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POEMA DE LA SIGUIRIYA GITANA

PAISAJE

luceros frios=astri freddi una bandada=uno stormo

Vi è un magni co panteismo, perché la natura viene rappresentata in maniera teatrale e stilizzata.

Gli ulivi, tipici dell’Andalusia, si aprono e si chiudono come un ventaglio e sopra di essi vi è un

cielo sprofondato, schiacciato e una scura pioggia di stelle fredde. Il giunco e la penombra

tremano alla riva del ume. Questa messa in comune di ambiti diversi è caratteristica di Lorca:

un’operazione simbolica che mette in comunicazione due aspetti distinti eliminando le barriere

concettuali attraverso le quali comprendiamo e cataloghiamo la realtà, ricollocabile ad una zona

dell’inconscio in cui non esistono categorie. La riva del ume unisce questi due elementi. L’aria

grigia si increspa: la natura acquisisce proprietà di altri elementi vitali che noi non le

attribuiremmo, in questo caso si increspa. Gli ulivi sono carichi di grida come qualcosa che sta

per esplodere ma ancora è trattenuto, è un grido latente che si sta formando. Uno stormo di

uccelli che muovono le lunghissime code nell'ombra sono gli stessi ulivi. Vi è una comparazione

tra uccelli e grida, ma senza il come e i due termini sono separati da un punto.

LA GUITARRA

Inizia il pianto della chitarra (il suono è un pianto, quindi personi cato), è inutile e impossibile

zittirla, piange monotona (nel cante il grido è monotono, è una litania che la chitarra interpreta)

come piange l’acqua che cade, come piange il vento sopra la neve (la neve è un elemento nuovo

rispetto agli altri che erano già presenti nella poesia precedente), piange per cose lontane (è un

dolore lontano, ancestrale, evocato), arena del Sud caldo che chiede camelie bianche (immagine

di una complessità coesistente, fa riferimento ad una volontà di rinascita e rinvigorimento da una

situazione di aridità, emerge il contrasto ma anche l’unione, si tratta di elementi diversi ma che in

realtà sono un tutt’uno), piange (come una) freccia senza bersaglio (sempre questa idea di un

dolore in nito, il cante è come una freccia che non ha un bersaglio ed è costretta a vagare

all’in nito), la sera senza il domani (un giorno senza la certezza del mattino, il fatto che non vi sia

una struttura rimanda all'incertezza di un futuro che non c’è), il primo uccello morto su un ramo

(presenza della morte e assenza del futuro, tutto è proiettato alle origini perdute ma non c’è un

domani). Oh chitarra, cuore trapassato da cinque spade (le spade sono le dita della mano del

chitarrista e il cuore ferito è quello della cassa che risuona).

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fi fi fi ff fi fi fi fi fi fi fi

Letteratura spagnola 1

Sono poesie senza una metrica riconoscibile che rispondono a questa monotonia del canto con

variazioni improvvise non strutturate, quindi il pianto della chitarra è anche quello di queste

poesie.

EL GRITO

Il grido di dolore che nasce millenni prima e che condensa il tempo e lo spazio, dalle migrazioni

dei gitani dalle zone centrali dell’Asia verso l’Europa. Per Lorca, i gitani sono quelli andalusi, che

attraverso l’uso della chitarra e il ballo hanno recuperato questa antica tradizione fondendola con

la loro e adattandola al presente. Un grido che va da monte a monte, ah è il grido, l’esclamazione

di dolore, il grido è come un arcobaleno nero che si staglia su una notte blu perchè il rito si

svolgeva di notte; il vento che si increspa e che è paragonato alle corde di una viola (strumento

musicale) che il grido fa vibrare attraverso il vento. Il cante è un rito, a cui diverse persone

assistono e partecipano esponendo le lucerne nelle grotte come segno di partecipazione. L’idea

delle persone che vivono nelle grotte è presa da un fatto reale: in Andalusia o in altre zone della

Spagna molte persone vivevano in grotte naturali scavate nella roccia arredate e abbellite. Las

ratas di Miguel Delibes parla della caccia alle pantegane di queste persone. La gura del cantaor

o della cantaora corrisponde al duende, il cantaor in questo grido celebra un rito perché tira fuori

le essenze addormentate dell’Oriente e le lancia al vento, quindi ha un profondo senso religioso

del canto, in quanto come medium mette in corrispondenza i vivi con i morti evocando questo

senso profondo e antico della tragedia. Lorca dice di loro essere gente strana e semplice, che

canta come invasa da questo duende e immersi nella natura e nel senso religioso del canto.

EL SILENCIO

Dopo il grido di dolore, il silenzio, un silenzio ondulato, un silenzio dove scivolano valli ed echi e

che china le fronti verso il suolo. Vi è un eco all'ultimo dittico della poesia precedente, poiché in

entrambe fa riferimento al senso religioso di questo canto che sgorga direttamente dall’anima.

Silenzio non è assenza di suono, è qualcosa di ondulato, quindi acquista proprietà di un altro

ente. Il silenzio acquista caratteristiche di ciò che è ondulato, ciò che è ondulato acquisisce

proprietà del silenzio. Le due categorie si confondono formando un’immagine senza limiti

concettuali e con una capacità interpretativa in nita. Il semema è la più piccola unità di

signi cazione. Si tratta di una metafora e insieme di una sinestesia, che mette insieme due campi

di signi cazione ed entrambi i termini acquistano proprietà dell’altro. Il silenzio non è privazione,

ma deriva dall’e etto del grido precedente, un silenzio che ha una sua consistenza perché in lui

scivolano elementi della natura.

EL PASO DE LA SIGUIRIYA

Antropomor zzazione, personi cazione degli elementi naturali. Tra le farfalle nere (il nero evoca

angoscia perchè insieme inde nito di colori, ma non è rapresentazione della morte, lo è il bianco)

va una ragazza bruna (mora, dalla pelle olivastra fa riferimento ai tratti sici dei gitani) vicino ad un

serpente bianco di nebbia (il serpente e la nebbia vanno di pari passo, ognuno da un lato è

espressione ambivalente del bene e del male, simbolo di trasformazione, qualcosa che può

trasformarsi nel suo opposto, ma anche qualcosa di uido, che scorre, quindi rappresentazione

del tempo ciclico; il bianco è simbolo di lutto in base alla concezione orientale a cui lui fa

riferimento, perchè è l'assenza, privazione del colore, mentre il nero è la concentrazione di tutti i

colori), terra di luce, cielo di terra (ritornello) (la terra è sostegno, concretezza; il cielo e la luce

sono qualcosa di etereo e inconsistente, che non si può toccare, impalpabile. Nonostante ciò, le

due dimensioni vengono fuse, si abbattono le categorie logiche tra terra e cielo, quindi tra corpo e

anima, attraverso il simbolo e la metafora). La siguiriya, cioè la ragazza, va incatenata al tremito di

un ritmo che non arriva mai o che non nisce mai, ha il cuore d’argento (la luna è argentata, attira

a sé i morti, che vanno a nire sulla Luna, è metallico, non umano, non batte a causa di un dolore

antico che lo ha lacerato e distrutto) e un pugnale nella destra (la siguiriya è un canto angosciante

che ferisce). Il ritmo del cante non è mai preciso, strutturato e prevedibile, quindi che non nisce

mai. Il soggetto poetico domanda alla sigiriya dove va con un ritmo che non ha struttura, inizio e

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fi fi fi ff fi fi fi fi fi fl fi fi fi

Letteratura spagnola 1

ne (senza testa), le domanda quale Luna raccoglierà il suo dolore di calce (elemento caustico

che evoca la morte) e oleandro (elemento oreale che evoca la vita). Si tratta di un’ambivalenza

senza ne, di un dolore antico senza inizio e senza ne.

VERDE QUE TE QUIERO VERDE (ROMANCERO GITANO)

Verde signi ca molte cose (è simbolo di nascita e di rinascita, di metamorfosi e trasformazione,

allude al colore della pelle olivastra dei gitani ecc. ecc.). Evoca un’area popolare che si ricollega

all’origine popolare del romance. Lorca unisce il canto al cuento, l’aspetto lirico al racconto che

implica la parete narrativa e aspetti romantici come il rapporto tra amore e morte. Unisce la

metafora e altri aspetti formali tipici del surrealismo (per quanto lui non abbia mai aderito

formalmente) alla narrazione. E’ proprio l'aspetto lirico a tras gurare la narrazione. Tras gurare

allude alla futura resurrezione di Gesù, che era lo stesso di prima ma trasformato: il racconto si

mantiene ma viene tras gurato dalla bellezza inquietante della metafora. L’ambiente in cui ha

luogo la storia viene de nito: verde vento, verdi rami (sono i rami che tingono di verde il vento che

passa tra di loro); il mare e la montagna; la barca (usata nelle zone costiere) e il cavallo (usato per

spostarsi sulla terraferma) sono elementi tipici della vita dei gitani. Baranda è il balcone ed è un

riferimento a Shakespeare, con l’ombra nella cintura lei sogna nel suo balcone, la sua carne è

verde e i suoi capelli sono verdi, i suoi occhi sono di freddo argento, cioè sono senza vita (il sogno

allude alla morte, quella parte intermedia tra la vita, la veglia e un segno più de nitivo che è la

morte). Si tratta quindi di una ragazza che sta morendo o è già morta (il colore argento allude al

colore della Luna, l'astro che porta con sé i morti): le cose la stanno guardando ma lei non le può

guardare perché non c’è più scambio tra persona e mondo. Grandi stelle di gelo arrivano con il

pesce dell’ombra, ovvero le ombre che iniziano a proiettarsi, allungate come un pesce nell’ombra,

quando il Sole è molto basso, ad esempio al tramonto o all'alba (in questo caso sta descrivendo

l’alba). L’albero di co stro na il vento con la corteccia dei suoi rami: non è il vento che investe la

corteccia, ma quest'ultima a stro nare il vento coi suoi rami. Il vento è stro nato dai rami, non è

lui che stro na. E il monte, gatto selvatico, rizza le sue agadi acerbe. Abbiamo una comparazione:

il monte è curvo, si sta stagliando perchè sta nascendo il Sole, e sembra un gatto con la bocca, i

cui peli rizzati sono le agadi del monte. La natura prende vita, ma in una forma diversa, come se

potesse compiere delle azioni vere e proprie come sfregare il vento o fare la gobba come i gatti.

Ma chi verrà? E da dove? La ragazza continua a sognare nel suo balcone e sogna il mare amaro,

quindi qualcosa che ha a che fare con l’acqua. Acqua o rirebbe una prospettiva di speranza, ma

l’aggettivo amaro ricorda l’amarezza di un amore nito o destinato a nire, quindi l’arrivo del

gitano è troppo tardi, amarezza vuol dire disamore, è quella che si prova quando un amore nisce

e si è passati al disamore, alla delu

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
55 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/05 Letteratura spagnola

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 1dkr0x di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura spagnola e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Contadini Luigi.