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IMPERATIVO
L’imperativo latino ha un tempo presente e uno futuro. Le sue forme sono derivate dal
tema del presente, ma le desinenze sono proprie. Per il presente esistono solo la 2°
persona singolare e plurale, mentre per il futuro esistono uscite sia per le 2° persone
che per le 3°.
Presente attivo
Si forma con il tema del presente seguito dalla vocale tematica e desinenza zero per la
2° singolare. Il plurale si forma aggiungendo -te al presente, ma la vocale epentetica.
Della 3° coniugazione passa da -e a -i.
PERSONA 1° coniugazione 2° coniugazione 3° coniugazione 4°
coniugazion
e
2° singolare laud-ā mon-ē leg-e aud-ī
2° plurale laud-āte mon-ēte leg-ite aud-īte
Presente passivo
PERSONA 1° 2° coniugazione 3° coniugazione 4°
coniugazione coniugazione
2° singolare laud-āre mon-ēre leg-ere aud-īre
2° plurale laud-āminī mon-ēminī leg-iminī aud-īminī
Futuro attivo
L’imperativo futuro attivo si forma aggiungendo una particella -tō alla forma presente.
Il tō viene proposto alla vocale tematica, che per la 3° coniugazione diventa i alla 2° e
3° singolare. La 3° plurale si forma aggiungendo alla forma presente una n e tō, ma
per la 3° e 4° coniugazione la vocale tematica diventa u e iu.
PERSONA 1° 2° 3° 4°
coniugazione coniugazione coniugazione coniugazione
2° singolare laud-ātō mon-ētō leg-itō aud-ītō
3° singolare laud-ātō mon-ētō leg-itō aud-ītō
2° plurale laud-ātōte mon-ētōte leg-itōte aud-ītōte
3° plurale laud-antō mon-entō leg-untō aud-iuntō
Futuro passivo
Si aggiunge una r alle voci attive.
PERSONA 1° 2° 3° 4°
coniugazione coniugazione coniugazione coniugazione
2° singolare laud-ātor mon-ētor leg-itor aud-ītor
3° singolare laud-ātor mon-ētor leg-itor aud-ītor
2° plurale laud-āminor mon-ēminor leg-iminor aud-īminor
3° plurale laud-antor mon-entor leg-untor aud-iuntor
Imperativo negativo
Per la 2° persona singolare e plurale l’imperativo negativo si rende con nē e il perfetto
congiuntivo, se il comando è energico (es.: Nē fūgeritis, mīlitēs! = non scappate,
soldati!).
Si rende con la perifrasi nōlī, nōlīte e l’infinito se il comando è dolce (es.: nōlī flēre =
non piangere).
INFINITO
Il modo infinito ha tre tempi: presente, perfetto e futuro (essere per/stare per + infinito
presente del verbo).
Presente
Il presente si forma aggiungendo al tema del presente:
● -āre per la prima coniugazione;
● -ēre per la seconda;
● -ĕre per la terza;
● -īre per la quarta.
Il passivo aggiunge queste desinenze:
● -ārī per la prima coniugazione;
● -ērī per la seconda;
● -ī per la terza;
● -īrī per la quarta.
FORMA 1° coniugazione 2° coniugazione 3° 4°
coniugazione coniugazione
Attiva laud-āre mon-ēre leg-ĕre aud-īre
Passiva laud-ārī mon-ērī leg-ī aud-īrī
Perfetto
Aggiunge al tema del perfetto la desinenza -isse.
Il passivo aggiunge al participio perfetto l’infinito presente di sum (esse).
NUMERO MASCHILE FEMMINILE NEUTRO
Singolare laudātum esse laudātam esse laudātum esse
Plurale laudātōs esse laudātās esse laudāta esse
Futuro
L’infinito futuro attivo si forma con il participio futuro + l’infinito presente di sum.
NUMERO MASCHILE FEMMINILE NEUTRO
Singolare laudātūrum esse laudātūram esse laudātūrum esse
Plurale laudātūrōs esse laudātūrās esse laudātūra esse
Il passivo vuole la 4° voce del paradigma + īrī (forma derivata dal verbo irregolare eō,
cioè “andare”). Sarà quindi, per esempio, laudātum īrī (essere per venire lodato).
GERUNDIO
Il gerundio è la declinazione dell’infinito presente utilizzato come verbo sostantivato.
Questa declinazione ha 5 casi. Le desinenze sono quelle di un nome di 2° declinazione
con radice il tema del presente, prima di queste si aggiunge la vocale tematica
accorciata (a per la 1°, e per la 2°, i per la 3°, ie per la 4°), il suffisso nd.
CASO in LATINO in ITALIANO
Nom. laud-āre lodare
Gen. laud-andī di lodare
Dat. laud-andō a lodare
Acc. (ad) laud-andum per lodare
Abl. laud-andō per lodare
GERUNDIVO
Il gerundivo è un aggettivo verbale di sola forma passiva che indica necessità e
bisogno.
“Puella laudanda” = La fanciulla da lodare.
Si forma aggiungendo al tema del presente i suffissi:
● -and- per la prima coniugazione;
● -end- per la seconda e la terza;
● -iend- per la quarta.
e le uscite di un aggettivo della 1° classe (-us, -a, -um).
CASO Masc. sing Masc. Femm. Femm. Neutro Neutro
plur. sing. plur. sing. plur.
Nom. laud-andus laud-andī laud-anda laud-andae laud-andu laud-anda
m
Gen. laud-andī laud-andōr laud-andae laud-andār laud-andī laud-andōr
um um um
Dat. laud-andō laud-andīs laud-andae laud-andīs laud-andō laud-andīs
Acc. laud-andum laud-andō laud-anda laud-andās laud-andu laud-anda
s m m
Voc. laud-ande laud-andī laud-anda laud-andae laud-andu laud-anda
m
Abl. laud-andō laud-andīs laud-andā laud-andīs laud-andō laud-andīs
Questo modo è molto utilizzato nella costruzione chiamata perifrastica passiva
(gerundivo + verbo essere) che esprime l’idea passiva del dovere: “Puella laudanda est
mātrī” = La fanciulla è da lodare/va lodata dalla madre. L’agente va in dativo ma si
può trovare nella costruzione di ā/ab e ablativo.
PARTICIPIO
Il participio in latino ha 3 tempi: presente, perfetto e futuro.
Presente
Si forma aggiungendo al tema del presente le desinenze:
● -āns, -antis per la prima coniugazione;
● -ēns, -entis per la seconda
● -ens, -entis per la terza;
● -iens, -ientis per la quarta.
Si declina poi come un nome del 3° gruppo della 3° declinazione. L’ablativo singolare
esce in -e quando il participio è usato come sostantivo, in -ī quando aggettivo.
CASO SINGOLARE PLUR. MASC. o PLUR. NEUTRO
FEMM.
Nom. laud-āns laud-antēs laud-antia
Gen. laud-antis laud-antium laud-antium
Dat. laud-anti laud-antibus laud-antibus
Acc. laud-antem laud-antēs laud-antia
Voc. laud-āns laud-antēs laud-antia
Abl. laud-antī/e laud-antibus laud-antibus
Perfetto
Si forma posponendo al tema del supino (4° voce del paradigma) le desinenze di un
aggettivo della 1° classe.
CASO Masc. Femm. Neutro Masc. Femm. Neutro plur.
sing. sing. sing. plur. plur.
Nom. Laudāt-us Laudāt-a Laudāt-um Laudāt-ī Laudāt-ae Laudāt-a
Gen. Laudāt-ī Laudāt-ae Laudāt-ī Laudāt-ōr Laudāt-āru Laudāt-ōru
um m m
Dat. Laudāt-ō Laudāt-ae Laudāt-ō Laudāt-īs Laudāt-īs Laudāt-īs
Acc. Laudāt-um Laudāt-am Laudāt-um Laudāt-ōs Laudāt-ās Laudāt-a
Voc. Laudāt-e Laudāt-a Laudāt-um Laudāt-ī Laudāt-ae Laudāt-a
Abl. Laudāt-ō Laudāt-ā Laudāt-ō Laudāt-īs Laudāt-īs Laudāt-īs
Futuro (che + verbo al futuro semplice)
CASO Masc. sing. Femm. Neutro Masc. Femm. Neutro plur.
sing. sing. plur. plur.
Nom. Laudāt-ūrus Laudāt-ūra Laudāt-ūr Laudāt-ūrī Laudāt-ūra Laudāt-ūra
um e
Gen. Laudāt-ūrī Laudāt-ūra Laudāt-ūrī Laudāt-ūr Laudāt-ūrā Laudāt-ūrōr
e ōrum rum um
Dat. Laudāt-ūrō Laudāt-ūra Laudāt-ūr Laudāt-ūrī Laudāt-ūrī Laudāt-ūrīs
e ō s s
Acc. Laudāt-ūru Laudāt-ūra Laudāt-ūr Laudāt-ūr Laudāt-ūrā Laudāt-ūra
m m um ōs s
Voc. Laudāt-ūre Laudāt-ūra Laudāt-ūr Laudāt-ūrī Laudāt-ūra Laudāt-ūra
um e
Abl. Laudāt-ūrō Laudāt-ūrā Laudāt-ūr Laudāt-ūrī Laudāt-ūrī Laudāt-ūrīs
ō s s
SUPINO
Il supino è un nome verbale della 4° declinazione, 4° voce del paradigma di ogni
verbo, che presenta solo due casi:
● il supino attivo, o accusativo, con desinenza -um (laudāt-um);
● il supino passivo, o ablativo, con desinenza -ū (laudāt-ū). Si forma sostituendo
la -um del tema del supino con una -ū.
Il supino attivo ha un valore di direzione o fine di un movimento:
“Māter īvit Rōmam laudātum puellam” = La madre andò a Roma per lodare/a lodare
la fanciulla.
Il supino passivo ha una funzione di ablativo di limitazione usato spesso in relazione
ad aggettivi come facilis, difficilis, horribilis:
“Facilis dictū” = Facile a dirsi.
VERBI DEPONENTI E SEMIDEPONENTI
Alcuni verbi hanno deposto la forma attiva per quella passiva ma hanno mantenuto lo
stesso significato. Questi sono detti deponenti. Formano come un regolare verbo
passivo tutte le loro forme, ma hanno:
● forma passiva e significato passivo per gerundivo e supino ablativo;
● forma attiva e significato attivo per infinito futuro, gerundio e supino
accusativo.
I CASI DEL LATINO
La lingua latina distingue le funzioni logico-grammaticali di sostantivi, aggettivi e
pronomi servendosi di sei casi e cinque declinazioni.
NOMINATIVO
Indica il soggetto della frase, o il complemento predicativo del soggetto (es.:
“Cornelia sembra bella”) o la parte nominale (es.: “Cornelia è una ragazza).
GENITIVO
Indica il possesso, come nella frase “I capelli di Cornelia sono lunghi”, svolgendo la
funzione di complemento di specificazione.
DATIVO
Indica un complemento di termine, come nella frase “Ho dato il biscotto al bambino”.
Altri usi:
● dativo di agente: esprime l’agente quando viene usato con la coniugazione
perifrastica passiva (“il lavoro dev’essere fatto dal ragazzo”);
● dativo di riferimento spesso usato col dativo di fine o scopo. Es.: “il generale
inviò truppe come aiuto (con lo scopo di) all’altro generale”;
● dativo di possesso: “mihi pecunia est” = “a me è il denaro”, cioè “possiedo il
denaro”.
ACCUSATIVO
Indica il complemento oggetto (es.: “Cornelia uccise Marco”).
In tutte le declinazioni, i nomi di genere maschile e femminile formano l’accusativo
aggiungendo la comune desinenza -m alla vocale tematica.
VOCATIVO
Svolge la funzione di complemento di vocazione in caso di discorso diretto (es.:
“Cornelia, vai fuori”). Il vocativo ha generalmente le stesse desinenze del nominativo,
con l’eccezione (solo al singolare) dei temi in -us e in -ius della seconda declinazione.
ABLATIVO
Svolge le funzioni di più complementi, sia in forma pura, sia preceduto da
preposizioni. L’ablativo semplice prende la funzione di complemento di tempo, mezzo
(per gli oggetti), causa efficiente e altri.
LE DECLINAZIONI DEL LATINO
PRIMA DECLINAZIONE
La prima declinazione comprende solo alcuni nomi maschili e soprattutto femminili<