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BIOTINA (VITAMINA B7 O VITAMINA H)
carbossilasi
Cofattore di molte coinvolte nel metabolismo dei carboidrati,
degli acidi grassi e degli amminoacidi. Biotina: è legata saldamente a un
residuo di lisina dell’enzima → è uno dei legami più forti in natura, se
infatti assumiamo la biotina in forma complessata alla proteine, a livello
del nostro apparato gastro-intestinale non viene scisso questo legame ma
viene scisso quello indicato dalla freccia (nell’immagine). Si forma una
biocitina
molecola detta = biotina legata alla lisina, che viene poi
trasportata a livello intracellulare, dove c’è un enzima in grado di rompere
e riconvertire la biotina e poi legarla ad una carbossilasi che può essere
l’acetil-CoA carbossilasi, che in presenza di CO2 sotto forma di
bicarbonato permette la sintesi ex novo di acidi grassi. Può essere anche
la piruvato carbossilasi, che è l’altro enzima di cui entra come coenzima, e
che è invece implicato nell’innesco del ciclo di Krebs e nella
gluconeogenesi → il piruvato viene carbossilato a ossalacetato. Oppure
può essere la proprinil-CoA carbossilasi, che interviene nel catabolismo
degli acidi grassi a numero dispari di atomi di carbonio e che promuove la formazione del metilmalonil-CoA.
Studi molto recenti hanno dimostrato che la biotina è anche in grado di legarsi covalentemente agli istoni,
quindi ne può modulare la conformazione e l’interazione con il DNA. Quindi può avere un ruolo nella
modulazione della struttura della cromatina e nell’espressione genica.
Rare le carenze primarie, anche perché viene sintetizzata dalla flora batterica intestinale, però è possibile
una carenza secondaria dovuta all’ingestione di uova crude (che contengono una proteina, l’avidina, che lega
molto saldamente la biotina) o ad alterazioni del suo assorbimento. 207
BIOCHIMICA DEGLI ORMONI
Ormoni (dal greco, participio passato di “suscitare attività”) garantiscono la
comunicazione intra ed intercellulare che a livello di organismi pluricellulari
altamente differenziati come il nostro per potersi adattare all’ambiente.
Garantiscono la coordinazione anche in termini di attività metabolica.
Ci sono cellule specifiche specializzate che sanno secernere e produrre
ormoni, ma tutte le cellule sono in grado di rispondere ad uno o più ormoni.
La trasmissione del segnale avviene attraverso il sistema neuroendocrino:
segnalazione neuronale + segnalazione delle ghiandole endocrine che
producono ormoni, che attraverso il circolo ematico giungono ai tessuti
bersaglio.
Questi due sistemi (nervoso ed endocrino) sono differenti ma prevedono
l’utilizzo di medesimi meccanismi di trasmissione del segnale: interazione di
specifici recettori ad elevata affinità.
Uno stimolo nervoso può evocare una risposta cellulare se colpisce una
cellula target con determinati recettori. Il pancreas per esempio produce
ormoni, che colpiscono cellule bersaglio evocando una risposta cellulare che
si traduce nell’attivazione di una determinata via metabolica.
:
EFFETTI DEGLI ORMONI
a. alterazione delle vie metaboliche: attivazione o inibizione diretta di un enzima mediato dal
sistema di trasduzione del segnale,
b. alterazione della via metabolica prevede una regolazione a livello trascrizionale di proteine
che sono coinvolte in via metaboliche: aumento o diminuzione della proteina,
c. come nel caso dell’insulina, modificazione della membrana plasmatica — alterazione della
permeabilità di membrana dovuta ad un aumento della traslocazione dei trasportatori del
glucosio nel tessuto muscolare e adiposo.
Le risposte cellulari sono tutte mediate da diversi meccanismi di trasduzione del segnale e la capacità di
risposta di una cellula ad un determinato ormone dipende da molti o fattori: concentrazione ormone, tipo di
ormone, presenza e numero dei recettori, tipo del recettore e bersagli intracellulari.
Una cellula può quindi rispondere in maniera diversa ad uno stesso ormone.
COORDINAZIONE DEL METABOLISMO AD OPERA DI ORMONI
Principali sistemi endocrini: la segnalazione attraverso il sistema endocrino prevede un segale a cascata che
coinvolge diversi tipi, anche in maniera gerarchica, cellulari che rispondono uno sull’altro, sia nel
promuovere il rilascio di ormoni, sia nel modulare questo rilascio.
L’ipotalamo ha un ruolo fondamentale perché è in
grado di coordinare la segnalazione tra sistema
nervoso centrale. A livello dell’ipotalamo si ha la
ricezione delle info sensoriali che derivano da
ambiente esterno e in risposta l’ipotalamo è in
grado di promuovere il rilascio di ormoni
ipotalamici (fattori di rilascio) che vanno a livello
dell’ipofisi anteriore, dove ci sono recettori
specifici. Ipofisi in risposta secerne a sua volta gli
ormoni ipofisari -> tropine, che vanno a colpire i
tiroide, corteccia surrene,
secondi bersagli, cioè
ovaie testicoli.
e Questi vanno poi a colpire i
diversi tessuti producendo a ltri ormoni: cortisolo,
corticosterone, aldosterone dalla corteccia
surrenale , T3 e T4 dalla tiroide, progesterone e 208
estardiolo dalle ovaie e testosterone dai testicoli. I bersagli finali sono tutti tessuti del nostro organismo. Per
gli ormoni dell’ipofisi posteriore, gli ormoni vengono conservai nelle terminazioni assoni che dei neuroni
ipotalamici (ossitocina e vasopressina).
Dal controllo che viene effettuato dall’asse ipotalamo-ipofisi è esclusa la produzione di adrenalina che viene
innescata direttamente dal SNC —> proviene da stimoli come la paura, l’eccitazione ecc andando a colpire
muscoli, cuore e tessuto adiposo. Il pancreas produce anche insulina e glucagone che sono controllati dai
livelli di glucosio, non da un segnale nervoso. Ormone stesso ha una azione autolimitante: se in risposta a
diversi stimoli si ha innesco della cascata, altrettanto velocemente ci devono essere dei meccanismi che
bloccano il rilascio in base alle necessità.
MECCANISMO DI REGOLAZIONE DEL RILASCIO DEGLI ORMONI:
Esempio del cortisolo: è un meccanismo molto comune. Il cortisolo è
un ormone steroideo molto importante che in condizioni fisiologiche
viene secreto dal surrene con un ritmo circadiano, principalmente al
mattino dopo un picco di ACTH. È importante nella risposta allo stress:
durante la notte affrontiamo un digiuno prolungato, cortisolo agisce
quindi a livello di fegato (gluconeogenesi), muscolo e tessuto adiposo
(catabolismo delle proteine e mobilitazione acidi grassi) per rispondere
allo stress di ipoglicemia prolungata.
Viene secreto dalla ghiandola surrenale dopo lo stimolo di ACTH
prodotto da ipofisi che viene stimolata dal CRH (corticotropina)
prodotto dall’ ipotalamo, che lo produce in seguito ad uno stimolo del
SNC: digiuno, paura, eccitazione, sforzo fisico prolungato.
Sono i livelli di cortisolo stesso mediante meccanismi di feedback che
vanno a modulare la quantità degli ormoni precedenti: sia a livello
dell’ipofisi che dell’ipotalamo viene bloccato il rilascio.
Sono i livelli stessi di cortisolo che bloccano la sua stessa sintesi: questo
avviene con inibizione di diverse tappe in modo tale che la regolazione
sia fine e a diversi livelli.
CLASSIFICAZIONE
—>Struttura e natura chimica:
Peptidici: insulina e glucagone.
- Catecolamine: adrenalina e noradrenalina.
- Eicosanoidi: di natura lipidica che
- derivano da acido arachidonico, che
deriva da un nutriente essenziale, ossia
acido linoleico.
Ormoni steroidei: derivano da colesterolo,
- quindi di origine lipidica.
Vitamina D.
- Retinoidi: derivano dalla vitamina A.
- Tiroidei: derivano dalla tirosina a livello
- della tireoglobulina della tiroide.
—>Meccanismo d’azione:
Peptidici, catecolamine ed eicosanoidi agiscono in seguito a recettori sulla membrana plasmatica con
- formazione di secondi messaggeri.
Steroidei, vitamina D, retinoids, tiroidei agiscono in seguito a recettori nucleari: regolazione della
- trascrizione di geni sensibili.
Questa differenza nel meccanismo di azione sta nel fatto che i primi sono solubili nel circolo ematico, ma non
riescono ad attraversare la membrana plasmatica; viceversa i secondi sono di natura lipidica, quindi vengono
209
trasportati in circolo tramite carrier proteici come l’albumina o proteine specifiche, che interagiscono a
livello di membrana con recettori ed ormone può diffondere nel doppio strato raggiungendo nucleo o
citoplasma dove interagisce con i recettori nucleari.
ORMONI STEROIDEI
Colesterolo —> fornisce un nucleo di 4 anelli comune a tutti gli steroidei. È il precursore comune a 27C.
4 gruppi:
1. Glucocorticoidi: cortisolo, prodotti nella midollare del surrene.
2. Mineralcorticoidi: aldosterone, prodotti nella zona glomerulare del surrene.
3. Androgeni: testosterone
4. Estrogeni: estradiolo
1 e 2 nel complesso sono definiti corticosteroidi. Mentre 3 e 4 sono gli ormoni sessuali.
La sintesi di ormoni steroidei avviene in due tessuti: le gonadi e il surrene, con delle funzioni completamente
diverse, espletate dagli ormoni della sfera sessuale o dagli ormoni generati dalla corticale del surrene.
Questi ormoni vengono sintetizzati su richiesta in risposta a stimoli ormonali controllati attraverso asse
ipotalamo – ipofisi. I l loro livello in circolo viene regolato in base alla loro velocità di sintesi che comporta la
stimolazione dell’idrolisi degli esteri del colesterolo e il trasporto del colesterolo ai mitocondri delle cellule
degli organi bersaglio. Una piccola quota può essere sintetizzata anche in seguito a sintesi ex novo del
colesterolo in situ.
Ormoni estremamente idrofobici, insolubili in ambiente acquoso→nel sangue il trasporto può avvenire solo
mediante carrier proteici (albumina, trasportatore aspecifico per tutti ormoni steroidei e globuline specifiche
per corticosteroidi e ormoni sessuali).
Prima tappa: trasformazione del colesterolo nel
pregnenolone. È una tappa limitante: dipende dal
precursore, quindi ci deve essere disponibilità di
colesterolo che deriva o per sintesi ex novo, o viene
trasportato dalle proteine plasmatiche o dagli esteri
del colesterolo che vengono idrolizzati quando c’è
richiesta. Viene regolata la velocità di questa sintesi
perché non vengono immagazzinata: per esempio si
regola ACTH.
Si ha la rimozione di parte della catena laterale
successiva a due idrossilazione; ad opera della
idrossilasi (monossigenasi a funzione mista) si ha la
rimozione di parte della catena —> pregnenolone
che è intermedio comune a tutti gli ormoni. Tappa
limitante che dipende dalla disponibilità di
colesterolo.
Gli enzimi che catalizzano queste r