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SIMBOLISMO
Cultura simbolista che ha come riferimento Matisse e Derain (autori che guardano
all'espressionismo di Van Gogh), il paesaggio perde i connotati realistici, natura come rifiuto
della società contemporanea, ricerca del primitivismo interno alla civiltà occidentale (non più
l'esotico). Temi ricorrenti: la danza e il nudo.
Derain, “La chiatte”, 1904
Rappresentazione di due chiatte sulla Senna con due marinai, definizione degli oggetti
superficiale, i personaggi non sono definiti e non prospettici, le chiatte sono colorate con
colori molto accesi. Piattezza della forma. Stessa cosa vale per “Le rive della Senna a
Pecq”, colore usato in funzione emotiva, colori portati all'eccesso. Personaggi semplificati
(piedi che ricordano le statue arcaiche).
Artisti chiamati “belve”, l'appellativo viene dato in senso dispregiativo. Autori caratterizzati da
espressionismo di base e semplificazione delle forme.
Derain, “Riflessi sull'acqua”, composizione quasi astratta, pennellate alla Van Gogh.
Esasperazione cromatica con Nolde “Mare d'autunno”, 1910. Visione della natura
incontaminata dalla presenza umana.
Matisse, “Pastorale”, 1905
Opera che rimanda a Cezanne. Matisse era stato allievo del simbolista Morot. Mitizzazione
di una famiglia senza tempo che vive in maniera semplice a contatto con la natura. Colori
accesi e forti, non vuole evocare piacevolezza, il suo obiettivo è l'uso libero del colore.
Matisse, “Studio per la Gioia di Vivere”. Dimensione primitiva del fare pittura, usa il colore
come li userebbe un bambino.
Matisse, “La gioia di vivere”. Opera che rappresenta la vitalità originaria che l'artista
immagina nell'antichità e che si è persa nella società contemporanea. Personaggio che
suona il flauto in riferimento ai graffiti paleolitici delle grotte, tempo e natura sono idealizzate.
In primo piano ci sono un uomo e una donna che si baciano, cosa scandalosa per l'epoca.
Figure femminili che si ammirano, che suonano, che raccolgono i fiori. Sullo sfondo una
danza tribale. Pittura vascolare. Linea continua. Attualizzazione della fuga, del viaggio.
Matisse, “Il lusso”, 1907. Figure femminili improntate alle sculture arcaiche, una è in piedi,
una porta un mazzo di fiori, una accovacciata. Figure tribali.
Matisse, “La Danza”, 1909. Opera pensata per un collezionista privato.
Il primitivismo è portato all'apice, moto circolare dato dalla danza tribale, le persone fluttuano
nello spazio. Le due figure davanti non hanno il braccio unito, il braccio della figura centrale
è in continuità con la sua gamba, genera una linea. Il quadro è fatto di linee che danno la
dimensione del dinamismo. Figure appena accennate. Blu molto acceso e verde che allude
a qualcosa di naturale. Siamo in un periodo in cui la danza si libera dei vincoli accademici,
liberazione del corpo in un'epoca molto restrittiva.
Tema della danza ripreso da Nolde nella “Danza intorno al vello d'oro”, opera che riprende la
leggenda degli argonauti che prendono il vello d'oro nella Colchide. Donne libere, gambe
larghe, irrazionalità quasi dominante. Stesso tema anche in “Danza con le candele”, Nolde.
Tipica danza dell'epoca (era uno spogliarello) che rivela una tangenza con la dimensione
arcaica. Figure esasperate, irrazionali. Tela rossa, viola accecanti e stridenti. Corpo in
armonia con la natura, nudismo: si parla di naturismo.
Temi portati avanti dalla Bruke, corrente tedesca a cui appartiene Kirchner autore di
“Bagnanti sulle rocce”, il modello sono le “Grandi Bagnanti”di Cézanne. Figure molto
essenziali. Altra opera è “Nudi nel bosco sulla spiaggia”, elemento del corpo nudo nella
natura visto in maniera nostalgica, nudità come via di fuga dalla società contemporanea,
brutalità dei corpi. Altra opera “Donna con l'ombrello giapponese”, emblema dell'oscenità
cercata della prostituta che regge l'ombrello, colori mescolati. Alle spalle della prostituta ci
sono scene erotiche talmente stilizzate che sembrano desunte dalle pitture rupestri. Alla
Bruke appartiene anche Pechstein, “Scena nel bosco”. Tendenza che va avanti con Mueller
quando vengono assunti anche elementi alla Gauguin che si occupava della società
emarginata degli zingari. “Zingare attorno al fuoco”, raffigurazione di zingare mezze nude e
con la sigaretta, comportamenti antiborghesi e inaccettabili per l'epoca. L'attenzione viene
spostata sulle minoranze etniche della città.
Cosa si intende per avanguardie storiche del '900?
Movimenti che si sono susseguiti fino agli anni 20 del '900 (fino al surrealismo). Il concetto di
avanguardia ha però continuato ad esistere fino ai giorni nostri. Avanguardia è un termine
tratto dal lessico militare che significava il gruppo che precedeva l'esercito per sondare un
territorio nemico. Parliamo di avanguardia laddove un gruppo di artisti, tutti orientati verso il
medesimo obiettivo, portano avanti manifesti espliciti e proclami e portano avanti una ricerca
alternativa all'ufficialità e conduce a degli esiti anticipatori. Artista d'avanguardia è
l'anticonformista, che ha pochi estimatori e che tendenzialmente ottiene notorietà in tarda
età o dopo la morte, l'arte che va per la maggiore è sempre quella canonica, sono pochi i
galleristi disposti a appoggiare le nuove tendenze. Artista dunque isolato nel panorama
culturale. Obiettivo: rinnovamento del linguaggio dell'arte, il suo scopo è trovare un modo per
esprimere temi intoccati.
Blaue Reiter=il cavaliere azzurro, fondato nel 1911 da Kandinsky e Marc. Gruppo
espressionista che però va oltre all'espressionismo puro. Il nome del movimento viene dal
titolo di una rivista contenente interventi di vari autori e riproduzioni di opere d'arte, riflessioni
sulla letteratura e sulla musica, ricca quindi di apporti culturali importanti che mettono in
discussione gli statuti della cultura così come erano stati tramandati fino a quel momento.
“Diluvio”, Kandinsky
Contestazione del mondo naturale, racconto del diluvio biblico. Arte di impressioni: sintesi di
qualcosa di visibile, di naturale che viene sintetizzato dall'artista. Da un preciso significato
alla linea, ai punti, alla superficie. Vediamo la sintesi della figura di Noè e dell'arca, vediamo
un cavaliere stilizzato su un cavallo mentre suona la tromba e sale una montagna.
Con l'andare del tempo elabora delle forme autonome che non hanno a che fare con la
realtà chiamate improvvisazioni, rappresentazioni inconsapevoli di eventi interiori. Idea di
lasciare libera la mano che possa stendere delle forme inconsce, di carattere astratto e che
vengono stese impulsivamente.
Infine Kandinsky parla anche di composizioni che si formano in modo simile alle
improvvisazioni ma più lentamente, legate al concetto di sinfonia, laddove un'artista unisce i
vari strumenti musicali. C'è influenza del cubismo, del futurismo.
“Composizione VI”, 1913
Si tratta appunto di una composizione, nel quadro ricorrono forme “cellulari”, ci sono poi
linee parallele che designano delle superfici, linee rette e curve si attraversano senza però
creare nessuna figura, ci sono mezzelune, cerchi, angoli. Dunque composizione difforme di
forme e colori che si compenetrano tra loro. Ogni forma per Kandinsky ha un significato, è
da relazionare all'interiorità dell'autore. Arte che non è basata sull'interpretazione personale
o che piace esteticamente ma va letta in base a come è stata pensata dall'artista. Non è
qualcosa di totalmente nuovo, già praticato dalle culture arcaiche le quali basano la loro arte
sull'astratto, modo di riprendere il primitivismo. Stessa cosa avviene nella cultura russa che
ripesca da secoli gli stessi simbolismi (tratti dal mondo bizantino).
Artista molto diverso dall'homo faber, dall'artigiano.
FUTURISMO, grande avanguardia italiana. Il 1909 è l’anno del primo manifesto futurista
caratterizzato dal rinnovamento e dalla distruzione del passato. In realtà questi intenti erano
più rivoluzionari che reali.
“Rissa in galleria”, Boccioni
Boccioni era un artista autodidatta che aveva studiato filosofia, la sua adesione al manifesto
futurista è immediata e entusiasta ma la sua pittura rimane tutto sommato tradizionale.
Rappresentazione di una rissa in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, rappresenta una
società di nottambuli (siamo in un'epoca in cui chi circolava di notte era un personaggio
equivoco, prostitute...). Decide di rappresentare al centro la lotta tra due prostitute che si
tirano i capelli reciprocamente, attorno personaggi ambigui con vestiti sgargianti (che erano
tipici delle prostitute). Sulla vetrina riflessi della luce dei lampioni a gas, lampioni che erano
la novità tecnologica dell'epoca e che vengono sottolineati dai riflessi della luce artificiale. Le
figure sembrano galleggiare, si crea una sorta di vortice intorno alle due prostitute.
“Autoritratto”, Boccioni, pinacoteca di Brera. Ha in testa un colbacco, era infatti stato in
Russia al seguito di una donna. Si autoritrae come un pittore con in mano una tavolozza, si
trova sul balcone della sua casa da cui si vede la costruzione di altri edifici.
● La scena al caffè in Galleria viene ripresa da Carlo Carrà in “La galleria di Milano”.
Opera però totalmente diversa da quella di Boccioni, questo perché i futuristi
avevano subito l'influenza dei cubisti, in particolare Braque e Picasso, andando
incontro alla scomposizione dell'immagine e a una riduzione cromatica; la realtà si
frantuma davanti all'artista. Uso di colori sulle tonalità della perla, tutti molto simili,
non c'è varietà cromatica. Già in Cézanne c'era la tendenza a frammentare
l'immagine, Picasso va oltre a questo e scopre che la visione degli oggetti sulla tela è
limitata, bisogna invece cercare di dare una visione a 360 gradi della realtà cercando
di restituire allo spettatore spazialità e temporalità, Picasso puntava a esprimere la 4^
dimensione, cioè tutte le vedute che un occhio umano può avere di un oggetto dalle
varie prospettive. Se ci poniamo questo obiettivo, la visione che avremo alla fine sarà
astratta perché ogni visione si interseca e si sovrappone alle altre, relatività dei punti
di vista. (Anni in cui Einstein inizia gli studi sulla relatività).
NB: L'attenzione all'invisibile era già stata al centro dell'opera “Fallimento”,