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SERVIZIO PIU’ CHE DI UN PRODOTTO.
Strategia 1 : Utilizzo di materiali a basso impatto
Per ciascuna categoria di materiale, sono riportate le emissioni di co2
equivalente/kg di materiale.
Questo approccio però non è sufficiente, perché non si tiene conto della
funzionalità del materiale. È importante sapere l’odg di quanto impattano le
categorie di materiale. I materiali più impattanti sono le leghe, i compositi
con rinforzi in fibra di carbonio, e alcuni materiali polimerici. Qui si parla, in
questa tabella, di emissioni di co2, quindi non sono tenuti di conto altri gas
che contribuiscono all’effetto serra.
Utilizzo di materie prime a basso impatto le linee guida dicono, per prima
cosa, di usare materiali derivati da fonti naturali però il tutto va
contestualizzato. Finchè faccio bicchieri e posate ok, ma se faccio componenti
con caratteristiche strutturali devo rivedere un po' la scelta. Oppure viene
consigliato di usare materiali ad alto contenuto riciclato, ma di solito il
materiale riciclato non supera, in %, quello vergine. Il costo del riciclaggio è
alto. Per esempio, l’interno di uno sportello può essere fatto con materiali
naturali, che alleggeriscono il componente. Però, per esempio, il problema
delle fibre naturali può essere l’odore spiacevole che rilasciano.
Strategia 2 : Riduzione dei materiali Nel grafico, si può vedere quale è
l’andamento nel tempo dell’uso
di materiali, con un aumento del
3% annuale, e questo può
portare nei prossimi 23 anni a
usare il quantitativo di materiale usato negli scorsi 300 anni, quindi l’uso di materiali è
diventato INTENSIVO. Quali sono le linee guida? Individuare materiali alternativi a quelli
a rischio esaurimento.
Esistono varie linee guida. Una di queste dice di ridurre l’utilizzo di materiali a rischio di
esaurimento. I Critical Raw Materials sono materiali economicamente e
strategicamente importanti ma con alto rischio associato al loro approvvigionamento.
Non sono classificati critici perché scarsi ma perché:
- hanno una importanza economica significativa
- elevato rischio di approvvigionamento
- mancano sostituti
TERRE RARE= questi materiali si trovano in concentrazioni ridotte all’interno di altri.
Possiamo trovarli in circa 200 minerali diversi. Per tirarli fuori, devo estrarre una
quantità enorme di questi minerali. Un problema di questi materiali è anche di carattere
ambientale. La separazione è difficile e richiede alto uso di energia e acqua e questi
materiali sono separati con solventi, su base chimica, dannosi per l’ambiente e la
salute umana. Sono materiali diffusi oggi. Sono presenti nei magneti, nelle leghe
metalliche. Le terre rare si dividono in HREE e LREE, più leggere e più presenti nei
minerali. Questi provengono molto dai paesi sud asiatici e in sud America.
Nella tabella si vede l’uso dei materiali 75 anni fa per realizzare varie leghe, e oggi l’uso
è molto aumentato e molti di questi fanno parte della famiglia di terre rare. Il confronto
è abbastanza inquietante.
Un’altra linea guida dice di minimizzare il contenuto di materiale del prodotto:
- in fase di produzione:
Strategia 3 : Ottimizzazione della produzione
I processi produttivi sono energivori, partendo dall’estrazione delle materie
prime e passando per la produzione di semilavorato. Una soluzione può
essere evitare di utilizzare materie prime con alta EMBODIED ENERGY, cioè
l’energia primaria spesa per realizzare 1 kg di materiale. Ci sono materiali,
come l’alluminio, che hanno altissima embodied energy. Però, per esempio,
producendo materiale riciclato, come alluminio riciclato, comporta una
riduzione dell’embodied energy.
Al fine di soddisfare questa strategia, si passa anche da processi a basso
consumo energetico. Per esempio, meglio partire da un componente e
piegarlo che partire da due e saldarli. Un altro aspetto è minimizzare il tasso
di scarto.
Strategia 4 : Ottimizzazione del sistema di produzione
Strategia 5 : Riduzione dell’impatto ambientale durante l’uso
Una strategia possibile è minimizzare il consumo energetico durante l’uso,
alleggerire un componente, magari usando materiali a bassa densità ed alta
resistenza, come i compositi. Esempio telaio auto che è passata da essere
realizzata in alluminio, prima era in acciaio. L’effetto è una riduzione del peso
del 30%. Altre strategie per ridurre i consumi sono la frenata rigenerativa e
l’uso di pannelli.
Molte case auto oggi si stanno concentrando molto sui motori elettrici
nell’ottica del green deal al 2050. Vediamo un confronto tra veicoli ibridi e
termici. I veicoli elettrici hanno impatto 0 in fase locale, solo durante l’uso.
Nella fase WTT ci sono emissioni di co2, dovute all’estrazione di materia
prima, al trasporto. Nella fase TTW per un veicolo elettrico non ho emissione
nella fase d’uso, ma prima si, quindi va considerato il mix energetico usato a
produrre energia poi usata per movimentare il veicolo elettrico. Il mix
energetico riguarda tutto il cv del prodotto.
Si è ridotta molto la produzione di energia da carbone, mentre aumenta
l’energia prodotta da nucleare e rinnovabili. In Italia, l’energia è prodotta da
gas naturali, ma anche in piccola parte dalle rinnovabili.
Strategia 6 : Ottimizzazione della durata
Estensione della vita utile dei prodotti
Esempio fiat punto
Comprando la fiat punto nel 94, ho un impatto ambientale non nullo che poi cresce
all’usare del veicolo. Cambiando, dopo un tot anni, il veicolo, ho impatti in produzione e
fine vita più alti perché la punto si è evoluta, però questo comporta più impatti perché
ci sono più componenti. A fronte di ciò, però, in fase di uso ho veicoli con prestazioni e
materiali innovativi e miglior, che incidono su consumi migliori. La curva, quindi, è
meno ripida della precedente e quindi l’impatto iniziale è compensato in questa fase.
Da un certo punto in pii, il BEP, conviene cambiare veicolo(in termini di sostenibilità),
rispetto a quello più vecchio.
Intensificazione uso dei prodotti: intensificare l’utilizzo di un prodotto ha dei
vantaggi, sia se la vita del prodotto dipende da quanto il prodotto è stato usato sia no.
Prendiamo due esempi in cui confrontiamo i prodotti ad uso intensivo, cioè molto
utilizzati durante la loro vita con i prodotti ad uso non intensivo con tre utilizzatori A,
B, C.
Nel primo esempio riportato in figura, la linea del tempo è divisa in produzione, uso e
fine vita. In questo caso la vita utile non dipende da quanto il prodotto è stato usato,
per cui sia che uso un prodotto ad uso intensivo, sia che lo usi in modo non intensivo
dura lo stesso tempo. Le distinzioni saranno:
- Prodotti ad uso intensivo: Supponiamo che gli utilizzatori A,B,C utilizzino il
prodotto ad intervalli di tempo incastrati l’uno con l’altro (A1 significa che l’utilizzatore
A fa il primo utilizzo). In questo caso gli impatti evitati saranno nelle fasi di produzione
e dismissione del prodotto perché li devo fare solo per uno e non per tutti e tre.
- Prodotti ad uso non intensivo: In questo caso supponiamo che per soddisfare i
bisogni dei tre utilizzatori ci vogliano 3 prodotti, per cui ogni utilizzatore ha il proprio
prodotto che verrà usato molto meno rispetto a quello del caso intensivo.
In entrambi i casi il fine vita avviene a causa dell’obsolescenza tecnologica.
Nel secondo esempio avremo invece la vita utile dipende da quanto è stato usato il
componente per cui le distinzioni saranno:
Prodotti ad uso intensivo: Dura dopo ad esempio 9 utilizzi, ed il fine vita questa
• volta avviene per usura. La sua vita utile sarà molto breve e per questo dovremo
produrre altri prodotti nell’arco temporale pari a quello di prodotti non intensivi. In
questo caso avremo meno vantaggi in termini di impatto perché avremo sempre 3
produzioni e 3 dismissioni come ne caso non intensivo. Come vantaggi è che durante
l’arco di tempo è possibile migliorare il prodotto e ottimizzare i costi e consumi di
risorse sfruttando nuove tecnologie scoperte durante l’arco di vita del primo prodotto.
Prodotti ad uso non intensivo: In questo caso ogni prodotto viene utilizzato 9 volte
• la fine vita avviene sempre per obsolescenza tecnologica, perché il prodotto non viene
molto utilizzato.
Alcune linee guida per intensificare l’uso dei prodotti sono: progettare prodotti per
l’uso condiviso, progettare prodotti multifunzionali, progettare prodotti che possono
essere realizzati on-demand (su richiesta).
Strategia 7 : Ottimizzazione del fine vita
8 – La scelta dei materiali Questa immagine riassume il
ruolo legato al consumo dei
materiali e al consumo di energia
all’interno del ciclo di vita di un
prodotto. Con le frecce rosse sono
indicate le influenze positive che
le varie strategie possono avere
sul consumo dei materiali
piuttosto che sul consumo
energetico. Le frecce nere invece
indicano le influenze negative
mentre quelle tratteggiate
possono essere influenze sia
positive che negative.
Per quanto riguarda il consumo dei materiali , ad esempio, l’estensione della vita di un
prodotto può avere influenza sia positiva (risparmio materiale) che negativa (un
prodotto che dura a lungo richiede manutenzione e pezzi di ricambio che comportano
l’utilizzo di altro materiale).
Teoria di Ashby
Quando si sceglie un materiale ci si rifà a mappe del tipo in figura: sulle ordinate è
riportata l’embodied energy mentre sulle ascisse il tipo di materiale.
Esempio: realizzare una bottiglia. Qual è il materiale migliore da utilizzare?
A occhio il miglior materiale è il vetro. Una mappa del genere però non basta per
scegliere il materiale. Nella realtà dei fatti per la scelta dei materiali.
Secondo Ashby, per la scelta di un materiale, occorre identificare:
(recipiente di bevande fresche)
1. Funzione: cosa il componente deve fare. deve essere riciclabile)
2. Vincoli: quali condizioni devono essere rispettate? ( minimizzare l’embodied
3. Obiettivo: cosa deve essere minimizzato o massimizzato. (
energy per unità)
4. Variabili libere: parametri che possono essere scelti liberamente dal progettista.
(scelta del materiale)
Ashby misura la prestazione strutturale di un elemento attraverso un indice di
prestazione in funzione delle caratteristiche funzionali, dei parametri geometrici del
componente e dalle proprietà dei materiali:
Le mappe di Ashby sono diagrammi in scala logaritmica in cui