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VOTAZIONE A MAGGIORANZA
Uno dei sistemi più apprezzati a livello globale è la votazione a maggioranza, grazie alla quale le proposte vengono approvate se la metà più uno dei votanti si dimostra favorevole. Si tratta di un metodo estremamente utile, in quanto l'unanimità d'opinione fra i votanti è pressoché inconseguibile.
In questo contesto si inserisce il concetto di elettore mediano, ovvero il soggetto che occupa il posizionamento intermedio fra le preferenze di un gruppo ordinate in maniera crescente.
Un limite del sistema di votazione a maggioranza è che non consente di esprimere il grado di importanza soggettiva per una certa questione: in particolare la pesatura di un voto espresso da un soggetto che ha una leggera preferenza per una delle alternative è la stessa di un voto esercitato da un soggetto che ci tiene moltissimo: è proprio attraverso il metodo dello SCAMBIO DEI VOTI che diventa possibile esprimere la
forza del proprio voto. Di fronte alla possibilità di realizzare 3 progetti (ospedale, biblioteca e piscina), ogniuno voterebbe per il proprio progetto: con lo scambio dei voti, due delle tre parti si accordano per agevolarsi a vicenda, sfavorendo il terzo. TEOREMA DELL'IMPOSSIBILITÀ DI ARROW Presupponendo che i sistemi di votazione a maggioranza e dello scambio di voti non sono in grado di risolvere la maggior parte dei problemi, l'economista Kenneth Arrow ha formulato un teorema all'interno dell'opera "Scelte sociali e valori individuali" del 1955, oggi conosciuto come Teorema di Arrow. Arrow sostiene che all'interno di ogni società che intenda definirsi democratica, vi sia la necessità di impiegare un metodo capace di soddisfare i seguenti criteri di scelta collettiva: - Universalità (deve sempre portare ad una decisione, qualunque sia la configurazione) - Non Imposizione (ogni risultato deve poter essere conseguito in modo legittimo) - Non Dittatorialità (nessun individuo può imporre la propria volontà agli altri) Secondo Arrow, è impossibile trovare un metodo di scelta collettiva che soddisfi tutti e tre i criteri contemporaneamente.- Non dittatorialità (il metodo non può ignorare le preferenze di taluni a favore di altri)
- Indipendenza dalle alternative irrilevanti (l'ordinamento sociale delle preferenze è indipendente da come vengono classificate le altre preferenze)
- Efficienza paretiana (qualora ogni singolo individuo preferisca l'opzione A all'opzione B, allora anche la funzione di scelta sociale deve preferire A a B)
Tuttavia di fronte a tali condizioni il premio Nobel Arrow conclude che non può esistere un modello capace di soddisfare tutti i punti: per questo motivo viene messa in dubbio l'intera efficacia dei sistemi democratici.
Tuttavia Arrow sottolinea che sacrificando una qualunque delle condizioni, è facilmente ottenibile un sistema che soddisfi le restanti.
Secondo il pensiero di Arrow, inoltre, la funzione del benessere sociale in una società democratica dovrebbe derivare da una scelta collettiva, cosa che invece, secondo l'autore,
Il modello della burocrazia di Niskanen interessa la realizzazione delle politiche pubbliche dinanzi al protrarsi dell'intensa asimmetria informativa tra burocrazia e classe politica.
Nella società contemporanea le leggi approvate in Parlamento presentano formulazioni generalmente vaghe, ragion per cui la figura del burocrate diventa essenziale nell'attuazione dei programmi: secondo Niskanen gli stessi burocrati sono incentivati ad incrementare il proprio potere/prestigio attraverso la massimizzazione dei bilanci a disposizione.
Dato un grafico, dove sull'asse delle ascisse Q si indica l'output della burocrazia (es. quantità di missili ordinati dal ministero della difesa), e sulle ordinate si indica l'euro, avremo:
- Curva V (che rappresenta, con pendenza decrescente, il valore attribuito ad ogni livello di Q dal legislatore che controlla il bilancio, nonché l'utilità marginale
del benessere collettivo, in quanto in B si configura un incremento dell'utilità di Pietro ma non dell'utilità di Paolo, il soggetto collivello d'utilità inferiore. Un vero miglioramento collettivo si conseguirebbe trasferendosi da A verso C, punto in cui l'utilità di Pietro rimane invariata mentre assistiamo ad un incremento dell'utilità di Paolo, il soggetto che si trovava nelle condizioni peggiori.
Analizzando la funzione del benessere sociale di John Rawls, emerge chiaramente la sua dottrina ideologica, basata su:
- uguaglianza di tutti i cittadini per diritti e libertà civili
- pari opportunità in termini di ruoli e carriera fra i cittadini
- miglioramento della posizione di chi sta peggio per conseguire il benessere sociale (maxmin)
Secondo il medesimo filosofo il criterio del maxmin sarebbe eticamente desiderabile qualora si considerasse una situazione iniziale ipotetica ove gli individui ignorano il proprio
livello di ricchezza futuro (ovvero se agiscono sottoil cosiddetto "velo dell'ignoranza" espresso da Rawls): in tale contesto il criterio del maxmin sarebbe una sorta di assicurazione sul proprio futuro. Infatti secondo quanto affermato nella teoria dei giochi, in condizioni di incertezza, da ogni soggetto economico è lecito attendersi la scelta della strategia capace di assicurare il più favorevole fra i risultati negativi possibili.
GOVERNANCE EUROPEA E TRATTATO DI MAASTRICHT
Con l'introduzione della moneta unica, il Trattato di Maastricht e il Patto di Stabilità e Crescita sono divenuti strumenti fondamentali attraverso i quali gli Stati membri dell'UE disciplinano le condizioni per accedere all'Unione stessa e le proprie politiche fiscali.
In particolare il Trattato di Maastricht ha introdotto alcune condizioni che devono essere rispettate dai Paesi che desiderano essere annessi all'Unione Monetaria:
- Tasso d'inflazione
Stabilità e Crescita sono principalmente legate alla loro natura giuridica e al loro scopo. Il Trattato di Maastricht è un trattato internazionale che ha stabilito le basi per la creazione dell'Unione Europea e ha definito i criteri di convergenza per l'adozione dell'euro come moneta comune. Il Patto di Stabilità e Crescita, invece, è un accordo intergovernativo tra i Paesi membri dell'Unione Europea che mira a garantire la disciplina di bilancio e la stabilità economica all'interno dell'area dell'euro. Per formattare il testo utilizzando tag html, puoi utilizzare i seguenti: - Per evidenziare il testo in grassetto, puoi utilizzare il tag ``: ```html medio non superiore ad 1,5 punti percentuali rispetto a quello dei 3 Paesi più virtuosi ``` - Per evidenziare il testo in corsivo, puoi utilizzare il tag ``: ```html Tasso di interesse a lungo termine non superiore a 2 punti percentuali rispetto a quello del Paese con l'inflazione più bassa ``` - Per creare un elenco puntato, puoi utilizzare il tag `- ` per creare la lista e il tag `
- ` per ogni elemento della lista:
```html
- Tasso di cambio con oscillazione, negli ultimi 2 anni, inferiore ai limiti previsti dal sistema monetario europeo
- Indebitamento della PA non superiore al 3% del PIL
- Rapporto fra debito pubblico e PIL non superiore al 60%
Stabilità e Crescita sono divenute ancor più evidenti a partire dal 2005 e dal 2010, anni in cui il secondo ha subito alcune revisioni. Le dissonanze principali sono:
- Espansione del concetto di crisi (dal 2005 i Paesi che non rispettano il vincolo sul debito si impegnano a tagliare il disavanzo aggiustato per il ciclo dello 0,5% del PIL, al netto delle misure, una tantum e temporanee)
- Duplice articolazione (il Patto di Stabilità e Crescita è articolato in una parte preventiva, volta ad evitare che i Paesi incorrano in disavanzieccessivi attraverso l’operato di un’apposita Commissione, ed una repressiva, che predispone le sanzioni adottabili in tali circostanze).
Con le riforme del 2005 e in particolare del 2010, per valutare lo stato delle finanze pubbliche di un Paese, alla misura del deficit/debito è stata aggiunta la misura della crescita della spesa pubblica.
Inoltre l’applicazione delle sanzioni diviene semi automatica per tutti quei
Paesiche si rifiutano di applicare le raccomandazioni correttive dopo aver commesso infrazioni.
SISTEMA PENSIONISTICO
All'introduzione delle prime forme di prestazioni sociali facoltative nel corso del '800 è seguita l'obbligatorietà previdenziale per tutte le categorie di lavoratori durante il secolo scorso, nonché l'istituzione delle cosiddette pensioni sociali, pensioni ai superstiti e pensioni di invalidità.
Tali interventi hanno generato nel tempo un enorme debito previdenziale, costituito fondamentalmente dalla differenza fra il valore attuale delle prestazioni previdenziali che lo Stato si è impegnato a pagare, e il valore attuale dei contributi sociali che vengono attualmente versati.
Le entrate degli istituti previdenziali pubblici consistono quindi nei contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro: tali risorse verranno impiegate in maniera diff