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Introduzione agli studi clinici controllati
Gli studi clinici sono studi sperimentali controllati il cui scopo è di confrontare l'efficacia di una terapia farmacologica rispetto a un'altra su gruppi specifici di pazienti. È importante randomizzare uno studio clinico.
Gli studi non randomizzati di nuovi farmaci sono spesso "super-ottimisti". Questo avviene perché, generalmente, un medico è riluttante ad assegnare farmaci sperimentali ai pazienti in condizioni peggiori e, prescrivendo il nuovo medicinale solo ai pazienti in condizioni di salute "non troppo gravi", ottiene risultati sfalsati.
Da quanto appena enunciato, si deduce l'importanza di definire un piano etico per quanto riguarda la condotta degli studi clinici. La randomizzazione è ammissibile unicamente in caso di non chiara evidenza terapeutica di un trattamento rispetto a un altro; pertanto risulta etico impiegare sia l'uno che l'altro farmaco.
unpaziente necessita di una specifica cura gli verrà somministrato quel medicinale e, semplicemente, si escluderà dallo studio dato paziente. Fondamentale è inoltre avere il consenso informato del paziente per procedere con lo studio. Per la buona riuscita di uno studio è ovviamente importante scongiurare eventuali errori sistematici (bias). La maggior parte di questi si può evitare semplicemente randomizzando correttamente lo studio. Un altro elemento che potrebbe compromettere la validità del lavoro effettuato è l'effetto psicologico che il trattamento sperimentale esercita sul paziente. Quest'ultimo infatti, riponendo fiducia nel nuovo medicinale, potrebbe sentirsi meglio senza che il farmaco abbia svolto alcun lavoro. In questo contesto somministrare un placebo può essere utile per separare l'effetto specifico del farmaco testato dall'effetto non specifico. Se non si tratta di studi il cui risultato sul pazientesottoposto il farmaco per valutarne la sicurezza e la tollerabilità. 2. Pazienti affetti dalla malattia per cui il farmaco è destinato, per valutarne l'efficacia e la sicurezza. 3. Studi di confronto con altri farmaci già in commercio per valutarne l'efficacia e la sicurezza rispetto alla concorrenza. 4. Studi post-marketing per monitorare l'efficacia e la sicurezza del farmaco una volta che è stato messo in commercio. I risultati degli studi clinici vengono pubblicati in riviste scientifiche e possono essere utilizzati per ottenere l'autorizzazione all'immissione in commercio del farmaco da parte delle autorità regolatorie. È importante sottolineare che gli studi clinici sono fondamentali per garantire la sicurezza e l'efficacia dei farmaci, ma non sono l'unico strumento di valutazione. È necessario considerare anche altri fattori, come l'esperienza clinica, le opinioni degli esperti e le preferenze dei pazienti.1. Pazienti sani, somministrata una dose sicura;
2. Pazienti ristretti studi pilota o di valutazione di efficacia (randomizzazione raccomandabile);
3. Studio clinico debitamente controllato;
4. Studi di fattibilità nella pratica medica generale.
5. Gli studi non vengono fatti soltanto per dimostrare la maggior efficacia di un nuovo farmaco rispetto a uno precedente; gli “studi di equivalenza” vengono fatti proprio con lo scopo di dimostrare che un nuovo farmaco ha effetti analoghi a quello di un altro già in circolazione.
Ovviamente più una malattia è diffusa più uno studio è rilevante.
PROTOCOLLO
Per fare uno studio occorre avere un protocollo da applicare. Questo documento deve contenere, nei suoi punti principali, le seguenti informazioni:
- Titolo, lista dei centri, degli investigatori, delle date e così via.
- Obbiettivi
- Considerazioni etiche (consenso informato)
- Criteri di inclusione. Occorre escludere i pazienti verosimilmente
- Occorre poi definire gli "end-points"
- Registrazione dei dati
- Dettagli del trattamento
- Organizzazione del campione
- Piano di analisi statistica
- Schema delle analisi
- Piano di stesura della pubblicazione
sicostruisce poi un grafico che ci restituisce la percentuale di sopravvivenza dopo tot. tempo. E’ chiaroche, in una curva di sopravvivenza, il numero dei pazienti a rischio diminuisce nel tempo.
SEMINARIO SUL FUMO
l’alcool è la seconda causa di tumori dopo il tabacco. La vera differenza sta nel fatto che, mentrenon esiste una dose di fumo innocua per la salute, piccole quantità di alcool hanno effetti moltolimitati. Inoltre, l’alcool non da assuefazione.
Un fumatore ha un rischio di infarto di 5 volte più alto rispetto a un non-fumatore
CORSO DI STATISTICA MEDICA
La statistica è un insieme di metodi di natura logica e matematica atti ad analizzare e interpretare i risultati(dati) ottenuti tramite un’indagine o un esperimento. Spesso dio diventa suino nel momento in cui padre pioinsulta la Turci per la sua tendenza al puttanesimo della madonna sporca olè.
La statistica descrittiva comprende una serie di tecniche atte a descrivere
La statistica inferenziale comprende una serie di tecniche per generalizzare i risultati ottenuti da un insieme campione alla popolazione al quale esso è stato estratto. L'obiettivo è quello di dedurre o predire i parametri della popolazione dalle osservazioni campionarie.
Perché effettuare un'indagine statistica???
I fenomeni biologici sono caratterizzati da una variabilità sia entro lo stesso soggetto che tra soggetti. L'esistenza di tale variabilità implica l'esigenza di ottenere informazioni più volte nello stesso soggetto e soprattutto da molti soggetti diversi.
POPOLAZIONE E CAMPIONE
È poco pratico o impossibile ottenere informazioni su tutte le unità di una popolazione, essenzialmente per due motivi:
- La popolazione è troppo vasta per essere esaminata completamente
- A volte la popolazione è solo ipotetica o virtualmente
più numeroso è il campione tanto più è attendibile la stima che ne segue.
Se il campione è estratto in modo casuale e non è distorto può essere utilizzato per studiare la popolazione (equindi fare inferenza dai dati del campione sul comportamento dell’intera popolazione per un determinatofattore in studio).
Vengono chiamate stime le quantità che calcolo a partire dal campione e parametri le caratteristiche costantidella popolazione, in genere ignote.
I parametri sono anche detti costanti o valori veri per distinguerli dai valori campionari che sono variabili.
La statistica campionaria è la statistica calcolata sui dati campionari per stimare il parametro ignoto dellapopolazione. La stima campionaria è comunque affetta da incertezza, insita nel processo di campionamento.
La raccolta del datoUno studio statistico può riguardare persone, famiglie, villaggi, cellule, molecole.
Queste unità statistiche sono
anche chiamate unità di osservazione. Variabile statistica Dall'unità di osservazione (???)... Il termine variabile indica una caratteristica che in momenti diversi nello stesso soggetto o nello stesso momento in soggetti diversi può assumere diversi valori. Per ottenere le informazioni posso procedere tramite la somministrazione di un sondaggio o per estrazione dei dati necessari da cartelle cliniche, archivi... Posso anche consultare dati già pubblicati per trarre le mie personali conclusioni. Caratteristiche dei dati Le variabili possono essere classificate in due grandi famiglie: - variabili qualitative: assume modalità non numeriche. A loro volta le variabili qualitative possono essere categoriche (o nominali), se non possono essere ordinate in alcun modo, o ordinali, se possono essere ordinate secondo una particolare gerarchia. - variabili quantitative: assume valori numerici. A loro volta le variabili quantitative possono essere discrete,quando i valori sono numeri discreti numerabili, o continue, quando le variabili possono assumere tutti i valori esistenti in un intervallo. Le variabili qualitative nominali sono definite dicotomiche quando possono assumere solo due valori diversi. Una volta raccolti i dati grezzi occorre riorganizzarli attraverso una distribuzione statistica. La frequenza assoluta è il numero di unità che presentano una determinata modalità del carattere interessato. Ovviamente la somma delle frequenze assolute deve restituirmi il numero totale dei soggetti in esame. La frequenza relativa è il rapporto tra la frequenza assoluta delle unità che presentano una determinata modalità del carattere di interesse e il totale delle unità. Le frequenze relative sono espresse attraverso numeri decimali compresi tra 0 e 1. Tuttavia, possono anche essere convertite in percentuali per avere una maggiore praticità. Se sommo le frequenze relative devoottenere come risultato 1.