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POTENZIALE DI MEMBRANA
Le proteine che si trovano all’interno della cellula sono cariche negativamente e vengono chiamate
anioni. Il fatto che all’esterno della cellula ci sia una carica positiva ed all’interno una carica
negativa, genera un potenziale. Se si aprono i canali, la parte interna della cellula diventerà positiva
e la parte esterna negativa, questo fenomeno è detto depolarizzazione. La depolarizzazione consta
di quattro fasi:
1. Potenziale di riposo;
2. Potenziale d’azione;
3. Ripolarizzazione.
POTENZIALE DI RIPOSO
La cellula è carica negativamente all’interno e positivamente all’esterno; il Na prevale all’esterno
ed il K all’interno.
POTENZIALE D’AZIONE
Arriva l’impulso elettrico, si aprono i canali del Na che entra per gradiente e si ha la
depolarizzazione.
RIPOLARIZZAZIONE
1° fase: per riportare la polarità alla situazione di partenza viene eliminato K per gradiente;
2° fase: subentra la pompa Na – K che consuma energia perché va contro gradiente.
Nella prima fase sono presenti delle cellule, nel nodo seno – atriale, che si polarizzano e
depolarizzano da sole, dando origine a corrente elettrica che corre lungo un sistema di conduzione.
Questa corrente elettrica causa la contrazione cardiaca (depolarizzando le fibre cardiache consente
l’entrata del Ca e quindi la contrazione). Questo fenomeno è detto ritmo sinusale. Sul nodo seno –
atriale arrivano le fibre del sistema autonomo simpatico e parasimpatico, le quali stimolano o a
diminuire o ad aumentare la frequenza con la quale le cellule si depolarizzano. Questa corrente si
può registrare con l’ECG che si compone di un’onda P, indice di una depolarizzazione degli atri; del
complesso QRS, indice di una depolarizzazione dei ventricoli; di un’onda T, indice della
ripolarizzazione dei ventricoli. La ripolarizzazione degli atri non si riesce a vedere perché avviene
durante la depolarizzazione dei ventricoli (cioe’ all’interno del QRS). Questo è il fenomeno elettrico
che corrisponde al fenomeno meccanico: quando c’è la depolarizzazione degli atri c’è la
contrazione degli atri, quando c’è la depolarizzazione dei ventricoli c’è la contrazione dei ventricoli.
RITORNO VENOSO
Il ritorno venoso dipende da:
Pressione residua che è di pochi mmHg;
Contrazione della muscolatura scheletrica;
Nelle vene ci sono le valvole che non consentono al sangue di tornare indietro;
Tono della parete vasale, cioè i vasi hanno capacità ci contrarsi e spingere il sangue;
Diaframma che contraendosi e rilasciandosi esercita sulle vene un effetto di aspirazione e
facilita il ritorno venoso.
CHE COSA REGOLA LA PRESSIONE ARTERIOSA
La pressione arteriosa dipende dalla gittata cardiaca e dalle resistenze vascolari sistemiche (GC x
RVS). Per controllare la pressione arteriosa bisogna avere dei rilevatori che si trovano nell’arco
dell’Aorta e nella biforcazione delle Carotidi. Questi sono dei recettori di pressione detti
barorecettori. Si trovano all’interno di cellule specializzate dette glomi. All’interno dei glomi si
trovano i chemorecettori che sono in grado di misurare i gas presenti nel sangue (CO e O ) ed il
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+ +
pH (concentrazione di H = meno logaritmo della concentrazione di ioni H ). Le informazioni che i
barorecettori ricevono vengono portate a dei centri di controllo che si trovano nel bulbo. Se la
pressione è troppo alta i recettori la fanno abbassare attraverso il parasimpatico riducendo la
frequenza cardiaca e determinando vasodilatazione. Se la pressione è bassa i centri nervosi la fanno
aumentare attraverso il simpatico, il quale aumenta la frequenza cardiaca e costringe i vasi
(vasocostrizione). La pressione arteriosa è regolata anche dai chemorecettori che, se rilevano
riduzione di O , di pH o aumento di CO , fanno aumentare la pressione arteriosa. I chemorecettori
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portano l’informazione al cervello aumentando la pressione. Se l’O è alto, il pH alto e la CO è
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bassa i chemorecettori agiscono diminuendo la pressione.