Chevalier- Viene molto criticata dai contemporanei perché considerata troppo seria, quasi un ambiente protestante.

André Groult- Anticipata da un'anticamera realizzata da Paul Follot con Atelier Pomone. La stanza è realizzata con colori chiarissimi, i mobili sono rivestiti di galuchat, materiale ricco. Il cassettone ha una forma antropomorfa contorniture che vengono definite quasi indecenti.

Marc Newson viene ispirato dalla forma di questa cassettiera e nel 1987 propone un prototipo in alluminio, nonostante inizialmente non abbia avuto successo viene successivamente prodotta una serie limitata di pochi esemplari, uno dei quali è stato venduto all'asta nel 2007 a più di un milione. Questa rilettura pone Marc Newson sulla piazza internazionale del mondo del progetto.

Stanza da letto della figlia, René Gabriel- Fumoir privato, Francis Jourdain- Proposta affidata al colore e alla riduzione delle componenti che andranno ad arredare l'ambiente ma comunque estremamente curato. Un lato di questa ambiente viene risolto con una piccola palestra.

perl'ambasciatore.o PADIGLIONE DELL'ESPIRIT NOUVEAU, Le Corbusier

Ritenuto dai "giudici" dell'esposizione, durante il sopralluogo prima dell'apertura dell'esposizione, troppo innovativo e dispongono che sia oscurato da una palizzata.

Le Corbusier realizza questo padiglione grazie al finanziamento di un industriale di zucchero per il quale stava progettando una città operaia in quel periodo. Aveva previsto dei grattacieli dedicati all'amministrazione, delle case basse e delle case a due piani. È proprio il progetto della casa a due piani che viene realizzato e messo in mostra all'esposizione di Parigi, come esempio di cellula abitativa replicabile con elementi prefabbricati e costruita in cemento armato (quella dell'esposizione non era prefabbricata e in cemento armato per mancanza di supporto delle ditte che facevano questi lavori).

Era una proposta per una famiglia borghese, non operaia.

Per gli interni si affida a ditte di mobili

già presenti sul mercato, l'unica proposta nuova che fa sono dei contenitori ispirati agli arredi metallici di Roneo, azienda inglese che aveva una succursale in Francia. Erano ispirati ai bauli/armadio e alle proposte di Francis Jourdain. I padiglioni stranieri Nel caso di alcuni Paesi vengono rivisitati o riproposti stili del passato. Altri riprendono folklorismi locali in chiave nazionalista (Polonia). Abbiamo anche ricerche contemporanee (Olanda) oppure ripresa di stili storici per esaltare la tradizione (Italia). Padiglione Svezia, rilettura del classicismo per arrivare poi al funzionalismo, grande semplificazione ma molto curato soprattutto negli ambienti interni. Per l'occasione Asplund progetta una seduta che rappresenta una semplificazione del klismos. All'estremità anteriore dei due braccioli sono applicati due cammei, ancora una volta un richiamo classico. Il padiglione più innovativo è quello dell'URSS, realizzato da Melnikov e cheviene definito una "macchina per la propaganda". L'URSS è presente all'esposizione perché
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Publisher
A.A. 2021-2022
109 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/17 Disegno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Al355iama5 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del design e della tecnica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Tonelli Maria Cristina.