R) R R
M
m
{v ∈ ·
allora Ker(L ) = : M v = 0}
R
M
Che equivale a risolvere un sistema lineare.
6.2 Teorema di Nullità + Rango
Il Teorema di nullità + rango ci permette di definire il dominio di un’applicazione lineare calcolando la
dimensione del kernel e dell’insieme immagine.
Teorema 6.2.1: Teorema di Nullità + Rango
lin
−−→
Sia f : V W ∈
siano dim(V ), dim(W ) N
allora: a
dim(V ) = dim(Ker(f )) + dim(Im(f )) (35)
a dominio
Proof: Per dimostrare il teorema faremo riferimento ad alcuni teoremi visti in precedenza. ≤
1. In quanto Ker(f ) è un s.s.v. di V (Definizione: 6.1.2) sappiamo che: dim(Ker(f )) = r
∈
dim(V ) = n N
2. Allora possiamo costruire una base del Kernel come: B = (v , v )
K 1 r
3. Ma per il teorema di completamento ad una base sappiamo che: B = (v , v , v , v )
V 1 r r+1 n
4. Ma dal Teorema 6.1.1 sappiamo che data una base dell’insieme di partenza applicando l’applicazione
lineare a tutti i vettori di quest’ultima otterremo una base dell’insieme immagine di f
6 dall’ipotesi che f è iniettiva 44
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5. Applichiamo l’applicazione lineare a B = (v , v , v , v ) =⇒ B = (0 , . . . , 0 , f (v ), . . . , f (v ))
V 1 r r+1 n I 1 r r+1 n
Si noti come i primi r vettori diventano zeri in quanto facevano parte del kernel di f
6. Dunque B = (f (v ), . . . , f (v )) è un sdg dell’insieme immagine.
r+1 n
I
Se riesco a dimostrare che questi sono linearmente indipendenti avrò che questi costituiranno una
−
base dell’insieme immagine. Con quindi dim(Im(f )) = n r
7. Voglio quindi dimostrare che:
∃a ) + . . . + a f (v ) = 0 =⇒ f (a v + a v ) = 0
, . . . , a : a f (v r+1 n n W 1 r+1 r n W
r+1 n r+1 ∈
8. Ma allora a v + a v Ker(f ) =⇒ a v + a v = a v + . . . a v
1 r+1 r n r+1 r+1 n n 1 1 r r
− −
9. Pertanto: a v + a v a v . . . a v = 0
r+1 r+1 n n 1 1 r r V
Ma questi per costruzione formano una base di V allora: a = a = a = a = 0
1 r r+1 n
10. Ho pertanto dimostrato che i vettori (f (v ), . . . , f (v )) sono linearmente indipendenti, dunque
r+1 n
− −
dim(Im(f )) = n r mentre dim(Ker(f )) = r =⇒ dim(Im(f )) + dim(Ker(f )) = n r + r =
n = dim(V )
6.2.1 Tre importanti corollari
Vediamo di seguito tre importanti corollario del teorema di nullità + rango.
Teorema 6.2.2: dim(V ) > dim(W )
Il primo corollario riguarda il caso in cui ̸ 0 (36)
dim(V ) > dim(W ) =⇒ Ker(f ) = W
Ovvero che l’applicazione non è iniettiva ≤
Proof: Possiamo dimostrare semplicemente il corollario notando come dim(Im(f )) dim(W )
− ≥ −
1. Possiamo dire: dim(Ker(f )) = dim(V ) dim(Im(f )) dim(V ) dim(W ) > 0
Teorema 6.2.3: dim(V ) < dim(W )
Il secondo corollario riguarda il caso opposto ovvero dove la dimensione del dominio è minore
della dimensione dell’insieme di arrivo.
dim(V ) < dim(W ) =⇒ l’applicazione non può essere suriettiva (37)
Proof: Effettuiamo la dimostriamo analogamanete a quanto fatto precedentemente.
− ≤
1. dim(Im(f )) = dim(V ) dim(Ker(f )) dim(V ) < dim(W )
̸
2. Dunque dim(Im(f )) = dim(Im(f )) =⇒ non è suriettiva
⇐⇒
Teorema 6.2.4: Suriettiva Iniettiva
lin
−−→ ∈
Pertanto diremo che sia f : V W tali che dim(V ) = dim(W ) = n N
allora: ⇐⇒
f è suriettiva è iniettiva 45
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Note:-
Si noti come questo è un caso particolare dove la dimensione di V e di W sono finite, questo non
vale per spazi infiniti. Si pensi applicazione lineare che deriva, in quel caso avremo che l’applicazione
è suriettiva ma non iniettiva.
Proof: La dimostrazione può essere effettuata dimostrando i due lati dell’implicazione contemporanea-
mente. ⇐⇒ ⇐⇒ −
1. f è iniettiva dim(Ker(f )) = 0 dim(Im(f )) = dim(V ) dim(Ker(f )) = dim(V ) =
⇐⇒
dim(W ) f è suriettiva
6.3 Endomorfismi e Isomorfismi
Definiremo di seguito due tipi di applicazioni lineari.
6.3.1 Endomorfismo
Definizione 6.3.1: Endomorfismo
lin
−−→
Sia f : V V si dice che f è un endomorfismo
Pertanto un endomorfismo è una applicazione lineare che va da un s.v. in se stesso.
6.3.2 Isomorfismo
Definizione 6.3.2: Isomorfismo
lin
−−→
Se f : V W è invertibile (iniett. + suriett.)
si dice che f è un isomorfismo e che V e W sono tra loro isomorfi
Per dimostrare che due s.v. so isormorfi tra di loro dovremo dimostrare che l’applicazione lineare è
biunivoca (iniettiva + suriettiva), ed è lineare.
n
6.3.2.1 Isomorfismi a R n
Teorema 6.3.1: Isomorfismi a R n
∈
Sia V uno s.v. di dimensione finita n allora V è isomorfo a
N, R
Proof: Per dimostrare il teorema dimostro che l’applicazione lineare che da uno spazio vettoriale va
n
nello spazio è biunivoca.
R
1. Sia B = (v , v . . . v ) una base di V definisco:
V 1 2 n
n
→
P : V R
→
v v Dire che P è la ”mappa delle coordinate”
B
2. Voglio di conseguenza dimostrare che P è lineare ed è biunivoca.
Si noti come in caso questa fosse lineare, potrei dire che in quanto i due s.v. hanno la stessa
7
dimensione se l’applicazione è suriettiva allora sarà iniettiva e viceversa.
′ ′
∈ ∈
3. Siano v, v V, a, a R ′
x x
1 1
..
.. ′
e siano v = v =
. .
B B
′
x x
n n
7 Teorema: 6.2.4 46
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′ ′
′ ′
4. Allora P (av + a v ) = (av + a v ) B ′
′ ′
x
x
ax + a x 1
1 1
1 ..
..
. ′
′ ′
. = aP (v)
+ a
= a + a P (v )
=
.
.
.
′
′ ′ x
x
ax + a x n
n n
n
che dimostra che la mappa nei reali di uno s.v. è lineare.
5. Adesso voglio dimostrare che l’applicazione lineare è biettiva, usando l’osservazione di sopra mi
basta dimostrare che è iniettiva o suriettiva.
{v ∈ {0 }
6. Noto come: Ker(P ) = V : v = 0} =
B V
Questo è vero per definizione di coordinate di uno spazio vettoriale (Definizione: 5.4.1)
6.3.3 Inversa di un’applicazione lineare
Teorema 6.3.2: Inversa di un’applicazione lineare
iso
−−→
Sia f : V W , allora
−1 →
f : W V è un isomorfismo. −1
Proof: Sappiamo gia che se f è invertibile allora esiste f e che quest’ultima è invertibile. (dalla
definizione di applicazione lineare isomorfa)
−1
Devo solo dimostrare che f è lineare.
′ ′
∈ ∈
w, w W, a, a
1. Siano R
′ ′ ′
∈
sappiamo che esistono v, v V : f (v) = w, f (v ) = w
′ ′
−1
−1 = v, f (w ) = v
2. Dunque f (w) ′ ′ ′
′ −1 ′ −1 ′
8
1 + a w ) = f (af (v) + a f (v ) = = f (f (av) + f (a v )
3. Allora f (aw ′ ′
−1 ′ −1 ′ −1
◦
4. Ricordandoci che f f = id =⇒ = av + a v = af (w) + a f (w )
Note:-
Si noti come abbiamo anche dimostrato che la composizione di isomorfismi è a sua volta un isomor-
fismo.
Si inoltre come: se U, V, W sono s.v. si ha:
1. U è isomorfo a U
identità su U è un isomorfismo
2. Se U è isomorfo a V allora V è isomorfo a U (dimostrato sopra)
3. Se U è isomorfo a V e V a W allora U è isomorfo a W
composizione di isomorfismi è evidentemente un isomorfismo, transitivamente.
6.4 Teorema di Rappresentazione
Questa sezione ha lo scopo di definire un teorema di rappresentazione delle applicazioni lineari in base
alle basi del dominio e del codominio. Iniziermo con diverse osservazioni e proposizioni per poi sviluppare
infine il teorema di rappresentazione delle applicazioni lineari.
v e f (v)
6.4.1 Legame tra B B
V W
Il quesito principale è quello di definire un legame tra le coordinate del vettore di partenze (rispetto alla
base dello s.v. di partenza) e quelle dell’applicazione lineare (rispetto alle coordiante dello s.v. di arrivo)
Siano V e W s.v. di dimensione finita, dim(V ) = n, dim(W ) = m
e siano:
{v }
B = , v . . . v una base di V
V 1 2 n
8 f è lineare per ipotesi 47
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{w }
B = , . . . , w una base di W e
W 1 m
lin
−−→
sia f : V W un’applicazione lineare, voglio essere in grado di capire qual’è il legame tra un generico
∈
v V e f (v)
Per descrivere tale legame inizio con decifrare l’insieme immagine cosi da avere una precisa descrizione e
9
, . . . , f (v ))) è un sdg di Im(f )
possibilmente generale degli elementi che lo compongono. Poichè (f (v 1 n
allora cercherò di descrivere f (v) rispetto a f (v ), . . . f (v ) nelle coordiante dello spazio vettoriale W
B 1 n
W
(di arrivo)
Supponiamo che: ) = a w + a w + . . . + a w
f (v 1 11 1 21 2 m1 m
f (v ) = a w + a w + . . . + a w
2 12 1 22 2 m2 m (38)
..
.
f (v ) = a w + a w + . . . + a w
n 1n 1 2n 2 mn m
Ovvero ho descritto gli elementi dell’insieme immagine come combinazioni lineari dei vettori di una
base di W ∈
v V sarà descritto come:
Sia ora un generico v = b v + . . . b v
1 1 n n
b
1
..
v v in V rispetto alla base B (una base possibile di
cioè = che rappresentano le coordinate di
.
B V
V
b
n
V )
Provo adesso a calcolare f (v) : f (v) = f (b v + . . . + b v )
1 1 n n (39)
10
= f (v )b + . . . + f (v )b
1 1 n n
Adesso posso pensare di esplicitare la definizione nelle coordinate B delle singole applicazioni lineari.
W
·
(a w + a w + . . . + a w ) b +
11 1 21 2 m1 m 1
·
(a w + a w + . . . + a w ) b +
12 1 22 2 m2 m 2 (40)
..
.
·
(a w + a w + . . . + a w ) b +
1n 1 2n 2 mn m n
Se adesso metto in evidenza i vettori della base di B avrò le coordiante di f (v) rispetto a B
W W
che è quello che volevo ottenere, ovvero una corrispondenza lineare tra un generico vettore di V e la sua
applicazione lineare in W w per colonna, ottenendo:
Noto come posso mettere in evidenza un ·
(
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