TITOLAZIONI DI PRECIPITAZIONE
Iniziamo a vedere il secondo tipo di titolazione: le titolazioni di precipitazione. Come dice il nome stesso le
titolazioni di precipitazione si basano per formazione di un precipitato, quando si aggiunge un titolante a una
soluzione di analita. Ci sono condizioni per cui queste titolazioni possono essere fatte e innanzitutto si deve
formare un composto insolubile. Non ci devono essere interferenti che coprecipitano o si includono nel
precipitato. La reazione di precipitazione deve essere veloce e quantitativa, portare alla precipitazione di
tutto l'analita in tempi brevi, come per tutte le titolazioni dobbiamo avere una stechiometria di reazione nota
e stabile e poter mettere in evidenza il punto finale della titolazione.
Nonostante siano caratterizzate da un'accuratezza generalmente elevata, le determinazioni gravimetriche
richiedono tempi di esecuzione piuttosto lunghi. Inoltre possono non essere eseguibili:
- la solubilità eccessiva del precipitato porti a perdite inaccettabili di analita
- Presenza di interferenti
- coprecipitazione
In questi casi si può spesso ricorrere alle titolazioni di precipitazione, che essendo più veloci trovano
numerose applicazioni pratiche. La reazione analitica deve essere:
- rapida e completa
- seguire una stechiometria ben definita
- evitare la presenza di specie interferenti
- consentire l’individuazione del punto finale in corrispondenza del punto di equivalenza
Per la rivelazione del punto di arresto si può sfruttare la precipitazione di un sale colorato, o la formazione di
un composto colorato solubile, oppure ancora l'adsorbimento di opportune sostanze sul precipitato in
vicinanza del p.e.
Dal punto di vista del concetto di solubilità, ritiriamo in ballo la Kps dei sali che si formano. E ancora una volta
abbiamo degli intervalli di Kps all'interno dei quali è possibile applicare la titolazione in modo quantitativo. E
-17
si va da un 10^- 8 a un 10^ , dove tanto più è basso il valore della Kps, tanto più è bassa la concentrazione
degli ioni che vanno in soluzione, quindi tanto più è insolubile il sale che si forma. Tanto più è bassa la Kps,
tanto più è elevato il salto al punto di equivalenza e quindi la capacità di effettuare la titolazione della nostra
specie. Quindi il risultato è sempre una curva di titolazione per cui in ascissa abbiamo il volume di titolante
espresso in ml, in ordinata abbiamo una funzione che è -logaritmo della concentrazione del titolante.
- Il metodo di analisi consiste nell’aggiungere alla
soluzione incognita un’altra soluzione che forma
con la prima un precipitato insolubile
- Dovendosi formare un precipitato, è necessario che
la reazione di precipitazione sia veloce e completa
-8
(Kps < 10 )
- Il punto finale può essere determinato per via
chimica, potenziometrica o amperometrica
Qui si usa argento a titolo noto per determinare alogenuri e
iodato in soluzione. Per via elettrochimica quindi con un
elettrodo selettivo agli ioni argento, si valuta la
concentrazione degli ioni argento in funzione del volume di
titolante aggiunto. 86
Cosa succede? Essendo qui -log della concentrazione dell'argento, guardiamo la curva di titolazione dello
iodio. Aggiungiamo, iniziamo la titolazione, l'argento che aggiungiamo forma con lo iodio un sale insolubile
che precipita, quindi la concentrazione dell'argento è bassissima o nulla (all'inizio)c. Poi man mano si
aggiunge titolante e c'è l'analita he man mano precipita e la concentrazione dell'argento resta bassa. Una
volta che è precipitato tutto l'anione, sotto forma di argento ioduro, c'è un salto netto al punto di equivalenza
dove c'è un eccesso di argento libero in soluzione, che viene valutato attraverso la misura elettrochimica e
analogamente anche per gli altri analiti.
Cosa mi fa vedere questa curva di titolazione? Quello che facciamo noi come precipitazione sono i metodi
chiamati di argentometria, dove si sfrutta l'insolubilità dei sali d'argento per determinare in soluzione
alogenuri, solfuri, tiocianati, cromati e arseniati. I calcoli sono semplici, dobbiamo scrivere la reazione tra
titolante e titolato. Tutti questi anioni reagiscono con l'argento in stechiometria 1:1. Quindi il calcolo è molto
facile. 87
Quando iniziamo la titolazione, prima del punto di equivalenza calcoliamo il numero di moli di ioni argento
che titoliamo, che aggiungiamo, facendo la concentrazione della soluzione di ioni argento x il V sgocciolato e
prima del punto di equivalenza abbiamo che il numero di moli di ioni cloruro è dato da 0.1 x 40 che è il volume
della soluzione che stiamo titolando -(meno) il volume di soluzione titolante e questo è il numero di moli di
ioni cloro in soluzione / il V totale della soluzione. Al punto di equivalenza, la concentrazione degli ioni argento
è uguale a quella di cloro. Quindi il numero di moli sono uguali dato che il volume è uguale per tutti e due e
chiaramente abbiamo che quando è soddisfatta questa condizione la concentrazione degli ioni cloro è la
radice quadrata della Kps. La Kps è data dal prodotto della concentrazione molare degli ioni cloro per la
concentrazione molare degli ioni argento. Quindi la concentrazione molare di cloro è uguale alla
concentrazione degli ioni argento.
La concentrazione degli ioni cloro è uguale alla radice quadrata della Kps. Dopo il punto di equivalenza tutto
lo ione cloro è precipitato, abbiamo un eccesso di argento e ne calcolo la concentrazione.
Nell'argentometria si possono determinare per precipitazione quantitativa una serie di anioni. Ancora una
volta il salto al punto di equivalenza, oltre che essere determinato dal valore di Kps del sale, è determinata
anche dalla concentrazione della soluzione: tanto più è diluita tanto minore è il salto al punto di equivalenza.
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Come già riportato, un indicatore colorimetrico per titolazioni di precipitazione deve permettere di osservare
una variazione molto evidente di colore della soluzione o del precipitato al punto di arresto. I casi più comuni
sono quelli in cui si ha la formazione di un precipitato colorato o di una specie complessa colorata in soluzione
e l'adsorbimento di un colorante organico sul precipitato (con conseguente colorazione del precipitato
stesso).
Gli indicatori devono essere aggiunti in quantità opportuna e, anche nel caso delle titolazioni di
precipitazione, conviene eseguire una titolazione in bianco. Questo per sottrarre il volume di titolante
necessario a fare virare l'indicatore stesso dal volume totale aggiunto per raggiungere il p.a.
Si può monitorare la reazione anche utilizzando degli indicatori colorimetrici, come nel caso di titolazione
acido-base dove l'indicatore reagisce col nostro titolante a dare una reazione analoga a quello del nostro
analita. Quindi nel caso di una titolazione di precipitazione si usano degli indicatori che una volta che è
precipitato tutto l'analita di interesse, danno a loro volta un precipitato che cambi di colore con la reazione
col titolante o una reazione di complessazione titolanteindicatore. Visto che l'aggiunta di indicatore mi sposta
la lettura del punto di equivalenza verso il punto finale, che è quello che riusciamo a mettere in evidenza,
causa l'errore sistematico. Ecco perché in tutte le titolazioni dobbiamo titolare il bianco: per capire qual è il
volume di titolante che aggiungiamo in più rispetto al punto di equivalenza.
Metodo di Mohr
- E’ un metodo di titolazione diretto e si applica per il dosaggio di Cl- e Br-
- Il metodo impiega K2CrO4 come indicatore (Ag2CrO4(s) rosso-arancio)
- Non devono essere presenti fosfati, arseniati, ossalati che formano con Ag+ precipitati insolubili e
ioni Ba2+ e Pb2+ che formano cromati insolubili.
- Il metodo di Mohr necessita di un bianco quando si titola una soluzione diluita.
Titolazione in soluzione neutra o debolmente alcalina (intervallo di pH 6.5-9).
- in ambiente acido CrO4 2- + H+ D HCrO4 - (condensa in ione bicromato) Acido debole K2 = 3.2 . 10-7
- in ambiente alcalino 2AgOH DAg2O + H2O Kps = 2 . 10-8
L'indicatore colorimetrico nella titolazione di precipitazione è comunque aggiunto in quantità significative
soprattutto nel metodo di Mohr.
Il bianco è la soluzione che
contiene tutto tranne l'analita. Ci
sono indicatori che precipitando,
danno colorazione al precipitato
(indicatori che restano sospesi in
soluzione dandole una
colorazione). Abbiamo due
metodi di precipitazione: come si
comportano, quali sono i pro e i
contro. È un metodo di
titolazione diretto. Abbiamo tre
modi per titolare. Il metodo di
Mohr è diretto, quindi il titolante
reagisce con il titolato in
soluzione e si applica per il
dosaggio di alogenuri.
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Si titola con argento e in particolare con argento nitrato. Come indicatore si usa un sale che è il cromato di
potassio. Questo tipo di titolazione si può eseguire se non sono presenti alcuni anioni che danno interferenza,
che reagiscono e precipitano con l'argento: solfati, ossalati, bario e piombo, arseniati, fosfati. Fosfati,
arseniati e ossalati precipitano con l'argento, bario e piombo con il cromato. Questo tipo di titolazione si fa
in ambiente neutro o leggermente alcalino, da 6.5 a 9. Questo perché? In ambiente acido il cromato dismuta
e dà bicromato e non funziona più come indicatore. In ambiente fortemente alcalino l'argento precipita come
idrossido (pH superiori a 10/11).
Abbiamo lo ione cloro in soluzione e lo ione cromato come indicatore. Quando iniziamo la titolazione,
l'argento reagisce con lo ione cloro e precipita l'argento cloruro, poi appena è finito tutto il cloro, l'argento
va a reagire con il cromato, che in questo caso è un indicatore che dà un precipitato che è rosso mattone
(marrone scuro). Succede che per percepire questa colorazione, questo precipitato marrone del cromato,
l'indicatore deve essere messo almeno al 5% che è una percentuale piuttosto alta. Questo causa un errore
sistematico piuttosto importante, motivo per cui con questo metodo si deve sempre fare la titolazione del
bianco. 90
Un'alternativa al metodo di Mohr è il metodo di Volhard che è un metodo di titolazione indiretto.
È un metodo di argentometria che si applica per alogenare cloruri, bromuri, ioduri, però può essere utilizzato
anche in presenza di carbonato, arseniato.
Come funziona? La soluzione del campione viene acidificata con acido nitrico. Si mette un eccesso di argento
in soluzione a pH acido. I cloruri, bromuri, ioduri, solfocianuri precipitano con lo ione argento in modo
stechiometrico quantitativo, mentre gli int
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