Il sangue poi continua il suo percorso nell’arco aortico, che rappresenta la parte superiore
dell’aorta, da cui originano i principali rami destinati alla testa e agli arti superiori.
2. Dall’arco aortico alle arterie succlavie
Dall’arco aortico partono tre grandi arterie:
Il tronco brachiocefalico, che si divide in carotide comune destra (diretta alla
testa) e succlavia destra (diretta all’arto superiore destro).
La carotide comune sinistra, diretta alla testa e al collo.
La succlavia sinistra, che porta sangue all’arto superiore sinistro.
Le arterie succlavie, una per lato, scorrono sotto la clavicola e rappresentano il principale
canale di afflusso del sangue verso gli arti superiori.
3. Dalla succlavia all’arteria ascellare
Quando la succlavia entra nella regione dell’ascella, prende il nome di arteria ascellare.
Questa arteria irrora la spalla, i muscoli del torace laterale e le strutture del cavo ascellare.
È un punto fondamentale perché collega la parte toracica del sistema arterioso al braccio vero
e proprio.
4. Dall’arteria ascellare all’arteria brachiale
Proseguendo lungo il braccio, l’arteria ascellare diventa arteria brachiale.
Questa scorre lungo la parte anteriore del braccio e fornisce sangue ai muscoli flessori e
estensori, al radio e all’ulna.
L’arteria brachiale è anche il punto dove, nella parte interna del gomito, si misura
comunemente la pressione arteriosa.
5. Divisione in arteria radiale e arteria ulnare
All’altezza della piega del gomito (fossa cubitale), l’arteria brachiale si divide in due rami
principali:
Arteria radiale, che scorre lungo il lato del pollice.
Arteria ulnare, che segue il lato del mignolo.
Entrambe le arterie percorrono l’avambraccio e inviano rami collaterali ai muscoli, ai tendini e
alle ossa.
L’arteria radiale è particolarmente nota perché il suo battito si può sentire facilmente sul
polso, nel punto in cui si misura la frequenza cardiaca.
6. Arterie della mano
A livello del polso, le arterie radiale e ulnare si collegano formando due arcate:
L’arcata palmare superficiale, situata più in superficie e responsabile dell’irrorazione
della parte anteriore della mano.
L’arcata palmare profonda, che irrora i muscoli più interni e le ossa della mano.
Da queste arcate si diramano le arterie digitali, che portano il sangue fino alle dita.
7. Il ritorno venoso
Dopo aver ceduto ossigeno e nutrienti ai tessuti, il sangue diventa venoso e inizia il suo ritorno
al cuore.
Le vene digitali confluiscono nelle vene radiale e ulnare, che risalgono l’avambraccio e si
uniscono nella vena brachiale.
Quest’ultima diventa vena ascellare e poi vena succlavia, che si unisce alla vena
giugulare interna per formare la vena cava superiore.
La vena cava superiore trasporta infine il sangue nell’atrio destro del cuore, completando così
il ciclo della grande circolazione.
La grande circolazione negli arti inferiori
La grande circolazione, o circolazione sistemica, è il percorso che il sangue ossigenato compie
dal cuore fino a tutte le parti del corpo per poi tornare al cuore una volta divenuto povero di
ossigeno. Negli arti inferiori, questo sistema deve affrontare una sfida ulteriore: la forza di
gravità. Per questo motivo le arterie e le vene delle gambe sono particolarmente robuste e
dotate di meccanismi che favoriscono il ritorno del sangue verso l’alto.
1. Dal cuore all’aorta addominale
Il viaggio del sangue inizia nel ventricolo sinistro, da cui il sangue ossigenato viene pompato
con forza nell’aorta ascendente. Dopo aver superato l’arco aortico e la sezione toracica,
l’aorta continua verso il basso attraversando il diaframma e prende il nome di aorta
addominale.
Questa grossa arteria rappresenta la principale via di distribuzione del sangue ossigenato agli
organi addominali e agli arti inferiori.
2. La biforcazione in arterie iliache
All’altezza della quarta vertebra lombare, l’aorta addominale si divide in due arterie iliache
comuni, una per ciascun lato del corpo.
Ognuna di esse si ramifica ulteriormente in:
Arteria iliaca interna, che porta sangue ai muscoli glutei, agli organi pelvici e alle
strutture del bacino.
Arteria iliaca esterna, che prosegue verso l’arto inferiore e ne costituisce il principale
afflusso sanguigno.
3. L’arteria femorale: la grande arteria della coscia
Quando l’arteria iliaca esterna attraversa il legamento inguinale, prende il nome di
arteria femorale.
Si tratta della principale arteria della coscia e fornisce sangue ai muscoli anteriori e mediali,
alla pelle e ai tessuti molli della regione.
Durante il suo decorso, emette diversi rami collaterali, tra cui l’arteria femorale profonda,
che irrora i muscoli posteriori della coscia.
4. L’arteria poplitea: il passaggio dietro il ginocchio
Scendendo lungo la coscia, l’arteria femorale attraversa il canale adduttorio e raggiunge la
regione posteriore del ginocchio, dove prende il nome di arteria poplitea.
Questa arteria si trova nella fossa poplitea e ha il compito di alimentare l’articolazione del
ginocchio e i tessuti circostanti. È un punto cruciale perché, piegando il ginocchio, la poplitea
continua a garantire il flusso sanguigno grazie a un sistema di rami anastomotici.
5. Le arterie della gamba: tibiali e peroneale
Dopo il ginocchio, l’arteria poplitea si divide in due grossi rami:
Arteria tibiale anteriore, che attraversa la membrana interossea e scorre lungo la
parte anteriore della gamba. Fornisce sangue ai muscoli estensori e arriva fino al dorso
del piede, dove prende il nome di arteria dorsale del piede (arteria dorsalis
pedis).
Arteria tibiale posteriore, che decorre dietro la tibia e irrora i muscoli flessori e la
pianta del piede.
Dalla tibiale posteriore nasce inoltre un ramo laterale, l’arteria peroneale, che fornisce
sangue ai muscoli e ai tessuti laterali della gamba.
6. Le arterie del piede
L’arteria dorsale del piede alimenta la parte superiore del piede, mentre i rami terminali
della tibiale posteriore — l’arteria plantare mediale e l’arteria plantare laterale —
formano l’arcata plantare.
Da qui il sangue viene distribuito alle dita e ai tessuti profondi del piede, garantendo una
perfetta ossigenazione anche nelle estremità più distanti dal cuore.
7. Il ritorno venoso verso il cuore
Dopo aver ceduto ossigeno e nutrienti, il sangue diventa venoso e inizia la sua risalita verso il
cuore.
Le vene profonde seguono lo stesso percorso delle arterie (tibiali, poplitea, femorale), mentre
le vene superficiali raccolgono il sangue dalla cute e dai tessuti sottocutanei.
Le due vene principali sono:
La grande safena, che decorre lungo il lato interno della gamba e confluisce nella
vena femorale.
La piccola safena, situata posteriormente, che sbocca nella vena poplitea.
Le vene femorali risalgono nel bacino, diventano vene iliache e infine confluiscono nella vena
cava inferiore, che riporta il sangue all’atrio destro del cuore.
La circolazione venosa
La circolazione venosa ha il compito di riportare al cuore il sangue povero di ossigeno
proveniente da tutti i distretti del corpo. Le vene, a differenza delle arterie, trasportano il
sangue in direzione centripeta (verso il cuore) e lo fanno con una pressione molto più bassa.
Per questo motivo la loro struttura è diversa: le pareti sono più sottili, meno elastiche, e spesso
dotate di valvole unidirezionali che impediscono il reflusso del sangue, soprattutto negli arti
inferiori.
1. Struttura e funzione generale delle vene
Le vene sono vasi a parete sottile, costituite da tre tuniche (intima, media e avventizia), come
le arterie, ma con una componente muscolare meno sviluppata.
Il loro lume è più ampio, per permettere un maggior contenimento di sangue.
In condizioni normali, il sistema venoso contiene circa il 60–70% del volume ematico
totale, agendo come un vero serbatoio di sangue per l’organismo.
2. Tipologie di vene
Le vene del corpo umano si dividono in due grandi categorie:
a) Vene superficiali
Si trovano immediatamente sotto la pelle, nel tessuto sottocutaneo.
Sono visibili ad occhio nudo in alcune zone del corpo (come mani, braccia o gambe).
Raccolgono il sangue proveniente dalla cute e dai tessuti superficiali.
Svolgono un ruolo importante nel raffreddamento corporeo, poiché la loro vicinanza
alla superficie favorisce la dispersione del calore.
Esempi principali:
Vena cefalica ( preliveo del senague ) e vena basilica (arti superiori)
o Grande safena e piccola safena (arti inferiori)
o
b) Vene profonde
Accompagnano le arterie di medio e grosso calibro, spesso correndo parallele ad esse.
Raccolgono il sangue proveniente dai muscoli, dalle ossa e dagli organi profondi.
Hanno valvole più numerose e robuste per contrastare la gravità, specialmente negli arti
inferiori.
Esempi principali:
Vene tibiali, poplitea e femorale (arti inferiori)
o Vene radiali, ulnari e brachiale (arti superiori)
o
3. Meccanismi di ritorno venoso
Poiché la pressione del sangue nelle vene è molto più bassa rispetto a quella arteriosa, il
ritorno verso il cuore avviene grazie a diversi meccanismi ausiliari:
Valvole venose: pieghe della tonaca intima che impediscono il reflusso del sangue e
ne garantiscono il flusso unidirezionale verso il cuore.
Pompa muscolare scheletrica: la contrazione dei muscoli (soprattutto delle gambe)
comprime le vene e spinge il sangue verso l’alto.
Pompa respiratoria: durante l’inspirazione, la pressione toracica diminuisce e quella
addominale aumenta, facilitando l’aspirazione del sangue verso il torace.
4. Il percorso del sangue venoso
Il sangue povero di ossigeno proveniente dai diversi distretti corporei segue due principali vie
di ritorno:
Vena cava superiore: raccoglie il sangue da testa, collo, torace e arti superiori.
Vena cava inferiore: drena il sangue proveniente dagli organi addominali, dal bacino e
dagli arti inferiori.
Entrambe confluiscono nell’atrio destro del cuore, dove il sangue verrà poi inviato ai polmoni
tramite la circolazione polmonare per essere nuovamente ossigenato.
La circolazione venosa negli arti superiori
La circolazione venosa degli arti superiori ha il compito di raccogliere il sangue povero di
ossigeno proveniente dalla mano, dall’avambraccio e dal braccio, per poi convogliarlo verso il
cuore attraverso un sistema organizzato di vene superficiali e vene profonde.
1. Vene superficiali
Le vene superficiali si trovano appena sotto la pelle e sono visibili in alcune zone, come
l’avambraccio. Es