Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
THE PERCEPTIVE PROCESS
1. Selection of external stimuli (salience) --> we give them different importance, more or less
relevant for us. Io organizzo le mie credenze e catalogo le altre credenze e le trasformo in differenti
Il rischio dell’incomprensione è cosa selezioniamo e a cosa diamo importanza, culture
situazioni.
diverse selezionano stimoli diversi e si concentrano in modo diversi a certi elementi (più o meno
importanti) —>
2. Categorisation of stimuli into structured groups (typification) reduce them into cultural
schematas trough a process of typification. è categorizzare e creare uno schema per semplificare
la complessità, per ridurre l’ansia del diverso. Il rischio dell’incomprensione è di generalizzare e
creare stereotipi. —>interpretazione,
3. Interpretation of stimuli in order to give them significance (cultural base) per
dare un significato a quello che vedo intorno a me; ognuno ha la sua interpretazione, per questo ci
potrebbe essere un grosso fraintendimento.
Lezione 15 Bennett’s model
Intercultural sensitivity:
Cultural shock e il concetto di Essenzialismo
MILTON J. BENNETT «THE BENNETT SCALE»
IDRInstitute
Intercultural Development Research Institute
Gig Harbor, WA, USA
Milano, Italia.
Questo studioso ha fatto dello sviluppo della competenza in un centro di ricerca.
Faamoso per aver per primo schematizzato questo modello: che ha sviluppato a partire dal 1986,
con una serie di studi che lo hanno portato a schematizzare con una freccia. È un percorso che
porta da una concenzione etnocentrico ad uno stato mentale intercuòturale.
Questo passaggio sembra avere diverse fasi
La cultura è qualcosa in continua evoluzione.
Non si può misurare.
L’etnocentrismo parte da una parte di diniego, il popolo al centro. È la tendenza di un gruppo
culturale ma anche di singoli membri di considerare la propria cultura come quella valida, unica, è
al centro di tutto. Rarmente percepiscono la varietà delle culture. è un po’ la visione di superiorità
che avevano i greci e romani, chiamavano barbari .
2 accezionei:
-più radicale che ci porta ad una visione pessimista, in fondo le culturw sono intraducibili, non ci
può essere una vera. Tutto sommato dice ‘ognuno è solo sul cuor della terra’, ognuno ha la sua
identità e i suoi valori culturali. Una visione più moderata
-più moderata, nega il diritto la propria visione sugli altri, ognuno è diverso e nessuno ha il diritto di
porrre la sua.
Questo passaggio passa attraverso il concetto di … è la percezione della differenza, può muoversi
sul piano individuale o sul piano macro(ognu cultura ha delle caratteristiche che si differenizano).
Sensibilità intercuòturale imparare a conoscere qieste differenze e ascoltarle, attraverso una
percepzione di questo processo di differenziazione.
Etnocentrismo più radicale, primario, primitivo,
il diniego è negare la differenza con gli altri, quello stato mentale in cui si nega la differenza di
altre visioni del mondo, c’è un isolamento completo.
La denigrazione verso una visione diversa è l’origine del razzismo, pregiudizi , violenze e
dell’interruzione di qualsiasi .. di tipo interculturale. Deriva dalla paura del diverso, dalla concezione
di avere una cultura superiore.
Poi abbiamo la stato della polarizzazione, vedo le differenze e le giudico. A volte ci porta ad una
sorta di ribaltamento, è il contrario, o io giudico la mia cultura superiore o io la considero inferiore,
e quidni ci sono elementi di esterofilia. Tnedo ad avere una visione del mondo bipolare, io e gli
altri, noi e voi. Questa polarizzazione può produrre una difesa, cioè ‘io sono meglio di te’ o ‘voi
siete meglio di noi’. L’altra cultura è superiore alla mia. Non è un vero stadio , forma di
etnocentrismo, si mette un gruppo al cwntro e si giudica chi è meglio e chi è peggio.
Terzo stadio: minimizzazione. Qui la differenza viene notata ma viene minimizzata, mentre nel
diniego.., In questa minimizzazione abbiamo la percezioen che esistono ma tendiamo a
minimizzare. Viene combattuta attraverso la minimizzazione, siamo ancora in uno stato di
etnocentrismo.
Quarto stadio: accettazione e rispetto, non le considera una minaccia ma una riccheza. Non
esvlude che tutti possono avere una propria opinione o possano vedere la relatà in modo diverso.
Adattamento è lo stato più evoluto della consapevolezza etnorelativista. Si tratta di assimilare di
adattarsi ai valori altrui. Adattamento vuol dire aggiungere, è un aggiunta di nuovi .., assimilo i miei
comportamenti alla cultura ospitante.
Cultura giapponese.
all’ultimo stadio vuol dire saper applicare diversi schemi in maniera autonoma, se qualcuno
Essere
fa un errore lo si può far notare. Ci sono altre culture, orienntali e giapponese, non si può far
riferimento diretto, è una minaccia, cerca degli escamotage senza far ricadere la causa diretta
sulla persona. Una persona che comprende le differenze è una persona che fa una scelta
culturale, evita di far riferimento a degli errori specifici personali. Se fa affari con nord americano o
europeo si sente libero.
Conosce questi due schemi e li applica, ma sa anche usalri quando è il momento, non può
egenralizzare
In short, what can be done?
Reflect on the following:
• in an intercultural situation do I manage to use the correct strategies to communicate
• what life skills do I have? Which ones do I need to strengthen?
• where do I position myself in Bennett’s diagram of Intercultural Sensitivity development?
Devo avere un contatto diretto ma anche indiretto.
È un antopologo che palra di culture shock.
Nel 1954 lo riprende e cerca di spiegarlo.
stress, sull’ascissa il tempo.
Asse delle ordinate il grado di
I punti sono delle fasi che si situano sempre + a detsra man mano che il tempo passa, man manco
che si riduce lo stress.
C’è un modo universale di affrontare con il contatto ravvicinato.
Fase 1: Luna di miele, fase dell’entusiamo e dell’arrivo, precedere o seguire l’arrivo. Fase
romantica, dove la nuova e la vecchia cultura molto romantica e affiscinata da tutto quello che è
nuovo, riconosce le differeze.
Fase periodo di crisi, spesso la situazione cambia, subentra uno stadio di frustrazione. Che
possono anche essere difficili. C’è un senso di delusione e di frisytrazione nello sperimentare
situazioni che possono essere viste e percepire come strane, diverse e a volte offensive. Spesso
procuce la fuga, il conflitto (mi difendo, critico, sono ostile) oppure il filtro, erigo una barriera.
Fase: adattamento, lascia il passo ad un tentativo di comprensione, potrebbe essere indiviato nella
fase di accettazione. È un tentativo di capire la persona e le persone che mi stanno intorno e di
aggiustare i miei atteggiamenti anche con una certa autoironia.
Entusiasmo di scoprire un modo a me sconosciuto.
Si sentiva estranea, non era integrata,
Lezione 17
Feedback sull’esperienza Erasmus
Sottolinea tutta una serie di elementi negativi, una visione tanto negativa nei confronti dei
norvegesi.
sono giudizi, significa generalizzare, attribuisce un’identità
Ci a tutti partendo da un ragazzo, ha
generalizzato con un processo mentale.
Identità ascritta significa attribuire una identità in considerazione di un aspetto che si nota.
Giudizio essenzializzante è questo giudizio che annulla tutte le specificità e considera una persona
come esempio di tutto il gruppo culturale.
del sentirsi parte di un gruppo e protetti e difesi in questa ripartizione tra ‘noi’ e
Funzione identitaria
‘loro’. l’identità
Co-costruzione/negoziazione, viene costruita insieme.
Essenzialismo è proprip un ascrivere, definire i comportamenti di un individuo come genrale, come
proprio di tutti gli individui del gruppo.
There is something share that allows me to define all the participant of the group.
Every time categorise we tend to reduce the complex of reality into simple details and we create a
a pre-conceptions, which are ideas that you have just because something happened to you and
you start to think something. You should try to test it through other experiences, before checking
this conceptions you create a stereotype, that leads a to different phenomenons like stigma,
orientalism (to love everything from East, is it connected to xenophile) and racism.
Tutto parte dalla percezione, ognuno percepisce. Questa selezione ci porta ad una
categorizzazione e tipizzazione che usiamo per semplificare quello che percepiamo. Lo stimolo
categorizzato lo interpretiamo.
La categorizzazione è il fatto che io organizzo tutti questi stimoli in una maniera fissa, in categorie
fisse e possono essere sia positive o negative. È un processo mentale e spontaneo. È un
di CI devono percepire che c’è questo rischio,
processo naturale che porta a dei rischi. Gli esperti i
rischi sono:
- essere parziali, interpretare a nostro modo
-di cristallizzare questi stimoli
-di mal interpretarli.
Se il preconcetto, la categorizzazione sono processi cognitivi normali che adottiamo per
interpretare la realtà, nel momento in cui siamo in una situazione interculturale questo processo
mentale può diventare rischioso. Questo avviene se abbiamo un mind-set etnocentrico.
Il processo può essere parziale, rigido, cristallizzato fisso, e l’interpretazione può anche essere
scorretta e portarci un fraintendimento.
Se la categorizzazione sono processi che attuiamo ogni volta, in un contesto interculturale il
processo può diventare rischioso, dobbiamo cercare di non mal interpretare gli stimoli. Il mindset
deve essere etnocentrico.
Sono un limite alle nostre possibilità di codificare i messaggi che vengono dal mondo, questo filtro
da un lato può aiutare da un altro in una situazione interculturale può essere rischioso.
Carta di Peters,1973
Questa cartina del mondo è allungata, sembra meno realistica di quella che siamo abituati a
vedere (quella di Mercatore). Quella di Mercatore stata concepita per tracciare le rotte e le strade
nel mondo noto in quel periodo, c’era l’Europa enorme e l’emisfero sud era meno allargato. Quella
di Peters è quella realista, è in proporzione. Con la tecnologia e l’osservazione dallo spazio si è
potuto quantificare la superficie terrestre e marina. Quindi quella di Peters è la reale.
La cartina mostra quanto sia distorta la nostra percezione e non sempre corretta/universale.
(stereotipo nel senso generico insieme di
caratteristiche, ma se si