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FIVET
Fumo di sigaretta
Gravidanza tubarica: Clinica
Metrorragia: sfaldamento decidua (insufficiente produzione progesterone), emorragia proveniente
dalla salpinge
Dolore: contrazioni uterine, distensione della salpinge, emoperitoneo
Addome acuto: shock emorragico, rottura della salpinge con emoperitoneo
La metrorragia può essere dovuta al fatto che, quando avviene l'annidamento della blastocisti, si produce
progesterone che porta avanti la gravidanza; se, però, il progesterone non viene prodotto adeguatamente,
si potrebbe sfaldare la decidua e avere un sanguinamento delle salpingi. Quando avviene l’annidamento,
inizia ad essere prodotto progesterone dal corpo luteo e questo permette alla gravidanza di andare avanti.
Quando, invece, il progesterone non viene prodotto in quantità adeguate, come ad esempio nelle donne
che non ovulano bene o con cicli di lunghezze ridotte, si ha uno sfaldamento della decidua o un
sanguinamento a livello della salpinge.
Solitamente l’annidamento avviene a livello di un muscolo che è il miometrio, nella salpinge questo non è
presente, anzi il tessuto muscolare è estremamente sottile e ciò provoca la rottura dei vasi che sono
presenti a livello della sierosa. Altri sintomi sono il dolore causato dalle contrazioni uterine, estensione della
salpinge o addirittura emoperitoneo, se il sangue giunge all’addome. Si può avere anche addome acuto e
shock emorragico determinati da rottura della salpinge con emoperitoneo.
La diagnosi di gravidanza tubarica viene effettuata mediante anamnesi, valori della beta ed ecografia. Si
predilige l’ecografia transvaginale, in quanto si ha una migliore visualizzazione dei genitali interni (regione
pelvica) e identificazione più precoce di gravidanze intrauterine ed extra e gli annessi.
Nell’85% delle gravidanze normali
la beta-hcg aumenta del 66% in 48
ore (il che significa che, ad
esempio, una donna che al giorno
zero parte con una beta di 1000
dopo 2 giorni avrà una beta di
3000 più o meno) ed ha un tempo
di raddoppiamento di 2.7 giorni;
Nel caso degli aborti, non
essendoci più l’embrione la beta
non viene prodotta o sarà
presente in piccolissime quantità;
Nelle gravidanze extrauterine
abbiamo un aumento (che viene
definito aumento a plateau perché
aumenta di poco) della beta che
però sarà diverso rispetto al
normale.
Le condizioni in cui si può avere un aumento eccessivo della b-hCG sono:
In presenza di una gravidanza gemellare
In presenza di una mola
276
Nel caso di una gravidanza extrauterina evolutiva, i livelli di b-hCG aumentano fino ad un certo punto per
poi stabilizzarsi a quel livello; mentre in caso di aborto i livelli si riducono.
Diagnosi di gravidanza tubarica in evoluzione
Mai semplice
Possibile una diagnosi diretta ecografica di camera gestazionale ectopica
Più spesso il sospetto è posto dalla mancata visualizzazione ecografica di camera gestazionale
intrauterina in una paziente gravida (b-hCG positiva) con metrorragia/dolore addominale e massa
annessiale, con plateau della b-hCG ai controlli seriati
Raramente laparoscopia diagnostica
Gravidanza tubarica: diagnosi differenziale
Metrorragia da minaccia di aborto/ aborto incompleto/completo
Camera gestazionale intrauterina / rapida caduta b-Hcg
Gravidanza tubarica: terapia
Risoluzione spontanea 50% dei casi
Chirurgia (salpingectomia, salpingotomia
inevitabile nei casi di rottura della salpinge,
voluminose tumefazioni tubariche, o ad
evoluzione rapida).
SALPINGOTOMIA: si faceva un taglio sulla
o tuba e poi si suturava. Questo intervento
aumentava il tasso di aderenza
intratubariche, predisponendo anche a un
maggio rischio di gravidanza extrauterina.
SALPINGECTOMIA: asportazione della tuba.
o
Condotta di attesa/terapia medica (metrotrexate) nei casi con piccole lesioni poco evolutiva (strategie:
si somministra il giorno uno la prima dose di metotrexate (50 mg per m2 di superficie) e al giorno 4 si
misura la beta, valutando se si è ridotta o aumentata. Se è ridotta più del 50%, si attende e si eseguono
dosaggi seriati; invece, se non si è ridotta più del 50% si può optare si ripetere la puntura di
metotrexate. Alcuni protocolli prevedono che al giorno 1, 3 e 5 si fa la puntura di metotrexate – 1mg
per kg di peso corporeo della paziente- mentre, nei giorni 2, 4, 6 si somministra l’acido folinico.
Se si somministra spesso il metotrexate, che è un acido, si può causare depressione midollare. Per tale
motivo si somministra anche l’acido folico che permette alle cellule del midollo di creare i precursori
midollari)
Gravidanza ectopica: sintesi
1% o più delle gravidanze
Sintomatologia sfumata e aspecifica inizialmente (metrorragia, dolore addominale)
Diagnosi non semplice, basata su una combinazione e dosaggi ormonali
Può evolvere verso rottura, emorragia, shock ipovolemicoe
277
Lezione 4: Cancro della vulva, Cancro dell’ovaio
Il carcinoma della vulva tende ad interessare soprattutto le donne anziane; infatti, l’età di incidenza media
è superiore ai 60 anni (circa 62-63 anni, arrotondando 65 anni).
Ci sono due tipi di carcinomi della vulva:
Carcinomi della vulva HPV-related, cioè correlati al papilloma virus. In genere questi coinvolgono donne
un po’ più giovani.
Carcinomi della vulva non associati all’HPV, che invece tendono ad interessare donne un po’ più
anziane.
Ricordiamo che, nel primo caso (HPV-related), in genere c’è sempre, un po’ come il carcinoma della cervice,
un susseguirsi di fasi della lesione:
VIN-1
VIN-2
VIN-3
CARCINOMA
Invece, per quanto riguarda le pazienti un po’ più anziane, quindi il secondo caso (carcinoma non HPV-
related), si parla di VIN differenziata, però sostanzialmente l’agente eziologico ad oggi non è noto. Si pensa
che lesioni infiammatorie croniche, come ad esempio il lichen, lichen sclerosus, lichen planus, possano
predisporre all’insorgenza del tumore della vulva, tanto che non è infrequente trovare in aree lichen di
vecchia data aree di carcinoma.
Fortunatamente spesso questo carcinoma si riscontra in pazienti che sono ancora operabili (principalmente
pazienti che si trovano in uno stadio 1B), però, il problema, che forse si sta superando e si supererà
probabilmente nelle prossime generazioni, è che molto spesso, essendo che il carcinoma della vulva
colpisce molto le donne anziane, queste ultime lo correlano frequentemente alla vecchiaia non
controllandosi quindi a livello genitale e facendo, di conseguenza, crescere questa lesione che, se beccata
subito, cioè quando è piccola, la si rimuove anche con una semplice escissione ampia, ma, quando poi
cresce, arrivando anche a 2-3-4 cm, ovviamente è necessario un intervento chirurgico importante cioè la
vulvectomia.
Per fare diagnosi:
a. Esame clinico; quindi, è fondamentale visitare la signora.
b. Ecografia, con la sonda lineare, serve per valutare le regioni inguinali.
c. Risonanza magnetica dell’addome e della pelvi, che sostanzialmente serve per capire quanto è in
profondità il tumore.
d. PET-TAC, che serve per capire se la malattia si è diffusa a distanza, questo perché, purtroppo, il
carcinoma della vulva ha come principale sito di metastasi il compartimento linfonodale interessando in
particolare i linfonodi inguinali superficiali e/o profondi e, in seconda stazione, quelli pelvici.
Il principale fattore prognostico è l’interessamento linfonodale; la PET-TAC è fondamentale perché ci
permette di valutare innanzitutto la presenza di metastasi a distanza, in particolare linfonodali ma anche
polmonari perché il tumore della vulva come quello dell’endometrio, tende a dare metastasi a distanza, in
particolare a livello polmonare. La TAC ci aiuta a capire se ci sono interessamenti a distanza, la PET se c’è
captazione con il cosiddetto SUV (quando si legge un referto PET-TAC il SUV ci dice quanto a distanza le
cellule tumorali captano il tracciante, perché vuol dire che c’è un alto metabolismo e che presumibilmente
si tratta di cellule neoplastiche). 278
Il trattamento è sostanzialmente di due tipi: chirurgico al primo stadio; dallo stadio 2 in poi, la prima cosa
da fare è la radioterapia in neoadiuvante ed eventualmente se c’è risposta completa o parziale alla
radioterapia si può pensare ad una successiva chirurgia di intervallo. Talvolta, insieme alla radioterapia si
utilizza anche la Chemioterapia e il principale chemioterapico utilizzato in questi tipi di tumore è il
Cisplatino.
Il cancro dell’ovaio
Sesta neoplasia tra la popolazione femminile. 2° più comune forma di tumore ginecologico (incidenza
17 su 100.000)
5° causa di morte per neoplasia. 1° causa di morte per neoplasia ginecologica (12 su 100.000
morti/anno). Sopravvivenza a 5 aa: 15-25%
Screening non efficace. Malattia avanzata (III-IV stadio) alla diagnosi (60-70%). Estrema variabilità del
comportamento biologico.
Il cancro dell’ovaio è un tumore che fortunatamente per incidenza e mortalità non è molto frequente, tra i
vari tumori in generale è infatti al 6°-7° posto; tra i tumori della sfera genitale femminile (includendo anche
quello alla mammella che è al 1°posto) si trova subito dopo quello dell’endometrio.
A differenza di quanto si verifica per la cervice e per l’endometrio, nei confronti del cancro dell’ovaio non
abbiamo nessun’arma da poter utilizzare perché non esistono screening e molto spesso la malattia si
ritrova in uno stadio già avanzato (stadio 3 C; la maggior parte dei tumori dell’ovaio si trovano allo stadio 3
e in particolare a quello 3 C, si tratta di un tumore che si è diffuso a tutta la cavità addominale inclusi
l’intestino, l’omento…)
Cancro ovarico
Sesta neoplasia tra la popolazione femminile
Seconda più comune forma di tumore ginecologico (incidenza 17 su 100.000)
Quinta causa di morte per neoplasia
Prima causa di morte per neoplasia ginecologica (12 su 100.000 morti/anno)
Sopravvivenza a 5 anni: 15-25%
Screening non efficace
Malattia avanzata (III-IV stadio) alla diagnosi (60-70%)
Estrema variabilità del comportamento biologico
La maggior parte dei tumori dell’ovaio si trovano allo stadio III e in particolare III C si tratta di un tumore
che ha dato metastasi in tutta la cavità addominale (i