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APPRENDIMENTO

È fondamentale che l’apprendente durante l’apprendimento ascolti molto,

poiché l’ascolto non è un’attività passiva ma attiva. L’insegnante non deve

avere fretta (deve dare il tempo necessario ad ogni soggetto) e deve dare

input linguistici stimolanti, tramite una sintassi e una fonetica corretta.

È importante fare integrare l’apprendente con il resto della classe e lo si può

fare creando giochi di ruolo, dove vengono assegnati ad ognuno discorsi

specifici. In questo modo l’immigrato entra nelle situazioni comunicative, di

cui fanno parte il linguaggio verbale e non verbale che sono diversi da lingua

a lingua e da nazione a nazione; dunque è utile collegare i due tipi di

linguaggio per permettere una migliore comprensione (canto, musica, gesti,

iconografia). Un buon insegnante è consapevole di dover inserire le attività

linguistiche in una cornice ludica poiché utili al fine dell’apprendimento,

soprattutto dai 3 ai 5 anni. Inoltre, è fondamentale non rendere sconosciuto il

mondo dell’allievo immigrato a quello degli allievi della classe poiché ognuno

di noi è portatore di un bagaglio culturale e antropologico, altrimenti si crea

emarginazione; dunque utili per questo scopo possono essere illustrazioni,

oggetti, testi letterari e poesie. È utile lavorare anche in maniera contrastiva,

cioè far vedere come si dice qualcosa in italiano e far vedere come la stessa

cosa viene detta nella lingua del bambino immigrato.

L’apprendimento si può rendere perfetto attraverso la creazione di gruppi

con almeno uno studente di lingua straniera e un altro più bravo, che faccia

da docente al resto del gruppo. Inoltre i ragazzi devono essere ben disposti

verso il ragazzo straniero. Alcune volte si fa l’errore di collocare un ragazzo in

una classe inferiore alla sua età, in quanto può causare l’emarginazione. Per

questo motivo l’iscrizione non deve mai avvenire ad una classe inferiore di

più di due anni all’età dello studente.

È importante comunicare ma bisogna tenere conto della lingua madre del

ragazzo, per capire le difficoltà che potrebbe avere nella comprensione del

testo. Questo problema è stato evidenziato nel ’94 e rappresenta una delle

cause dell’attuale analfabetizzazione, per cui sarebbe utile accompagnare il

testo con la spiegazione dei termini.

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Il compito degli insegnanti è capire se gli studenti hanno compreso e

assimilato i libri di testo, i quali però spesso sono ricchi di termini astratti e

sottintendono delle conoscenze pregresse che gli studenti di L2 non hanno.

Ci sono tre settori per l’italiano per lo studio.

1° SETTORE: AMPLIAMENTO DEL LESSICO

Non si può raggiungere nessun obiettivo se si conosce solo l’italiano per la

comunicazione. Ad esempio, potrebbe essere utile consultare il dizionario dei

“la definizione produce metalinguaggio”.

sinonimi e dei contrari poiché

2° SETTORE: PENSIERO ALFABETIZZATO

In questo punto parliamo di deduzione (dal generale al particolare) e di

induzione (dal particolare al generale), che si dividono in tre punti:

1. Classificazione, che riguarda il pensiero scientifico.

Le persone con deficit cognitivi non classificano, quindi è fondamentale

stimolare la classificazione sin da subito. Una delle conseguenze di

questo deficit è la sovrageneralizzazione (opposizione binaria o/a per il

m/f PESCE);

2. Astrazione;

3. Definizione, abitua al ragionamento astratto e all’autovalutazione;

L’insegnante deve assumere il punto di vista di chi ha scritto, quindi

entriamo dentro i processi della comprensione. Inoltre è importante scindere

se gli allievi sono stati alfabetizzati nel loro paese di origine o no, quindi se

sanno scrivere o dell’alfabeto della lingua originaria. Le quattro abilità

linguistiche di base, tra loro integrate e connesse, sono:

1. Parlare;

2. Ascoltare;

3. Leggere;

4. Scrivere;

in particolare ‘ascoltare’ (un discorso orale) e ‘leggere’ (un discorso

scritto) obbligano alla comprensione che si realizza tramite tre operazioni

logiche, nonché tre passaggi logici ed inevitabili che la nostra mente fa

per comprendere:

1. Focalizzazione, è un’operazione di scelta e vuol dire selezionare gli

elementi linguistici importanti da quelli secondari, sia quando

leggiamo un discorso scritto sia quando ascoltiamo un discorso

orale. In quest’ultimo caso importanti sono l’intonazione e la mimica

facciale che aiutano nella comprensione. Inoltre questi contenuti

importanti compongono una macro-strutta testuale, nonché una

sorta di mappa del testo.

Tutto ciò implica anche una capacità di attenzione, tuttavia gli

psicolinguisti affermano che questa è molto bassa. Infatti

l’attenzione apprenditiva di nuove conoscenze in una scuola

elementare è di circa 30min;

2. Inferenziazione, con questa dobbiamo comprendere quali sono i

sottintesi che un testo orale o scritto implicano. Ad ogni modo,

dobbiamo presupporre degli elementi condivisi poiché non possiamo

ripetere tutto, quindi meno conosciamo i nostri interlocutori e più

dobbiamo esplicitare.

Il problema per gli allievi stranieri sta proprio qui, poiché sottintende

una serie di condivisioni culturali ed etniche che sono diverse.

Quando si comprende, si deve portare al livello di esplicitazione di

struttura superficiale degli elementi che sono nella struttura

profonda della frase e che sono sottintesi; se tutto ciò non viene

esplicitato noi non comprendiamo bene.

Quando inferiamo ascoltando abbiamo una serie di segnali non

verbali, mentre nella lettura è impossibile perché siamo da soli a

fare inferenze;

3. Interpretazione, con questa dobbiamo fare un’operazione:

dobbiamo misurare e valutare quanti contenuti di conoscenza

dobbiamo avere per una conoscenza ottimale. Il che significa che il

soggetto in questo modo si autovaluta e la lettura permette di

ritornare su alcuni passaggi per capirli meglio;

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3° SETTORE: COMPRENSIBILITA’ DEI TESTI SCRITTI

Compito del docente L2 è prestare molta attenzione alla comprensione da

parte degli alunni. Questo come si verifica? Attraverso le domande

euristiche, di cui l’abilità logica è il rapporto causa-effetto (richiesta del

perché); dalla risposta il docente capirà se gli alunni hanno compreso il testo.

Certo anche che bisognerà utilizzare testi ad alta comprensibilità, tenendo

conto del livello linguistico dello studente e cercando di tenere alto

l’interesse all’apprendimento; se il bambino non comprenderà entreranno in

ballo sentimenti come frustrazione, esclusione e abbandono.

I meccanismi e le caratteristiche del testo disciplinare sono:

1. Linguaggio microlinguistico, linguaggio appartenente ad un settore

specifico (materie scolastiche);

2. Termini monosemici, con un unico significato dunque l’opposto di

polisemici;

3. Diatesi passiva, testo scritto con un’unica persona + verbo alla forma

passiva;

4. Termini tecnici, poiché nello studio possono essere incontrati termini

tecnici o termini comuni ma con un significato diverso/specialistico

dunque va incentivato l’utilizzo del dizionario poiché stimola la

memoria lessicale e amplia la competenza linguistica (una delle cause

per cui viene riscontrato l’analfabetismo);

5. Termini e concetti astratti, poiché sono termini più complessi da

spiegare;

6. Nominalizzazione, si condensa il processo cognitivo e comporta la

transcategorizzazione in nome di elementi linguistici

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La lingua materna va riconosciuta, valorizzata e potenziata. Bisogna

considerarla come una risorsa e non come un ostacolo da rimuovere poiché

facilita la relazione tra genitori/figli e favorisce il processo di identità sociale

(ad esempio: quando un immigrato perde la sua lingua madre c’è un

processo di schizofrenia sociale poiché perde la sua identità). Di

conseguenza perdere la L1 non aiuta a migliorare l’apprendimento della L2

perché non c’è confronto, dunque si blocca il flusso cognitivo. È preziosa dal

punto di vista sociale, psicologico e culturale poiché nella L1 costituisce il

proprio patrimonio individuale.

ALLIEVI STRANIERI IN RAPPORTO CON L’ITALIANO L2

1. ALBANESE

L’alunno albanese proviene prevalentemente da due aree: l’Albania e il

Kosovo.

- ALBANIA

Molti albanesi sono presenti in Italia nell’ambito dell’edilizia. Rappresentano

una minoranza fortemente presente, entrata in Italia verso il ‘400/’500 con le

guerre balcaniche ottomane (l’impero ottomano voleva annettere al proprio

impero i Balcani). Vennero accolti molto bene dal Regno di Napoli che diede

loro delle terre da coltivare, quindi insediamento considerevole, dato che

sono qui da circa 500 anni.

Per quanto riguarda la religione, l’Albania si divide in tre aree:

- Nord, grande concentrazione di cattolici;

- Centro, grande concentrazione di musulmani;

- Sud, grande concentrazione di greco-ortodossi;

Per quanto riguarda la famiglia, il modello famigliare albanese è quello di

famiglia patriarcale. Nella famiglia patriarcale il capofamiglia è il maschio più

anziano (anche per i rom) mentre alla donna, casalinga e silenzioso, viene

delegata l’educazione dei figli (padri poco presenti sotto questo aspetto).

Per quanto riguarda l’istruzione, questa varia a seconda se ci si trovi in

campagna o in città. Ci sono pochi bambini nelle scuole materne, poiché c’è

una certa forma di riluttanza dovuta al fatto che nel periodo compreso tra i 3

e i 5 anni viene impartita la cultura quindi si preferisce non dare un

imprinting culturale diverso. Inoltre nella scuola albanese, l’educazione

scolastica viene affidata agli insegnanti e non c’è interferenza tra scuola e

famiglia (un insegnante estraneo alla cultura potrebbe fraintendere e vederla

come una mancanza di rispetto; nel rapporto scuola-famiglia colui che se ne

occupa è il padre, mai la madre poiché si occupa dell’istruzione a casa quindi

in relazione al discorso culturale precedente non ci deve essere interferenza

tra scuola e famiglia). Infine a 6 anni viene iniziata la scuola, la cui

suddivisione è la stessa di quella italiana.

Per quanto riguarda il linguaggio non verbale, è un tipo di comunicazione

molto importante in questa cultura soprattutto per le donne, le quali hanno

atteggiamenti riservati, composti ed imperscrutabili (in particolar modo

musulmane)

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
23 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rita_De_Finis di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica dell'italiano l2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Desideri Paola.