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GIUDIZIO DI DIO SUL MONDO STORICO E POLITICO
Dante presenta al lettore gli effetti del giudizio di Dio nel valutare l'esistenza degli uomini del passato e del presente il rapporto al bene e al male. Anche dal punto di vista della dottrina cattolica è singolare il fatto che Dante attribuisce a sé stesso il privilegio di formulare giudizi sul comportamento degli uomini, ma questo è legato strettamente al contesto storico politico in cui vive e al suo esilio. Il 1300, data del viaggio di Dante anno di giubileo aveva provocato in molti settori del mondo Cristiano l'attesa di una prossima affermazione della giustizia, di un trionfo definitivo del bene punto nel mondo antico Dante riconosce l'affermazione di un modello di giustizia umana e razionale ma questa giustizia mancava però il sostegno della Grazia Divina, e con il rimpianto il poeta guarda coloro che sono destinati a rimanere lontani dalla visione di Dio, come ad esempio: il personaggio di Virgilio, che
guida Dante nelle prime fasi del suo viaggio, ma non potrà mai raggiungere il Paradiso e sarà sempre escluso dalla contemplazione di Dio. Dopo la diffusione del Cristianesimo, l'umanità redenta deve essere retta dai due poteri della Chiesa e dell'Impero; ma a causa della compromissione della Chiesa con il potere temporale è nato un conflitto inevitabile tra i due poteri, con la conseguente corruzione della vita sociale, segnata dalla sottomissione ai vizi. Dante vede nelle origini del mondo comunale nell'antica nobiltà un momento di felice equilibrio e di sanità morale. Col suo viaggio Dante impara a conoscere le ragioni di questa violenza e ingiustizia, ripercorrendo nello stesso tempo l'intreccio tra la propria vicenda personale e il quadro storico contemporaneo. Nella Divina Commedia infatti, la tematica politica si affaccia quasi ovunque: molti incontri con le anime dell'oltretomba rivelano lo sdegno di Dio e ne profetizzano.La vendetta. Anche alla tenuta più energica, in tante non è mai estranea l'aspettativa, legata alla convinzione del carattere provvidenziale della storia. DANTE POETA-PERSONAGGIO: La Beatrice delle inafferrabili apparizioni stilnovistiche viene glorificata a un livello ancora più alto, diventa immagine simbolica e allegorica dei valori che conducono alla conoscenza di Dio, ma nello stesso tempo resta l'immagine di una donna reale e terrena. I movimenti del pellegrino che viaggiano i tre regni dell'oltretomba sono gli stessi della scrittura. Il viaggio ultraterreno si intreccia con il farsi del poema e con la storia dell'esperienza personale e letteraria di Dante, ad esempio: la prima guida di Dante è proprio il maggiore poeta latino Virgilio, autore dell'Eneide. All'Eneide, viene infatti attribuito un valore di anticipazione del messaggio cristiano; e allo stesso modo Dante affronta i problemi dottrinali accessibili alla ragione umana, e nello stessotempo fa procedere la scrittura del poema. Il poeta latino ha il compito di condurlo fino al Paradiso terrestre, dove, una volta apparsa Beatrice, la sua missione potrà dirsi conclusa. Ma è proprio l'insegnamento dell'Antico poeta Virgilio a segnare la strada che porta Beatrice, obiettivo di tutta l'esperienza dantesca punto in numerosi incontri con le anime, Dante mette direttamente in gioco i suoi rapporti con la tradizione letteraria Latina e romanza con la sua storia di scrittore, ad esempio: l'incontro con Cavalcante, padre di Guido Cavalcanti, nel cerchio degli eretici dà modo a Dante di sottolineare il suo distacco delle vie in bocca te dal suo primo amico. Altri incontri, come quello con Brunetto latini o quello con Bertran de Born, mettono in luce il nesso tra cultura educazione morale e politica. Nel Purgatorio e, poi, una fitta serie di incontri permettendo anche di definire in modo sempre più esplicita i propri obiettivi letterari, volti.alla glorificazione di Beatrice: prima che Virgilio esca di scena, Dante introduce l'episodio dell'incontro con Stazio (poeta latino del I secolo d.C.), cui egli attribuisce una conversione al cristianesimo, dovuta proprio alla lettura dei testi virgiliani. Giunge al termine della sua penitenza in Purgatorio, Stazio accompagna i due viandanti negli ultimi giorni della montagna. Nel paradiso, le apparizioni di poeti profani diventano rarissime, mentre ci vengono incontro numerose schiere di padri della chiesa ed intellettuali ecclesiastici. La figura dell'autore non è mai nella commedia qualcosa di astratto e teorico e in questo modo Dante dà un nuovo rilievo alla nozione stessa di autore, in quanto lui è un personaggio-uomo-poeta che assume su di sé la ricerca di ciò che dovrebbe essere essenziale per gli uomini e per la società del suo tempo. Chiaramente, la Divina Commedia è un RACCONTO AUTODIEGETICO. TECNICA NARRATIVA: Innanzitutto, La commediaÈ un racconto autodiegetico perché la vicenda è narrata in prima persona dal suo stesso protagonista. Nonostante questo, è importante avere chiara la distinzione tra: - Dante narratore e Dante personaggio: il Dante che ora non coincide con il grande personaggio e poi te la vicenda viene raccontata a distanza di anni ed è quindi conclusa, il grande narratore ha una conoscenza infinitamente superiore della vicenda rispetto al Dante personaggio, ed è possibile notarlo dove spesso l'autore però enuncia qualcosa che accadrà in seguito o aggiunge commenti, considerazioni generali. Ma questo è determinato dalla focalizzazione e nel momento in cui l'autore si focalizza sul Dante personaggio, vediamo che quest'ultimo a raccontare la vicenda immerso nei fatti e non sa ancora come andranno a finire. Cioè determina una restrizione del campo visivo. Nel sedicesimo canto dell'Inferno, Virgilio getta nell'abisso.La corda che cingeva i fianchi di Dante e da qui vediamo una narrazione in cui la focalizzazione varia molto molto spesso.
VELOCITÀ DEL RACCONTO: È importante anche la descrizione dinamica in cui mentre la narrazione continua a scorrere, i personaggi agiscono. Ad esempio: nel terzo canto dell'Inferno, vi è l'entrata in scena di Caronte; l'autore non lo descrive in posa e non ferma la pellicola per descriverlo ma dissemina qua e là alcune nozioni di Caronte che, sommando si virgole rendono l'idea della figura completa.
NARRAZIONE DI PRIMO E SECONDO GRADO: Dante utilizza un tipo di narrazione differente a seconda delle anime: - narrazione di primo grado: vi sono i personaggi; - narrazione di secondo grado: vi è il narratore che presenta molte prospettive differenti, ovvero i vari spiriti che incontra che si trasformano in narratore, se interpellati. Tutte queste storie sono accomunate dalla tecnica narrativa dello scorcio.
edell'ellisse.- SCORCIO: è una tecnica narrativa in cui il racconto delle anime insiste su un momento centrale che il drammatico della loro storia. Questa tecnica promuove una densità potente tipica della commedia.
- DIMENSIONE SPAZIALE: I fatti narrati sono connaturati dall'esperienza del viaggio poiché e movimento nello spazio. Lo spazio a cui si fa riferimento nella Divina Commedia non è solo fisico naturale ma metafisico è simbolico, e unospazio verticale che va dal basso verso l'alto (dall'inferno al Paradiso) e al suo interno possiamo riconoscere una gerarchia morale dov'è il basso e il luogo di materialità e di peccato Dove risiede Lucifero e il buio, e l'altro è il luogo della salvezza, della beatitudine, ed è sede di Dio e della luce.
- DIMENSIONE TEMPORALE: la dimensione temporale è essenziale perché è soggettiva è costituita dall'eterno perché le
Le anime sono condannate in eterno (un'eccezione del Purgatorio), quindi questo non significa che vi è una mancanza di tempo perché il tempo, anche senza soggettività, include fattori come timori, speranze, entusiasmo, rapimento mistico, eccetera. È importante ricordare che il viaggio di Dante si colloca in un tempo finito e soggettivo, cioè riguarda solo il personaggio e la temporalità umana si compone di un passato, un presente e un futuro, mentre nella narrazione abbiamo l'indiscussa eternità che si compirà solo nel giorno del giudizio universale.
PRE-UMANESIMO DI DANTE: La visione del mondo, in Dante, è molto ancorata al medioevo poiché è caratterizzata da un'incontrollabile fede nel possesso della verità e, quindi, nella conoscenza risiede la perfezione della natura umana e rappresenta un patrimonio di nozioni già dato una volta per tutte e quindi non vi è più alcun margine di dubbio.
di forte impatto emotivo e spesso volgari. Questo tipo di linguaggio viene utilizzato per rappresentare l'asprezza e la crudeltà dell'Inferno. Nel Purgatorio: il linguaggio diventa più dolce e melodioso, con un uso più raffinato dei termini. Dante utilizza parole più nobili e elevate per rappresentare la purificazione dell'anima nel Purgatorio. Nel Paradiso: il linguaggio diventa ancora più elevato e sublime. Dante utilizza termini più astratti e concettuali per rappresentare la perfezione e la divinità del Paradiso. Inoltre, Dante utilizza anche il latino e altre lingue antiche, come il greco, per arricchire il suo testo e conferirgli un'aura di erudizione. Attraverso l'utilizzo di questi diversi registri linguistici, Dante riesce a creare un'opera complessa e ricca di sfumature, che rappresenta in modo completo e dettagliato la sua visione del mondo e dell'aldilà.rime rare e difficili; ma non mancano passi di linguaggio letterario elevato (come nei versi in cui si rivolge a Beatrice); quindi il linguaggio è domestico. Nel Purgatorio: il linguaggio si fa più elevato e nobile. Nel sesto canto ricompare il linguaggio plebeo nell'invettiva sarcastica contro Firenze; e a livello opposto ricordiamo i versi scritti in lingua d'oc nel canto XXVI ma non vengono meno i latinismi. Nel Paradiso: abbiamo la visione di Dio per cui Dante ricorre ad un linguaggio di eccezionale sublimità composto da latinismi, neologismi, provenzalismi, francesismi, ma nonostante ciò non esita al riutilizzo di termini concreti e plebei, in particolar modo nei passi di violenta invettiva. LE FORME DELLA RAPPRESENTAZIONE: Auerbach basandosi sul concetto di figura, ha definito un concetto con l'espressione realismo figurale: attraverso il punto di vista dell'eternità, le forme terrene acquistano una veste definitiva e assoluta, purmantenendo la loro irriducibile