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SDS-page e visualizzazione dell'attività enzimatica
Nell'immagine si ha un gel degli estratti totali di L. lactis trattato con SDS (nasce quindi come SDS-page). Dopodiché l'SDS viene allontanato: rinaturanado le proteine si rimettono in attività degli enzimi che erano stati "sfondati". La loro attività la si visualizza con un gel di acrilamide (perfettamente trasparente). Quando il gel è liquido si può aggiungere altro, come delle cellule e in questo caso (aggiunta di Micrococcus per definire le unità enzimatiche del lisozima) si polimerizza, ottenendo un gel opaco/torbido (in quanto pieno di cellule). A questo gel si aggiunge l'estratto proteico e le proteine si separeranno in funzione del PM. Il gel poi viene posto molte volte in tampone per rinaturare le proteine presenti e, se ci sono enzimi peptidoglicano-idrolasi, essi iniziano a mangiare le cellule, causando illimpidimento (si associa poi ogni banda ad un PM essendo che si separano in funzione di).
Quest'ultimo). Nell'immagine si ha un enzimogramma specifico per la detection del peptidoglicano-idrolasi. Per L. lactis si visualizzano due bande: per studiare il ruolo dell'enzima nella fisiologia si fa un mutante. Torbido e deposito di cellule per sedimentazione: catenelle di cocchi. Se ai ceppi si inattiva il gene che codifica per l'autolisina (nel mutante), succede che le catenelle si allungano tantissimo e la crescita è diversa, ovvero sedimentano tutte per il fatto che le catenelle sono più pesanti. Si ha quindi un effetto della peptidoglicano-idrolasi sulla dimensione delle catenelle del microrganismo. Questo può avere una rilevanza tecnologica, in quanto sedimentare molto vuol dire avere maggiore resistenza e vitalità quando viene esposto all'ossigeno. Grafico di isolazione dell'autolisi: il segnale in alto per dimensione corrisponde alla proteina che ci aspetta codificata dal gene che viene inattivato (questa proteina ha anche
un peptide leader che la veicola che viene liberato).Si ha un tempo molto ampio, ovvero fino a 80 ore (faseesponenziale molto stretta perché cresce moltovelocemente). Si ha poi riduzione della crescita. Lisando lecellule la torbidità diminuisce, quindi, la torbidità risultautile in questo caso per misurare la crescita; torbidità è indice di avvenuta autolisi. Si hanno condizionidiverse in quanto lo stesso ceppo è stato modificato mettendogli dentro geni che codificano proteasidiverse: ciò viene fatto perché la peptidoglicano-idrolasi idrolizza proteine legate alla parete ma ciòdipende dalle proteasi che ci sono appunto sulla parte stessa, ovvero alcune evidentemente fanno fuoril’autolisina (nelle linee in alto si ha elevata densità ottica; in basso invece aumenta il livello di autolisi,ovvero si ha una diminuzione della densità ottica). L’autolisi viene contrastata.Nei processi bisogna essere
sicuri che ciò avvenga in un alimento, quindi, le attività vanno misurate nell'amatrice di interesse (nel latte non è semplice, ad esempio, per l'illimpidimento): in questi casi si misura l'attività di un enzima che normalmente è endocellulare ma che se avviene l'autolisi è extracellulare. Si prende un substrato cromogenico e si misura l'attività direttamente nella matrice, sapendo che se c'è attività e quindi liberazione del colore è perché si hanno degli enzimi (confermando quello visto sopra: il mutante non genera alcune autolisi e poi, in funzione del tipo di proteasi con la quale si è trasformato il ceppo, si possono avere diversi livelli di autolisi). Quei segnali che appaiono sotto al segnale principale non sono altro che prodotti di degradazione dell'autolisina (ovvero sono il risultato dell'attività proteolitica). Si ha anche da considerare che in L.Lactis si ha anche unadiversa dimensione delle catenelle, ovvero che quando l'autolisina viene eliminata completamente si hanno dellecatenelle più lunghe \ di grandi dimensioni.
Diversi ceppi di L. lactis: su ciascuna colonnina si ha lacaratterizzazione del sistema proteolitico e sull'asse Y si misural'attività dell'enzima aldolasi (enzima glicolitico). Ogni ceppoanalizzato è caratterizzato anche per la proteasi che contiene:quindi ciò che è stato detto precedentemente è vero ma infunzione del ceppo considerato (in quanto su complessi fenotipicicome l'autolisi, in cui non si ha solo un enzima specifico, non esisteun marker che si possa utilizzare per dare una risposta indiretta;l'unico modo è quello di misurare l'autolisi e, quindi, non sipossono caratterizzare i ceppi da un punto di vista genetico e avereun idea dell'autolisi (in quanto gli enzimi in gioco sono tanti ma si deve solamente
testarli; considerando un intervallo di tempo lungo e vedere cosa succede).
Al posto di misurare l'attività della proteasi misurano l'attività di un enzima glicolitico: dicono che due ceppi possono aver la stessa proteasi ma attività glicolitiche completamente diverse.
Zimogramma che mette in luce l'AcmA in L. lactis: si vede in (a) sia l'AcmA attivata (priva del peptide leader) e si vede bene anche la parte superiore che è la proteina con il suo peptide leader. Ciò è stato rilevato anche con concentrazioni saline più alte, per vedere cosa succede nel formaggio ad esempio. Con maggiore sale, l'attività diminuisce (ma comunque presente); mentre aumentando il calcio il segnale rimane costante e ben visibile, così come anche al variare del pH (con pH 5-8 e 9 l'autolisina funziona). Si tratta quindi di enzimi che mostrano attività in un range di pH e concentrazioni saline molto ampi. Nel
inferiore (0.5% quadrato bianco) oppure senza zucchero (quadrato nero). Serisospendo in concentrazione considerata critica (abituato a crescere in 50 g\L di lattosio) senzalattosio, viene indotta immediatamente l'autolisi. Nel terreno con 0.5% zucchero invece ilmicrorganismo cresce ancora un poi fino ad un livello massimo di densità ottica, per poi andare dinuovo in autolisi;
Raccolta della biomassa che viene poi posta in un tampone con o senza zucchero (quindi non in unterreno): senza fonte di carbonio nel tampone e lasciando il microrganismo per diverso tempo, si hauna diminuzione percentuale della densità ottica se senza zucchero (è avvenuta l'autolisi);
Crescita a bassa concentrazione di zucchero e aggiunta di sale al 2% (NaCl): ogni volta che si aggiungesale si induce un fenomeno di lisi; senza sale si ha invece densità cellulare alta e poi il microrganismo vain lisi.
La lisi in questi casi è legata al cambiamento delle condizioni
di coltura: sicuramente pesano la bassa disponibilità di zucchero, la concentrazione di sale (pressione osmotica) e l'aggiunta di mitomicina in fase esponenziale. La mitomicina va ricollegata alla presenza di profagi: test utilizzato per capire se il ceppo utilizzato contiene integrato nel genoma un batteriofago (chiamato quindi profago). Il profago exciso dal genoma induce il ciclo litico, ovvero viene indotta la sintesi di due proteine (lisina e olina; la prima interviene sul peptidoglicano idrolizzando i legami, mentre la seconda interviene destrutturando la membrana). In S. thermophilus, in alcuni ceppi si vedono questi particolari fenomeni in quanto la lisi si manifesta solo quando il microrganismo viene coltivato in carenza di nutrienti o sotto stress con concentrazione salina elevata. Infatti, in alcuni casi di carenza o stress + mitomicina è stata notata la presenza di un segnale: questi ceppi contengono un profago e, se utilizzati normalmente nelle normaliproduzioni casearie non sivede nulla, a meno che non si ha carenza di fonti di C (stress energetico) e quindi, un’induzione del profagoche determina la lisi. È comunque difficile visualizzare le particelle fagiche in quanto molto poche (si hannol’espressione e la biosintesi dei due enzimi ma è minore l’assemblaggio di particelle fagiche): si tratta quindidi un’induzione debole dal punto di vista del batteriofago ma con effetto forte sulla lisi cellulare, ovvero diun’autolisi fago-dipendente.Questo vuol dire che S. Termophilus contiene autolisine per la produzione del peptidoglicano e ilmantenimento della parete durante la divisione cellulare; infatti, nel suo genoma si sono evidenziate dellemuramidasi (peptido-glicano idrolasi) che hanno delle omologie con altre peptido-glicano idrolasi, ovverosono molto simili a quelle di L. lactis. Questo presenta però più sequenze ripetute nella parte terminale esono quelle che determinano eChe fanno sì che la proteina di Lattococco, quando viene idrolizzata dalleidrolasi, mantenga la sua attività (vengono eliminate e si mantiene attiva la porzione piccola). La muramidasi di thermophilus non si riusciranno mai a visualizzare in quanto i livelli di espressione di tale enzima sono molto bassi e, quindi, l'attività non è facilmente rilevabile come lo è invece per lattococco oper altri microrganismi.
I microrganismi con attività extracellulare possono svolgere la catalisi di parete sia sulla parete del microrganismo che le produce e sia sulla parete cellulare dei microrganismi che si trovano nello stesso ambiente: si tratta infatti di peptidoglicano-idrolasi che vengono rilasciate nel mezzo di coltura in quantità importanti. Per sapere se l'enzima può lavorare sulla parete cellulare di altre specie, si può costruire un ozimogramma in cui nella matrice di acrilamide si pongono altre cellule, come ad esempio
quelle di L.helveticus. Il segnale di attività dell'AcmA è comunque presente (l'enzima è in grado di idrolizzare anche la