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RAPPORTO "LANGUEPAROLE"
Il linguista svizzero Saussure ha anche differenziato le parole ‘’Langue’’ e “parole” dato che secondo lui
la Lang è un sistema di segni linguistici convenzionali applicato universalmente da una cerca comunità.
Mentre La parole è un atto linguistico individuale e riguarda l'espressione individuale del linguaggio che
ogni persona utilizza.
LINGUISTICA SINCRONICA E LINGUISTICA DIACRONICA.
in linguistica esistono due differenti punti di vista per osservare la realtà. Questi due punti di vista
riguardano due modi differenti per studiare la linguistica e sono la linguistica sincronica e la linguistica
diacronica. La prima analizza lo stato della lingua nel suo organizzarsi sistematico e simultaneo ovvero
analizza una lingua che è presa d'esame in un determinato tempo storico. La seconda analizza la lingua
attraverso il tempo e quindi nessuno e la sua evoluzione è i cambiamenti che essa ha subito col passare del
tempo.
Durante l'Ottocento La linguistica veniva studiata attraverso la comparazione tra differenti lingue, il primo
ad analizzare la lingua in modo interno fu Saussure. Secondo questo linguista La linguistica non può
essere studiata come tutte le scienze, infatti La linguistica abbraccia vari argomenti e metodi di studio.
NOZIONE DI VALORE: è un concetto centrale nella teoria linguistica di Ferdinando so sure secondo cui
il segno linguistico non è naturale, ma esiste solo per convenzione,e inoltre il valore di un segno
linguistico dipende solo dalle opposizioni presenti in un sistema di segni, per riconoscere un segno 'uomo
lo oppone e lo differenzia da tutti gli altri segni di un sistema.
LA COSCIENZA LINGUISTICA PT 2
Il parlante innanzitutto ha coscienza di certi aspetti salienti della realtà e li rappresenta graficamente, ha
coscienza della parola e la rappresenta logo graficamente, la coscienza della sillaba e soprattutto quando
la sillaba coincide con una parola e arriva alla fase Sillabografica. Infine vi è una quarta fase in cui il
parlante riesce a riconoscere ogni singolo suono è a rappresentarlo. Gli elementi di cui il parlante ha
coscienza sono tra loro associati attraverso i rapporti associativi e sintagmatici ,selezione e combinazione,
funzioni et e aut . L'uomo muove il meccanismo della lingua è i fenomeni che rappresentano delle attività
sono l'analogia, la risegmentazione morfologica e l'etimologia popolare.
L'ANALOGIA manifesta la volontà inconscia del parlante di ricondurre una forma all'altra, il desiderio
del parlante di avere una grammatica regolare. Un esempio è il paradigma del verbo amare che in latino
nella prima persona plurale "amamus" diventa "amiamo", mentre il verbo essere pur essendo differente fu
trasformato dal latino"sumus" in "siamo" sullo stesso modello del verbo amare. Questa è una forma che i
parlanti hanno modificato inconsciamente ed è diventato parte del verbo essere italiano.
RISEGMENTAZIONE MORFOLOGICA avviene quando l'essere umano suddivide una parola nel modo
che più facilmente il cervello riconosce e ritiene meglio associabile al contesto. Un esempio è la parola
hamburger che viene dal tedesco e significa "proveniente dalla città di Amburgo", la conoscenza
linguistica dell'uomo ha risegmentato questa parola da hamburger (er e' una desinenza che indica
provenienza) ad ham burger associano il tipo di carne con la parola ham che in inglese significa
prosciutto.
L'ETIMOLOGIA POPOLARE è un procedimento sincronico, questo significa che il parlante non
analizza l'origine di una parola e la sua evoluzione nel tempo ma la interpreta. In molti casi il parlante non
comprende una parola e la interpreta sostituendo la con una formula più comprensibile. Un esempio e la
nascita della parola Gibilterra, questa parola viene dalle parole arabe ghebel Taric che significano monte
di Tric in arabo. Il parlante, in epoca latina, non comprendendo queste parole ha coniato un termine nuovo
associando la parola Taric alla parola terra essendo queste due molto simili e dunque ha introdotto una
parola che riconosce meglio, al posto di un'altra a lui sconosciuta.
TIPI LINGUISTICI
In linguistica esistono due tipi linguistici, alcune lingue non possono essere analizzate come nel caso del
cinese, mentre altre lingue possono essere scomposte per poi essere analizzate. Quest'ultimo tipo di lingua
che può essere analizzato viene definito lingua flessiva, anche l'italiano e molte delle lingue neolatine
sono flessive.
La lingua italiana si modifica seguendo un paradigma di MORFEMI:
1 la radice che parte della parola che esprime il significato lessicale di base, solitamente è invariabile.
2 la desinenza che nelle lingue flessive è l'ultimo morfema del complesso sintagmatico della parola. In
italiano esprimono nel nome le categorie di genere e numero determinandone dunque l'accordo. Le verbi,
anche esprimono categorie che determinano l'accordo. La funzione della desinenza è essenziale dal punto
di vista della coesione di un discorso.
3 i prefissi sono un tipo di affisso che precede la radice e ne determina il significato.
4 i suffissi nelle lingue flessive determinano il significato espresso dalla radice.
Inoltre le lingue possono presentare delle forme libere e delle forme legate. Il primo tipo significa che la
radice di una parola può avere senso anche stando da sola, come succede nelle parole inglesi. Mentre per
forme legate intendiamo delle radici che non possono avere un senso compiuto senza una desinenza. es.
ing. farm.... farmer (hanno senso entrambe le parole, quindi farm è una forma libera). ita. libro ( la radice
libro non ha alcun senso senza la propria desinenza e dunque questa è una forma legata)
Bisogna dire che in linguistica viene spesso utilizzato quello che è definito metalinguaggio ovvero un
linguaggio utilizzato per descrivere ciò che tratta di lingua. Questo tipo di linguaggio si serve di un
vocabolario specifico e di determinate regole.
Solitamente nel metalinguaggio non vengono utilizzati gli articoli, le parole sono scritte con lettere
minuscole, in corsivo Il nel nel caso dei verbi viene utilizzato il modo infinito.
Un’ altra scienza basilare della linguistica è la MORFOLOGIA che studia le variazioni delle forme delle
parole quali esprimono diverse categorie grammaticali. Dal punto di vista morfologico le parole sono
composte da morfemi. Il morfema in linguistica è un elemento che conferisce aspetto e funzionalità alle
parole e alle radici e può definire la categoria grammaticale dei vari elementi della parola. Per svolgere un
analisi morfologica è importante sapere che i morfemi possono essere isolati per analizzarne ogni
funzione. I morfemi che possiamo definire fondamentali sono il MORFEMA LESSICALE che esprime
quasi ho tutto il significato principale della parola e il MORFEMA GRAMMATICALE che varia a
seconda del contesto e definisce varie caratteristiche della parola tra cui il genere e il numero. Inoltre sono
presenti anche il MORFEMA DERIVAZIONALE che viene utilizzato nella formazione dei nomi derivati
e un MORFEMA FLESSIONALE che si adopera per la flessione, cioè la coniugazione dei verbi, il genere
oppure il numero di una parola.
Sempre da un punto di vista morfologico possiamo suddividere le lingue in tre gruppi: LINGUE
ISOLANTI, AGGLUTINANTI, FLESSIVE. Questa divisione fu istituita dai fratelli Schlegel che furono
due studiosi di linguistica. Le lingue isolanti non possiedono declinazioni o flessioni quindi la loro
morfologia è praticamente assente. Nelle lingue isolanti le parole non sono scomponibili in unità
morfologiche più piccole. Inoltre queste lingue non si esprimono tramite la modificazione delle parole
attraverso l'aggiunta di morfemi, ma attraverso la posizione che se occupano all'interno di una frase. Per
esempio nella lingua cinese basta modificare l'ordine dei caratteri per cambiare il significato di una frase.
Le lingue agglutinanti possiedono delle parole che si costituiscono tramite l'unione di più morfemi. Le
parole al loro stato iniziale sono composte da una radice, per approfondire il loro significato vengono
aggiunti dei prefissi ho dei suffissi. L'aggiunta di suffissi e prefissi determina il cambiamento della
categoria di un parola virgola questo vuol dire che con l'aggiunta di un elemento un nome può diventare
un verbo oppure per esempio un complemento di luogo. Inoltre i suffissi utilizzati nelle lingue
agglutinanti sono sempre gli stessi sia nella loro forma che nel loro significato. es. parola tedesca
''kertekben'' e' composta da kert (la radice, significa giardino) ek (forma il plurale) ben (complemento di
stato in luogo, significa all'interno). Questa parola tedesca significa ''all'interno dei Giardini'' e si ottiene
questo significato grazie all'utilizzo dei vari morfemi accanto alla radice.
Le lingue flessive sono un tipo morfologico in cui la parola può essere scomposta e analizzata. Italiana
appartiene a questo tipo morfologico. Se mi non hanno sempre un significato costante infatti possiamo
ritrovare la desinenza e sia per identificare il femminile plurale che per identificare il maschile singolare,
inoltre c'è una differenza tra la morfologia del verbo e la morfologia del nome.
FRATELLI SCHLEGEL E IL SANSCRITO
Questa classificazione fu fatta in epoca romantica dai fratelli Schlegel. Essendo romantici amavano
l'antico e l’esotico, questo li portò ad appassionarsi allo studio del sanscrito, una lingua antica che fu
molto importante per la linguistica. Lo studio di questa lingua fu importante perché fu utilizzata per la
comparazione delle lingue antiche. Questa lingua venne comparata al greco, al latino, al persiano, al
gotico e alle lingue slave, gli studiosi si accorsero della corrispondenza nei suoni e nei significati dei
morfemi. I morfemi delle lingue europee risultavano avere una grammatica simile e queste lingu che
queste lingue erano tutte flessive. Tra le lingue flessive ritroviamo due tipi particolari: le lingue semitiche
come l'ebraico e l'arabo, e le lingue indoeuropea come il sanscrito il greco e il gotico.
FRANZ BOPP È stato uno studioso di linguistica che può essere considerato il fondatore dello studio
della lingua indoeuropea come scienza. Grazie alla sua collaborazione con i fratelli Schlegel nasce la sua
passione per il sanscrito che era una antica lingua sagra dell'induismo. Nei suoi studi individua una serie
di affinità tra il sanscrito e il persiano, il greco antico, il latino, e il sanscrito stesso. Analizzando queste
somiglianze ipotizzo la presenza di una lingua madre dalla quale deriva rono tutte queste lingue: la lingua
indoeuropea.