Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Esempi:
[a’mi:ko] [a’mi:tʃi]⇒[k] [tʃ] / ___ + [i]⇒piango/piangi, dirigo/dirigi, prediligo/prediligi[g] [ʤ] / ___ +[i]⇒dirigo/dirige, piango/piange, prediligo/predlige[g] [ʤ] / ___ +[e]⇒correggo/correggi, leggo/leggi, friggo/friggi,…[g:] [ʤ] / ___ +[i]⇒leggo/legge, friggo/frigge…[g:] [ʤ :] / __+[e]⇒Morfologia
Dalla parola greca morphè (forma), la morfologia si concentra sullo studio della formainterna o struttura delle parole.
Il termine parola non è dotata di un senso univoco, bensì di una molteplicità didefinizioni:
- Parola sequenze di lettere separate da spazi bianchi o sequenze di suoni⇒dotate di significato 16
- Parola l’unità astratta che in un lessico, inteso come lista di parole o⇒dizionario, viene assunta come forma di base comprendente tutte le forme dellasua flessione (per es., l’infinito per i verbi): lessema (André Martinet, 1908-1999,linguista francese
(strutturalista) esempio: nel vocabolario amico/a/i/he⇒vengono contenuti unicamente dalla parola amico- Parola elemento modificabile a seconda dell’ambiente sintagmatico in cui⇒occorre- Parola parte del discorso⇒- Parola occorrenza (ingl. «token»), la forma in cui un lessema compare nella⇒produzione di un parlante esempio: amico e amica in questo caso sono⇒considerate due parole differenti
Rapporto paradigmatico: rapporto che instaura una parola con le parole della medesimalingua ha a che fare con la nostra mente e con le parole che noi conosciamo.⇒Rapporto sintagmatico: rapporto esercitato da due o più parole all’interno di una frase.
Nel pensiero linguistico antico, le parole sono state definite partes orationis, o parti deldiscorso per opera di Dionisio Trace (circa 100 a.C.) per il greco classico e ApollonioDiscolo (II sec. d.C.) e Prisciano (V sec. d.C.) per il latino, redatte a partire dalla prima.Le categorie di parole
sono state rimaneggiate nel tempo: nomi, verbi, pronomi, articoli, aggettivi, avverbi, preposizioni, congiunzioni e interiezioni. Le parti del discorso, o per meglio dire, le parti della frase, sono state individuate in base a due criteri: - Criterio morfologico, relativo cioè alle parole che presentano flessione (parti variabili) e parole che sono invariabili; - Criterio sintattico, relativo alla funzione che svolgono nella frase: predicati e argomenti, modificatori dei predicati e modificatori degli argomenti. Esempio: Il ragazzo corre. Il bel ragazzo corre veloce. - Criterio semantico-nozionale: ricerca di contenuto semantico comune a tutte le parole appartenenti a una stessa categoria. I nomi designano entità (persone, animali, cose) o sostanze (da cui il termine sinonimo sostantivi); i verbi si riferiscono ad azioni o a processi; gli aggettivi a qualità, e così via. Tuttavia, questo criterio presenta notevoli incongruenze con i verbi stativi (sapere, conoscere, credere, ecc.).i sostantivi che designano concetti astratti o uno stato(angoscia, ansia, felicità, ecc.)- Criterio distributivo o distribuzionale: valutazione dell'insieme dei contesti in cuiuna determinata può apparire in una determinata lingua.Non tutte le categorie sono universali, cioè presenti in tutte le lingue; le categorie dinome e verbo "rientrano, insieme a quelle di aggettivo e preposizione, tra le cosiddettecategorie maggiori, che si ritiene esistano in gran parte delle lingue" altre, come peresempio, l'articolo, non esistono in tutte le lingue (latino, russo, lingue slave).Le sue proprietà sono diverse nelle lingue in cui è presente:- Tedesco: flessione per genere, numero e caso- Francese, italiano, spagnolo: numero e genere nel singolare e plurale 17- Inglese: invariabile- Rumeno e albanese: collocato dopo il nome1. Una parola non può essere interrotta in modo casuale da materiale morfologico. Nellasequenza "il
ragazzo» [iɾa’gat:zo] posso interrompere la sequenza inserendo materialemorfologico «il bel ragazzo» [ilbɛlragat.zo]; mentre la sequenza «ragazzo» non puòessere ugualmente interrotta: *«rabelgazzo»;
2. L’ordine dei morfemi che la compongono è fisso e NON può essere invertito:*«oragazz»
3. La parola è mobile: può assumere posizioni diverse all’interno dell’enunciato(compatibilmente con il tipo di lingua) In italiano possiamo dire «una casa nuova» o⇒«una nuova casa»;
4. Una parola può da sola costituire un enunciato: Per esempio in risposta a un domanda«domani» in risposta a «quando arrivi?»
Dando una definizione provvisoria di parola, possiamo dunque dire:
- una combinazione minima di morfemi, cioè unità dotate di significato o segnilinguistici: dunque anche composta da un solo morfema;
- se costituita da
più di un morfema, è costruita attorno a un morfema lessicale oradice che rimanda a un contenuto che abbia un referente (es: pan) e che necostituisce la base: in base [pan] «im-pan-are», «pan-ific-azion-e», «pan-in-o»,o in base [‘bjank-]: «im-bianc(h)-in-o», «s-bianc-are», «bianc(h)-ett-o»
Morfemi: sono le parti di cui sono formate le parole a cui sono associati significatiisolabili: fior- ist -a; -i; -e; ogni morfema può essere riutilizzato per far parte di altreparole, portando lo stesso significato. Vi sono morfemi con significato grammaticalecome i suffissi, ma anche morfemi con significato sia lessicale che grammaticale come iprefissi insieme costituiscono il gruppo degli affissi. I morfemi con significato ⇒prettamente lessicale sono invece le desinenze.
Nella lingua italiana la distinzione di genere è intrinseca nel lessema, cioè nella radice (omorfema lessicale)
del sostantivo. Nella gran parte delle parole il genere grammaticale non è influenzato dal genere naturale, in quanto ha criteri arbitrari: alcune lingue tuttora esistenti non fanno distinzioni di genere oppure queste distinzioni si rifanno ad altre categorie rispetto al genere naturale.
Secondo il pensiero di de Courtenay, i morfemi hanno le caratteristiche di segno linguistico in senso stretto. Possono essere:
- liberi (blu) o legati (-o) della loro distribuzione e del contesto in cui occorrono
- lessicali e grammaticali: tipo di significato
- flessionali e derivazionali: funzione, tipo di cambiamento che producono
I morfemi possono essere classificati in base alla posizione che essi occupano in una parola: nel termine imbevibile vi sono 4 morfemi il prefisso [im], la radice [bev], il suffisso [ibil] e la desinenza [e].
In alcune lingue, non nel caso dell'italiano, vi sono dei morfemi particolari che sono inseriti dentro la radice e prendono il nome di infissi.
Esempio: su:lu
canesu:kilu il mio canesu:malu il tuo canesu:kalu il suo canesu:manalu il vostro caneLe parole di una lingua si dividono in base a due processi di formazione: la derivazione, che aggiunge prefissi e suffissi, e la flessione, che aggiunge solo suffissi/desinenze. Sipuò dunque fare un'ulteriore distinzione tra morfemi derivazionali e flessivi.Il dentista consiglia di usare sempre il filo interdentale ⇒- morfemi lessicali > dent, consigl, us, sempre, fil, dent- morfemi derivazionali > ist-, -al-, inter-- morfemi flessivi > -a, -a, -are, -o, -eSecondo determinate metodologie la catena parlata e le parole possono essere scomposte in parti minori dotate di significato > questa proprietà prende il nome di scomponibilità.Una proprietà dei suffissi è la trasparenza, vi sono infatti suffissi che sono più trasparenti di altri, cioè risulta semplice capire che sono suffissi:- Nominali deaggettivali –ità/età brevità,sanità, stupidità, varietà - Verbali denominali -izz- demonizzare, categorizzare - Verbali deaggettivali -izz- velocizzare, acutizzare - Nominali deverbali -(a/i/u)ment- insegnamento, portamento, miglioramento - Altri suffissi meno, vale a dire i nominali deverbali -(a/i/u)(t) o (r)i-: dormitorio, osservatorio, scorciatoia, innaffiatoio, lavatoio Quando coppie di parole hanno la stessa radice/morfema lessicale e sono prive di suffisso derivazionale, si assume quanto segue: - se la coppia è costituita da verbo e nome (gioco/giocare, lavoro/lavorare, salto/saltare, cambio/cambiare, ballo/ballare, bacio/baciare...) e il nome si riferisce all'atto indicato dal verbo, il verbo è da considerarsi la base e il nome è un derivato con derivazione zero; - se la coppia è costituita da verbo e aggettivo (es.: calmo/calmare, integro/integrare, quieto/quietare, liscio/lisciare...), la base è il verbo e l'aggettivo è un derivato con derivazione zero.può essere considerata l'aggettivo, in quanto il verbo è l'azione per arrivare allo stato: verbo derivato con derivazione zero. Distinzioni morfologiche: - morfema: unione di significato e significante che ha una funzione in relazione al sistema lingua e costituisce l'unità minima di prima articolazione - morfo: la parte concreta del morfema, intesa come forma del significante - allomorfo: variante formale del morfema che però mantiene lo stesso significato. Il verbo venire, ad esempio, presenta quattro allomorfi: venn-, veng-, vien-, ven-. Altro esempio è il morfema bil che indica potenzialità e si presenta con tre allomorfi che si rifanno alla vocale tematica delle coniugazioni dei verbi: (a)bil, (i)bil, (u)bil. Oppure il morfema in che esprime significato di negatività si presenta con più allomorfi il-, im-, ir- Nel caso della lingua inglese, il morfema del plurale si presenta conpiù allomorfi: /iz/, /s/, /z/ beach/beaches, cup/cups, mug/mugs Questi cambiamenti sono di tipo diacronico, in quanto sono legate a trasformazioni avvenute nel tempo e determinate da ragioni fonetiche. Morfi in rapporti di omonimia nella lingua italiana - gli: sia articolo determinativo plurale che pronome personale terza persona singolare (a lui) - -o: desinenza per il singolare maschile (pollo), femminile (mano) e prima persona singolare del presente indicativo (parlo) - s-: prefisso ingressivo (s-caldare, s-forbiciare) o negativo (s-comodo, s-fiducia) - in-: prefisso ingressivo (in-nervosire, in-scatolare) o negativo (in-decente) Morfi in rapporti di sinonimia nella lingua italiana -