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LA NEVROSI
I medici, che mio marito, premuroso ed inquieto, volle consultare, ripete-vano, stringendosi
nelle spalle: "Affare di nervi;" mi raccomandarono di far moto, di mangiare, di dormire, di
stare allegra.
Eravamo alla metà di aprile ed oramai gli appressamenti si facevano senza maschera:
militari d'ogni sorta ingombravano le vie; marciavano i battaglioni al suono delle bande e dei
tamburi; volavano sui loro cavalli gli aiutanti di campo; i vecchi generali, un po' curvi sulla
sella, passavano al trotto seguiti dallo Stato maggiore, baldo, brillante. Quei preparativi mi
riempivano di paure fantastiche. L'Italia voleva passare a fil di spada tutti quanti gli Austriaci;
Garibaldi, con le sue orde di demoni rossi, voleva scannare tutti quelli che gli sarebbero
capitati in mano: si presagiva un'ecatombe.
Avevo le furie in corpo: da Verona in sei settimane m'erano capitate quattro lettere sole.
Le vicende storiche impediscono a Livia di raggiungere il suo amante, e pertanto manifesta il
suo disagio con la malattia nervosa.
L’isteria è una malattia che viene attribuita soprattutto alle donne (il nome deriva da utero),
scoperta specialmente nell’800.
Il neurologo Charcot diede inizio agli studi di isteria, e tenne delle lezioni ogni martedì, dove
faceva performare alle isteriche la loro “malattia”. Queste sperimentazioni ritornano anche
nella narrativa italiana.
L’isteria è diventata quindi la cosiddetta “malattia del secolo”. A queste lezioni iniziò a
partecipare anche Freud.
La scena mostra un’ambivalenza della personalità di Livia: la paura si unisce alla fantasia.
IL TRADIMENTO
Avevo la coscienza del mio diritto; m'avviai per uscire, tranquilla nell'orgoglio di un difficile
dovere compiuto. Alla soglia del cancello mi sentii strappare il velo dal volto; mi girai e vidi
innanzi a me il grugno sporco dell'ufficiale Boemo. Cavò dalla bocca enorme il cannello della
sua pipa, e, avvicinando al mio viso il suo mustacchio, mi sputò sulla guancia.... (60) 8
Mentre Remigio si finge malato, in realtà sta tradendo Livia con altre donne.
L'ufficiale boemo compie questo gesto perché la denuncia di Livia non è finalizzata a salvare
la patria: è semplicemente una vendetta privata.
Pertanto, l’ufficiale boemo, a sua volta, denuncia Livia, perché infedele alla sua patria.
EXPLICIT
«Bastò una riga: Venite, faremo la pace, perché capitasse a precipizio. Ha piantato quella
bamboccia della sua sposa una settimana innanzi al giorno destinato pel matrimonio; e va
ripetendo ogni tanto, stringendomi quasi con la vigoria del tenente Remigio: 'Livia, sei un
angelo»
Remigio viene fucilato, e Livia richiama l’avvocatino Gino, che alla fine riesce ad ottenere
ciò che vuole.
Livia, in ogni caso, liquida il marito, dimostrando tutta la sua interiorità rispetto alla
prestanza di Remigio con il suo abbraccio.
C’è un passaggio dall’inizio alla fine del racconto, dove tutto si gioca sul piano della casa.
Il piano sporco viene completamente lasciato alla spalle; è lo spazio privato quello che
domina.
Da ricordare che l’idea del racconto nasce da uno scartafaccio privato, quindi è normale che
la prospettiva privata prevalga all’interno della vicenda.
“Senso”, Film di Luchino Visconti (1954)
Visconti sceglie di riprendere la vicenda ma trasformandola e raccontandone una totalmente
diversa.
Mette in scena Il Trovatore, dove chi sta nel loggione grida “Viva l’Italia”.
Nel racconto, Livia è a casa. Si guarda allo specchio.
Nel film, è a teatro e la scena è ripresa non solo frontalmente, ma anche lateralmente (di
scorcio).
Questo confronto è emblematico, perché invece, in Senso, troviamo esclusivamente uno
sguardo frontale. Visconti sembra riprendere ciò che rimane in ombra del racconto, ossia la
Storia d’Italia, verso cui adotta un sguardo laterale.
Livia è spettatrice di se stessa, lasciando così al lettore il proprio punto di vista.
Concetti chiave
● Livia figura mefistofelica e incarnazione di Medusa affetta da isteria (figura vicina
a Marteuil di Laclos, e, in generale, a tutte le donne affette da isteria). Livia è
narratrice inattendibile=non si riesce ad aderire alla sua ottica. Non è considerata
attendibile perché :
○ Racconta solo il suo punto di vista
○ Il suo punto di vista non è oggettivo, ma soggettivo. infatti, anche nel
descrivere il suo sguardo, menziona solo gli aspetti che vuole lei.
○ Al lettore viene molto difficile aderire al punto di vista di Livia.
● Figure maschili depotenziate: a partire dal marito Gino, fino ad arrivare a Remigio.
L’unico personaggio che rispetta i valori della storia è l’ufficiale boemo. 9
● Spazio privato prevale sullo spazio pubblico
● Ingredienti del melodramma (amore, passione, tradimento, morte)
● Racconto non è un ritratto ideale, la realtà scalza il melodramma;
LUIGI CAPUANA
Un caso di sonnambulismo
TRAMA
A Bruxelles, il capo della polizia Dionigi Van-Spengel si sveglia una mattina con un
inquietante senso di disagio. Sul suo tavolo trova un rapporto dettagliato su un caso di
omicidio, redatto con la sua grafia, ma di cui non ricorda nulla. Perplesso, chiede spiegazioni
alla sua governante, la quale gli rivela di averlo visto scrivere durante la notte, in uno stato
di sonnambulismo. Scioccato, Van-Spengel si convince di essere stato preda di un fenomeno
di sonnambulismo, ma l’idea di avere scritto su eventi a lui ignoti lo getta in una profonda
inquietudine.
Quella stessa mattina, un caso di omicidio sconvolge la città: il corpo di una donna viene
trovato in un vicolo, e Van-Spengel si accorge con orrore che i dettagli del crimine
corrispondono perfettamente a quelli descritti nel rapporto che ha scritto nel sonno.
Nonostante il turbamento, decide di utilizzare quel documento come guida per l’indagine.
Seguendo passo passo quanto scritto nel rapporto, Van-Spengel individua testimoni e prove
con un’efficienza sorprendente, come se fosse già stato sui luoghi del delitto. Ogni intuizione
contenuta nel documento si rivela esatta, e grazie a ciò il caso viene risolto con rapidità. Gli
assassini vengono arrestati, ma l’inspiegabile coincidenza tra il rapporto scritto nel sonno e i
fatti reali inizia a minare la stabilità mentale dell’ispettore.
Van-Spengel è tormentato dall’idea che un “altro sé” abbia preso il controllo durante la notte.
Questa figura, invisibile e sfuggente, sembra sapere cose che lui stesso non può comprendere.
Si sente invaso da una presenza estranea, un Doppelgänger che contende la sua identità. La
mente razionale dell’ispettore, devota alla logica e al metodo, non riesce a conciliare l’evento
con la realtà. Si interroga se sia vittima di un fenomeno paranormale o di un disturbo
psichico.
Nel frattempo, il successo delle indagini viene oscurato dal crollo mentale di Van-Spengel.
Il conflitto interno tra il suo “io” cosciente e l’entità che ha scritto il rapporto lo porta a una
progressiva alienazione. In un crescendo di paranoia e angoscia, inizia a vedere segni di
questa presenza ovunque, sentendosi sempre più perseguitato da un nemico invisibile.
La situazione precipita quando, in un ultimo atto di lucidità, Van-Spengel tenta di risolvere
l’enigma analizzando il rapporto. Tuttavia, più cerca risposte, più si sprofonda in un vortice
di dubbi e paure. La tensione si accumula fino a culminare in un crollo nervoso: Van-Spengel
perde definitivamente il contatto con la realtà, lasciando dietro di sé un mistero che
nessuno sarà mai in grado di spiegare.
Consultando il testo, si trovano una serie di note dell’autore. 10
Un cas de sonnambulisme par le dottor [sic] Croissart, Bruxelles, Meunier et fils, 1873. Un
vol. en grand 18 avec portrait. L'edizione è esaurita; non se ne troverebbe una sola copia
nemmeno a pagarla a peso d'oro. Un curioso, confrontando la narrazione del dottor
Croissart con una pianta della città di Brusselle, ha notato che i nomi delle vie sono stati
cambiati dopo il 1873 [N.d.A.].
La nota è emblematica perché si riporta l'indicazione della pubblicazione del dottor
Croissart, che racconta la vicenda del signor Spengel (cioè il caso di psicopatologia). Si dice
che quel caso è stato pubblicato a Bruxelles, si danno le indicazioni della casa editrice e si
dice l'anno della pubblicazione. Dice addirittura che è un volume in diciottesimo con
ritratti. Ora, questa prima parte della nota sembra una garanzia della veridicità di questo
racconto. Ma poi, viene detto che l'edizione, che è un'edizione precisa e identificata, è
esaurita, non se ne troverebbe una sola copia a pagarla a peso d'oro, quindi è impossibile
trovarla. Un curioso, peraltro, confrontando la versione del dottor Croissart, con una pianta
della città di Bruxelles, ha notato che i nomi delle vie sono stati cambiati dopo il 1873;
quindi anche i riferimenti interni al testo non sono più verificabili.
Attraverso la nota, Capuana intende far riflettere il lettore su quali sono le strategie del
verismo per trasmettere la realtà. Un altro espediente narrativo che ha come
obiettivo quello di mettere in scena una
simulazione della realtà è quello dell’
impersonalità: il narratore deve
completamente sparire dalla narrazione, e
l’impressione finale del lettore dovrebbe
essere quella di avere davanti una
fotografia.
Per raggiungere ciò, Capuana inserisce
ben 4 voci narrative.
Poe e Capuana
In realtà, Capuana prende il suo racconto
da Poe. Tuttavia, se nel caso del secondo
si tratta di un racconto poliziesco, nel caso del primo si tratta di un caso psicopatologico.
EXTRAORDINARY MURDERS. - This morning, about three o clock, the inhabi-
tants of the Quartier St. Roch were roused from sleep by a succession of terrific shrieks,
issuing, apparently, from the fourth story of a house in the Rue Morgue, known to be in the
sole occupancy of one Madame L'Espanaye, and her daughter, Mademoiselle
Camille L'Espanaye. After some delay, occasioned by a fruitless attempt to procure
admission in the usual manner, the gateway was broken in with a crowbar, and eight or ten
of the neighbors entered, accompanied by two gendarmes. By this time the cries 11
Questa mattina (2 marzo) alle ore 11 antimeridiane, recandomi dal mio ufficio al ministero
dell'interno per ricevervi le istruzioni e gli ordini di S.E. il ministro, allo sboccare della via
Grisolles nella