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ESPERIENZA RELIGIOSA
È un elemento senza dubbio primario (sia letterato che incolto). La religione permea tutti gli aspetti della vita individuale e sociale ed è al centro dell’esistenza umana. Nel caso della letteratura nessun opera può essere compresa prescindendo dalla situazione religiosa: anche se tende alla laicità più schietta in qualche modo è sempre collegata alla religione. È proprio nell’ambito della letteratura religiosa che si pone per la prima volta con chiarezza la necessità di instaurare una tradizione in volgare che influenzerà le produzioni successive e ne darà vita ad altre. È dalla restaurazione del latino promossa da Carlo Magno ad approfondire lo iato tra lingua scritta e parlata. Nel tempo la comprensione fra il clero che aveva il padronato del latino e il popolo che parlava romanzo diviene sempre più difficoltosa e precaria— 813 Concilio di Tours: vescovi di varia
Provenienzadiscutono su diverse materie. La più importante deliberazione impone all'episcopato di curare che la predica sia fatta in LINGUA VOLGARE al fine di renderla a tutti comprensibile e accessibile. Le altre parti della messa rimangono in latino. Questo atto ci fa capire come ormai il latino non fosse più riconoscibile da tutti. Il concilio di Tours quindi promuove il volgare ad un uso diverso dal normale riconoscendolo ufficialmente - concilio apre la strada per le lingue romanze in ambito religioso (anche per le produzioni scritte).
L'impostazione fondamentale per l'autore di opere religiose volgari era quella di MEDIATORE sia linguistico che culturale. Abbiamo quindi traduzioni linguistiche ma anche concettuali che avevano come scopo la comprensione di chi non aveva ricevuto una formazione scolastica. Usare il volgare nell'ambito religioso ha come conseguenza immediata la necessità di usare il volgare anche in altri ambiti (ad esempio quello letterario).
C'è a disposizione un'enorme quantità di testi latini che deve essere tradotta: i primi testi sono traduzioni e rifacimenti. Alla base dunque troviamo sempre un testo latino di partenza che viene reso fruibile per tutti. Il traduttore rischiava in ogni momento di uscire fuori tema. Per riparare a questo veniva fornito il testo e glossa e anzi la preferenza del testo commentato doveva essere generale. Dalle traduzioni alle produzioni vere e proprie il passo è molto breve. È importante capire il concetto di ORIGINALITÀ del medioevo che è differente dal nostro. Per originalità non si intende ciò che viene proposto per la prima volta ma bensì il modo nuovo in cui si presentano i contenuti tramandati dalla tradizione - l'originalità sta nel REINVENTARE quello che già esiste. È la trasmissione del sapere ciò che conta. (es: 'miraglo' di Berceo si serve di una fonte latina che fa da)
base per il suo testo che in realtà è una rielaborazione molto profonda che si allontana molto dal testo latino. Nonostante questo è ritenuto del tutto originale) iniziano così a circolare i primi testi in lingua romanza. I primi testi che possiamo definire sicuramente ‘romanzi’ sono testi religiosi scritti in FRANCESE antico.
- ‘La cantilena di S. Eulalia’: testo brevissimo della passione della santa
- ‘VIE DE SAINT ALEXIS’: testo che ha avuto grande fortuna fino ai giorni nostri. Scritto in francese antico è uno dei primi testi in lingua romanza. La sua datazione è discussa. È rifacimento di una fonte latina che aveva avuto molto successo
Questi testi religiosi vengono comunemente definiti come AGIOGRAFICI (lett. Scrittura di cose sacre). Sono testi che raccontano le vite dei santi. La loro principale caratteristica è quella di avere funzione EDIFICANTE, testi che avevano soprattutto una funzione
pedagogica e ammonitrice. La vita del santo viene ritenuta esemplare. L'esemplarità è una caratteristica fondamentale della letteratura medievale in generale (soprattutto nei testi religiosi): non c'è storia che meriti di essere raccontata se non ha scopi esemplari. È per questo motivo che nella letteratura medievale non troviamo pochissime biografie o autobiografie. La più importante sicuramente sono le 'Confessioni' di Sant'Agostino che raccontano in modo esemplare una conversione: è punto di vista di un ex pagano che non accusa del tutto il paganesimo. Pensa anzi che in qualche modo questo possa essere utile alla religione cristiana. Questa tradizione si prolunga nel tempo in Spagna viene pubblicato il 'Lazarillo di Termes' (autobiografia, 1550). Nonostante siamo più avanti nel tempo è necessario che l'autore giustifichi l'impresa. Nel prologo spiega di doversi discolpare e chiede una
sorta di permesso per raccontare 'quello che mi è successo non è lecito a meno che non sia utile anche agli altri' - la funzione primaria (pedagogica-ammonitrice-esemplare) dei testi religiosi è fondata a sua volta su un'altra imitazione. Infatti il fedele che ascolta la vita del santo (lettura privata e a bassa voce non esisteva) è chiamato a imitarne il comportamento ma la vita del santo è a sua volta basata su un'altra imitazione: la vita di Cristo. Buona parte dei testi agiografici si fonda sul principio compositivo dell'IMITATIO CHRISTI. Il modello ultimo quindi sono i vangeli e il santo è come se fungesse da 'mediatore' tra Cristo e il fedele. Per un ascoltatore del medioevo era facile riconoscere parallelismi con la vita di Cristo - riconoscibilità diretta. Anche noi però abbiamo continuamente a che fare con l'Imitatio Christi e non sempre ce ne rendiamo conto (es: E.T. ha avutoIl testo formattato con i tag HTML corretti sarebbe il seguente:Successo probabilmente perché segue schema riconoscibile) l'Imitatio ha avuto influenze anche nei testi non cristiani: ad esempio nelle Chanson de Roland la morte di Rolando segue questo schema) - l'Imitatio Christi si risolve in due modalità: l'imitare la morte di Cristo (PASSIO - santo che dà la sua vita) o imitare la vita di Cristo (VITA - santo che vive imitando la vita di Cristo). Questi racconti sono spesso accompagnati da racconti di eventi miracolosi (che in genere accadono in vita o poco prima della morte: in passio o in vita). Ne è un esempio il Codex Calixtinus: sezione interamente dedicata ai miracoli compiuti da S. Giacomo durante il cammino di Santiago. Piano piano quindi i miracoli si 'staccano' iniziando a diventare un genere a sé stante categoria dei testi religiosi: MIRACULA (PASSIO-VITA-MIRACULA) - terza funzione è sempre quella di esemplarità: quanto più ci si riesce ad avvicinare al fedele tanto
L'effetto didascalico funziona perché il soggetto si sente quasi miracolato. I miracoli infatti, in quanto segni della santità, sono conferme evidenti dell'esistenza di Cristo. Quelli legati alla vita hanno uno scopo differente da quelli legati alla passione. I primi infatti hanno lo scopo di rivelare l'eccezionalità del santo (il suo servizio gli dà la possibilità di essere straordinario e questo rafforza la fede), mentre i secondi dimostrano che il santo 'sta dalla parte giusta' (sono i carnefici ad essere in errore) - iniziano dunque a comparire vari miracoli fino a che a un certo punto compaiono raccolte di miracoli in cui la protagonista del prodigio è la VERGINE MARIA. Compaiono un po' in ritardo rispetto agli altri poiché il culto della Vergine ha avuto grandi difficoltà nell'essere riconosciuta ufficialmente dalla chiesa. A livello popolare era un culto già diffusissimo da tempi abbastanza antichi.
Così diffuso che la chiesa si è ritrovata a doverlo ufficializzare. Raccolte o antologie dei racconti miracolisti mariani. Leggendoli si capisce perché per lungo tempo non sono stati ufficializzati: è come se la Vergine prendesse il posto di Gesù Cristo. È infatti lei la protagonista assoluta. Mester de juglaría, scuola di poesia colta castigliana, dei sec. XIII e XIV, sorta in opposizione al di più antiche origini, e definita per la prima volta in una strofa del Libro di Alessandro. Poesia di temi elevati, per lo più religiosi, legata alle regole metriche della cuaderna vía (strofe di quattro alessandrini monorimati, ciascuno dei quali diviso in due emistichi settenari) e all'uso del linguaggio descrittivo, con descrizioni minime e scarne. Sulla base delle antologie dei miracula mariani.risponde pienamente agli ideali di Gonzalo de Berceo. Iniziano a comparire le prime testimonianze di scritti in lingua romanza. I primi sono in lingua francese 'Miracoli di Notre Dame' di Gautier de Coincy: è come se fosse una cattedrale gotica della miracolistica mariana (racconta decine e decine di miracoli con una struttura che richiama le strutture gerarchiche gotiche) - una raccolta di miracoli un po' più tarda è 'Milagros de nuestra señora' di Berceo. Berceo è il massimo esponente di quello che viene chiamato 'Mester de Clerecía' che è una corrente letteraria che si propone nel XII sec e che ha il suo sviluppo e la sua affermazione nel XIII sec. C'è un famoso testo del mester de clerecía che è l'equivalente spagnolo del 'libro di Alexandre'. All'inizio l'autore afferma che il suo è un mester de clerecía e cioè che scrive i versi a sillabe.contadas’ cioè con le sillabe sempre dellostesso numero. Rispetto al mester precedente (juglaria usato dai giullari e daautori di testi epici come ad esempio ‘El cantor del mio cid’). Il mester declerecia si pone innanzitutto come una novità formale usa metrica nuova eregolare: quartine monorime di versi alessandrini. I testi del mester de clereciasi caratterizzano anche per un’altra particolarità: sono testi colti dal punto divista dei contenuti. La tradizione a cui Berceo si rifà è latina(miracula). Questitesti sono omogenei anche da un punto di vista contenutistico-culturale. Lafunzione che questi poeti sanno di avere è quella di trasmettere il sapere cheera stato trasmesso fino a quel momento in latino ad un pubblico che non erain grado di comprenderlo. Sostanzialmente è una funzione di mediazione tracultura latina e il nuovo pubblico di lingua volgare le tre caratteristichefondamentali sono dunque
forma metrica, contenuti colti