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AZIONI PRIVILEGIATE
- Sono nominative.
- Attribuiscono un diritto di priorità nella distribuzione degli utili e/o nel
rimborso del capitale al momento dello scioglimento della società.
- Normalmente, attribuiscono diritto di voto limitatamente alle
assemblee straordinarie.
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AZIONI DI RISPARMIO
- Possono essere sia nominative sia al portatore.
- Possono essere emesse solo da società le cui azioni ordinarie sono
quotate in mercati regolamentati.
- Attribuiscono particolari privilegi di natura patrimoniale.
- Sono prive di diritto di voto (o voto limitato).
MERCATI PRIMARI E SECONDARI
- Mercato primario: è il mercato in cui ha luogo l’o erta di titoli di nuova
emissione. È un mercato chiuso: solamente gli investitori autorizzati
possono farne parte.
- Mercato secondario: è il mercato in cui ha luogo lo scambio di titoli
già in circolazione.
Ci sono due tipi di mercati secondari:
• Organized securities exchanges: sono mercati regolamentati
dove soggetti autorizzati comprano e vendono titoli per conto di
terzi. Le azioni scambiate in questi mercati sono state emesse in
passato nel mercato primario da società quotate (ad esempio la
borsa di New York);
• Mercati over the counter (OTC): sono mercati non regolamentati
( sici o virtuali). le modalità di contrattazione non sono
standardizzate ed è possibile stipulare contratti atipici con regole
che stabiliscono i soggetti che attuano lo scambio.
(I mercati over the counter più famosi sono il Nasdaq e il Forex).
* non è detto che una società quotata in Nasdaq lo sia anche nella
borsa di New York.
Possiamo distinguere:
• O erta pubblica iniziale (IPO): è il processo mediante il quale una
società privata o re per la prima volta le sue azioni al pubblico,
diventando così una società quotata in borsa. La procedura di
ammissione in borsa si svolge in un arco temporale che va dai 4 ai 6
mesi.
• O erta pubblica di sottoscrizione (OPS), costituisce lo strumento
attraverso il quale una società o re agli investitori azioni di nuove
emissione nate a seguito di un’operazione di aumento di capitale. (Si
riferisce all’emissione di nuove azioni di una società già quotata in
borsa). Si distinguono in:
- O erte pubbliche, destinate al pubblico indistinto degli investitori;
- O erte istituzionali, destinate unicamente agli investitori
istituzionali;
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- Collocamenti privati, riservati ad un numero limitato di soggetti
selezionati.
• O erta pubblica di acquisto (OPA): o erta per comprare il controllo di
un’impresa quotata in borsa. L'OPA risulta utile nei casi in cui chi
detiene il controllo non sia disposto a cederlo e pertanto l'acquirente
si rivolge direttamente a tutti gli altri azionisti. L'OPA garantisce parità
di trattamento nei confronti di tutti gli investitori. In funzione della
nalità dell'operazione, si distingue tra:
- OPA volontaria, indirizzata indistintamente a tutti gli azionisti di una
società e nalizzata unicamente all'acquisizione del controllo;
- OPA obbligatoria, valida soltanto per le azioni quotate su mercati
regolamentati, nalizzata ad o rire a tutti gli azionisti la possibilità
di vendere le proprie azioni al medesimo prezzo a cui è ceduto il
pacchetto di controllo, quando questo è scambiato fuori mercato.
*Data la delicatezza di tali operazioni, esse sono oggetto di una
normativa speciale.
CAPITALIZZAZIONE
La capitalizzazione di una società è data dal prodotto tra il numero di
azioni in circolazione e il prezzo di mercato di ciascuna azione.
Con riferimento ad un mercato, rappresenta il valore complessivo di
tutti i titoli quotati ed è data dalla somma della capitalizzazione di tutti i
titoli in esso quotati.
MULTIPLI
I multipli, sono indicatori che mettono in relazione una serie di variabili
riferite alle società in modo da renderle confrontabili con quelle dei
competitori. Si distinguono in:
- Multipli relativi a dati di bilancio, tra i più importanti: ROI, ROE, ROS,
indici di indebitamento e di liquidità ecc.
- Multipli relativi al prezzo di borsa che mettono in relazione il prezzo
delle azioni con opportune grandezze derivate dal bilancio.
Essi sono:
• Ernings per Share (EPS) -> utile per azione. Si calcola come l’utile
netto diviso il numero di azioni in circolazione (quest’ultimo è variabile
nel tempo). Ci sono due misure alternative di EPS:
- Basic earnings per share: è l'utile netto disponibile agli azionisti
ordinari diviso per la media ponderata delle azioni ordinarie in
circolazione durante l'anno: la media ponderata è utilizzata per
tenere in considerazione le variazioni nelle azioni in circolazione
derivanti da nuove emissioni e riacquisti.
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- Diluted earnings per share: è basata sul numero complessivo di
azioni ordinarie che si ritiene potrebbero essere in circolazione per
e etto dell'esercizio o conversione dei titoli loro equivalenti.
• Book Value per Share (BVPS): si riferisce ad una misura del
patrimonio netto (book value) per azione. Esso è ottenuto dal rapporto
tra il valore del patrimonio netto diviso per il numero delle azioni
ordinarie in circolazione. Permette di veri care quanto la quotazione
del titolo sia coerente con il valore contabile della società. Un titolo
che presenti un BVPS basso rispetto al prezzo può essere
considerato sopravvalutato. Al contrario un un BVPS maggiore del
prezzo può indicare sottovalutazione. Solitamente, la quotazione del
titolo è superiore al BVPS.
• P/E rapporto prezzo/utile: rapporto tra la quotazione (prezzo di
mercato) dell'azione di una società e gli utili per azione. È noto sia
Price/Earnings (P/E) Prezzo/Utile per Azione (P/U).
come sia come
Indica quante volte il prezzo dell'azione incorpora gli utili attesi e
quindi quante volte l'utile di una società è contenuto nel valore che il
mercato le attribuisce. Quanto più P/E è alto, tanto maggiori sono le
aspettative degli investitori sulla crescita della società. Un valore
elevato di P/E indica che il mercato crede nella capacità dell'azienda
di incrementarli ulteriormente. È possibile calcolare diversi valori di P/
E a seconda degli utili considerati: si parla di "trailing P/E" se si
considerano gli utili realmente conseguiti dall'emittente e risultanti
dall'ultimo bilancio di esercizio; si parla di "forward P/E" (o P/E
anticipato) quando si considerano al denominatore gli utili attesi
stimati dagli analisti per il primo anno successivo al momento della
stima.
• Price/Earnings To Growth (PEG): →
Se il rapporto P/E di una società è superiore al tasso di crescita il
PEG risulta maggiore di uno, ciò signi ca che il titolo della società è
relativamente costoso; viceversa, se P/E è inferiore al tasso di
crescita e quindi il PEG è minore di uno, ciò è visto dagli analisti
come un segno favorevole all'acquisto. Poiché questo indicatore si
basa su una stima del tasso di crescita, il suo valore è tanto più
attendibile, quanto maggiore è il numero di analisti a cui viene
richiesta la stima e quanto più le valutazioni fornite si avvicinano tra
loro.
• Price to Sales ratio (P/S): Prezzo/Fatturato (price to sales ratio): è dato
dal rapporto tra capitalizzazione di borsa e fatturato. Indica quante
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volte il mercato valuta i ricavi totali dell'azienda. È molto utile nelle
aziende in fase di start-up che solitamente a causa dei forti
investimenti iniziali presentano perdite anziché utili.
• Price to book value (P/B): rapporto tra il prezzo di mercato
(quotazione) di un azione e il valore del capitale proprio della società
risultante dal bilancio. P/B = [prezzo x n. di azioni / patrimonio netto].
• Price to cash ow (P/CF): Prezzo/Cash ow: è dato dal rapporto tra
capitalizzazione di borsa e il cash ow (Flusso di cassa totale). Indica
quante volte il mercato valuta i ussi di cassa. Questo multiplo è
molto utile per superare i limiti del P/E. L'utile netto, infatti, è soggetto
alle politiche di bilancio adottate dalla società.
• Il price to free cash ow (P/FCF) è dato dal rapporto tra
capitalizzazione di borsa e il free cash ow. Il Free Cash Flow è una
misura della capacità che le imprese hanno di «liberare» (per gli
stakeholders) ussi di cassa in seguito agli investimenti e ettuati in
progetti esistenti al netto degli investimenti per realizzare nuovi
progetti (capacità delle imprese di generare liquidità).
• Il Dividendo/Prezzo (o dividendo yield) rappresenta sia un indicatore
di rendimento immediato, sia uno dei multipli utilizzati per la
valutazione delle imprese. E’ dato dal rapporto tra il dividendo unitario
pagato da una determinata azione e il prezzo dell’azione stessa. Tale
indicatore, viene particolarmente utilizzato nell’analisi comparata in
cui l’obiettivo è quello di valutare il posizionamento di un’impresa
rispetto ad un’altra impresa oppure a un gruppo di potenziali
concorrenti. Più è elevato il dividend yield e migliore è il giudizio che
viene espresso circa la capacità della società di remunerare il capitale
investito (però non tiene conto del rischio d’impresa).
• Il Pay Out Ratio (o Dividend Pay Out Ratio) è il rapporto tra i dividenti
distribuiti ai soci e gli utili realizzati dalla società (DIV/EPS);
rappresenta la percentuale di utili distribuita agli azionisti sotto forma
di dividendi. (Generalmente è inferiore all'unità in quanto una parte di
utili viene reinvestita nel processo produttivo). Le società con alti tassi
di crescita che realizzano investimenti hanno un basso valore di Pay
Out Ratio poiché la parte di utile non distribuita va a nanziare i nuovi
investimenti che altrimenti richiederebbero l'apporto di nuovo capitale
a titolo di debito o a titolo di capitale rischio. Le società operanti in
settori considerati "maturi" hanno più alto valore di Pay Out Ratio. Se
il Pay Out è elevato si persegue una politica di sostegno dei dividendi;
se il Pay Out è basso si sostiene una politica di auto nanziamento.
→
Plowback Ratio (b) = 1 - Pay Out Ratio = 1 - d misura la % di utili
reinvestiti nell’azienda.
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*ci sono due tipi di aziende: Value compan