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Analisi del grottesco in Hugo

Vediamo la genealogia, i riferimenti di Hugo e chi lo ha anticipato in questa analisi. Quando parliamo di grottesco in Hugo, un sinonimo per grottesco è deforme. Nel 1866 Hugo, sempre nei Lavoratori del mare, dice una cosa interessante "la deformazione ha le sue linee", vuol dire che la deformazione non è qualcosa del tutto inventato. Il deforme in realtà è in natura, è qualcosa anche di naturale, e l'autore che usa il grottesco si comporta nella stessa maniera in cui l'arenaria (un minerale) incide sulla pietra le proprie deformazioni. Lui definisce l'arenaria come un minerale che assume varie forme, fa qualunque smorfia, rende reale, sembra animato da un'anima plurima. La deformazione è proteiforme. Lo scrittore che vuole usare questa lente deformante per catturare il reale prolunga con la propria immaginazione la mostruosità naturale trasformandola in una maschera. Per fare questo si serve della lente onirica.

Cosa c'è di importante dietro questa operazione di deformazione? Freud dirà che la deformazione significa spostare altrove. Hugo dice che la deformazione serve per mettere in luce il caos, e quindi costruire un'estetica anticlassica, una rivolta contro la compiutezza, le forme compiute. Come si fa a rompere, frantumare, sfigurare, deformare la forma classica? Attribuendo un corpo all'informe e una forma al difforme, e questa diventa la parola d'ordine dell'estetica romantica, prefigurata nella Prefazione a Cromwell. Schlegel dice "si può considerare la rivoluzione francese come il più grande e notevole fenomeno della storia degli stati, come un terremoto quasi universale, una smisurata inondazione del mondo politico, oppure come l'archetipo delle rivoluzioni. Questi sono i punti di vista più comuni. Ma la si può anche considerare come il fulcro e il culmine del carattere nazionale francese, laddove i

"I suoi paradossi si concentrano. Il terribile grottesco dell'epoca in cui i suoi più profondi pregiudizi, e le sue più violente vendette, si sono mescolate in un terribile caos".

La rivoluzione ha riportato alla luce l'immagine del caos composto dalla violenza pulsionale più profonda accompagnata da antiche credenze ormai sopite. "Si sono intrecciate nel modo più eccentrico possibile in una mostruosa tragicommedia dell'umanità".

Quello che ne deriva da questo caos è la figura, l'immagine, della tragicommedia, della mistione dei generi sostanzialmente, che sono stati separati per secoli (il tragico e il comico). Hugo è uno dei primi autori che cerca di rappresentare questa tragicommedia dell'umanità descritta da Schlegel, e per farlo si serve, secondo Remo Bodei (uno dei più grandi filosofi di estetica), dell'amorfo, dell'asimmetrico, del disarmonico, dello sfigurato, del ripugnante e...

ildiabolico (queste sono le figure attraverso cui è possibile riprodurre questo caos). La novità è che attraverso il grottesco il caos può diventare una sorgente di creatività. Di conseguenza è ovvio che il divino si contamina con il mostruoso (la creazione diventa demoniaca, un artista come Hugo compete con dio). Ciò che è prodigioso, inaudito, confina col mostruoso. Tutto questo come avviene? Cosa assume un diritto di cittadinanza rispetto a prima? Cosa legittima il grottesco che prima non veniva legittimato? Il grottesco legittima il brutto. Ma non è Hugo il primo. Nello studio della poesia greca Schlegel rivaluta la teoria del brutto e dice "un indice dell'incompletezza e della lacunosità della nostra filosofia dell'arte e del gusto è il fatto che a oggi non esista un solo tentativo considerevole di fondare una teoria del brutto. Eppure il bello e il brutto sono correlati inseparabili, come il"

bello è la gradevole forma sensibile di ciò che è buono, il brutto è la sgradevole forma sensibile di ciò che è cattivo (Hugo sovvertirà questa cosa). Come il bello, seducendo dolcemente i sensi, induce l'animo ad abbandonarsi allo spirito, il brutto aggredisce i sensi, facendosi cagione ed elemento di dolore morale. Mentre il bello agisce sulla sfera intellettuale, sull'anima, il brutto agisce sui sensi. Il grottesco è un'estetica che colpisce la nostra sensibilità, i nostri sensi. Il grottesco è sempre un misto di ripugnanza e orrore, fatto di immagini disgustose, ripugnanti e atroci. L'animo viene violentato dalle immagini, turbato, da immagini di furore devastante (non c'è argine, non c'è limite). Poco prima si era soffermato su Shakespeare, che diventa un grande modello per il romanticismo ottocentesco, e soprattutto per l'arte grottesca. Schlegel lo definisce.

“il vertice sommo della poesia moderna”, diceche la sua ricchezza è “un disordine inestricabile e il risultato nell’insieme di una disarmoniainfinita”. Nell’opera di Shakespeare non c’è nulla di “ripugnante, amaro, infame, disgustoso,insulso, atroce, a cui la sua rappresentazione si sottragga”. Shakespeare non si sottrae a nulla, nonc’è censura nella rappresentazione; “scarnifica i suoi oggetti e scava col ferro del chirurgo nellaputrescenza di cadaveri morali”. La prof ci lascia con un’immagine: il fango.

15\02\2023 Lezione 8

Attraverso la Prefazione a Cromwell il brutto inizia ad avere diritto di cittadinanza nell’universoestetico, ma non è solo questo. La deformazione di Hugo è molto complessa, affida al deformequalcosa che era veramente impensabile prima di lui ma soprattutto prima del Romanticismo. Ilmanifesto di Hugo rispetta le idee romantiche. Schiller, nel suo

Della sensibilità, e secondo Schiller questo è inconcepibile nel campo estetico. Vediamo la rivoluzione estetica di Hugo, rispetto a ciò che Schiller aveva proposto. "Dimenticando che quest'ultima non può costituire in sé il fine ultimo della rappresentazione artistica e neppure la fonte diretta di quel piacere". Quindi il dolore, il pathos non può essere il fine dell'arte. Il dolore deve essere trattenuto. Il patetico è estetico solo in quanto sublime. È qui che si innesta la rivoluzione di Hugo. Egli affida al grottesco il dolore, la possibilità di esprimere il pathos. Rivoluziona quindi un immaginario, la messa in scena del dolore, in cui le scene non sono sublimi ma grottesche (vedi la scena della forzatura). La sfera emotiva senza nessuna mediazione razionale non è sublime quindi non può essere rappresentata, sempre secondo Schiller. Qual è la differenza tra grottesco e sublime?

L'effetto di orrore c'è anche nel sublime, ma è un tipo di orrore diverso. Il sublime scaturisce dalla ragione, dal dominio razionale, mentre il grottesco ha qualcosa che ha solo a che fare con l'irrazionale, l'istinto. Dobbiamo chiederci perché la Prefazione a Cromwell, pur non essendo un testo sistematico, acquista un valore programmatico (nonostante non abbia una struttura teorica salda), tanto che Gotier le definisce le tavole della legge. Per Hugo il grottesco nasce dal Cristianesimo, che è la grande rivoluzione copernicana. Dice che il cristianesimo, rispetto al paganesimo, è una religione completa, perché dimostra che c'è una duplicità, dimostra che nell'uomo c'è una bestia e un intelletto, un'anima e un corpo. Lo scandalo della religione cristiana è l'incarnazione di Cristo. Tanto è vero che per Sant'Agostino, quando si convertì, la cosa

più difficile fu accettare il dogma dell’incarnazione. Il dogma della passione è ripreso dallo stesso Hugo per descrivere il calvario della ghigliottina. Cambia quindi il rapporto uomo-dio; il paganesimo rimpicciolisce la divinità e ingrandisce l’uomo (es. eroi), il cristianesimo separa lo spirito dalla materia, pone un abisso tra anima e corpo e tra uomo e dio. Da qui il demoniaco, che nasce come sfida dell’uomo al divino. Tutto questo comporta una rivoluzione dal punto di vista estetico secondo Hugo. Il cristianesimo invece conduce la poesia alla verità, non è astratta, non ha un ideale. Attraverso il cristianesimo si acquista la consapevolezza che esiste il male e che nell’universo non c’è solo il bene (il brutto esiste accanto al bello). Il deforme esiste insieme al grazioso e il grottesco sul rovescio del sublime, il male col bene, l’ombra con la luce. Non solo la creaturalità diventa qualcosa di

più realistico, meno idealizzato, ma è il deforme il vero portatore della verità, e questo viene definito da Hugo il veroterremoto, quasi una rivoluzione copernicana che ha mutato tutta la faccia del mondo intellettuale. L'artista farà come la natura, mescolerà nelle sue creazioni ombra e luce, grottesco e sublime: eccola nuova forma che si sviluppa nell'arte. Il grottesco parte però come forma della commedia. Qui Hugo non potrebbe essere più esplicito: ciò che distingue l'arte romantica, quindi l'arte moderna da quella antica, è l'uso del grottesco. La grande rivoluzione che il romanticismo compie in campo poetico, l'abolizione delle regole aristoteliche, e l'abolizione della divisione dei generi (il primo che lo fa è Shakespeare, che trasgredisce questo codice e si ribella alla divisione dei generi). Il dramma moderno è caratterizzato quindi dalla mescolanza di generi.

(sublime e grottesco). Nel passato il grottesco c'era ma era marginale, non era al centro. Il grottesco sprigiona quella tendenza all'eccessivo che diventa la forza dell'eccesso, questa presenza c'è nell'antichità ma è sorvegliato, è timido, contenuto.

Dettagli
A.A. 2022-2023
100 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/14 Critica letteraria e letterature comparate

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martinicoelena2 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letterature comparate e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Pietrantonio Vanessa.