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METODI QUANTITATIVI:

si possono suddividere a seconda del contatto che esiste con l'oggetto di studio, quindi avremo:

- strumenti a nessun contatto (ricavabili dai database o dagli indicatori già esistenti all'interno delle comunità, per

esempio dati Istat);

- strumenti a minimo contatto (metodi di osservazione del contesto sia fisico-strutturale, come traffico e spazi verdi,

sia sociale, come la presenza di extracomunitari);

- strumenti a moderato contatto (contatto intenzionale e sporadico, ma circoscritto, come la somministrazione di

scale self-report o i questionari);

- strumenti ad elevato contatto (il contatto è diretto e continuativo e il coinvolgimento è considerevole, come le

interviste individuali o il focus group).

Il limite dei metodi quantitativi è rappresentato dal fatto che hanno delle caratteristiche molto rigorose. Innanzitutto,

richiedono dei campioni molto ampi e rappresentativi della popolazione, che pongono distanze tra il ricercatore e il

fenomeno indagato. In seguito, hanno la tendenza a generalizzare troppo la spiegazione degli eventi, solo sulla base

della prevalenza delle correlazioni riscontrate. Infine, tendono alla riduzione della complessità dell'oggetto indagato,

eliminando o attenuando l’effetto di molte variabili.

METODI QUALITATIVI:

Nascono dall’insoddisfazione verso i metodi quantitativi e i

fattori che ne hanno influenzato positivamente lo sviluppo

sono di tre tipi:

- fattori socioculturali (la valorizzazione dell'individualità

e dell'esperienza quotidiana)

- fattori teorici (l’esigenza di una nuova modalità di

ricerca più attenta alla relazione tra individuo e

contesto)

- fattori tecnologici (lo sviluppo di nuove tecnologie ha

facilitato l'analisi dei dati qualitativi).

Il limite dei metodi qualitativi sta proprio nel formulare una quantità di dati che è difficilmente compatibile con un

metodo rigorosamente scientifico. 29

METODI DI RICERCA SPERIMENTALE:

La ricerca sperimentale permette al ricercatore di andare a valutare la relazione esistente tra alcuni eventi,

mantenendo costanti tutte le variabili. Fondamentalmente questo avviene attraverso l'uso di due gruppi: un gruppo

sperimentale e un gruppo di controllo. Sul gruppo sperimentale verrà somministrato l'intervento che noi vogliamo

andare a valutare o la variabile che vogliamo andare a valutare, sul gruppo di controllo assolutamente nulla.

La ricerca sperimentale, però, richiede delle condizioni molto rigorose, ovvero dei campioni che siano sufficientemente

rappresentativi (ampi), un'assegnazione casuale dei soggetti tra un gruppo e l'altro, la somministrazione di un

trattamento solo ad un gruppo (a quello sperimentale), appunto della variabile che noi vogliamo andare a verificare,

per osservarne eventuali cambiamenti e, infine, l’eliminazione dell’interferenza delle variabili di disturbo.

SPERIMENTALE:

METODI DI RICERCA QUASI

L’appartenenza di un soggetto ad un gruppo, sperimentale e di controllo, non è casuale e questo comporta delle

oggettive difficoltà. Un esempio è il disegno quasi sperimentale con un gruppo di controllo non equivalente (gruppo di

controllo simile a quello sperimentale per alcune caratteristiche, come le variabili anagrafiche, il setting di

appartenenza o altre), in cui c’è sempre la suddivisione in due gruppi e il trattamento viene somministrato a un gruppo

soltanto dei due, ma l'assegnazione all'uno all'altro non è casuale ma a seconda delle reali appartenenze.

In questo senso andremo anche a utilizzare un pretest, prima dell'inizio del periodo di formazione, proprio per

verificare le conoscenze di base dei due gruppi e somministreremo, dopo il progetto di formazione, un altro test

successivo per andare a verificare le conoscenze acquisite.

Un secondo esempio è l'analisi delle serie temporali (si introduce una variabile che si ritiene possa portare dei

cambiamenti, in modo tale che le misurazioni precedenti al trattamento differiscano dalle serie temporali successive se

effettivamente l’intervento ha prodotto modificazioni). Qui la valutazione avviene su un unico gruppo, per cui prima e

dopo l'intervento della variabile faremo delle somministrazioni di test o utilizzeremo dei dati che ci indicano il livello del

fenomeno, per verificare se questo aumenta o diminuisce a seconda della variabile oggetto di studio.

EPIDEMIOLOGICA:

INDAGINE

All'interno del campo dei metodi quantitativi, abbiamo l'indagine epidemiologica. L'epidemiologia è uno strumento

molto valido utilizzato per rilevare, all'interno di una popolazione, di un contesto o di una comunità, la prevalenza di

problematiche di tipo psichiatrico o psicosociale, nonché le risorse e i punti di forza.

I concetti fondamentali sono quelli della stima della prevalenza e dell'incidenza, in cui è fondamentale comprendere

l’entità di un problema, mettere a fuoco l’eziologia ed evidenziare i fattori di rischio e protettivi che possono incidere.

Fare questo tipo di indagine permette di valutare l'emergenza, i fattori di causa dell'evento problematico e andare ad

analizzare i fattori di rischio o di protezione che favoriscono o meno l'insorgenza della problematica, aiutando ad

attuare dei programmi di intervento a livello di prevenzione primaria.

I principali meriti degli studi epidemiologici riguardano l’evidenziare un rapporto tra la patologia e l'ambiente e

ampliare il focus dell'osservazione e dell'intervento al contesto di provenienza della patologia e non solo alle

caratteristiche individuali.

SOCIALI:

INDICATORI

Sono un metodo descrittivo che andrà a valutare i

livelli di benessere/malessere in funzione di diversi

gruppi sociali all'interno della comunità. Intendiamo,

per esempio, i tassi di criminalità, i tassi di

disoccupazione, o altro.

Sebbene si valutino degli aspetti oggettivi della

comunità, questo metodo di indagine è sottoposto a

delle distorsioni soggettive, anche perché vengono

utilizzati degli strumenti self-report, quali delle scale

di valutazione, delle interviste e dei questionari,

soggetti quindi alla distorsione da parte del soggetto. 30

(ricerca-azione, action research)

LA RICERCA-INTERVENTO

Si tratta della metodologia di ricerca più utilizzata dalla psicologia di comunità ed è stata identificata dallo psicologo

Kurt Lewin, intorno agli anni ’40. Lewin parla della ricerca-intervento come “un tipo di ricerca d’azione, una ricerca

comparata sulle condizioni e gli effetti delle varie forme di azione sociale che a sua volta tende a promuovere l’azione

sociale stessa. Se producesse soltanto dei libri non sarebbe infatti soddisfacente” (1948). Si esce, quindi, da un'ottica di

causalità lineare e deterministica e si entra invece in un'ottica di circolarità, per cui la nostra ipotesi influenza le azioni

del ricercatore e le azioni del ricercatore sono in qualche modo influenzate a sua volta dai feedback che arrivano

dall'esterno, in un ciclo continuo. I principi di fondo di questa metodologia sono il rapporto circolare tra teoria e prassi,

finalizzato a continui processi di trasformazione, e la partecipazione e la collaborazione di tutti i soggetti a cui

l'intervento di cambiamento è diretto.

La ricerca-intervento si dispiega all'interno di quattro fasi fondamentali:

1. Fase diagnostica: l’individuazione del problema, delle ipotesi e degli obiettivi;

2. Fase conoscitiva: la raccolta dei dati prima dell’intervento;

3. Fase dell'intervento;

4. Fase valutativa (fondamentale!): la raccolta dei dati dopo l’intervento. Serve a dare delle indicazioni per sapere

se l’intervento è stato efficace, altrimenti occorre continuare l’opera di raccolta dati al fine di specificare

meglio il problema, e questo può portare all’apertura di un nuovo ciclo.

Le caratteristiche della ricerca-intervento: in prima istanza abbiamo la complessità del reale, poi l'ascolto sensibile, che

si rifà all’ottica rogersiana delle scienze umane fondata sull'empatia, oppure la presenza di un ricercatore collettivo,

che è un gruppo di cui fanno parte i professionisti e i membri della popolazione di interesse. Ancora, il cambiamento,

infatti la ricerca-azione mira a questo, passando poi alla negoziazione, che dura per tutto il corso della ricerca-azione.

Infine, la valutazione, quindi la discussione sui valori e i significati della comunità.

Vantaggi e limiti della ricerca-azione:

- I vantaggi fondamentalmente incoraggiano l’integrazione tra i saperi differenti, sottolineano il ruolo costruttivo

dell’azione e, soprattutto, favoriscono i processi di empowerment, sia a livello individuale che sociale.

- Rispetto i limiti della ricerca-intervento, i dati che vengono raccolti di solito non raggiungono una vera e propria

soddisfacente validità scientifica. Gli obiettivi sono situazionali e spesso l'oggetto di studio è un evento unico, non

ripetibile. Il campione è ristretto ed è poco rappresentativo della popolazione in generale e il controllo sulle

variabili è scarso.

La ricerca-intervento in psicologia di comunità:

– Approccio olistico al problema;

– Significatività del tema della ricerca per tutti gli attori coinvolti;

– Disponibilità a negoziare, con gli attori, le azioni da compiere;

– Intervento del ricercatore nelle azioni;

– Assenza di un metodo predefinito da applicare;

– Perseguimento dello sviluppo personale e professionale degli

operatori-attori del processo;

– Emancipazione degli attori;

– Impiego di strumenti descrittivi per la valutazione dei risultati

durante e alla fine della ricerca;

– Produzione di un mutamento sociale (i progetti di ricerca-intervento poi diventano azione sociale stessa).

PHOTOVOICE:

È uno strumento di partecipazione che coinvolge i membri di una comunità in un processo attivo di riflessione, prima

individuale e poi collettivo, che produce una conoscenza orientata all'azione. Questo tipo di ricerca si attua attraverso

le fotografie, poiché al gruppo di ricercatori viene richiesto proprio di realizzare, attraverso la disponibilità di materiali,

delle foto che rappresentino il tema specifico dell'oggetto di indagine all'interno della propria comunità. La prima fase

riguarda degli incontri preliminari, in cui viene spiegato qual è la metodologia dell'intervento, che cosa si andrà a

valutare e le problematiche da un punto di vista etico. Poi si passa a una vera e propria attività fotografica, cioè si

chiede alle persone, di solito piccoli gruppi, di fotografare la propria città, il proprio quartiere, prendendo in

31

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
57 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliaaa_99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia di comunità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Guglielmo Marconi di Roma o del prof Astiaso Garcia Benedetto.