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I.
Altri esempi provenienti da parole latine con I e con E: famiglia < FAMILIAM; tigna <
TINEAM; lingua < LINGUAM; vinco; VINCO. Non sono eccezioni in quanto si possono
notare delle regolarità.
(I) I precede le consonanti "palatali" gli e gn. (II) precede un gruppo di consonanti costituito
da "nasale + occlusiva velare" n + c in vinco e n + g in lingua.
(A) c'è una regola generale per cui I e E danno e
(B) C'è poi un'altra regola, più particolare, condizionata dal contesto (anafonesi,
innalzamento) per cui davanti alle consonanti e ai gruppi consonantici citati si ha i anziché e
come continuatore di I e E.
(C esistono poi delle eccezioni spiegabili come per dito.
Simile è il caso di O e U > o chiusa.
Ess.: Votum > voto (mentre da VO(CI)TUM > vuoto), HORAM > ora, SOLEM > sole;
CRUCEM > croce, GUTTAM > gotta, TURREM > Torre. Troviamo U invece di o come esito
di U e O in molti dei contesti in cui si ha i anziché e.
Davanti a gn: volg. GRUNIUM > grugno (però non davanti a gli dove si trova regolarmente
O: cfr. MULIER > moglie) davanti a nc per es. IUNCUM > giunco (ma con varie eccezioni,
come TRUNCUM > tronco) e ng per es. UNGULAM > unghia.
Gli altri dialetti italiani sia settentrionali che centro-meridionali non conoscono l'anafonesi e
presentano le forse in e e o. (lengua, fameja, ongia).
La e e la o toniche che si trovano in sillaba aperta si sono sviluppate nei dittonghi ie e eo. Si
dice aperta una sillaba che termina in vocale, chiusa una sillaba che termina in consonante.
A breve e A lunga erano confluite in una semplice A non contraddistinta per lunghezza o per
apertura: lat. MARE > it. Mare. Ma in francese la A tonica latina, diventa, come regola
generale, e: PATREM > père, MARE > mer. Tuttavia ci sono anche sviluppi diversi, come la
formazione del dittongo chi (sci, je) CANEM > chien, o il mantenimento di a PARTEM > Part.
(A) se la A si trova in sillaba chiusa resta tale. Ess.: PAR-TEM > part, CAN-TAT > chante
In sillaba aperta si hanno i seguenti casi:
(B) se A è seguita da nasale (m, n) abbiamo ai. Ess.: FAMEM > faim
(C se è preceduta da c palatale , diventa in francese ch Ess. CAPRAM > chièvre.
Si noti poi che in CANEM > chien la A in questa parola era preceduta da c dall'altro era
seguita da nasale, nel conflitto fra le due regole B e C si applica sempre la C.
(D) A > e Ess.: MARE > mer. Questa regola, l'ultima la più generale, è priva di
condizionamenti, mentre nelle regole precedenti lo sviluppo era condizionato dal contesto.
Ciò permette una scelta automatica a seconda del caso: se la parola che ci interessa non
rientra nel contesto indicato in (A), né in quello di (B), né in quello di ©, allora seguirà la
regola (D).
Il francese non ha una grafia che riproduce i suoni così come vengono pronunciati, la grafia
riflette spesso le fasi antiche della lingua. Mostrano spesso le fasi intermedie (-ei-) tra la
forma antica e quella moderna.
'Ai' è una grafia latineggiante, impostasi nel Rinascimento.
4.2 L'analogia
L'analogia consiste nell'attrazione che una forma subisce da parte di un'altra. Delle due
forme it. Cui e lui, solo la prima deriva regolarmente dal dativo lat. CUI; la seconda deriva da
una forma analogica lat. Volg. ILLUI, formata analogicamente su cui, e non dal lat. Class.
ILLI, da cui deriva invece il pronome clitico dell'it. Li (it. Mod. gli)
In italiano antico c'è stato il cambiamento dell'imperfetto io cantava, io vedeva (lat.
CANTABAM, VIDEBAM) al tipo io cantavo, io vedevo. Cambiamento dovuto all'analogia: la
prima pers. In -a è passata a -o come nel presente indicativo: io canto, io vedo.
L'analogia è attiva soprattutto nei verbi detti irregolari. In alcuni casi questa irregolarità è
dovuta alla presenza di più di una radice nel paradigma (allomorfia). l'it. Andare comprende
due radici: vad. E and. Entrambe le radici sono di origine latina.
4.3 Cultismi e prestiti
Consideriamo ora i cultismi: molte parole sono apparentemente irregolari perché non
presentano lo sviluppo fonetico previsto, ma sono invece rimaste più vicine o addirittura
uguali alla forma di partenza.
Questo perché non sono state trasmesse per via popolare. I cultismi sono stati ripescati per
via colta. Questo fa sì che si presentino due allotropi, cioè due parole che risalgono allo
stesso etimo ma si presentano in una forma diversa (oculare e occhio).
La forma vizio è un cultismo che riproduce, lievemente adattato, il lat. VITIUM, che per via
popolare ha dato invece l'it. Vezzo.
È possibile che una forma di origine dotta abbia superato in parte i cambiamenti che
interessano il lessico ereditario: si parla in questo caso di parole semidotte (it. Giudizio dal
lat. Med. IUDITIUM).
Ultima causa di irregolarità sono i prestiti, non sono passate direttamente dal latino
all'italiano ma attraverso un'altra lingua. (it. Mangiare dovrebbe dare manicare dal lat.
MANDUCARE, ma deriva dal francese antico mangier.
I prestiti possono anche mantenere la forma della lingua di origine it. Dossier dal francese.
4.4 La metafonesi
Per metafonesi si intende il processo di assimilazione per il quale, in una parola, la vocale
tonica subisce un cambiamento regolare per effetto della vocale finale.
La metafonesi veneta è provocata da -i finale che fa passare o tonica e u, ad e tonica.
'correre' è coro, la seconda persona è te curi.
In napoletano la vocale che origina la metafonesi non è più visibile, perché tutte le vocali
anche quelle che non provocano la metafonesi sono confluire nella schwa. Vediamo che al
femm. Sing. E pl. Le forme napoletane non metafonetiche chiena, chiene, oggi realizzate
tutte e due con schwa finale; al masch. Singolare e plurale chinu e chini metafonetici con
schwa finale. Si vede quindi che la metafonesi deve aver agito prima che un'altra legge
monetica neutralizzasse tutte le vocali finali atone in schwa.
4.5 Fenomeni generali
Ci sono tuttavia dei fenomeni evolutivi che si ritrovano in gran parte delle lingue del mondo,
romanze e non romanze. Nelle opere dei Neogrammatici sono raggruppati sotto l'etichetta di
accidenti generali, accidente ha il valore di 'cambiamento sistematico'. Molti di questi
fenomeni si realizzano con l'assoluta regolarità, tanto dal poter essere considerati a buon
diritto delle leggi fonetiche. Per questo motivo, li si indica come fenomeni generali.
(I) Assimilazione: è il processo per il quale un segmento vocalico o consonantico diventa
simile a un segmento adiacente
d > r in AD-RIPARE > It. Arrivare.
Opposta all'assimilazione c'è la dissimilazione, il processo per il quale un segmento si
differenzia da quello adiacente. PEREGRINUM > pellegrino
(II) Inserzione: è l'aggiunta di una vocale o di una consonante, volta a facilitare la pronuncia
di una sequenza. Se avviene all'inizio della parola abbiamo postesi, se avviene alla fine
epitesi, se avviene all'interno epentesi. Mirano a fornire degli elementi di appoggio.
1. Protesi: Gran parte delle lingue romanze introduce una vocale prostetica davanti alla
sequenze "s + consonante" lat. SPATHAM > so. Pg. Espada, cat. Espasa, fr, épéè. In
italiano la prostesi non era sistematica ma avveniva dopo consonante come in 'per
ischerzo'.
1. Epentesi: L'epentesi mira a eliminare l'incontro tra due suoni affini. L'inserzione di -v-
nell'italiano MANUALEM > manovale, VEDUAM > vedova, volta ad evitare lo iato
(incontro tra due vocali). L'inserzione di -d- nel fracese mira a evitare l'incontro fra le
consonanti n e r causato dalla caduta della penultima sillaba -ge-, gendre 'genero' <
GENERUM, dove cade e.
1. Epitesi: Nel toscano antico dopo parola ossitona (tronca) si aveva l'epistasi (portòe
'portò'), poiché era necessario rendere omogenea la struttura accentuale. Le
parossitone (piane) sono prevalenti, l'epitesi di -e permetteva così di riportare le
parole ossitone alla struttura accentuale più diffusa.
(III) Cancellazione (o caduta): l'eliminazione di uno o più segmenti vocalici o consonantici.
Se i segmenti si trovano all'inizio abbiamo afresi, alla fine apocope (troncamento) e se si
trovano nel mezzo sincope.
1. Aferesi: storia < HISTORIAM
2. Sincope: La vocale postonica cade in forme sdrucciole SOLIDUM > lat.volg. Soldu >
it. Soldo, fr.a. sol > fr.mod. sou, sp. Sueldo.
3. Apocope: In italiano moderno è sistematica l'apocope di -de nelle forme derivate da
nomi della III declinazione, CIVITATEM > it.a. cittade > it.mod. città.
Un quarto tipo di cancellazione è l'elisione che si realizza quando due vocali entrano a
contatto es. buona ora > buonora
(IV) Metatesi: è l'alterazione dell'ordine originario dei suoni POPULUM > popplu > ploppu >
pioppo
1. L'etimologia
Uno dei meriti maggiori del metodo storico-comparativo è quello di avere orientato e
disciplinato la ricerca etimologica, cioè la disciplina che studia l'origine di una parola (etimo),
nonché il rapporto che sussiste tra la parola e il suo precedente storico.
A partire dall'Etymologisches Worterbuch di Diez, divenne chiaro che chi vuole stabilire
l'origine di una parola deve farlo nel rispetto delle leggi che regolano l'evoluzione fonetica.
1. La dialettologia: Graziadio Isaia Ascoli
Lo studio scientifico dei dialetti è stato inaugurato da Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907) con
il celebre Saggi ladini. L'importanza di quest'opera sta nell'aver esaminato un'eccezionale
quantità di fenomeni linguistici disposti in modo ordinato su tutta l'area dell'Italia
settentrionale.
L'Ascoli ha avuto anche modo di osservare le numerose affinità che accomunano la parlata
di tre zone subalpine (Il Cantone dei Grigioni, alcune vallate dolomitiche, il Friuli.) ha così
identificato uno spazio linguistico relativamente uniforme che ha chiamato ladino.
Si è fatta strada nella linguistica l'idea che le lingue si differenzino le une dalle altre in modo
graduale, senza confini linguistici netti. Davanti a noi c'è un continuum dialettale, diviene
arduo stabilire gli elementi di distinzione tra le lingue.
Si può dire che un elemento che distingue in modo netto l'italiano e il francese è la
conservazione delle vocali finali diverse da -a, questo non è altrettanto vero per i dialetti
settentrionali.
Dopo l'Ascoli non è più pensabile considerare lo studio del dominio romanzo come lim