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R. IMPROPRIE
Ἄλλους δὲ σατράπας πέμψαι μοι δοκεῖ, / οἵτινες ἄρξουσι τῶν ἐνοικούντων. [sfumatura
finale]
“Mi è sembrato opportuno inviare altri satrapi che (= affinché) governino le popolazioni”
Ὅς ἂν ἐμμέτως πίνῃ, ἱλαρώτερος γίγνεται. [sfumatura ipotetica]
“Chi/Colui che (= se uno) beve con moderazione, diventa più allegro.
NESSO DEL RELATIVO: Si chiama “nesso del relativo” (o “relativo apparente” o “falso relativo”)
un costrutto sintattico che vede una forma di pronome relativo posta all’inizio di una frase dopo
una pausa forte (punto fermo; punto in alto; punto interrogativo). Esso viene utilizzato per
collegare due proposizioni: il relativo si riferisce infatti ad un elemento della frase precedente e
ha valore dimostrativo.
Come si traduce in italiano? Il relativo “si scioglie” in:
congiunzione coordinante (copulativa, avversativa, conclusiva, etc.: dipende dal contesto) +
pronome dimostrativo (es. οὗτος αὕτη τοῦτο) nel rispetto della funzione logica rappresentata
dal caso in cui si trova.
Esempi
Αἰσχύλου τραγῳδίαι χρησταί εἰσι· ἃς ἀναγιγνώσκετε
ἃς = οὖν + ταύτας
“Le tragedie di Eschilo sono utili: perciò leggetele”
Γλώσσης κρατεῖν δεῖ· ὃ τιμὴν φέρει.
ὅ = (καὶ) + τοῦτο
“Bisogna dominare la lingua: (e) questo porta onore”.
-ου (< οσjο (*o-syo) > οο > ου) (1 decl. -ας, -ης)
-οιο; -oo
-ω (dorico-eolico)
-αο (mic, eol, tess, beot, …)
-α (dor)
-αο > -ηο > -εω +++ ionico
à
1 decl: -α-σων (<*som) χωρ-α-σων
2 decl: -ων (<*om)
https://archive.org/details/heilmann-grammatica-storica-della-lingua-greca (Grammatica storica
della lingua greca, a c. di L. Heilmann)
ἱ ῦ ῦ ὴ ὴ ῶ ὡ ῶ
Ο γεωργο ντες (nom.) σκοπο σι τ ν μεταβολ ν τ ν ρ ν
Nel genitivo assoluto il soggetto può essere sottinteso:
ὕ ἐ
Ο τως χόντων (πραγμάτων) …
“Stando così le cose …”
Può esservi un legame grammaticale con la proposizione reggente (≠ ablativo assoluto):
Ἀ ὐ ῷ
ῶ ἐ Ἀ
δμήτου βασιλεύοντος Φερ ν / θήτευε α τ πόλλων.
“Quando Admeto era re di Fere, / presso di lui Apollo serviva dietro compenso”.
Differentemente dall’ablativo assoluto, che può essere espresso senza il participio, dal momento che
in latino manca il participio presente del verbo sum (Consule Cicerone), in greco il genitivo
ὑ ὄ
assoluto ha il predicato espresso: Κικέρωνος πάτου ντος . ἷ
Il genitivo assoluto con valore causale può avere valore di oggettività ed essere preceduto da ο ον,
ἷ ἅ ὡ
ο α o τε, o valore soggettivo, ed essere dunque accompagnato da ς.
ἴ
Ε τις λέγει = “Chiunque dica” (= lett. “se qualcuno dice”)
ἀ
Θαυμαστός τις νήρ = “Un uomo davvero ammirevole”
ὖ ἐ
Ε τις δόρυ θήγετο = “Ciascuno aguzzava bene la lancia”
ἄ
Λέγοι τις ν = “Si potrebbe dire” (= lett. “Qualcuno potrebbe dire”)
ορ-ωρη-κα (radd. Att.) analogia imperfetto
Ϝ
ε- ιδ-ον
Ϝ
ειδ-σομαι
Perfetto senza raddoppiamento
βαδ.ιδ.jω
βάδ.ην
βάδ.ος ῶ ῖ ῖ à
fut.att. βαδιδ.σω > βαδι.σ.ω > βαδι , -ε ς, -ε analogia con le forme dove la contrazione è attesa:
-άζω
τέ.τρα.φα
ὁ
τρίτος Ναυκρατίτης
ἐ ὲ ὸ ἀ
τύγχανε (imperf 3 p. sing < τυγχάνω) δ πρ ς Βίαντα πάλιν πεσταλμένος (= part perf m.p <
ἀ πο-στέλλω)
i verbi (o le locuzioni) che indicano un modo di essere o una condizione, come τυγχάνω, “sono (per
ῆ ἰ ἰ
caso), mi trovo”; λανθάνω, “sono nascosto, sono occulto”; δ λός ε μι, φανερός ε μι, φαίνομαι,
ἴ
“sono manifesto, sono chiaro”; φθάνω, “prevengo, giungo prima”; ο χομαι, “sono lontano”; διάγω,
διατελέω, διαγίγνομαι, “sono continuamente, continuo, persevero”, quando sono costruiti con il
participio predicativo, si traducono nelle seguenti modalità:
- Participio: modo, tempo e persona del verbo reggente;
- Verbo reggente indicante modo di essere/condizione: avverbio (locuzione avverbiale)
corrispondente al suo significato.
GLI ALTRI PARTICIPI PREDICATIVI DEL SOGGETTO
Il participio predicativo del soggetto viene utilizzato anche con altre “categorie” di verbi. In
questi casi il participio va reso in italiano con un infinito retto, di volta in volta,
dall’opportuna preposizione:
ἄ ὑ
Verbi (o locuzioni) che significano: “cominciare” ( ρχομαι, πάρχομαι), “finire/cessare”
ἀ ἀ
(παύομαι, λήγω), “sopportare” ( νέχομαι), “essere stanco/stancarsi” (κάμνω, παγορεύω),
ἀ
“bastare/essere sufficiente/essere capace” ( ρκέω).
ῶ ὖ
Verbi (o locuzioni) che significano: “fare del bene” (καλ ς (ε ) ποιέω), “fare del male”
ῶ ἀ
(κακ ς ποιέω, δικέω), “fare un favore” (χαρίζομαι), “essere superiore/ “eccellere” (νικάω,
ἡ
κρατέω), “essere inferiore” ( ττάομαι). ῶ
Verbi che significano: “godere/rallegrarsi” (χαίρω), “sopportare a malincuore” (χαλεπ ς
ἄ ἰ
φέρω), “sdegnarsi” ( χθομαι), “vergognarsi” (α σχύνομαι), “pentirsi” (μεταμέλομαι),
ἀ
“essere contento di” (στέργω, γαπάω) ( VERBA AFFECTUUM).
t.p. τυ.ν.χ.αν.ω > τυγχάνω ἐμβάλλω)
ν + labiale > μ (εν-βαλλω > ἐγκρύπτω)
ν + velare > γ (εν-κρυπτω >
μ + dentale > ν (βρομ-τη > βροντή)
τέ.τυχ.α: perf < grado ridotto
à ἀ
tv ≠ rad. στελ- στολ- σταλ- es. πό στολος
στελ-εσ-ω > στελ-εσ-ω
ε-στελ-σα ε-στελ-σα
>
ε-σταλ-κα
σημαν-jω > σεμαjνω
σημαν-εσ-ω
ε-σημαν-σ.α > ε-σημαν(σ)α
σε-σημαν-κα (ass. parz)
νμ > μμ / σμ (analogia)
ἴ ἰ ἀ ἐ ῖ ῖ Ἑ ὸ
ε ρητο γάρ, / ε Βίας παγορεύσειεν, / πιδε ξαι το ς σοφωτάτοις λλήνων τ βιβλίον
λεγ- (λογ-)
λεγ.σω .σομαι
ε.λεγ.σα .σαμην
λε.λε&g