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SOMMINISTRAZIONE TOPICA
La somministrazione topica prevede che un farmaco venga assorbito direttamente attraverso la pelle o la mucosa. Ad esempio, gli steroidi naturali o artificiali possono essere somministrati in questo modo.
SOMMINISTRAZIONE INTRACEREBRALE E INTRACEREBROVENTRICOLARE
I farmaci possono essere somministrati direttamente nel cervello. Questa metodologia si usa per tutti quei farmaci che non riescono ad oltrepassare la barriera ematoencefalica e quindi necessitano di essere iniettati direttamente nel cervello o nel liquido cerebrospinale.
Le diverse modalità di somministrazione di un farmaco, ad eccezione per la somministrazione intracerebrale e intracerebroventricolare, influenzano solo la velocità con cui il farmaco raggiunge il plasma sanguigno. Una volta scelta il tipo di somministrazione del farmaco, adeguata all'esigenza e alla velocità con cui si desidera ottenere l'effetto, i farmaci si distribuiscono all'interno dell'organismo e la terapia deve essere seguita attentamente.
Produrre un determinato grazie alla veicolazione data dalla circolazione sanguigna. I farmaci si distribuiscono all'interno dell'organismo in modo diverso; i fattori che ne influenzano la distribuzione sono:
- Le caratteristiche chimico-fisiche del farmaco, la quale varia in base alle diverse regioni dell'organismo
- La permeabilità dei capillari: infatti quelli maggiormente permeabili sono quelli di fegato, milza e reni mentre quelli meno permeabili sono quelli del cervello e della barriera ematoencefalica
- La distanza tra un capillare e l'altro
- Raggio di pertinenza
- Velocità di perfusione: la quale è data dal tempo in cui il flusso ematico giunge ai diversi organi. Alcuni organi (rene, cuore e fegato) sono maggiormente vascolarizzati per cui ricevono il farmaco più velocemente rispetto ad altri (connettivi, adipe) che quindi riceveranno il farmaco più lentamente
- Legame alle proteine plasmatiche: alcune sostanze molto
Le sostanze liposolubili non riescono a stare a contatto con l'ambiente acquoso del plasma, perciò si legano con delle proteine plasmatiche idrofobiche come l'albumina, dalle quali escono molto lentamente o nel tessuto adiposo, nei muscoli e nelle ossa, i quali fungono da deposito per il farmaco.
Nel caso dei farmaci che hanno effetto sul comportamento, uno dei principali fattori che ne determina la velocità in cui lo stesso farmaco entra in circolazione è la liposolubilità.
I farmaci liposolubili infatti passano facilmente attraverso le cellule che rivestono i capillari del sistema nervoso centrale e si distribuiscono rapidamente in tutto il cervello.
I farmaci, dunque, raggiunti i siti di azione, esplicano più o meno velocemente i loro effetti e gradualmente diventano inattivi, infatti ogni farmaco possiede un'emivita di eliminazione.
L'emivita di eliminazione indica il tempo in cui il farmaco dimezza la sua concentrazione nel plasma del sangue dopo.
L'assunzione di una dose singola o in seguito a sospensione di terapia prolungata. Conoscere l'emivita di eliminazione di un farmaco è importante, in quanto determina la velocità con cui il farmaco si accumula durante una terapia a lungo termine e raggiunge lo stato costante, oltre ad indicare quanto tempo è necessario per ottenere l'effetto massimo e il tempo di persistenza del farmaco all'interno dell'organismo dopo la sospensione.
In linea generale, dopo una singola somministrazione si considera che il tempo necessario alla sua completa eliminazione dall'organismo sia pari a 4-5 volte il suo tempo di emivita. L'efficacia di un farmaco viene misurata tramite la curva dose-risposta che correla la quantità di farmaco somministrata all'effetto ottenuto. È data dall'indice terapeutico.
La sicurezza di un farmaco, ovvero una misura che indica il margine di sicurezza di un farmaco, è data dalla differenza tra la
sono diversi e possono variare da individuo a individuo. Alcuni dei sintomi più comuni della depressione includono: - Tristezza persistente e profonda - Perdita di interesse o piacere nelle attività quotidiane - Sensazione di stanchezza e mancanza di energia - Difficoltà di concentrazione e problemi di memoria - Cambiamenti nell'appetito e nel peso - Disturbi del sonno, come insonnia o ipersonnia - Sentimenti di colpa o inutilità - Pensieri ricorrenti di morte o suicidio La depressione può essere causata da una combinazione di fattori genetici, chimici e ambientali. È importante cercare aiuto professionale se si sospetta di soffrire di depressione, poiché è una malattia che può essere trattata con successo attraverso terapia e, in alcuni casi, farmaci.sono diversi, i principali sono: - Riduzione del tono dell'umore - Riduzione dell'interesse per le persone e per le attività - Perdita o aumento di appetito, con conseguente insorgenza di disturbi alimentari - Fatica - astenia - Preoccupazione e senso di colpa - Perdita del sonno o ipersonnia (per isolarsi dal mondo esterno) - Diminuzione o perdita delle capacità di concentrazione (primo sintomo che si verifica nei bambini) - Pensieri suicidari La depressione può essere classificata in: - DEPRESSIONE UNIPOLARE (il paziente sperimenta solo il polo down/depressivo) La depressione unipolare o depressione clinica: è una depressione con andamento continuo o più frequentemente episodica. Si divide in: - Disturbo Depressivo maggiore - Disturbo Distimico: forma di depressione di minore entità, ma cronica, solitamente dura più di 2 anni - DEPRESSIONE BIPOLARE (il paziente sperimenta sia il polo down/depressivo sia il polo up/maniacale) La depressionebipolare o depressione maniacale: è un disturbo che alterna periodi di mania (estrema euforia) a periodi di depressione (disperazione). Si divide in:- Disturbo Bipolare di tipo I: caratterizzato da alcuni episodi maniacali e alcuni episodi depressivi.
- Disturbo Bipolare di tipo II: caratterizzato da diversi episodi maniacali e diversi episodi depressivi gravi caratterizzato da un'alternanza di episodi depressivi e maniacali.
- Disturbo Ciclotimico: lieve entità ma ad elevata frequenza (circa 4 fasi up/down in 12 mesi).
malattia bipolare, e i cromosoma 11e 18 nei disturbi dell'umore in generale
L'incidenza di questo disturbo risulta essere molto più elevata nei parenti di primo grado che nella popolazione generale e soprattutto c'è una prevalenza altissima nei gemelli in particolar modo negli omozigoti (stimata al 65%) rispetto agli eterozigoti (stimata al 14%).
La principale patofisiologia della depressione unipolare include uno squilibrio di alcuni neurotrasmettitori, ovvero noradrenalina, dopamina e serotonina.
Oltre all'ipotesi ereditaria anche la depressione maggiore prevede un'ipotesi scientifica definita l'azione del neurone monoaminergica, che prende in considerazione noradrenergico serotoninergico e dopaminergico.
Secondo l'IPOTESI MONOAMINERGICA, infatti, la depressione clinica deriva da una riduzione dell'efficienza di uno o più tipi di sinapsi cerebrali che utilizzano neurotrasmettitori monoaminergici (monoamine) come la serotonina (5-HT).
La dopamina (DA) o la noradrenalina (NA). Pertanto, la terapia antidepressiva deve essere mirata a colmare la carenza di tali neurotrasmettitori. Quello che accade al livello di un neurotrasmettitore monoaminergico in stato normale, in assenza di depressione, è che i neurotrasmettitori monoaminergici vengono sintetizzati all'interno della terminazione nervosa presinaptica, stoccati in vescicole ed infine liberati nella fessura sinaptica. Le monoamine, libere nella fessura sinaptica, interagiscono con i propri recettori postsinaptici, inducendo il passaggio dell'impulso nervoso da un neurone all'altro. In questo modo è resa possibile la trasmissione. Dopo aver esplicato la loro funzione, le monoamine vengono ricaptate da specifici recettori che le riportano all'interno della terminazione presinaptica, ovvero dalla pompa per la ricaptazione della monoamina, meccanismo definito reuptake. A questo punto interviene l'enzima MAOA (monoamino ossidasi), responsabile del metabolismo delle monoamine.della serotonina. (es: fluoxetina, sertralina)-SNRI: farmaci inibitori della ricaptazione di noradrenalina e serotonina. (es: venlafaxina, duloxetina)-IRSN: farmaci inibitori della ricaptazione di noradrenalina e serotonina, ma con meccanismo d'azione diverso dagli SNRI. (es: mirtazapina, trazodone)-MAOI: inibitori delle monoamino ossidasi, enzimi responsabili della degradazione delle monoamine. (es: moclobemide, selegilina)Oltre ai farmaci antidepressivi, possono essere utilizzati anche altri farmaci come gli ansiolitici, gli stabilizzatori dell'umore e gli antipsicotici, a seconda dei sintomi e delle caratteristiche del paziente. La scelta del farmaco più adatto viene effettuata dal medico in base alla gravità della depressione, alla presenza di eventuali comorbilità e alla risposta del paziente al trattamento.della serotonina (farmaci utilizzati come prima scelta nella cura della depressione. (es: fluoxetina)
NARI: farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della noradrenalina (es: reboxetina)
SNRI: farmaci che eseguono una duplice inibizione della ricaptazione della serotonina e noradrenalina (es: duloxetina)
NASSA: farmaci antagonisti alfa 2 e inibitore dei recettori 5-HT2 e 5-HT2C e 5-HT3 (es: mirtazapina)
SARI: farmaci antagonisti dei recettori 5-HT2 e inibitori della ricaptazione di 5-HT (es: trazodone)
IMAO: sostanze agenti come inibitori della monoamino ossidasi (farmaci utilizzati come seconda scelta nella cura della depressione poiché non sufficientemente testati).
L'emivita della maggioranza dei farmaci antidepressivi è di circa 24 ore, ovvero dopo 24 ore la concentrazione del farmaco all'interno dell'organismo ha subito una riduzione.