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MUSCOLI OBLIQUI E RETTI

I muscoli obliqui e retti sono compresi tra la colonna vertebrale e la linea mediana ventrale. Il gruppo dei muscoli

obliqui comprende i muscoli scaleni (regione cervicale), intercostali e trasverso del torace (regione toracica). I

muscoli scaleni si trovano nel collo e vengono suddivisi in anteriore, medio e posteriore; agiscono elevando le prime

due coste e cooperando nella flessione laterale del collo. Nel torace, i muscoli obliqui si trovano tra le coste e sono

definiti muscoli intercostali. I muscoli intercostali esterni ricoprono gli intercostali interni; entrambi sono importanti

nei movimenti respiratori delle coste. Il piccolo muscolo trasverso del torace attraversa la superficie interna della

gabbia toracica ed è in rapporto con la membrana sierosa (pleura) che riveste la cavità pleurica. I muscoli obliqui

dell’addome, come quelli della regione toracica, sono disposti in tre strati; si tratta dei muscoli obliquo esterno,

obliquo interno e trasverso. La disposizione crociata delle fibre in questi muscoli irrobustisce la parete addominale.

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Il retto dell’addome origina dal processo xifoideo dello sterno e si inserisce sull’osso pubico. Un fascio longitudinale di

tessuto connettivo fibroso, chiamato linea alba, lo separa dal controlaterale. Il muscolo è suddiviso in quattro

segmenti ripetuti a opera di iscrizioni tendinee trasversali di tessuto fibroso.

MUSCOLO DIAFRAMMA

Il muscolo diaframma è fondamentale per la respirazione; con la sua contrazione, determina un aumento di volume

della cavità toracica, che promuove l’inspirazione. Al contrario, il suo rilasciamento riduce il volume della cavità

toracica, facilitando l’espirazione.

MUSCOLI DEL PERINEO E DEL DIAFRAMMA PELVICO

I limiti del perineo (pavimento pelvico e strutture associate) corrispondono ai margini inferiori della pelvi. Tracciando

una linea che unisce le tuberosità ischiatiche, il perineo viene suddiviso in due triangoli: uno anteriore, o triangolo

(trigono) o diaframma urogenitale, e uno posteriore, o triangolo anale. I muscoli superficiali del triangolo anteriore

sono associati agli organi genitali esterni, i quali rivestono muscoli più profondi che rinforzano il pavimento pelvico e

circondano l’uretra. Uno strato muscolare ancora più esteso, il diaframma pelvico, rappresenta la base muscolare del

triangolo anale.

MUSCOLI DEL CINGOLO SCAPOLARE E DELL’ARTO SUPERIORE

Il trapezio è un muscolo largo che riveste il dorso e parte del collo (si estende infatti fino alla base del cranio); origina

lungo la linea mediana del collo e del dorso su ossa e tessuto connettivo, e si inserisce sulla clavicola e sulla spina della

scapola. Considerati insieme, i due ventri, di forma triangolare, vanno a costituire un’ampia losanga. Il trapezio è

innervato da più di un nervo e, siccome le parti di cui è costituito possono contrarsi in maniera indipendente, le sue

azioni sono alquanto diversificate. Dissezionando il muscolo trapezio, appaiono i muscoli romboidi e l’elevatore della

scapola, che originano, rispettivamente, dai processi spinosi e dai processi trasversi delle vertebre cervicali e toraciche

e si inseriscono sul margine vertebrale della scapola, tra gli angoli superiore e inferiore. I romboidi adducono (ossia

retraggono) la scapola, avvicinandola alla linea mediana del dorso; inoltre, essi ruotano la scapola verso il basso,

azione che fa sì che, mentre la cavità glenoidea si sposta inferiormente, l’angolo inferiore della scapola si sposta

medialmente e superiormente. Il muscolo elevatore della scapola innalza la scapola, come quando si scrollano le

spalle. Sulla parete laterale del torace, il muscolo dentato anteriore origina dai margini superiori e anteriori delle

prime 8-10 coste. Ha la forma di un ventaglio e si inserisce sulla superficie anteriore del margine vertebrale della

scapola. Abduce la scapola e spinge in avanti la cavità glenoidea della scapola. Altri due muscoli profondi del torace

originano dalla superficie ventrale delle coste. Il muscolo succlavio si inserisce sul margine inferiore della clavicola e

con la sua contrazione abbassa e ne porta in avanti l’estremità scapolare. Legamenti connettono questa estremità

all’articolazione della spalla e alla scapola, determinando pertanto anche il movimento di queste strutture. Il muscolo

piccolo pettorale origina dalle coste 3-5 (o 2-4, a seconda degli individui) e si inserisce sul processo coracoideo della

scapola; la sua azione è complementare a quella del muscolo succlavio.

Il muscolo deltoide è il principale abduttore del braccio, ma è il sopraspinato il muscolo sinergico che dà l’avvio al

movimento. I muscoli sottoscapolare e grande rotondo ruotano medialmente il braccio, mentre i muscoli infraspinato

e piccolo rotondo agiscono in maniera antagonista e lo ruotano lateralmente. Tutti questi muscoli originano dalla

scapola. Il muscolo coracobrachiale è l’unico muscolo connesso alla scapola, che determina la flessione e l’adduzione

del braccio a livello dell’articolazione della spalla. Il muscolo grande pettorale si estende tra la porzione anteriore del

torace e la cresta del tubercolo maggiore dell’omero. Il muscolo grande dorsale si estende tra le vertebre toraciche a

livello della linea mediana posteriore e il pavimento del solco intertubercolare dell’omero. Il muscolo grande

pettorale flette l’omero a livello dell’articolazione della spalla, il grande dorsale lo estende. Questi due muscoli

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possono anche agire sinergicamente per determinare adduzione e rotazione mediale dell’omero a livello

dell’articolazione della spalla. La spalla è un’articolazione estremamente mobile, ma relativamente debole. I tendini

dei muscoli sopraspinato, infraspinato, sottoscapolare e piccolo rotondo, si uniscono al tessuto connettivo della

capsula articolare della spalla, formando la cuffia dei rotatori, che sostiene e rinforza la capsula articolare in un’ampia

gamma di movimenti.

I muscoli bicipite e tricipite brachiali forniscono un esempio di muscoli del braccio che agiscono su più di una

articolazione. Anche i muscoli brachiale e brachioradiale flettono il gomito e sono antagonisti dei muscoli anconeo e

tricipite brachiale. I muscoli flessore ulnare del carpo, flessore radiale del carpo e palmare lungo sono muscoli

superficiali che cooperano nella flessione del polso. Anche i muscoli estensore radiale del carpo ed estensore ulnare

del carpo sono antagonisti: determinano, rispettivamente, l’estensione e l’abduzione del polso il primo, l’estensione e

l’adduzione del polso il secondo.

I muscoli pronatore rotondo e supinatore sono muscoli antagonisti che originano sull’omero e sull’ulna e si inseriscono

sul radio, determinando la rotazione dell’avambraccio senza provocare flessione o estensione del gomito. Il muscolo

pronatore quadrato origina dalla superficie distale dell’ulna e assiste il pronatore rotondo nel contrastare l’azione di

supinazione dei muscoli supinatore e bicipite brachiale.

La fascia dell’avambraccio (antibrachiale) si ispessisce sulla superficie posteriore del polso a formare un’ampia lamina

di tessuto connettivo, il retinacolo degli estensori, che ha il compito di mantenere la posizione dei tendini dei muscoli

estensori. La fascia si ispessisce anche sulla superficie anteriore e forma un’altra robusta banda di tessuto connettivo,

il legamento palmare del carpo o retinacolo dei flessori, in quanto stabilizza i tendini dei muscoli flessori.

I quattro muscoli lombricali hanno origine a livello del palmo della mano, sui tendini del muscolo flessore profondo

delle dita, e si inseriscono sui tendini del muscolo estensore comune delle dita. Questi muscoli producono una debole

flessione delle articolazioni metacarpofalangee e l’estensione delle articolazioni interfalangee delle dita.

L’abduzione delle dita avviene mediante i quattro muscoli interossei dorsali. Il muscolo abduttore del mignolo abduce

il mignolo, mentre il muscolo abduttore breve del pollice abduce il pollice; il muscolo adduttore del pollice adduce il

pollice, mentre i quattro muscoli interossei palmari adducono le dita a livello delle articolazioni metacarpofalangee.

L’opposizione del pollice consiste nella flessione e nella rotazione mediale del pollice a livello dell’articolazione

carpometacarpale, partendo dalla posizione anatomica; la punta del pollice viene così in contatto con la punta di

ognuna delle altre dita. Tale azione è svolta dal muscolo opponente del pollice. L’estensione del pollice è prodotta da

due muscoli estrinseci della mano, il muscolo estensore lungo del pollice e il muscolo abduttore lungo del pollice.

MUSCOLI DEL CINGOLO PELVICO E DELL’ARTO INFERIORE

I muscoli che muovono la coscia, molti dei quali sono voluminosi e potenti, originano dalla pelvi. Vengono suddivisi in

muscoli glutei, muscoli extrarotatori, muscoli adduttori e muscolo ileopsoas. I muscoli glutei rivestono la superficie

esterna dell’ileo. Il muscolo grande gluteo, il più voluminoso e il più superficiale, origina dalla linea glutea posteriore e

dalla cresta iliaca, dal sacro, dal coccige e dai legamenti associati e dalla fascia toracolombare. La contrazione del

muscolo determina estensione e rotazione laterale dell’anca. Il muscolo grande gluteo condivide un’inserzione con il

muscolo tensore della fascia lata, il quale origina dalla cresta iliaca e dalla superficie laterale della spina iliaca

anterosuperiore. Insieme, questi muscoli sollevano il tratto ileotibiale, una benderella di fibre collagene che si estende

lungo la superficie laterale della coscia e si inserisce sulla tibia, fornendo un importante supporto al ginocchio. I

muscoli medio e piccolo gluteo originano anteriormente al grande gluteo e si inseriscono a livello del grande

trocantere del femore. Sei muscoli extrarotatori hanno origine inferiormete all’asse orizzontale dell’acetabolo e si

inseriscono sul femore. Tutti agiscono ruotando lateralmente la coscia; il muscolo piriforme determina inoltre

abduzione a livello dell’anca. Il piriforme e i muscoli otturatori interno ed esterno sono i principali muscoli rotatori

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laterali. I muscoli adduttori (grande adduttore, adduttore breve, adduttore lungo, pettineo e gracile) si trovano

inferiormente all’acetabolo. Originano tutti dal pube e si inseriscono, con l’eccezione del gracile (che si inserisce sulla

tibia), sulla linea aspra, una cresta presente lungo la superficie posteriore del femore. Le loro azioni sono diversificate.

Tutti gli adduttori, tranne il grande adduttore, hanno origine sia anteriormente sia inferiormente dall’articolazione

dell’anca, per cui determinano adduzione, flessione e rotazione mediale a livello dell’anca. Il grande adduttore, a

seconda della porzione stimolata, può provocare adduzione, flessione e rotazione mediale oppure adduzione,

estensione e rotazione laterale della coscia. La porzione media

Dettagli
A.A. 2023-2024
57 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher angelavicentin di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Zancanaro Carlo.