DIFETTI NELLA FORMAZIONE DELL’IMPULSO
1. L’aritmia può essere determinata da un difetto della formazione degli
impulsi. Gli impulsi devono nascere nel nodo senoatriale.
se abbiamo un battito ectopico da un’altra parte abbiamo
- un’aritmia. Oggi si chiamano premature ventricular contraction
e sono le extrasistoli, che determinano la contrazione non
simmetrica del ventricolo. Le persone sane hanno centinaia di
extrasistoli atriali ogni giorno, ma non le sentono, sono un segno
della salute del cuore. Se invece abbiamo extrasistoli a livello
ventricolare abbiamo un problema. Le sentiamo perché sono
premature: il ventricolo non si è ancora allargato abbastanza e
quando riceve lo stimolo per contrarsi non si apre la valvola
aortica, quindi sentiamo assenza di battito; poi avremo che il
ventricolo si riempie e sentiamo un battito più forte.
poi ci sono attività stimolate legate alla afterdepolarisation, che sono forme più patologiche.
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DIFETTI NELLA CONDUZIONE DELL’IMPULSO
2. L’impulso si è generato correttamente nel nodo SA, ma la conduzione non è normale, quindi il cuore non si
contrae in modo fisiologico.
DIFETTI NELLA FORMAZIONE DELL’IMPULSO
Parliamo ora dell’impulso che si genera male (non che viene
condotto male). Abbiamo i canali del Na che sono già chiusi, sono nel
periodo di inattivazione (in alto). Se, mentre la cellula si sta
ripolarizzando perché entra K, i canali del Na si aprono, avremo una
depolarizzazione precoce. Magari non succede nulla o magari
riparte il canale al Na e quindi nasce un’aritmia stimolata proprio
dalla riattivazione dei canali al Na.
Dobbiamo immaginare un ventricolo che non riesce ad aprirsi
perché abbiamo correnti anticipate. La conseguenza è la TORSADE
DE POINTES (torsione di punta), che è l’anticamera della
fibrillazione ventricolare, che è alla base della morte elettrica. Noi
possiamo morire a causa del cuore di morte meccanica o elettrica:
meccanica quando il cuore non è in grado di contrarsi, elettrica
quando si potrebbe contrarre bene, ma non ci sono le condizioni
elettriche per farlo.
Abbiamo visto come un difetto di generazione dell’impulso
può portare ad una torsione di punta o addirittura alla
fibrillazione ventricolare. Però la torsione di punta posso
anche ottenerla in una condizione che è un fattore di
rischio più che una situazione patologica ed è
l’allungamento dell’intervallo QT, che include la
depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare. Questo
allungamento lo abbiamo perché la ripolarizzazione per
qualche motivo è rallentata. I canali del Na escono dal loro
periodo refrattario e trovano ancora la depolarizzazione,
che li fa riaprire.
Il problema è che ci sono tanti farmaci che possono produrre essi stessi ad un allungamento del tratto QT
(sindrome del QT lungo iatrogena). Oggi ogni farmaco nuovo che deve entrare sul mercato deve dimostrare di
non allungare l’intervallo QT. Purtroppo, come possiamo vedere dalla tabella, sono molti i farmaci che possono
allungarlo, sventuratamente anche importantissimi farmaci antiaritmici come i “farmaci cardiovascolari” in
tabella attenzione alla sindrome del QT lungo iatrogena.
→
C’è un’altra condizione di genesi errata dell’impulso. In questo
caso non abbiamo una early afterdepolarization, ma avviene
più tardivamente, quindi abbiamo una delayed
afterdepolarization. Può causare anch’essa depolarizzazione e
anticipare il potenziale successivo. Questa è un’altra condizione
di afterdepolarization trigger, ovvero stimolata da fattori
elettrici concomitanti.
DIFETTO NELLA CONDUZIONE DELL’IMPULSO
Se ho un normale potenziale d’azione, questo dovrebbe distribuirsi lungo il
tessuto di conduzione specifico, ma se per qualche motivo ho un’area non eccitabile (si parla di “miocardio
ibernato”), l’impulso non avrà un andamento diretto per prendere le due branche, ma l’1 va tranquillamente e il 2
ha un blocco.
Questo secondo potenziale d’azione rientra e si sovrappone dalla parte opposta, quindi la conduzione
dell’impulso sarà modificata, così come la contrazione. Se non ci fosse l’area non eccitabile (triangolo verde),
probabilmente gli impulsi andrebbero da entrambe le parti senza problemi.
4 CLASSI DI ANTIARITMICI
Abbiamo quindi detto che i meccanismi responsabili di aritmie sono 2:
Genesi dell’impulso: posso avere early and delayed afterdepolarization
Anomalie della propagazione dell’impulso: blocco di branca destra e sinistra.
Abbiamo 4 classi differenti di antiaritmici. Cercheremo solo di capire il loro meccanismo d’azione, senza
declinare l’uso nella clinica (è una cosa da specialisti). Parleremo della fibrillazione atriale, che sta diventando
sempre più frequente nella nostra popolazione. Questa crea dei problemi perché prima di tutto vuol dire che ho
ristagno di sangue nelle auricole, quindi rischio potenziale di sviluppare trombi, che possono generale emboli
quando il cuore si rimette a contrarsi devo prevenire il cardio embolismo, che solitamente è un embolismo a
→
livello cerebrale; poi penso all’aritmia. Ci sono pazienti che hanno una fibrillazione atriale brutta ma che non la
sentono; quindi, non interferisce con la qualità di vita, mentre ci sono forme meno severe che però il paziente
sente molto quindi ha meno qualità della vita.
Il nostro goal nel caso di fibrillazione atriale quello di raggiungere il prima possibile un ritmo sinusale
(normale). Questo può essere fatto elettricamente se l’aritmia è insorta da poco tempo; ma se è passato un po’ d
i tempo bisogna prima intervenire con farmaci (es anticoagulanti), altrimenti rischiamo di mandare in giro
emboli.
Possiamo scegliere di interferire con il ritmo o con la frequenza con la quale gli impulsi raggiungono il nodo AV.
Possiamo ripristinare un ritmo sinusale oppure possiamo accontentarci di ripristinare la frequenza. Talvolta il
trattamento della fibrillazione atriale è chirurgico: si è visto che intorno alle vene polmonari ci sono focolai
ectopici, da cui partirebbero potenziali per l’atrio; quindi, vengono bruciati i tessuti si fa l’ablazione del
→
tessuto aritmogeno. Talvolta funziona, talvolta non funziona, bisogna un po’ essere fortunati. Tutte le altre
forme di aritmia non le consideriamo.
Abbiamo quindi 4 classi diverse di antiaritmici che agiscono in maniera diversa dal punto di vista farmacodinamico:
CLASSE 1: BLOCCANTI DEI CANALI AL NA
Agiscono prevalentemente a livello del tessuto di lavoro
cardiaco, ma qualche canale al sodio è presente anche sul nodo
SA, probabilmente sulle cellule periferiche, per favorire la
fuoriuscita degli impulsi più rapidamente. La classe 1 poi si
divide in 1a, 1b e 1c sulla base dello spike.
Chinidina, Procainamide e Disopiramide: rallentano la
a. depolarizzazione, quindi abbassano la frequenza, ma
contemporaneamente allungano la ripolarizzazione. Quindi
possono causare early afterdepolarization perché qualche
canale al Na è pronto per aprirsi
Lidocaina, Mexiletina e Fenitoina: blocco modesto sui
b. canali del Na (della depolarizzazione), accorciano un
pochino la ripolarizzazione. Oggi questi farmaci, in realtà, si
usano per altre cose.
Flecainide, Propafenone, Encainide e Moricizina: sono la
c. cosa migliore perché non abbiamo nessun effetto sulla
ripolarizzazione ma abbiamo un marcato effetto sui canali
del Na, quindi non c’è rischio di afterdepolarization.
Ovviamente tutto questo dipende moto dai dosaggi perché se
si usano dosaggi molto alti abbiamo anche effetti avversi.
CLASSE 2: BETA BLOCCANTI
Agiscono sulla genesi dell’impulso del nodo senoatriale: bloccando i recettori beta 1 si ha un effetto cronotropo
negativo, allunghiamo la durata della depolarizzazione. Inoltre, abbiamo anche effetti nel nodo AV. Si rallenta
la funny corrent, che non è più pronta per determinare la
depolarizzazione.
CLASSE 3: BLOCCANTI DEI CANALI AL K
Agiscono sui canali al K, quindi sulla ripolarizzazione. Se blocco i canali al K, ho un allungamento della
ripolarizzazione, quindi rischio di avere afterdepolarization, ma tendenzialmente prolungando la
ripolarizzazione possiamo controllare il tessuto dall’’insorgenza di focolai ectopici perché il tessuto ci mette di
più a ripolarizzarsi. Abbiamo l’Amiodarone, uno dei farmaci più usati nel trattamento della fibrillazione
atriale perché diminuisce la probabilità che impulsi possano nascere nell’atrio.
CLASSE 4: BLOCCANTI DEI CANALI AL CA
Abbiamo Verapamil e Diltiazem. Sono farmaci che agiscono soprattutto sui canali al Ca localizzati a livello
cardiaco, soprattutto nel nodo SA, dove ritardano il potenziale d’azione (perché a livello del nodo SA c’è una
corrente al Ca). I canali al Ca sono presenti anche a livello del tessuto di lavoro cardiaco. Però non sono farmaci
in prima o seconda linea per lo scompenso, perché se blocchiamo i canali il Ca non entra più.
CLASSE 5
C’è anche una classe 5, che comprende molecole antiaritmiche, tra cui Evabradina, un bloccante dei canali HCN.
SISTEMA RESPIRATORIO
ASMA E BPCO
Dal punto di vista patogenetico, l’asma e la BPCO sono due malattie infiammatorie. Il trattamento di prima linea, difatti,
è quello infiammatorio. Difatti, se non si controlla l’evoluzione dell’infiammazione, specialmente nell’asma, la malattia
sarà nefasta, in quanto esse vanno a modificare l’albero respiratorio. le vie respiratorie si vanno a modificare nel corso
della patologia, assumendo caratteristiche patologiche.
Ciò che ne consegue è che non ha senso trattare queste patologie eludendo il problema dell’infiammazione. Nell’asma,
non trattare primariamente l’infezione e agire subito con farmaci broncodilatatori, causa morte. Di conseguenza, tali
patologie richiedono prima il trattamento dell’infiammazione, la quale, se cronica, risulta essere un trigger del
rimodellamento delle vie respiratorie.
In un paziente asmatico, la membrana basale è inspessita e si registra ipertrofia delle cellule muscolari lisce, la quale
determina un ispessimento della parete del bronco.
L’asma è una patologia data da allergia. A parte in casi estremi, la costrizione del bronco è reversibile. L’asma è
- più facile da trattare, ma si deve comunque tenere conto che un’asma non trattato porta a un deterioramento
dell’albero respiratorio, tanto che, da un asma degenerat
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