Estratto del documento

PAESI ARABI

Libertà individuale. Appartenenza al gruppo

sicurezza familiare

Indipendenza senso della comunità

guida parentale

Fiducia in sé anzianità del gruppo. età

eguaglianza

In una società riconosciamo due livelli relativi alla costruzione dell’identità

individuale e all’integrazione sociale:

All’interno del livello micro ritroviamo gli atteggiamenti e i modelli di

 comportamento di una

comunità dimensione della socializzazione;

All’interno del livello macro vi sono norme, valori, credenze e simboli.

Prospettive di approccio alla cultura

Etico: si adotta un approccio esterno e un metodo di analisi basati su

o griglie di osservazione che consentono di comparare diverse culture e

operare delle generalizzazioni privilegiando metodi quantitativi e ricerca

di criteri universali;

Emico: si considera la cultura dall’interno cercando di porsi dal punto di

o vista dei suoi membri e di comprendere il loro senso di realtà,

concentrandosi sugli elementi di unicità della cultura stessa.

Modello a Sei Dimensioni di G.Hofstede

Si sviluppa tale metodo per analizzare più a fondo la cultura (prospettiva etica).

1. Indice di distanza di potere questa dimensione si riferisce al grado

di disuguaglianza che viene accettato tra persone con e senza potere

all’interno di una cultura; un punteggio IDP elevato stabilisce la

prevalenza di una distribuzione gerarchica e diseguale del potere/un 11

basso punteggio IDP afferma che il potere è condiviso tra i membri della

società.

2. Individualismo VS collettivismo sul versante individualistico

troviamo società caratterizzate da legami piuttosto sciolti; si enfatizza la

prospettiva della singola persona (i bambini crescono in famiglie nucleari

che lasciano non appena raggiungono la maggiore età) /dal punto di vista

collettivista le società sono formate da gruppi forti e coesi e l’affiliazione

sociale viene data per natura, non per scelta;

3. Mascolinità VS femminilità le società maschili hanno una chiara

definizione dei ruoli maschili e femminili: gli uomini hanno il dovere di

essere figure forti, mentre le donne partecipano alla società con maggior

sensibilità/nelle culture con un basso indice di mascolinità, i ruoli di

genere non sono chiaramente distinti (es. vi sono infermieri di entrambi i

sessi);

4. Rifiuto dell’incertezza questa dimensione si occupa della tolleranza

di una società all’incertezza e all’ambiguità: indica se i membri di una

cultura si sentono a disagio o a proprio agio in situazioni non

strutturate/imprevedibili.

5. Orientamento a lungo termine contro breve termine si basa

sulla connessione tra le relazioni di un Paese con il suo passato e con la

sua attività attuale e futura: una società con un tasso basso in questo

indice mantiene la sua connessione con le tradizioni passate ed è incline

al cambiamento;

6. Indulgenza contro moderazione le società con un punteggio

elevato in tale dimensione consentono o incoraggiano la gratificazione

relativamente libera dei desideri e delle emozioni delle persone:

l’attenzione si sposta sulla felicità personale/ nelle società con basso

indice si dà più importanza alla regolazione degli atteggiamenti secondo

uno stile di vita moderato.

Culture ad alto/basso contesto

L’impatto delle differenze culturali sul business porta al riconoscimento di due

tipologie di culture:

Culture a basso contesto queste culture esplicitano la maggior

 

parte dei contenuti attraverso forme di comunicazione verbale (messaggi

brevi, logici e chiari con tendenza ad una logica di tipo lineare);

valorizzano l’individualismo e tendono a favorire relazioni transitorie e

strumentali:

- Stile diretto;

- Valorizzazione dell’emittente;

Culture ad alto contesto presentano una maggior tendenza

 

all’implicitizzazione (messaggi ambigui legati all’emotività e alla

comunicazione non verbale); il tempo della relazione è dilatato e

duraturo. LOGICA A SPIRALE:

- Stile indiretto; 12

- Valor. dell’ascoltatore.

Un aspetto importante di entrambe le culture è il linguaggio, il quale rispecchia

lo stile comunicativo della cultura stessa; nelle culture ad alto contesto vi

possono essere molteplici significati attribuiti ad una parola, mentre quelle a

basso contesto prediligono uno specifico riferimento per ogni parola data.

L’esperienza del cambiamento può portare allo shock da transizione da parte

dell’individuo, il quale è soggetto a dolore, disorientamento e necessità di

ritorno alla stabilità (ES. perdita di una persona cara).

Ciò che ci interessa è lo shock da transizione legato alla dimensione culturale

si tratta di uno stato d’ansia che si prova nella vita quotidiana quando

l’individuo – operante all’estero – perde di vista i simboli che un tempo erano

familiari; questo fenomeno può essere accompagnato da sintomi fisici e

disturbi psicologici (ES. nei periodi di inserimento, l’espatriato può avere lo

“shock da ruolo” e ritornando in patria potrebbe subire un “contro-shock

culturale” = doppia curva di stress).

Tale processo di stress include varie fasi:

- Stadio delle “grandi aspettative” fase di pianificazione con ottimismo

rispetto alla nuova cultura;

- Fase del tutto è bello”;

- Fase del “tutto è brutto” /frustrazione sotto forma di conflitto 

negazione, esitazione del paese d’origine in contrasto con l’assimilazione

della nuova cultura;

- Del “tutto (o quasi) è ok” accettazione di sé e degli altri.

Comunicazione non verbale

Questo tipo di comunicazione (già vista nel IV assioma) avviene sia a livello

numerico (verbale) che analogico (non verbale); si tratta di un processo

formato da tre componenti:

- Verbale: quello che dico i soggetti traducono i messaggi in un codice –

la lingua – condiviso per evitare problemi di asimmetria;

- Para verbale: modalità con cui si emette il messaggio;

- Non verbale: la gestualità prescinde dalle parole e presenta analogie

con il contenuto (intensità grido = intensità di dolore).

Nella comunicazione interpersonale possono esserci elementi transitori e non

che si riconoscono sia rispetto alla società sia rispetto ai singoli individui che la

formano:

Transitorietà/aleatorietà:

 - Società dipende dalla situazione;

- Individuo varia in base stato emotivo.

 13

Stabilità/permanenza:

 - Società si basa sulla cultura legata alla tradizione;

- Individuo i tratti di personalità.

riguarda

Bisogna riconoscere che il sistema della comunicazione umana è composto da

tre macrosistemi intersecati l’uno con l’altro:

1. Comunicazione verbale: comprende il linguaggio verbale;

2. Comunicazione vocale: linguaggio verbale e sistema paralinguistico 

comprende le componenti vocali non verbali del parlato (tono, intensità,

velocità) e le emissioni non verbali:

- Riflessi (reazioni fisiche – tosse, russare);

- Caratterizzatori vocali (riso, pianto, singhiozzo);

- Vocalizzazioni (mhm, ehm,” pause piene”);

- Caratterizzazioni extralinguistiche (legate all’anatomia

dell’individuo).

I tratti paralinguistici svolgono una duplice funzione:

- danno forma all’eloquio specificando il contenuto;

- costituiscono un atto comunicativo in sé, informativo di altri aspetti

(relazionale, culturale).

3. Comunicazione non verbale:

- sistema cinesico oltre ad essere formato dalla gestualità e dalla

postura, tale sistema si articola in mimica facciale:

fisionomia: legata all’eredità biologica del soggetto;

o espressioni (declinazione degli stati d’animo): esistono

o costanti nella GAMMA delle espressioni facciali = universali

transculturali (ogni cultura stabilisce gesti ed espressioni in

base ai contesti).

- aptica processo di riconoscimento attraverso il senso del tatto;

- prossemica riguarda il rapporto con lo spazio (posizionamento,

distanza relativa agli spazi di sicurezza);

- cronemica si focalizza sull’uso e sulla gestione del tempo

secondo la percezione umana.

Si sa che la maggior parte degli aspetti culturali si apprendono in modo non

verbale, per imitazione; in alcune occasioni la CNV è più importante di quella

verbale (cerimonie, momenti di intimità).

Tuttavia, tale comunicazione è in grado di generare incomprensioni e

fraintendimenti in base al contesto in cui ci troviamo.

*La conoscenza delle regole di CNV delle altre culture ci consente di mantenere

la comunicazione fluida anche in situazioni di disagio e difficoltà linguistica.

Relazione tra livello verbale e non verbale

Tale relazione viene messa in atto tramite: 14

Convergenza i due livelli si sostengono a vicenda (es. uso dei gesti

 

per sottolineare il discorso);

Divergenza si contraddicono in modo inconsapevole (es. rossore a

 

seguito di menzogna);

Regolazione la comunicazione non verbale disciplina quella verbale

 

(es. distribuzione turni di parola con gesti);

Sostituzione la CNV si fa carico di veicolare dei contenuti (es.

 

sordomuti);

Metacomunicazione una delle due forme di comunicazione viene

 

consapevolmente utilizzata per l’interpretazione dell’altra (es. strizzare

l’occhio).

Un campo su cui può operare la comunicazione non verbale è l’inganno; la

rivelazione della menzogna avviene a causa di alcuni indizi:

- Dilatazione delle pupille;

- Tono di voce più alto;

- Incertezza nell’eloquio;

- Pause vuote;

- Maggiori cambiamenti di posizione;

- Maggior uso di frasi negative.

Stili di comunicazione

Stile diretto le intenzioni di chi parla sono chiare, immediate e

o pronunciate con decisione;

Stile indiretto il locutore tende a occultare le reali intenzioni che

o Hai

vengono espresse in modo sfumato: ES. (si) in giapponese significa

solo che si sta ascoltando;

Stile lineare privilegia connessioni logiche degli argomenti, esposti in

o sequenza, anticipando la tesi di fondo (presentazione di un abstract);

Stile circolare considera il precedente stile una semplificazione

o esagerata, preferendo interpretazioni aperte (es. uso di metafore e

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Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LauraM02 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Comunicazione interculturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Sfardini Anna.
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